Educazione sessuale e affettiva nelle scuole italiane: un percorso di emancipazione promosso da Una Nessuna Centomila
Indice
- Introduzione: scuola, educazione sessuale e tabù
- La Fondazione Una Nessuna Centomila e la sua missione
- Il sostegno di Fiorella Mannoia e la leadership di Celeste Costantino
- La ricerca nazionale sull’educazione affettiva: finalità e metodo
- La collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca e lo studio dei modelli europei
- Il progetto formativo: corsi per docenti e pubblicazioni scientifiche
- L’integrazione dell’educazione sessuo-affettiva nei programmi scolastici
- Superare i tabù: perché parlarne emancipa e non confonde
- Opinioni degli esperti: tra prevenzione e benessere psicofisico
- Riflessioni dal territorio: testimonianze di insegnanti e studenti
- Le sfide ancora aperte: ostacoli culturali e prospettive di cambiamento
- Conclusione: il futuro dell’educazione sessuale e affettiva in Italia
1. Introduzione: scuola, educazione sessuale e tabù
L’educazione sessuale a scuola resta, in Italia, uno degli argomenti più controversi e meno affrontati in modo sistematico. Malgrado la consapevolezza scientifica sull’importanza di fornire competenze affettive e sessuali sin dalla giovane età, permane un diffuso tabù legato a questi temi. La difficoltà di integrare l’educazione affettiva nei percorsi scolastici italiani è spesso il riflesso di una cultura che fatica a parlare apertamente di sessualità, con la convinzione errata che questo possa confondere i giovani piuttosto che emanciparli.
La realtà, invece, mostra come l’educazione sessuale a scuola sia uno degli strumenti fondamentali per promuovere la consapevolezza di sé, la prevenzione degli abusi e delle malattie sessualmente trasmissibili, il rispetto reciproco e la costruzione di relazioni sane. In questo panorama si inserisce la recente iniziativa della Fondazione Una Nessuna Centomila, che ha deciso di lanciare una ricerca nazionale coinvolgendo istituzioni accademiche e figure di rilievo.
2. La Fondazione Una Nessuna Centomila e la sua missione
La Fondazione Una Nessuna Centomila è nata con l’obiettivo primario di contrastare la violenza di genere e promuovere l’emancipazione personale e collettiva, a partire dalla scuola. La scelta simbolica del nome richiama il romanzo di Luigi Pirandello per sottolineare la complessità dell’identità e la molteplicità delle esperienze individuali, specialmente nell’adolescenza.
Tra le sue azioni più significative, spicca l’impegno verso l’educazione affettiva nelle scuole italiane. La Fondazione si pone come punto di raccordo tra mondo accademico, docenti, famiglie e studenti, con l’obiettivo di fornire strumenti scientifici per affrontare temi troppo spesso lasciati in secondo piano. Lanciare, dunque, una ricerca nazionale nel settore dell’educazione affettiva significa non solo fornire dati, ma anche stabilire nuovi standard metodologici a livello italiano.
3. Il sostegno di Fiorella Mannoia e la leadership di Celeste Costantino
Alla presidenza onoraria della Fondazione Una Nessuna Centomila troviamo una delle voci più autorevoli della cultura e della musica italiana: Fiorella Mannoia. Da anni impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne e nella promozione di una cultura del rispetto, la Mannoia rappresenta un modello per le nuove generazioni e un riferimento pubblico nel dibattito su temi delicati come l’educazione sessuale a scuola.
Accanto a lei, Celeste Costantino, vicepresidente della Fondazione e specializzata in mediazione culturale grazie ad un master conseguito proprio nel settore. La sua esperienza nei campi della cultura, della formazione e della mediazione sociale rappresenta un enorme valore aggiunto per il progetto, in quanto consente di sviluppare una prospettiva ampia e inclusiva, in grado di rispondere alla diversità dei contesti scolastici e territoriali.
4. La ricerca nazionale sull’educazione affettiva: finalità e metodo
Nel 2024 la Fondazione Una Nessuna Centomila ha promosso una ricerca nazionale sull’educazione affettiva nelle scuole italiane. Lo scopo della ricerca è duplice:
- Dare una cornice scientifica e aggiornata all’approccio sull’educazione affettiva nei percorsi scolastici.
- Raccogliere dati, testimonianze, buone pratiche e criticità direttamente dal territorio, coinvolgendo docenti, studenti e famiglie.
L’aspetto innovativo consiste nella volontà di colmare un vuoto normativo ed educativo, realizzando una mappatura dei progetti già attivi e delle esigenze non soddisfatte. Per la prima volta, la ricerca nazionale sull’educazione affettiva vuole essere uno strumento concreto per “fotografare” la situazione reale nelle scuole, fornendo linee guida pratiche e scientificamente validate.
I punti cardine della ricerca
- Analisi della diffusione e dell’efficacia dei programmi di educazione sessuale e affettiva già esistenti.
- Interviste e questionari rivolti a insegnanti, alunni e genitori per valutare bisogni, paure e aspettative.
- Raccolta di modelli europei di buon livello, al fine di adattarli al contesto italiano.
Il progetto della Fondazione, pertanto, si distingue per il suo approccio evidence-based, cioè basato su dati e risultati oggettivi.
5. La collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca e lo studio dei modelli europei
Per garantire la qualità scientifica dell’iniziativa, la Fondazione Una Nessuna Centomila si è avvalsa della collaborazione accademica dell’Università di Milano-Bicocca. L’ateneo ha contribuito a coordinare la parte metodologica della ricerca e a confrontare i migliori modelli europei di educazione sessuale, da quelli più strutturati del Nord Europa (paesi come Svezia, Olanda e Danimarca) agli esempi meno recenti ma comunque significativi di altri Stati membri dell’Unione.
Principali risultati dall’analisi dei modelli europei
- Nei paesi dove l’educazione sessuale e affettiva è integrata nei programmi scolastici sin dall’infanzia, si registrano minori casi di gravidanze precoci, abusi e discriminazioni di genere.
- Il coinvolgimento delle famiglie e la formazione continua dei docenti risultano elementi chiave per il successo dei programmi.
- Un percorso omogeneo ed inclusivo è in grado di ridurre drasticamente le disuguaglianze sociali e di genere.
Adattare questi modelli all’Italia significa, dunque, proporre un approccio nuovo, più aperto e scientificamente fondato rispetto al passato.
6. Il progetto formativo: corsi per docenti e pubblicazioni scientifiche
Uno degli aspetti di maggiore rilievo del progetto Una Nessuna Centomila riguarda la formazione dei docenti sull’educazione sessuale e affettiva. Infatti, tra i punti distintivi del programma compaiono:
- Corsi di alta formazione per docenti: destinati agli insegnanti di ogni ordine e grado, con focus sia sulle conoscenze scientifiche che sulle strategie didattiche e comunicative.
- Pubblicazioni scientifiche: manuali, vademecum e guide pensate per essere utilizzate come strumenti pratici in classe.
Questi corsi, progettati in sinergia con esperti di educazione, psicologi, pedagogisti e medici, propongono attività laboratoriali, role playing, discussioni guidate, lettura critica di materiali scientifici e simulazioni. Una particolare attenzione è posta ai seguenti aspetti:
- Linguaggio inclusivo e rispetto della diversità di genere,
- Prevenzione del bullismo e delle discriminazioni,
- Gestione delle situazioni problematiche, come abusi e molestie.
7. L’integrazione dell’educazione sessuo-affettiva nei programmi scolastici
L’integrazione dell’educazione sessuale ed affettiva nei programmi scolastici italiani rappresenta uno degli obiettivi centrali del progetto. In diversi Stati europei, questa tematica è già considerata una materia trasversale o parte integrante dei programmi di scienze, educazione civica o salute.
In Italia, il tentativo è quello di proporre uno schema simile, che consenta agli insegnanti di trattare l’argomento con continuità durante tutto l’arco della formazione scolastica, dalla scuola primaria alle superiori. Secondo la Fondazione, l’adozione di percorsi ufficiali di educazione sessuale nelle scuole italiane aiuterebbe a promuovere:
- Maggiore consapevolezza di sé e delle proprie emozioni,
- Rispetto delle diversità,
- Prevenzione degli abusi e della violenza di genere,
- Promozione della salute sessuale e relazionale.
8. Superare i tabù: perché parlarne emancipa e non confonde
Uno degli ostacoli più insidiosi all’introduzione dell’educazione sessuale e affettiva in Italia è rappresentato dal timore, radicato in ampi settori della società e delle famiglie, che parlarne possa non solo essere «prematuro», ma addirittura confondere i giovani. Le ricerche internazionali, tuttavia, dimostrano l’opposto: un approccio aperto e informato emancipa, fornisce strumenti di autodifesa e sviluppa competenze relazionali fondamentali.
Perché l’educazione sessuale emancipa:
- Accresce l’autostima e la capacità di dire “no” alle situazioni indesiderate.
- Permette di riconoscere i segnali di abuso e chiedere aiuto.
- Favorisce il confronto, la tolleranza, il rispetto delle differenze e la cultura della non violenza.
- Riduce i fenomeni di disinformazione provenienti da Internet, che spesso veicola modelli distorti e misogini.
9. Opinioni degli esperti: tra prevenzione e benessere psicofisico
Numerosi esperti di educazione, salute pubblica e psicologia sottolineano che l’educazione affettiva a scuola contribuisce sia alla prevenzione sia al benessere psicofisico degli studenti. La dottoressa Francesca Romana Grasso, psicopedagogista, afferma che «un’educazione affettiva omogenea e scientificamente fondata aiuta i giovani a sviluppare identità forti e sicure».
Inoltre, le società scientifiche raccomandano di iniziare l’educazione sessuo-affettiva già nella primaria, adattando i contenuti all’età degli studenti. Gli argomenti più delicati vengono affrontati progressivamente, lavorando prima sulla conoscenza del proprio corpo, l’autostima, l’empatia e la gestione delle emozioni.
10. Riflessioni dal territorio: testimonianze di insegnanti e studenti
Molte scuole italiane hanno già sperimentato progetti pilota di educazione affettiva, riportando risultati molto positivi. Alcuni docenti sottolineano come, dopo un’iniziale diffidenza, gli studenti abbiano accolto con curiosità e serietà la possibilità di parlare apertamente di relazioni, emozioni, rispetto e consenso.
Ecco alcune testimonianze raccolte durante la ricerca nazionale:
- «All’inizio temevo che i ragazzi si sarebbero messi solo a ridere, ma dopo pochi incontri hanno iniziato a fare domande mature e profonde.» (insegnante di scuola secondaria di primo grado)
- «Ho imparato che posso parlare con un adulto di ciò che mi fa stare male o dei miei dubbi. Questo mi ha fatto sentire più sicura di me.» (studentessa di 14 anni)
Sia dalle famiglie che dal personale scolastico emerge una richiesta di maggiore formazione e linee guida più chiare, segno che vi è una reale domanda di innovazione.
11. Le sfide ancora aperte: ostacoli culturali e prospettive di cambiamento
Nonostante i passi avanti, la diffusione dell’educazione sessuale nelle scuole italiane si scontra ancora con forti resistenze culturali. In alcune regioni, le scuole temono le reazioni delle famiglie, mentre in altre mancano risorse e figure formate che possano gestire l’argomento con competenza.
Tra gli ostacoli principali troviamo:
- Diffidenza verso le parole "sessualità", "affettività" e "genere".
- Disinformazione circa i contenuti dei programmi di educazione sessuale a scuola.
- Manca una normativa omogenea nazionale, lasciando ampi margini di discrezionalità alle singole scuole.
- Forte polarizzazione politica e ideologica sul tema.
Nonostante ciò, la risonanza ottenuta dal progetto Una Nessuna Centomila e la richiesta di percorsi formativi dimostrano che il clima sta cambiando, specialmente tra i giovani e tra gli insegnanti più aperti.
12. Conclusione: il futuro dell’educazione sessuale e affettiva in Italia
La ricerca nazionale e il progetto di formazione promossi da Una Nessuna Centomila rappresentano una svolta nel dibattito italiano sull’educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Garantire un approccio omogeneo, scientifico e aggiornato, aprendosi ai migliori modelli europei, significa assicurare ai nostri ragazzi e ragazze strumenti fondamentali per vivere pienamente e in modo sicuro la propria affettività.
Abbattere i tabù non significa anticipare i tempi o confondere i giovani, ma fornirli di chiavi di lettura per interpretare complessità, prevenire la violenza, promuovere il rispetto e coltivare relazioni sane. La sfida della scuola italiana parte da qui: dalla formazione dei docenti, dal coinvolgimento delle famiglie, dalla partecipazione attiva dei ragazzi e da una visione scientifica e umana insieme. Il progetto Una Nessuna Centomila, con il sostegno di Fiorella Mannoia e Celeste Costantino e la collaborazione con Milano-Bicocca, indica la strada per un futuro più consapevole, dove parlare di sesso e sentimenti insegna soprattutto a rispettare se stessi e gli altri.