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Educazione emotiva e relazionale: sfida urgente per Scuola e Famiglia
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Educazione emotiva e relazionale: sfida urgente per Scuola e Famiglia

Disponibile in formato audio

L’importanza di un’alleanza educativa tra istituzioni e genitori

Educazione emotiva e relazionale: sfida urgente per Scuola e Famiglia

Indice

  1. Introduzione
  2. Contesto attuale: giovani e relazioni in Italia
  3. Il ruolo della Scuola nell’educazione emotiva e relazionale
  4. La famiglia come primo agente educativo
  5. La mancanza di educazione sessuale obbligatoria in Italia
  6. Social media e denigrazione: quanto pesa il web sui giovani
  7. Internet come fonte primaria: rischi e opportunità
  8. L’importanza di un’educazione affettiva strutturata
  9. Possibili soluzioni e strategie d’intervento
  10. Il futuro: verso una scelta di campo condivisa
  11. Sintesi e conclusioni

Introduzione

Il tema dell'educazione emotiva e relazionale ha assunto negli ultimi anni una centralità crescente nel dibattito pubblico italiano, complici i cambiamenti sociali, l’avanzare delle nuove tecnologie e l’emergere di problematiche legate ai comportamenti giovanili, specie nell’ambito dei sentimenti, delle relazioni e del rispetto di genere. Nonostante ciò, la percezione condivisa è che Scuola e Famiglia – i due principali pilastri educativi – giochino un ruolo marginale nella crescita dei giovani in questi ambiti, lasciando spesso il compito di informare e formare ai canali digitali, con tutte le criticità che ne conseguono. La ricerca Eumetra per Telefono Donna Italia offre uno spaccato preoccupante: il 45% degli adolescenti tra i 16 e i 25 anni si rivolge a internet per informazioni su relazioni e sentimenti, mentre non mancano episodi in cui i social network diventano veicolo di denigrazione, soprattutto verso le donne, percepita dal 79% delle ragazze e dal 74% dei ragazzi. Tale quadro rende quanto mai stringente e improcrastinabile una scelta forte e condivisa che coinvolga Scuola e Famiglia nel promuovere una vera educazione emotiva e relazionale per tutti i giovani italiani.

Contesto attuale: giovani e relazioni in Italia

I dati della sopracitata indagine fotografano una generazione in cerca di risposte, spesso lasciata sola di fronte alle complessità della crescita e della socializzazione. Oggi, più che mai, si parla di relazioni giovani Italia come di un terreno fragile su cui innestare la speranza di un futuro più attento ai diritti, ai sentimenti e all'autodeterminazione personale. Tuttavia, in Italia, la percezione diffusa tra ragazzi, genitori e insegnanti è quella di un progressivo disimpegno educativo delle agenzie tradizionali:

  • la Scuola si concentra spesso su programmi curricolari e trascurando le competenze socio-emotive;
  • la Famiglia, talvolta impreparata o imbarazzata, demanda ad altri il ruolo di guida nella crescita emotiva.

Da qui, il ricorso massiccio al web, dove le informazioni su sentimenti e sessualità rischiano di essere parziali, distorte quando non direttamente pericolose. I social network, a loro volta, rappresentano tanto un luogo di aggregazione, quanto un’arena di confronto aggressivo e, in molti casi, di denigrazione delle donne.

Il ruolo della Scuola nell’educazione emotiva e relazionale

La scuola italiana porta storicamente con sé una certa prudenza nell’affrontare questioni legate all’affettività e alla sessualità. Eppure, il tema del ruolo scuola educazione sentimentale è oggi sotto i riflettori dei pedagogisti e degli esperti di politiche educative. Svariati studi sottolineano come il successo scolastico e personale degli studenti sia strettamente legato allo sviluppo di competenze trasversali, quali l’empatia, la capacità di comunicare i propri sentimenti, la gestione dei conflitti, il rispetto dell’altro. L’assenza di percorsi strutturati su questi temi rischia di lasciare scoperti grandi bisogni e fragilità tipiche della fase adolescenziale, tanto più in un periodo storico segnato dall’accresciuto isolamento sociale post-pandemico.

Negli ultimi anni, alcune scuole hanno introdotto progetti sperimentali di educazione emotiva scuola e laboratori di prevenzione rispetto alle tematiche del bullismo, delle relazioni tossiche, del rispetto di genere. Tuttavia, la mancanza di linee guida nazionali univoche, di formazione specifica per i docenti e di un tempo scolastico dedicato rischia di vanificare ogni tentativo, lasciando i risultati limitati a poche, lodevoli eccellenze locali.

La famiglia come primo agente educativo

Non meno decisivo appare il ruolo della famiglia nella crescita emotiva dei ragazzi. In una società in continua evoluzione, anche la famiglia, spesso alle prese con sfide nuove e impreviste, come mutamenti nei modelli genitoriali e la crescente presenza della tecnologia, fatica a definire confini e competenze educative.

Molte ricerche confermano che, nonostante il legame affettivo, genitori e figli non sempre trovano uno spazio di comunicazione efficace sui temi dell’educazione affettiva e sessuale. Spesso permangono tabù, imbarazzi, mancata formazione e disagio nel trattare argomenti percepiti come scomodi. Accade così che i ragazzi, nelle loro domande più profonde sulla sfera delle relazioni e dei sentimenti, si sentano soli oppure, nel peggiore dei casi, trovino nel web informazioni fuorvianti o dannose. Un dialogo aperto tra genitori e figli sarebbe invece il fondamento su cui costruire una solida educazione relazionale famiglia e una maggiore resilienza contro messaggi denigratori rivolti, ad esempio, alle donne nei social network.

La mancanza di educazione sessuale obbligatoria in Italia

Un dato ineludibile e che ancora distingue l’Italia dal resto dell’Europa riguarda l’assenza di una legge che renda l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado. Mentre altri Paesi, tra cui Germania, Svezia e Francia, investono su percorsi regolamentati di educazione all’affettività e alla sessualità, in Italia queste tematiche restano spesso appannaggio delle iniziative di singoli istituti scolastici o, nella migliore delle ipotesi, di progetti finanziati localmente.

L’assenza di riferimenti normativi omogenei priva le nuove generazioni della possibilità di acquisire strumenti utili alla gestione dei rapporti sentimentali e sessuali in modo consapevole, sicuro, informato e rispettoso. Non è un caso che gran parte degli episodi di bullismo, discriminazione e denigrazione delle donne sui social media abbia radici in una scarsa formazione sui temi del consenso, del rispetto dell’altro e dell’uguaglianza di genere.

Social media e denigrazione: quanto pesa il web sui giovani

L’impatto dei social network nella vita delle nuove generazioni è ormai sotto gli occhi di tutti. Da una parte, piattaforme come Instagram, TikTok, Facebook o X rappresentano spazi di socializzazione, confronto e crescita personale; dall’altra, sono anche terreno fertile per il manifestarsi di comportamenti denigratori, body shaming, cyberbullismo e diffusione di stereotipi di genere.

La sopra citata indagine mette in risalto che ben il 79% delle ragazze e il 74% dei ragazzi riconosce nei social network un’accelerazione dei fenomeni di denigrazione delle donne e delle relazioni tossiche. I social, quindi, non solo informano, ma plasmano, spesso in senso distorto, la percezione che i giovani hanno delle relazioni, dell’affettività e del rispetto reciproco. Il risultato è che molti ragazzi e ragazze interiorizzano modelli sbagliati, alimentando insicurezze, senso di inadeguatezza e, nei casi più gravi, vere e proprie derive violente e discriminatorie.

Internet come fonte primaria: rischi e opportunità

La tendenza ad affidarsi a internet per apprendere nozioni su relazioni, sentimenti e sessualità rappresenta un fenomeno trasversale a tutte le fasce sociali. La ricerca di informazioni relazionali su internet risponde certamente a un bisogno reale: superare il muro del silenzio spesso presente in famiglia e a scuola.

Tuttavia, la rete è un contenitore eterogeneo, dove accanto a risorse di qualità prodotte da professionisti si trovano anche portali poco affidabili, pagine gestite da non esperti, fake news ed estremizzazioni. In questa giungla informativa, il rischio è che i giovani si affidino ad esempi distorti o del tutto fuorvianti rispetto a temi così delicati, alimentando stereotipi negativi o, peggio, normalizzando comportamenti dannosi. D’altro canto, non si può ignorare che la rete offre anche importanti opportunità di confronto e crescita, specie attraverso forum, blog, canali informativi e progetti di sensibilizzazione di qualità. La sfida, dunque, si gioca sulla capacità di orientare i giovani a distinguere la correttezza e l’autorevolezza delle fonti.

L’importanza di un’educazione affettiva strutturata

Quello che oggi manca, in definitiva, è un percorso di educazione affettiva strutturata e trasversale, capace di coinvolgere in modo sinergico Scuola, Famiglia e società civile. L’esperienza internazionale mostra come gli interventi più efficaci siano quelli capaci di integrare:

  • conoscenze scientifiche (anatomia, fisiologia, educazione sessuale);
  • competenze emotive e relazionali (empatia, comunicazione, assertività);
  • sensibilità interculturale e rispetto delle differenze di genere e orientamento sessuale.

Tali percorsi dovrebbero essere calendarizzati nei curricoli scolastici, adeguatamente finanziati e monitorati, e – altrettanto importante – condivisi con e tra le famiglie, secondo il principio della co-responsabilità educativa.

Possibili soluzioni e strategie d’intervento

In questa fase, occorrono proposte concrete e realizzabili. Eccone alcune piuttosto dibattute tra esperti e decisori politici:

  1. Rendere obbligatoria l’educazione relazionale e affettiva nei curricoli scolastici a tutti i livelli.
  2. Offrire formazione specifica e aggiornamento continuo agli insegnanti sulle tematiche relative a emotività, relazioni, educazione sessuale e uso consapevole dei social media.
  3. Creare sportelli di ascolto e spazi di confronto tra studenti, docenti e famiglie, anche integrando pedagogisti e psicologi esperti.
  4. Promuovere campagne di informazione per genitori sui rischi e le potenzialità della rete, favorendo così una maggiore consapevolezza nell’accompagnare i figli nella navigazione digitale.
  5. Rafforzare la collaborazione tra scuola, servizi sociali e associazioni del territorio per prevenire e contrastare fenomeni di bullismo, discriminazione e denigrazione delle donne.
  6. Incentivare e sostenere la produzione di contenuti digitali di qualità su relazioni, affettività, rispetto e diversità.

Il futuro: verso una scelta di campo condivisa

L’Italia si trova oggi a un bivio cruciale: ultimi dati e dinamiche dimostrano come la mancanza di integrazione tra scuola e famiglia porti a una maggiore vulnerabilità dei giovani rispetto a vecchie e nuove forme di disagio relazionale e affettivo. Accettare la sfida di rimettere l’educazione emotiva e relazionale al centro significa tutelare il benessere delle nuove generazioni e, conseguentemente, il futuro della società intera.

Serve una forte scelta di campo da parte delle istituzioni, che vada oltre le iniziative isolate e dia vita a una strategia nazionale d’inclusione educativa. Soltanto lavorando sulla formazione di studenti, insegnanti e genitori, investendo su programmi duraturi e monitorando sistematicamente i risultati sarà possibile invertire la tendenza all’irrilevanza della scuola e della famiglia su questi temi cruciali.

Sintesi e conclusioni

La fotografia tracciata dalla ricerca Eumetra per Telefono Donna Italia evidenzia problematiche profonde e radicate: scarsa presenza delle famiglie e della scuola nella vita relazionale dei giovani, dipendenza crescente da internet e social network per informazioni affettive e sessuali, pervasività di atteggiamenti denigratori verso le donne online. Al tempo stesso, gli stessi ragazzi chiedono – in modo più o meno esplicito – di essere supportati nella costruzione di relazioni sane, mature e rispettose.

Solo una rinnovata alleanza tra Scuola e Famiglia, unita alla regolamentazione nazionale dell’educazione affettiva e relazionale, potrà rispondere in maniera efficace a tali bisogni. Questa sfida non coinvolge solo il sistema scolastico, ma tutta la società, con l’obiettivo di favorire la crescita di cittadini consapevoli, responsabili e rispettosi delle differenze. In gioco non c’è solo il benessere individuale dei giovani, ma la qualità della nostra democrazia futura. Un investimento, dunque, che non può più essere rimandato.

L’impegno delle istituzioni, la formazione degli adulti di riferimento e la valorizzazione delle buone pratiche rappresentano la strada da percorrere per ridare centralità a scuola e famiglia nella crescita emozionale e relazionale dei giovani italiani. È il momento di fare una scelta di campo forte, per il futuro di tutti.

Pubblicato il: 25 giugno 2025 alle ore 13:38

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