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Amianto nelle scuole italiane: la mappa del rischio tra Genova, Milano e Torino
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Amianto nelle scuole italiane: la mappa del rischio tra Genova, Milano e Torino

Oltre 2.290 istituti ancora contaminati: 350mila studenti e 50mila lavoratori esposti ogni giorno

Amianto nelle scuole italiane: la mappa del rischio tra Genova, Milano e Torino

Oltre 2.290 istituti ancora contaminati: 350mila studenti e 50mila lavoratori esposti ogni giorno

Indice dei contenuti

  • Introduzione: un killer silenzioso tra i banchi di scuola
  • La situazione attuale: dati e numeri dell’allarme amianto
  • Le città più esposte: il caso di Genova, Milano e Torino
  • Chi rischia quotidianamente: studenti, insegnanti e personale scolastico
  • Le cause storiche del problema amianto negli edifici scolastici
  • Le bonifiche: sfide, ritardi e costi
  • Normativa vigente e responsabilità istituzionali
  • Le conseguenze sanitarie dell’esposizione ad amianto
  • Azioni concrete e prospettive per il futuro
  • Ruolo della società civile e degli osservatori
  • Sintesi e prospettive: una soluzione ancora lontana?

Introduzione: un killer silenzioso tra i banchi di scuola

L’amianto continua a minacciare la salute di migliaia di alunni, docenti e lavoratori all’interno degli istituti scolastici italiani. Questa sostanza, nota per la sua pericolosità, permane nelle strutture di molte scuole, nonostante decenni di campagne per la sua eliminazione. Secondo il XXIII Rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola”, sono almeno 2.292 gli edifici scolastici ancora contaminati da amianto in Italia. L’Italia detiene un triste primato europeo per numero di scuole a rischio, con picchi preoccupanti in città come Genova, Milano e Torino.

Questa allerta si trasforma in una concreta minaccia quotidiana per almeno 350mila studenti, oltre 50mila docenti, operatori scolastici e dirigenti, e la situazione mostra pochi segnali di miglioramento.

La situazione attuale: dati e numeri dell’allarme amianto

Il quadro delineato dal Rapporto Osservatorio sulla sicurezza a scuola fotografa una realtà inquietante: 2.292 edifici scolastici italiani risultano ancora contaminati dall’amianto. Questo dato, relativo al 2021, pone l’accento su un problema che, pur riconosciuto da tempo, fatica a trovare soluzione, perpetuando l’esposizione di milioni di persone tra i banchi di scuola negli ultimi decenni.

Scomponendo il dato nazionale emergono situazioni di particolare rischio:

  • 350.000 studenti ogni giorno frequentano scuole in cui è ancora presente l’amianto.
  • 50.000 tra docenti, personale amministrativo, tecnico e collaboratori scolastici lavorano in spazi non bonificati.

Questi numeri testimoniano l’ampiezza del fenomeno e la sua diffusione su scala nazionale, una vera e propria emergenza che riguarda indistintamente Nord, Centro e Sud Italia, con distribuzione non omogenea ma punte molte gravi nelle grandi città industriali.

Le città più esposte: il caso di Genova, Milano e Torino

Analizzando nel dettaglio la situazione delle principali città italiane, emergono alcune realtà particolarmente critiche. Genova, Milano e Torino, città simbolo della storia industriale nazionale e dell’edilizia scolastica del XX secolo, detengono il record per numero di plessi contaminati.

  • Genova: 154 scuole risultano contaminate dall’amianto. Il capoluogo ligure si posiziona in cima alla classifica, evidenziando come il tessuto urbano e le scelte edilizie del passato abbiano influito sulla sicurezza attuale delle scuole.
  • Milano: 89 istituti ancora non bonificati secondo gli ultimi dati. La città, cuore economico del Paese, porta ancora il peso di materiali pericolosi impiegati massicciamente negli anni ’60 e ’70.
  • Torino: 66 scuole rischiose. La capitale piemontese, storica patria di molte industrie meccaniche e automobilistiche, registra anch’essa una diffusione preoccupante di amianto negli edifici scolastici.

La presenza di amianto in queste città è strettamente connessa alla fase di espansione edilizia e al boom che caratterizzò il secondo dopoguerra, periodo in cui l’amianto era ritenuto versatile ed economico, senza essere ancora riconosciuto pericoloso.

Chi rischia quotidianamente: studenti, insegnanti e personale scolastico

La minaccia rappresentata dall’amianto non colpisce solo chi materialmente lavora alle bonifiche, ma riguarda soprattutto i soggetti più vulnerabili della comunità scolastica:

  • Studenti: con particolare riferimento ai bambini della scuola primaria e ai ragazzi delle scuole secondarie, costretti a frequentare ambienti potenzialmente contaminati.
  • Docenti e operatori scolastici: insegnanti, personale tecnico-amministrativo e collaboratori Ata che trascorrono molte ore a stretto contatto con spazi in cui l’amianto è presente nei soffitti, pannelli, pavimenti o tubazioni.

Secondo studi scientifici, l’esposizione anche a basse dosi di fibre di amianto può provocare negli anni gravi patologie polmonari, tra cui il mesotelioma pleurico, carcinoma polmonare e asbestosi. Proprio per questo la presenza in edifici frequentati quotidianamente è motivo di allarme per la salute pubblica.

Le cause storiche del problema amianto negli edifici scolastici

Per comprendere la diffusione attuale dell’amianto nelle scuole bisogna fare un passo indietro nella storia dell’edilizia italiana. Dagli anni ’50 ai primi anni ’90, l’amianto fu considerato un materiale innovativo per le sue proprietà di isolamento (termico ed acustico) e la sua resistenza al fuoco. Veniva impiegato in moltissime componenti edilizie:

  • Pannelli per controsoffitti
  • Lastre per la copertura dei tetti (Eternit)
  • Tubazioni e canali di ventilazione
  • Pavimenti vinilici
  • Materiali isolanti vari

Soltanto negli anni ’80 e ’90 le ricerche scientifiche e le prime sentenze penali hanno sancito la pericolosità di questa sostanza, provocando il bando della sua produzione e commercializzazione in Italia solo nel 1992 (legge 257/1992)._ Tuttavia, l’assenza di una politica organica di censimento e bonifica ha lasciato moltissimi edifici pubblici, compresi gli istituti scolastici, ancora oggi a rischio.

Le bonifiche: sfide, ritardi e costi

La rimozione dell’amianto dagli edifici scolastici italiani rimane una delle principali criticità della politica di sicurezza pubblica. Le operazioni di bonifica sono complesse, costose e richiedono procedure molto rigorose proprio per evitare la dispersione delle pericolose fibre nell’aria.

Tra le cause dei ritardi più frequenti si annoverano:

  • Mancanza di fondi adeguati destinati agli enti locali
  • Priorità spesso assegnata ad altre emergenze edilizie
  • Complessità burocratiche nella progettazione degli interventi
  • Necessità di garantire la continuità didattica durante i lavori

L’assenza di una programmazione nazionale sistematica implica che le bonifiche procedano a macchia di leopardo, con grandi differenze tra regioni e persino tra comuni dello stesso territorio. I costi stimati per la completa bonifica del patrimonio scolastico nazionale superano i miliardi di euro, una cifra impegnativa ma necessaria a garantire la sicurezza degli ambienti educativi.

Normativa vigente e responsabilità istituzionali

La legge italiana è chiara circa il divieto di utilizzo e presenza di amianto, ma la sua applicazione risulta spesso inefficace nei tempi e nelle modalità. La legge 257/1992 ha sancito il bando totale dell’amianto, mentre la normativa sulla sicurezza negli ambienti di lavoro (Testo Unico 81/2008) obbliga i datori di lavoro, tra cui i dirigenti scolastici e gli enti proprietari degli edifici, a effettuare il censimento e la rimozione delle sostanze pericolose.

Tuttavia, le responsabilità sono spesso frammentate tra:

  • Ministero dell’Istruzione
  • Enti locali (Comuni e Province)
  • Aziende sanitarie locali (ASL)
  • Dirigenti scolastici

Nella realtà, questa frammentazione genera sovrapposizioni, lentezze e scarso coordinamento tra istituzioni, rendendo difficile l’avvio di una strategia organica su scala nazionale. Sempre più spesso sono le famiglie e le associazioni studentesche a sollecitare interventi, denunciando casi di degrado e disattenzione.

Le conseguenze sanitarie dell’esposizione ad amianto

La letteratura medica è unanime nel considerare l’amianto uno dei principali agenti cancerogeni ambientali. Dall’esposizione a questo minerale derivano patologie molto gravi, spesso manifestate dopo molti anni dalla contaminazione:

  • Mesotelioma pleurico (tumore della pleura, quasi esclusivo dell’esposizione ad amianto)
  • Carcinoma polmonare
  • Asbestosi (fibrosi progressiva del polmone)
  • Placche pleuriche

Particolarmente allarmante è l’incidenza tra ex insegnanti, operatori scolastici e persino ex alunni: casi di mesotelioma e altre malattie correlate sono emersi anche a distanza di decenni dall’esposizione, con pesanti costi sociali, umani ed economici.

Proteggere i più giovani da questa minaccia è oggi un imperativo per il futuro della sanità pubblica e della scuola italiana.

Azioni concrete e prospettive per il futuro

Nonostante la gravità del quadro, negli ultimi anni sono stati avviati progetti sperimentali e finanziamenti straordinari per la bonifica degli edifici scolastici a rischio.

Le proposte di soluzione comprendono:

  • Accelerazione delle procedure di censimento e mappatura degli edifici
  • Sblocco dei fondi destinati alla sicurezza scolastica e programmazione pluriennale delle bonifiche
  • Informazione costante a famiglie, studenti e lavoratori sulle condizioni degli edifici
  • Maggiore coinvolgimento delle Regioni nella pianificazione e nel controllo degli interventi

Alcuni comuni virtuosi sono riusciti, grazie a bandi europei e regionali, a procedere già con la completa rimozione dell’amianto dai plessi. Tuttavia, il traguardo è ancora lontano su scala nazionale e occorre una volontà politica più decisa, accompagnata da una mobilitazione delle risorse.

Ruolo della società civile e degli osservatori

Il ruolo della società civile si sta rivelando essenziale per mantenere alta l’attenzione su questa emergenza. L’“Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola” produce con regolarità rapporti dettagliati che costituiscono oggi la principale fonte statistica e di pressione sulle autorità.

Organizzazioni di genitori, studenti e personale scolastico promuovono raccolte firme, campagne informative e azioni legali per richiedere la trasparenza sulla presenza di amianto e la calendarizzazione degli interventi. In molti casi, solo grazie a segnalazioni esterne sono stati avviati rilevamenti e bonifiche urgenti.

La mobilitazione dal basso si affianca così a quella istituzionale, sottolineando come la sicurezza degli ambienti scolastici sia un diritto non negoziabile e come il rischio amianto non sia una questione superata ma ancora profondamente attuale.

Sintesi e prospettive: una soluzione ancora lontana?

Il quadro che emerge dal XXIII Rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola” è quello di una piaga nazionale che coinvolge migliaia di edifici, centinaia di migliaia di studenti e decine di migliaia di lavoratori. Genova, Milano e Torino sono oggi i nodi principali di questa emergenza, ma l’allarme abbraccia tutta la Penisola.

Uno sforzo straordinario è richiesto alle istituzioni per evitare nuove tragedie e per garantire il diritto costituzionale alla sicurezza nei luoghi di studio e di lavoro. Solo con una strategia sistematica e coordinata, fondata su finanziamenti adeguati e trasparenza, sarà possibile garantire la bonifica definitiva delle scuole italiane.

Per ora, purtroppo, il killer silenzioso rimane in agguato tra i banchi di oltre duemila scuole italiane, minacciando il futuro delle giovani generazioni.

Pubblicato il: 19 settembre 2025 alle ore 05:13

Redazione EduNews24

Articolo creato da

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