Cervello e fede calcistica: la scienza svela dove nasce il tifo estremo
Indice dei contenuti
- Introduzione: fede calcistica e neuroscienze
- La sfida scientifica: comprendere le passioni sportive
- L’esperimento dell’Università di San Sebastián
- Fanatismo calcistico e attività cerebrale: i risultati
- Le regioni chiave del cervello coinvolte
- Risonanza magnetica funzionale: uno sguardo sulle neuroscienze applicate al calcio
- Il valore dell’analisi neuroscientifica nella comprensione del fanatismo
- Oltre il calcio: applicazioni a politiche e religione
- Le prospettive future della ricerca neuroscientifica sulle passioni
- Conclusioni
Introduzione: fede calcistica e neuroscienze
La passione per il calcio, in molte aree del mondo, assume i contorni di una vera e propria fede. Ma cosa avviene nel cervello quando uno spettatore si trasforma in tifoso accanito? Una recente scoperta scientifica ha individuato le specifiche regioni del cervello che si attivano durante le partite di calcio, fornendo per la prima volta una mappatura dettagliata della cosiddetta fede calcistica. Questo risultato, pubblicato il 14 novembre 2025 e frutto di una ricerca condotta dall’Università di San Sebastián in Cile, apre nuove prospettive non solo nella comprensione del tifo sportivo, ma anche di fenomeni più ampi come il fanatismo religioso o politico.
La domanda cui cerca di rispondere la ricerca è profonda: perché alcune passioni, come il tifo calcistico, diventano così totalizzanti? Lo studio offre una risposta addentrandosi nei meccanismi neurali che guidano il comportamento dei tifosi più accesi.
La sfida scientifica: comprendere le passioni sportive
Il calcio, più di ogni altra disciplina, rappresenta uno specchio fedele delle dinamiche sociali e psicologiche umane. Si pensi al modo in cui le competizioni sportive riescono a catalizzare emozioni estreme, legami di appartenenza, rivalità e gesti collettivi. Comprendere questi fenomeni è da sempre una delle sfide della ricerca neuroscientifica contemporanea, interessata a chiarire i meccanismi neurali del fanatismo e le dinamiche che legano cervello e passioni sportive.
La ricerca dell’Università di San Sebastián si è concentrata proprio su questi aspetti: indagare come la fede calcistica sia radicata non solo nel sentimento collettivo e nella cultura, ma anche nei processi cerebrali che presiedono la formazione delle identità di gruppo e delle emozioni intense.
L’esperimento dell’Università di San Sebastián
La prima fase della ricerca si è aperta con la selezione di 60 tifosi di calcio, accuratamente reclutati in base al loro grado di attaccamento alla squadra del cuore. Questo gruppo eterogeneo, formato da uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 45 anni, è stato sottoposto ad una batteria di test neuropsicologici per valutare la predisposizione al fanatismo calcistico.
Ai partecipanti è stata poi chiesta la disponibilità a sottoporsi ad una risonanza magnetica funzionale (fMRI) durante la visione di alcune delle partite più significative e cariche di pathos. L’obiettivo della tecnica fMRI è quello di misurare le variazioni del flusso sanguigno nel cervello, correlando così l’attività neurale agli stimoli emotivi legati al calcio.
Durante l’esperimento, l’équipe scientifica ha analizzato diversi parametri:
- L’intensità delle reazioni emozionali correlate agli eventi di gioco (gol, falli, esultanze)
- L’attivazione delle regioni cerebrali del fanatismo
- Le differenze tra tifosi moderati e accaniti
Fanatismo calcistico e attività cerebrale: i risultati
L’analisi dei dati ha permesso di identificare alcune aree del cervello che, in modo ricorrente, si attivano nei momenti più intensi della partita. In particolare, sono risultate coinvolte:
- La corteccia prefrontale ventromediale, associata ai processi decisionali e alla valutazione delle ricompense, che si accende durante le azioni salienti della propria squadra.
- Il nucleo accumbens e il sistema limbico, notoriamente legati alle emozioni forti e al piacere, dall’esultanza per un gol alla sofferenza per una sconfitta.
- L’insula, collegata all’empatia e all’elaborazione delle sensazioni viscerali, che si attiva nel sentire la propria squadra minacciata.
- L’amigdala, storicamente il centro delle risposte di paura e difesa, che regola la percezione delle rivalità e degli scontri tra tifoserie.
Queste regioni formano una sorta di circuito neurale della fede calcistica, dove emozione, identificazione e aspettativa si combinano generando risposte intense e, talvolta, anche comportamenti estremi.
Le regioni chiave del cervello coinvolte
L’indagine ha evidenziato che il fanatismo calcistico non nasce da un’unica area cerebrale, ma è frutto della collaborazione tra diverse regioni. Questa attività integrata mette in luce perché la fede sportiva sia tanto potente e, in certi casi, totalizzante.
Corteccia prefrontale e nucleo accumbens
Il coinvolgimento della corteccia prefrontale ventromediale è considerato determinante per la capacità dei tifosi di attribuire un alto valore agli eventi della propria squadra, rendendo singoli episodi sportivi esperienze emotivamente dirompenti. Il nucleo accumbens, invece, media la sensazione di ricompensa: una vittoria della squadra del cuore può provocare un’irruzione di dopamina paragonabile a quella prodotta da altri eventi fortemente piacevoli.
Sistema limbico e amigdala
Il sistema limbico gioca un ruolo cruciale nell’intensità dell’attaccamento e nell’esperienza condivisa: la scarica emotiva di una partita viene memorizzata come esperienza collettiva, rinforzando il senso di identità del gruppo. L’amigdala, al contrario, entra in gioco soprattutto nelle situazioni di tensione e rivalità, alimentando la competitività e, in casi estremi, la conflittualità tipica del fanatismo.
Risonanza magnetica funzionale: uno sguardo sulle neuroscienze applicate al calcio
La scelta della risonanza magnetica funzionale si è rivelata fondamentale nella ricerca. Questa tecnologia non invasiva consente di osservare come si modificano, in tempo reale, i livelli di attivazione cerebrale al variare degli stimoli esterni. Applicata ai tifosi durante la visione delle partite, la fMRI ha evidenziato con precisione il ruolo della connessione tra cervello e passioni sportive.
I risultati raccolti ampliano le conoscenze precedenti e offrono una delle prime analisi neuroscientifiche sistematiche del fanatismo calcistico, che oggi può essere studiato su base oggettiva e non solo attraverso questionari o osservazioni comportamentali.
Tra i principali vantaggi della fMRI applicata alla ricerca:
- Massima sicurezza per il partecipante
- Elevato dettaglio delle regioni cerebrali attivate
- Correlazione diretta tra evento sportivo e risposta neurale
Il valore dell’analisi neuroscientifica nella comprensione del fanatismo
Cosa rende questo studio così rilevante per le scienze cognitive e sociali? Analizzare i meccanismi neurali del fanatismo in ambito calcistico permette di creare un modello di riferimento utilizzabile anche per altre forme di appartenenza radicale. L’identificazione delle aree cerebrali coinvolte nel tifo estremo getta infatti le basi per analoghe ricerche in contesti religiosi, politici o culturali, aprendo la strada a nuovi approcci per la prevenzione e gestione dei fenomeni di radicalizzazione.
Questo dato assume una valenza particolare nell’epoca attuale, in cui la polarizzazione e l’estremizzazione delle opinioni sono in crescita. Capire dove e come nasce il fanatismo aiuta a prevenirne gli effetti negativi sulla società.
Implicazioni pratiche e sociali
L’applicazione delle scoperte neuroscientifiche allo sport può inoltre contribuire a sviluppare strategie per:
- Promuovere un tifo consapevole e responsabile
- Prevenire gli episodi di violenza negli stadi
- Favorire la mediazione nei conflitti tra tifoserie
Oltre il calcio: applicazioni a politiche e religione
Come dichiarato dal gruppo di ricerca dell’Università di San Sebastián, uno degli obiettivi principali dello studio era proprio la generalizzabilità dei risultati. Il modello individuato nelle regioni cerebrali del fanatismo calcistico può infatti essere validamente applicato all’analisi della fede religiosa o del fervore politico, mettendo in evidenza la base cerebrale comune a tutte le forme di identificazione estrema.
Le applicazioni pratiche non si limitano all’accademia: intervenire sui processi cognitivi tramite educazione, tecniche di mediazione e politiche di inclusione può ridurre i rischi connessi al fanatismo, promuovendo una maggiore tolleranza e coesistenza sociale.
Le prospettive future della ricerca neuroscientifica sulle passioni
Gli specialisti sono concordi nel ritenere che questa ricerca neuroscientifica sul calcio apra un nuovo filone di studi, che richiederà ulteriori approfondimenti sia sulle differenze individuali che sui contesti culturali. I prossimi passi, secondo gli autori, includono:
- Ampliare il campione dei partecipanti includendo tifoserie di diversi continenti e culture
- Analizzare il ruolo di fattori sociali ed educativi nella formazione della fede calcistica
- Sperimentare interventi di educazione emotiva per ridurre comportamenti fanatici
- Integrare i dati con studi di neuroimaging su fede religiosa e appartenenza politica
Tramite il sostegno di istituzioni pubbliche e sportive, la neuroscienza dello sport potrà contribuire al benessere degli individui e delle comunità, fornendo strumenti pratici per la gestione delle passioni di massa.
Conclusioni
La scoperta delle specifiche regioni cerebrali coinvolte nella fede calcistica, resa possibile dallo studio pionieristico dell’Università di San Sebastián, costituisce uno spartiacque per la ricerca neuroscientifica dello sport e del fanatismo. Comprendere dove e come si accende il tifo, anche a livello neurale, offre una nuova chiave di lettura per interpretare comportamenti collettivi spesso fraintesi o sottovalutati.
Le implicazioni sociali sono immense: dalla prevenzione della violenza di stadio all’educazione delle nuove generazioni di tifosi, dalla capacità di moderare le spinte fanatiche all’interno delle società fino alla gestione dei conflitti di natura religiosa o politica.
Grazie alla risonanza magnetica funzionale e all’approccio multidisciplinare – che integra psicologia, neuroscienze e scienze sociali – diventa oggi possibile analizzare con maggiore precisione i meccanismi neurali del fanatismo. Un patrimonio conoscitivo che, dal calcio, si proietta verso una visione più ampia e consapevole dell’essere umano e delle sue passioni più profonde.
In uno scenario sempre più interconnesso e polarizzato, investire nella ricerca neuroscientifica sul fanatismo non significa solo studiare il cervello dei tifosi, ma anche fornire strumenti concreti per vivere appieno, e con equilibrio, le nostre emozioni collettive.
In conclusione, la fede calcistica si accende (anche) nel cervello: ora la scienza lo ha dimostrato, aprendo nuove strade per la comprensione e la gestione delle passioni più ardenti dell’umanità.