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Giornata Internazionale della Montagna: Celebrare e Preservare le Nostre Vette
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Giornata Internazionale della Montagna: Celebrare e Preservare le Nostre Vette

Disponibile in formato audio

L'11 dicembre si celebra la Giornata Internazionale della Montagna, un'occasione per riflettere sull'importanza delle montagne e promuovere la loro tutela.

  1. Giornata Internazionale della Montagna – Le nostre vette parlano al mondo
  2. La montagna diventa il motore del turismo sostenibile
  3. Oltre i sentieri affollati, verso nuove rotte per un turismo che non pesa
  4. Ghiacciai e comunità in movimento verso la Giornata Internazionale della Montagna 2025
  5. Dalle Alpi agli Appennini: le montagne protagoniste del turismo del futuro
  6. Conclusioni: un patto collettivo per preservare le nostre vette

Giornata Internazionale della Montagna – Le nostre vette parlano al mondo

L'11 dicembre di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale della Montagna, istituita dalle Nazioni Unite nel 2003 per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza delle montagne per la vita sul nostro pianeta. Le montagne coprono circa il 27% delle terre emerse e ospitano il 15% della popolazione mondiale. Esse forniscono risorse essenziali come acqua dolce, energia e biodiversità, svolgendo un ruolo cruciale per l'equilibrio ecologico globale. Sono inoltre custodi di culture millenarie e paesaggi unici, che raccontano il legame profondo tra l’uomo e l’ambiente.

La montagna diventa il motore del turismo sostenibile

La montagna non è solo un simbolo naturale, ma anche un motore significativo per il turismo sostenibile a livello globale e nazionale. Secondo dati recenti, il turismo montano rappresenta tra il 9 % e il 16 % di tutti gli arrivi turistici internazionali, ovvero tra circa 195 e 375 milioni di visitatori nel mondo nei periodi di riferimento pre-pandemia, attirando appassionati di escursionismo, alpinismo, sci e natura aperta.

In Italia, le aree di montagna giocano un ruolo economico importante: il turismo montano contribuisce per circa il 6,7 % al PIL delle montagne italiane, diventando una delle principali risorse per l’economia locale e il tessuto sociale delle comunità alpine e appenniniche. 

Questi flussi non si limitano agli stranieri: anche i visitatori nazionali alimentano un interesse crescente verso attività outdoor, turismo lento e esperienze culturali autentiche. Ma oltre ai numeri, la montagna può diventare un laboratorio di turismo vero e sostenibile se accompagnata da strategie di gestione responsabile, promozione di itinerari meno affollati, valorizzazione delle comunità locali e tutela dell’ambiente naturale.

Oltre i sentieri affollati, verso nuove rotte per un turismo che non pesa

Negli ultimi anni la montagna ha dovuto fare i conti con un turismo sempre più intenso, spesso concentrato in poche, iconiche destinazioni. Le Dolomiti ne sono l’esempio più evidente: in alta stagione i flussi hanno superato ogni capacità di carico, tanto da rendere necessario l’introduzione di tornelli e sistemi di contingentamento, come accaduto alle Tre Cime di Lavaredo, dove in alcune giornate si sono registrati anche 14.000 visitatori lungo lo stesso anello escursionistico. Una pressione che non riguarda solo l’arco dolomitico. Anche il Gran Sasso, il Monte Bianco e alcune valli dell’Appennino hanno vissuto situazioni di sovraffollamento, con sentieri congestionati, accessi difficili, parcheggi saturi e un impatto crescente sulla fauna, sui pascoli e sulla qualità dell’esperienza stessa. Questo fenomeno ha aperto un dibattito nazionale sulla necessità di ripensare la fruizione della montagna, puntando su percorsi alternativi, limiti programmati e un turismo più consapevole che distribuisca meglio presenze e pressione ambientale.

Ghiacciai e comunità in movimento verso la Giornata Internazionale della Montagna 2025

Per il 2025, la FAO ha scelto come tema centrale l’importanza dei ghiacciai per l’acqua, il cibo e i mezzi di sussistenza, richiamando l’attenzione sul ruolo chiave di queste riserve naturali nell’alimentare l’agricoltura, sostenere la produzione idroelettrica e garantire l’approvvigionamento idrico urbano. In un contesto di cambiamenti climatici sempre più rapidi, la loro conservazione diventa una priorità mondiale, con ripercussioni dirette sugli ecosistemi e sulle comunità che vivono nelle aree montane. In Italia, la Giornata Internazionale della Montagna traduce questo impegno in azioni concrete: il Club Alpino Italiano propone escursioni, incontri, laboratori e mostre per avvicinare il pubblico al fragile equilibrio delle terre alte, mentre regioni come la Valle d’Aosta organizzano iniziative e programmi di sensibilizzazione dedicati proprio alla tutela dei ghiacciai e degli ambienti montani. Una mobilitazione diffusa che rende la ricorrenza non solo un momento celebrativo, ma un invito collettivo a prendersi cura delle nostre vette.

Dalle Alpi agli Appennini: le montagne protagoniste del turismo del futuro

Dal 2020 al 2025 le preferenze dei viaggiatori italiani e stranieri hanno mostrato una tendenza sempre più chiara: le montagne sono diventate tra le mete più ambite in ogni stagione. Nelle Alpi, regioni come Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto dolomitico, Piemonte alpino e Lombardia continuano a guidare le classifiche, trainate da località iconiche come Cortina d’Ampezzo, Madonna di Campiglio, Val Gardena, Alta Badia, Sestriere, Cervinia e Courmayeur. Anche gli Appennini hanno registrato una forte crescita: l’Abruzzo si è imposto con mete come Gran Sasso, Campo Imperatore e Roccaraso, mentre l’Appennino tosco-emiliano ha visto aumentare le presenze in aree come Abetone, Cimone e il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Le previsioni e le prenotazioni già attive per il 2026 confermano un interesse in ulteriore aumento: Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Dolomiti bellunesi, Alpi lombarde e alcune zone dell’Appennino abruzzese risultano già tra le destinazioni più prenotate per le vacanze invernali e per l’estate successiva. Un trend che indica come le montagne italiane continueranno a essere tra i poli turistici più desiderati anche nei prossimi anni.

Conclusioni: un patto collettivo per preservare le nostre vette

Preservare le montagne non è solo un dovere istituzionale, ma una responsabilità condivisa che coinvolge viaggiatori, comunità locali, operatori turistici e amministrazioni. Le vette che oggi ammiriamo, i ghiacciai che ci garantiscono acqua e gli habitat che rendono unico il nostro Paese dipendono dalle scelte quotidiane di ciascuno di noi: dal modo in cui ci muoviamo sui sentieri al rispetto dei limiti ambientali, fino al sostegno delle realtà che lavorano per una montagna viva e sostenibile. È un impegno che non tutela solo il paesaggio, ma anche gli ecosistemi complessi e delicati che abitano le quote alte e che rischiano di scomparire sotto la pressione del clima e del turismo incontrollato. Solo agendo con consapevolezza possiamo assicurare che le generazioni future possano ancora respirare la stessa bellezza e la stessa biodiversità che oggi ci accompagna verso l’alto.

Ilaria Brozzi

Pubblicato il: 11 dicembre 2025 alle ore 15:57

Ilaria Brozzi

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Ilaria Brozzi

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