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Allerta in Italia: il pericolo dello spyware Graphite su WhatsApp
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Allerta in Italia: il pericolo dello spyware Graphite su WhatsApp

Disponibile in formato audio

Un'analisi sul nuovo spyware che minaccia la privacy di attivisti e giornalisti nel nostro Paese

Negli ultimi giorni, l'Italia è stata scossa dalla notizia di uno spyware che sta causando allerta tra attivisti e giornalisti: Graphite, prodotto da Paragon Solutions. Questa tecnologia di sorveglianza, paragonata a quelle di livello militare, ha dimostrato di avere la capacità di infiltrarsi nei dispositivi mobili degli utenti senza alcuna interazione da parte loro, aprendo la strada a preoccupazioni riguardanti la sicurezza e la privacy.

Graphite ha preso di mira circa 90 persone, tra cui importanti attivisti e professionisti del settore giornalistico, mettendo in allerta l'intera comunità. Uno dei nomi noti che ha ricevuto segnalazioni di attacco è Francesco Cancellato, giornalista di Fanpage, il quale ha recentemente ricevuto una notifica riguardante un tentativo di attacco tramite la piattaforma di messaggistica WhatsApp. Non solo Cancellato: anche Luca Casarini ha confermato di essere stato informato da Meta, la società madre di Facebook e WhatsApp, riguardo a un attacco informatico attraverso il suo smartphone.

La natura di Graphite, che consente a chi la utilizza di accedere a smartphone protetti da crittografia, rappresenta una seria minaccia per la sicurezza delle comunicazioni su applicazioni come WhatsApp e Signal, riducendo di fatto le protezioni a cui molto spesso ci affidiamo per la privacy.

L'interesse di Graphite per le persone coinvolte nelle cause sociali e politiche riflette le potenzialità di questa tecnologia di sorveglianza di colpire coloro che si oppongono a sistemi di potere consolidati, facendo emergere la necessità di una riflessione profonda sulle implicazioni etiche e legali di tali strumenti.

In un contesto già delicato e complesso, le autorità italiane sono chiamate ad agire per proteggere i diritti civili e la sicurezza dei cittadini, mentre cresce la pressione pubblica per una maggiore trasparenza e per misure più incisive contro gli abusi della tecnologia nella sorveglianza.

Pubblicato il: 5 marzo 2025 alle ore 10:01

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