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Turismo 2024: Cresce l’Occupazione Ma Mancano Cuochi e Camerieri. L’Allarme della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro
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Turismo 2024: Cresce l’Occupazione Ma Mancano Cuochi e Camerieri. L’Allarme della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro

Aumenta il numero di addetti nel settore turistico, ma sale anche la difficoltà nel reperire personale specializzato: analisi, cause e possibili soluzioni

Turismo 2024: Cresce l’Occupazione Ma Mancano Cuochi e Camerieri. L’Allarme della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro

Nel 2024 il settore del turismo italiano si conferma motore trainante dell’economia nazionale, superando quota 1,5 milioni di addetti. Tuttavia, la crescita occupazionale si accompagna a una nuova emergenza: la difficoltà, sempre più acuta, di reperire personale qualificato, in particolare cuochi, camerieri e pasticcieri. Secondo l’ultima *analisi della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro*, i cosiddetti “assunti introvabili” rappresentano ormai una piaga diffusa nel comparto turistico ricettivo.

Indice degli argomenti

  1. L’analisi della situazione occupazionale nel turismo nel 2024
  2. La difficile ricerca di cuochi e camerieri: numeri e tendenze
  3. Le regioni più colpite dalla carenza di personale
  4. Cosa rende difficile trovare cuochi, camerieri e pasticcieri
  5. Impatto sulla competitività del turismo italiano
  6. Strategie per rispondere alla carenza di personale
  7. L’evoluzione delle competenze nel settore turistico
  8. Il ruolo delle politiche pubbliche e della formazione
  9. Conclusioni e prospettive future per il lavoro nel turismo

L’analisi della situazione occupazionale nel turismo nel 2024

La fotografia dell’occupazione turistica nel 2024, scattata dall’*analisi Fondazione Studi Consulenti del Lavoro*, restituisce una realtà in chiaroscuro. Da un lato, il settore registra una crescita degli occupati del 2,1% rispetto al 2023, arrivando a superare la soglia di 1,5 milioni di addetti. Un risultato che conferma la vitalità di uno dei comparti chiave per l’economia nazionale, soprattutto alla luce della ripresa post-pandemica e della crescente attrattività internazionale del Belpaese.

Un dato, però, rischia di diventare il vero ago della bilancia anche per le proiezioni future: le *assunzioni di difficile reperimento* sono più che triplicate in pochi anni, raggiungendo quota 604 mila, pari al 51,8% del totale. Significa che più di un’assunzione su due nel comparto turistico è contrassegnata da estrema difficoltà nel trovare i candidati giusti, con ricadute importanti su continuità e qualità dei servizi offerti.

La difficile ricerca di cuochi e camerieri: numeri e tendenze

Entrando nel dettaglio delle professioni maggiormente “introvabili”, emerge un quadro critico soprattutto per i *cuochi introvabili in Italia*. Nel 2024, infatti, la difficoltà di reperimento di cuochi ha raggiunto il 61,7% degli annunci, una percentuale che fa scattare un vero allarme nel settore della ristorazione turistica.

La stessa situazione si ripete, in misura diversa, per altre figure chiave della filiera. I pasticcieri risultano difficili da trovare nel 59,8% dei casi, mentre i camerieri – da sempre una figura trasversale in hotel, ristoranti, bar e catering – fanno registrare una difficoltà di reperimento pari al 54,7%. Questi dati testimoniano come la *mancanza di personale alberghiero* e di sala costituisca ormai una costante con cui fare i conti, in tutte le aree del Paese e in particolare nei periodi di maggiore afflusso turistico.

Le cause sottostanti all’aumento delle assunzioni difficili

Appare evidente che la crescita delle assunzioni difficili nel turismo non sia frutto del caso. La concomitanza di più fattori – tra cui il disallineamento tra domanda e offerta di competenze, la stagionalità dei contratti, la concorrenza di altri settori e le condizioni economiche – ha contribuito al quadro attuale. L’*analisi della Fondazione Studi consulenti del lavoro* offre spunti utili per comprendere le dinamiche in atto e riflettere sulle migliori strategie di risposta sia per le imprese che per i lavoratori.

Le regioni più colpite dalla carenza di personale

Se la situazione di *cuochi irreperibili* e *personale introvabile* è un fenomeno nazionale, alcune regioni fanno registrare cifre ancora più elevate. Secondo l’indagine 2024, la maglia nera spetta al Molise, dove la quota di assunzioni di difficile reperimento raggiunge il 66,6%. Subito dopo si colloca l’Umbria con il 61,1%. Si tratta non solo di dati percentualmente rilevanti, ma anche di un indicatore dell’urgenza con cui alcune aree del Paese stanno affrontando il mix tra ricambio occupazionale e formazione di nuove competenze.

Queste difficoltà non si limitano alle sole regioni con maggiore vocazione turistica tradizionale. Anche centri meno noti stanno sperimentando la necessità di personale qualificato per affrontare ogni stagione turistica con servizi di qualità, spesso spingendosi fino ad assumere lavoratori stranieri o a cercare giovani diplomati nelle scuole professionali del territorio.

Cosa rende difficile trovare cuochi, camerieri e pasticcieri

*Perché i cuochi sono introvabili?* La domanda è ricorrente tra gli imprenditori del settore turistico. Dietro al fenomeno si celano diversi elementi:

  • Condizioni di lavoro impegnative: Orari lunghi, turni serali e festivi, alta pressione nelle cucine e nei servizi di sala rendono meno attrattivo il lavoro per le nuove generazioni.
  • Retribuzioni percepite come non adeguate: Nonostante l’evoluzione del settore, la percezione di stipendi bassi o non proporzionati agli sforzi richiesti continua a scoraggiare molti potenziali candidati.
  • Stagionalità dei contratti: L’incertezza legata a contratti brevi o intermittenti rende difficile pianificare una carriera coerente, portando i giovani a cercare alternative più stabili.
  • Competizione di altri settori: L’aumento delle offerte di lavoro in settori paralleli (es. logistica, GDO, e-commerce) contribuisce all’allontanamento dal turismo di molte figure professionali.

Le difficoltà non riguardano solo i cuochi: anche i *camerieri* e i *pasticcieri* lamentano condizioni analoghe, con la differenza che per i primi è spesso richiesta una conoscenza delle lingue straniere e una flessibilità ulteriore, mentre per i secondi la formazione professionale risulta ancora limitata a pochi percorsi di eccellenza.

Impatto sulla competitività del turismo italiano

La questione della *mancanza di personale alberghiero* non rappresenta solo un problema per le singole strutture. La difficoltà nel reperire personale qualificato può tradursi, sul lungo periodo, in un indebolimento dell’intero “sistema Italia” dal punto di vista turistico.

Gli effetti più visibili possono essere così riassunti:

  • Riduzione della capacità ricettiva: Senza personale sufficiente, molti hotel e ristoranti sono costretti a limitare i posti disponibili o addirittura a non aprire alcune aree nei periodi di maggior richiesta.
  • Peggioramento della qualità del servizio: L’impossibilità di coprire tutti i turni porta spesso a sovraccaricare i dipendenti rimasti, con perdite sul fronte della professionalità e della customer experience.
  • Difficoltà nell’innovazione: La mancanza di giovani motivati e creativi ostacola l’introduzione di nuove tecnologie, trend gastronomici o modelli organizzativi più efficienti.

Queste problematiche rischiano di influire sulle scelte dei turisti, sempre più attenti non solo all’offerta culturale e paesaggistica, ma anche alla qualità del servizio e dell’esperienza complessiva.

Strategie per rispondere alla carenza di personale

La reazione delle imprese non si è fatta attendere. Per far fronte alla cronica *difficoltà nel trovare camerieri* o cuochi, molti imprenditori hanno adottato una serie di strategie:

  • Ricorso a lavoratori stagionali e stranieri: Sempre più alberghi e ristoranti assumono personale dall’estero, attirato dalle opportunità di lavoro offerte dal turismo italiano.
  • Maggiore collaborazione con scuole alberghiere: Cresce il numero di stage e percorsi di apprendistato in partnership tra aziende e istituti professionali.
  • Formazione continua interna: Alcuni gruppi importanti stanno investendo in programmi di formazione e coaching per inserire e trattenere i migliori talenti.
  • Miglioramento delle condizioni di lavoro: C’è chi, pur tra mille difficoltà, prova a offrire benefit, orari flessibili o premi produttività per rendere le posizioni più attrattive.

Tuttavia, la portata del problema impone soluzioni strutturali e azioni condivise tra pubblico e privato per superare l’attuale emergenza.

L’evoluzione delle competenze nel settore turistico

Il lavoro nel settore turistico, e in particolare nell’ambito della ristorazione e dell’hôtellerie, è in costante evoluzione. La domanda di personale non riguarda solo il numero di addetti, ma soprattutto la qualità delle competenze richieste. Oggi a un cuoco, un cameriere o un pasticciere non si chiede solo abilità tecnica, ma anche capacità relazionali, flessibilità, conoscenze linguistiche e informatiche.

Le figure più ricercate sono dunque quelle in grado di coniugare professionalità e innovazione, offrendo al cliente un servizio all’altezza degli standard internazionali. In questo senso, la formazione continua e lo sviluppo di nuovi percorsi formativi rappresentano la chiave per colmare il divario tra domanda e offerta.

L’importanza delle soft skills

In un contesto in cui la tecnologia entra sempre più nella gestione delle strutture (prenotazioni online, digitalizzazione dei menù, automazione dei processi), restano centrali le cosiddette “soft skills”:

  • Capacità di lavorare in gruppo
  • Gestione dello stress e della pressione
  • Attitudine alla risoluzione dei problemi
  • Propensione al contatto con il pubblico

Investire su questi aspetti fin dalla formazione iniziale può fare la differenza tra un’occupazione fragile e una carriera stabile e di successo nel settore turistico.

Il ruolo delle politiche pubbliche e della formazione

Se le aziende sono chiamate a un impegno maggiore, altrettanto fondamentale è il supporto delle istituzioni e del sistema scolastico. Politiche attive per il lavoro, incentivi all’assunzione stabile, ammodernamento dei curricula scolastici sono alcuni dei fronti su cui agire.

*La sinergia tra istituti professionali, università, enti di formazione e imprese* può generare percorsi formativi più efficaci e mirati. L’obiettivo deve essere quello di favorire l’incontro diretto tra chi cerca personale e chi vuole inserirsi nel mondo del lavoro turistico, valorizzando esperienze di apprendistato, tirocini e formazione duale.

Politiche per favorire l’occupazione stabile

Alcune possibili misure includono:

  • Incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato
  • Bonus per chi investe nella formazione di apprendisti
  • Programmi di orientamento al lavoro già nelle scuole superiori
  • Campagne di comunicazione per rilanciare l’immagine delle professioni turistiche

Tutto ciò, naturalmente, associato a una revisione delle condizioni contrattuali e dei diritti dei lavoratori, per rendere il settore più competitivo anche sul piano sociale.

Conclusioni e prospettive future per il lavoro nel turismo

L’analisi della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro mette in luce come il 2024 segni un punto di svolta nel *lavoro settore turistico*: a fronte di un aumento degli occupati, cresce l’urgenza di trovare soluzioni concrete per la carenza di cuochi, camerieri e personale specializzato.

Il futuro del turismo italiano passa necessariamente dall’innovazione nei processi di selezione, formazione e valorizzazione delle competenze. La sfida sarà quella di rendere le professioni del turismo nuovamente attrattive, non solo sul piano salariale, ma anche in termini di crescita personale e di prospettive di lungo termine.

In conclusione, il settore del turismo resta strategico per il nostro Paese, ma necessita di un “patto per il lavoro” fondato su qualità, formazione e investimenti condivisi. Solo così sarà possibile trasformare la crisi attuale in una grande opportunità di crescita per nuove generazioni di cuochi, camerieri, pasticcieri e tutti gli operatori del comparto.

Sintesi finale: Nel 2024, il boom di occupazione nel settore turistico italiano è stato accompagnato da una inedita difficoltà nel reperire personale qualificato, in particolare cuochi (irreperibili nel 61,7% dei casi), pasticcieri e camerieri. Le regioni più colpite sono Molise e Umbria. Le cause principali risiedono nelle condizioni di lavoro percepite come poco attrattive, la stagionalità dei contratti e la scarsa formazione specialistica. Serve una strategia integrata tra imprese, istituzioni e mondo formativo per garantire un futuro di qualità al turismo made in Italy.

Pubblicato il: 8 agosto 2025 alle ore 14:09

Redazione EduNews24

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