Il dramma della fuga di cervelli dall'Italia è tornato a emergere con forza nella comunità scientifica e tra i genitori dei giovani laureati. Fabio Di Felice, padre e ricercatore, ha deciso di scrivere una lettera aperta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esprimendo la sua profonda preoccupazione per il futuro dei giovani italiani, in particolare suo figlio che ha trovato maggiori opportunità all'estero, in Danimarca.
Il figlio di Di Felice ha completato i suoi studi presso la Copenhagen Business School, una delle istituzioni educative più rinomate in Europa. La scelta di trasferirsi in Danimarca si è rivelata vincente: i neolaureati in questo paese possono guadagnare fino a 70.000 euro lordi all'anno, cifra che appare nettamente superiore rispetto a quelle offerte in Italia. Qui, i giovani laureati si trovano spesso a dover affrontare stage sottopagati, privi di contributi e senza alcuna garanzia di assunzione successiva. Questa situazione ha generato una frustrazione crescente tra i giovani, molti dei quali vedono nel trasferimento all'estero l'unica possibilità di realizzare le proprie aspirazioni professionali.
Di Felice non si limita a raccontare la storia personale della sua famiglia, ma mette sotto i riflettori un problema sistemico che affligge l'Italia da anni: la mancanza di opportunità e di riconoscimenti adeguati per i giovani talenti. Nella sua lettera, il ricercatore invita Mattarella a predisporre misure concrete per incentivare il ritorno e la permanenza dei giovani talenti nel proprio paese.
"Dobbiamo creare occasioni per trattenere i nostri giovani in Italia, affinché possano contribuire al progresso e allo sviluppo del nostro paese", ha affermato Di Felice. Questo Appello al Governo e alle istituzioni italiane pone l'accento su un tema cruciale: la necessità di costruire un contesto lavorativo che valorizzi le competenze acquisite dai neolaureati.
La lettera di Di Felice giunge in un momento in cui l'Italia sta affrontando una crisi economica e sociale, accentuata dalla pandemia di COVID-19. Le difficoltà nel trovare lavoro e la precarietà delle posizioni offerte ai neolaureati rischiano di aggravare ulteriormente il fenomeno della fuga dei cervelli, già preoccupante prima della crisi.
La speranza di molti, ora, è che le parole di Di Felice possano servire da catalizzatore per il cambiamento, spingendo le istituzioni a prendere misure efficaci per garantire un futuro migliore ai giovani e ai futuri professionisti italiani, senza dover cercare fortuna all'estero.