Loading...
Lavoro agricolo di qualità: l’adesione di Roma alla Rete segna una svolta contro lo sfruttamento
Lavoro

Lavoro agricolo di qualità: l’adesione di Roma alla Rete segna una svolta contro lo sfruttamento

Con la partecipazione di Roma alla Rete Lavoro Agricolo di Qualità, istituzioni e imprese rafforzano la lotta al caporalato e promuovono occupazione regolare

Lavoro agricolo di qualità: l’adesione di Roma alla Rete segna una svolta contro lo sfruttamento

Indice dei paragrafi

  • Introduzione: Una scelta di prospettiva per il lavoro agricolo romano
  • Roma, capitale agricola d’Europa
  • La Rete Lavoro Agricolo di Qualità: cos’è e come funziona
  • Il nuovo Protocollo: sinergie tra istituzioni e parti sociali
  • I dati sui controlli 2024: irregolarità e sfruttamento nel comparto agricolo
  • Il fenomeno del caporalato a Roma
  • Imprese agricole iscritte e nuovi strumenti di qualità
  • Il ruolo di INPS, INAIL, INL e Prefettura nella tutela dei lavoratori
  • Le dichiarazioni di Fabio Vitale e l’impegno di Agea
  • Sfide e prospettive future per un’agricoltura sostenibile e inclusiva
  • Conclusione: Roma protagonista di un nuovo paradigma agricolo

Introduzione: Una scelta di prospettiva per il lavoro agricolo romano

L’adesione del Comune di Roma alla Rete Lavoro Agricolo di Qualità rappresenta un punto di svolta nella costruzione di un modello produttivo più etico, sicuro e trasparente. Questo passo, formalizzato il 10 ottobre 2025, è stato salutato come un “importante passo avanti” da Fabio Vitale, direttore di Agea, testimoniando la centralità che l’agricoltura romana detiene non solo in termini produttivi ma anche sociali e occupazionali.

La sinergia tra istituzioni come INPS, Agea, INAIL, INL, la Prefettura e le parti sociali che rende possibile questa adesione, si pone il duplice obiettivo di contrastare lo sfruttamento dei lavoratori – fenomeno ancora diffuso nelle campagne italiane – e innalzare gli standard di legalità e qualità nell’agroalimentare della Capitale.

Roma, capitale agricola d’Europa

Pochi sanno che il Comune di Roma vanta la più grande superficie agricola tra tutte le capitali europee, con oltre 63 mila ettari coltivati. Questa vastità rappresenta un patrimonio straordinario che, se correttamente valorizzato, può generare occupazione qualificata, crescita economica e tutela dell’ambiente.

La superficie agricola romana accoglie centinaia di imprese, molte a conduzione familiare, ma anche aziende innovative votate alla filiera corta, al biologico e alla produzione integrata. È proprio a Roma che, nelle aree rurali che cingono la città, si concentrano alcune delle migliori produzioni di tiro locale: cereali, ortaggi, vino, olio e latte rappresentano eccellenze che finiscono sulle tavole italiane ed europee.

L’impegno per valorizzare questo tessuto produttivo passa inevitabilmente attraverso il rispetto delle regole e la promozione di un lavoro agricolo di qualità che metta al centro diritti, sicurezza e dignità dei lavoratori.

La Rete Lavoro Agricolo di Qualità: cos’è e come funziona

La Rete Agricola di Qualità, istituita ormai da diversi anni presso l’INPS, è un modello virtuoso a livello nazionale. Consiste in un albo al quale possono iscriversi le imprese agricole che rispettano stringenti parametri di legalità, sicurezza sul lavoro e correttezza contributiva.

Nel settembre 2025 si contano 9.663 imprese iscritte a questa rete: si tratta di realtà che hanno deciso di distinguersi attraverso comportamenti trasparenti, rifiutando qualsiasi forma di sfruttamento, lavoro nero o intermediazione illegale.

Le principali caratteristiche della Rete sono:

  • Trasparenza nei rapporti di lavoro
  • Rispetto dei contratti collettivi nazionali e territoriali
  • Regolare versamento dei contributi previdenziali
  • Adozione di misure di prevenzione e sicurezza per i lavoratori
  • Collaborazione con enti pubblici e parti sociali

L’adesione alla Rete consente alle imprese di accedere a molti benefici, dalla possibilità di partecipare a bandi di settore, aiuti e finanziamenti pubblici fino alla valorizzazione presso i consumatori sempre più attenti alla sostenibilità e all’etica della produzione.

Il nuovo Protocollo: sinergie tra istituzioni e parti sociali

La sottoscrizione del nuovo Protocollo del Lavoro Agricolo di Qualità a Roma segna un rafforzamento della collaborazione tra enti di vigilanza, imprese e sindacati. Vi partecipano attivamente:

  • Prefettura di Roma, con un ruolo di regia istituzionale
  • INPS e INAIL, per la tutela previdenziale e assicurativa
  • INL (Ispettorato Nazionale del Lavoro), per il controllo della legalità
  • Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), garante della trasparenza nei fondi
  • Parti sociali e associazioni di categoria

Tale collaborazione mira a promuovere l’adesione delle aziende agricole romane alla Rete, garantendo percorsi di formazione, informazione e accompagnamento. Il protocollo prevede inoltre l’incremento dei controlli sul territorio e l’utilizzo coordinato delle banche dati per prevenire fenomeni irregolari.

Si tratta di uno strumento fondamentale, poiché l’esperienza degli anni passati dimostra che solo unendo le forze si possono contrastare efficacemente il caporalato e lo sfruttamento.

I dati sui controlli 2024: irregolarità e sfruttamento nel comparto agricolo

Il quadro della legalità in agricoltura resta, purtroppo, segnato da numeri allarmanti. Secondo i dati presentati con la firma del nuovo Protocollo, nel 2024 il 68,4% delle ispezioni INL in agricoltura nella provincia di Roma e dintorni ha fatto emergere irregolarità.

Le principali infrazioni riguardano:

  • Lavoro non regolare (assenza di contratto, orari non dichiarati)
  • Sottopagamento rispetto alle tariffe minime di settore
  • Mancanza di misure di sicurezza e salute sul lavoro
  • Ricorso a intermediari illeciti e caporali

Non meno preoccupante è il dato relativo ai 1.226 lavoratori identificati come vittime di sfruttamento e caporalato solo nell’ultimo anno nella zona di Roma. Questi numeri testimoniano quanto il fenomeno resti radicato e quanto lavoro resti ancora da fare.

È essenziale intervenire non solo con la repressione, ma anche promuovendo strumenti di emersione, formazione e responsabilizzazione delle imprese, come appunto fa la Rete Lavoro Agricolo di Qualità.

Il fenomeno del caporalato a Roma

Nonostante una percezione spesso legata alle campagne del Sud Italia, il caporalato agricolo è ben presente anche nella provincia romana. Caporali e intermediari illegali reclutano manodopera sfruttata tra lavoratori stranieri ma anche italiani, offrendo condizioni salariali e di lavoro indegne, spesso sotto la soglia di povertà, senza tutele basilari.

Le vittime del caporalato, in agricoltura, sono frequentemente soggette a:

  • Lavoro forzato per oltre 10-12 ore al giorno senza riposo
  • Stipendi ben al di sotto dei minimi di legge
  • Assenza di protezione contro gli infortuni
  • Alloggi fatiscenti e insalubri
  • Ricatti e minacce di espulsione o licenziamento

La lotta a questo fenomeno passa anche dalla collaborazione tra enti, forze dell’ordine, organizzazioni della società civile e, soprattutto, dall’innalzamento della consapevolezza tra i lavoratori e le imprese agricole.

Imprese agricole iscritte e nuovi strumenti di qualità

Con oltre 9.663 imprese aderenti a livello nazionale, la Rete Lavoro Agricolo di Qualità costituisce oggi uno degli strumenti più avanzati per distinguere chi opera nel rispetto delle regole da chi sceglie pratiche illegali.

Le aziende agricole che scelgono l’iscrizione ottengono diversi vantaggi pratici e reputazionali:

  • Possibilità di partecipare a bandi e finanziamenti riservati
  • Priorità nelle gare per la fornitura a mense pubbliche o scolastiche
  • Riconoscimento del marchio di “agricoltura etica”
  • Collaborazione privilegiata con Enti, Università e Ministeri

Per i consumatori, la presenza dell’azienda nella Rete equivale ad una maggiore affidabilità sul piano della qualità del prodotto e dei diritti dei lavoratori. L’auspicio è che la crescita delle iscrizioni, favorita dal Protocollo romano, possa in futuro rappresentare uno standard riconosciuto su tutta la filiera agroalimentare.

Il ruolo di INPS, INAIL, INL e Prefettura nella tutela dei lavoratori

La lotta allo sfruttamento lavorativo in agricoltura richiede un approccio integrato. Ecco perché la collaborazione tra diversi enti pubblici è cruciale.

  • INPS garantisce che l’impresa sia in regola con i versamenti contributivi dei propri lavoratori, vero presidio contro il lavoro nero.
  • INAIL assicura la corretta copertura dagli infortuni, fondamentale in un settore a alta incidenza di rischi professionali.
  • INL svolge attività ispettive, verifica i rapporti di lavoro, sanziona le irregolarità
  • La Prefettura coordina le iniziative per la legalità e la sicurezza

Queste istituzioni, grazie anche all’apporto delle parti sociali (sindacati, associazioni di categoria, organizzazioni dei produttori) rendono concreta la tutela dei lavoratori e favoriscono la crescita di un’agricoltura competitiva, pulita, attenta alle persone.

Le dichiarazioni di Fabio Vitale e l’impegno di Agea

A suggellare l’importanza di questa svolta è intervenuto Fabio Vitale, direttore di Agea, che ha sottolineato come l’adesione di Roma sia “un importante passo avanti”, sia sul piano della legalità sia per il rilancio economico del settore.

Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, svolge un ruolo chiave nella gestione dei fondi comunitari e nazionali destinati al comparto. L’iscrizione alla Rete Lavoro Agricolo di Qualità è visto come garanzia di corretto utilizzo delle risorse, di rispetto dei diritti sociali e di valorizzazione delle eccellenze territoriali.

Le parole di Vitale sono state accolte con favore anche dalle rappresentanze agricole e sindacali, che vedono nel nuovo Protocollo “uno strumento concreto di crescita e di tutela per tutto il settore”.

Sfide e prospettive future per un’agricoltura sostenibile e inclusiva

Se l’adesione del Comune di Roma alla Rete rappresenta un segnale forte, la sfida è ora tradurre questi principi in prassi quotidiane su tutto il territorio. Alcuni punti fondamentali:

  • Proseguire e intensificare i controlli ispettivi
  • Investire in formazione sia per imprenditori sia per lavoratori
  • Favorire l’emersione delle situazioni irregolari
  • Promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e alle aziende
  • Sostenere l’innovazione in agricoltura, legando qualità della produzione a qualità del lavoro

Costruire una filiera agricola sostenibile e inclusiva implica un cambiamento culturale profondo: la legalità non deve essere vissuta come un costo, ma come un valore che rafforza la competitività e il benessere collettivo.

Conclusione: Roma protagonista di un nuovo paradigma agricolo

In definitiva, l’ingresso di Roma nella Rete Lavoro Agricolo di Qualità è più di un protocollo o un atto amministrativo: è il punto di partenza per una nuova stagione di responsabilità, sviluppo e dignità per chi lavora nei campi romani.

Contrastare il caporalato, garantire legalità e qualità, promuovere investimenti mirati: solo così la Capitale potrà affermarsi come modello di agricoltura moderna, attenta ai diritti e capace di valorizzare il suo straordinario patrimonio agricolo e umano.

Roma, con i suoi 63.000 ettari coltivati, assume così il ruolo di laboratorio nazionale per processi virtuosi, all’insegna della giustizia sociale e della sostenibilità, tracciando una strada che – si auspica – molte altre realtà italiane ed europee vorranno presto seguire.

Pubblicato il: 11 ottobre 2025 alle ore 06:13

Savino Grimaldi

Articolo creato da

Savino Grimaldi

Articoli Correlati