Loading...
Istat: l’Intelligenza Artificiale raddoppia nelle imprese italiane ma resta un gap di competenze
Lavoro

Istat: l’Intelligenza Artificiale raddoppia nelle imprese italiane ma resta un gap di competenze

Disponibile in formato audio

Analisi 2025: metà delle grandi aziende adottano l’IA, ma le PMI frenate dalla mancanza di conoscenze digitali

Istat: l’Intelligenza Artificiale raddoppia nelle imprese italiane ma resta un gap di competenze

Indice dei contenuti

  • Introduzione
  • Panoramica sull’adozione dell’IA nel 2025
  • I protagonisti: grandi imprese e PMI a confronto
  • Barriere e motivazioni all’uso dell’Intelligenza Artificiale
  • Digitalizzazione nelle PMI italiane: dove siamo e dove possiamo arrivare
  • Focus sull’analisi ISTAT: metodologia e fonti
  • Confronto internazionale e tendenze future
  • L’importanza delle competenze digitali nelle aziende italiane
  • Strategie, casi d’uso e buone pratiche
  • Conclusioni e prospettive per il futuro

Introduzione

Il panorama dell’innovazione in Italia si trasforma rapidamente, trainato dall'avanzamento tecnologico e dalla digitalizzazione. L’ultima analisi ISTAT sulle imprese e l’ICT 2025 delinea uno scenario profondamente mutato: l’adozione dell’Intelligenza Artificiale (IA) nelle aziende italiane è infatti cresciuta in misura esponenziale rispetto all’anno precedente, registrando un sostanziale raddoppio. L’elemento di novità risiede non solo nella velocità di questa crescita, ma anche nello squilibrio tra le grandi aziende, più pronte ad accogliere l’innovazione, e le PMI che ancora stentano a compiere il salto verso strategie digitali avanzate. Questo articolo analizza nei dettagli i principali risultati dell’ISTAT in materia di utilizzo delle tecnologie IA nelle imprese italiane, esplorando fattori abilitanti e ostacoli, e offrendo uno sguardo sulle implicazioni future per il sistema economico nazionale.

Panoramica sull’adozione dell’IA nel 2025

Secondo l’analisi ISTAT imprese ICT, il 2025 si configura come un punto di svolta: rispetto al 2024, la quota di aziende con almeno 10 addetti che hanno adottato l’IA è passata dall’8% al 16,4%, segnando un raddoppio in un solo anno. Questo dato, aggregato tra PMI e grandi imprese, rappresenta uno dei maggiori progressi nella diffusione di tecnologie innovative nel tessuto produttivo italiano degli ultimi decenni. Le statistiche ISTAT IA aziende fotografano un cambiamento non solo quantitativo, ma anche qualitativo: le imprese investono sempre di più in sistemi predittivi, analisi dei dati, automazione di processi, chatbot e strumenti di supporto decisionale basati sull’IA.

Numeri chiave sull’adozione:

  • 16,4% delle aziende con almeno 10 addetti utilizza tecnologie IA nel 2025
  • Quota più che raddoppiata rispetto all’8% del 2024
  • 53,1% delle grandi imprese (più di 250 addetti) coinvolte nell’uso dell’IA
  • Per le PMI, il divario resta ampio, ma si riduce lentamente

Questo incremento è coerente con i trend europei, dove l’adozione dell’IA viene considerata uno dei principali indicatori di innovazione e competitività nazionale. L’Italia, pur partendo da una posizione più arretrata rispetto ai principali paesi europei, sta dimostrando una forte vitalità, trainata soprattutto dalle grandi aziende dei settori manifatturiero, finanziario, energetico e dei servizi avanzati.

I protagonisti: grandi imprese e PMI a confronto

Il vero spartiacque nell’uso intelligenza artificiale imprese 2025 è rappresentato dalla dimensione aziendale. Le grandi imprese italiane emergono come veri centri di sperimentazione e implementazione delle tecnologie IA: il 53,1% dichiara di aver introdotto almeno una soluzione intelligente nei processi produttivi o gestionali, un aumento significativo rispetto al 32,5% del 2024. Tale crescita testimonia un passaggio dall’entusiasmo esplorativo agli investimenti strutturali.

Le PMI (piccole e medie imprese) invece rimangono ancorate a tecnologie digitali di base: secondo ISTAT, il 79,5% raggiunge appena il livello di digitalizzazione minimo per la sopravvivenza sul mercato globale. Sistemi gestionali integrati, e-commerce, presenza digitale e strumenti cloud sono diffusi, ma l’adozione di IA resta limitata a un sottoinsieme molto esiguo. Questo gap mette in luce la necessità di politiche di accompagnamento e incentivi mirati specificamente per le imprese di dimensioni ridotte.

Adozione IA grandi imprese Italia:

  • Forte concentrazione nei settori high-tech e bancario
  • Investimenti mirati su analisi big data, cybersecurity, processi di automazione
  • Collaborazioni con startup e università

Digitalizzazione PMI Italia:

  • Digitalizzazione essenziale ma ancora superficiale
  • Applicazioni IA poco diffuse, soprattutto nel Sud e nelle regioni meno industrializzate
  • Necessità di crescita nelle competenze e nell’innovazione dei processi

Barriere e motivazioni all’uso dell’Intelligenza Artificiale

ISTAT sottolinea come il 60% delle aziende italiane non investa - o rinunci a investire - in IA prevalentemente per mancanza di competenze digitali interne. Questa percentuale, superiore alla media UE, mostra un vero e proprio deficit di capitale umano adatto a gestire e sviluppare soluzioni avanzate.

Principali barriere all’adozione dell’IA:

  1. Competenze digitali inadeguate o assenti (barriere adozione intelligenza artificiale)
  2. Costi percepiti come elevati per implementare o mantenere sistemi IA
  3. Difficoltà nel reperire fornitori affidabili e soluzioni pronte all’uso
  4. Resistenza al cambiamento da parte di management e personale
  5. Scarsa consapevolezza dei benefici concreti

D’altra parte, le motivazioni che spingono molte imprese - soprattutto le grandi - a investire sono legate a:

  • Miglioramento dell’efficienza operativa
  • Riduzione dei costi a lungo termine
  • Crescita della competitività e innovazione
  • Miglior servizio clienti (ad esempio con chatbot e assistenza predittiva)

Digitalizzazione nelle PMI italiane: dove siamo e dove possiamo arrivare

Sebbene quasi l’80% delle PMI italiane si collochi su un gradino “base” della digitalizzazione, sono molte le iniziative - sia private che pubbliche - per colmare il divario con le grandi aziende. La digitalizzazione PMI Italia rappresenta una delle principali sfide per il tessuto imprenditoriale nazionale.

Iniziative e strumenti a supporto:

  • Voucher per la digitalizzazione delle PMI (Ministero dello Sviluppo Economico)
  • Piani formativi finanziati su competenze digitali avanzate
  • Collaboration con università e centri di ricerca
  • Incubatori e acceleratori di startup dedicati all’industria 4.0

Questi strumenti puntano, tra l’altro, a far sì che le imprese riconoscano non solo l’importanza di adottare tecnologie IA, ma anche la necessità di investire nella formazione di personale qualificato, in un’ottica di crescita duratura e sostenibile.

Focus sull’analisi ISTAT: metodologia e fonti

L’analisi ISTAT imprese ICT si fonda su un’indagine annuale a carattere campionario, che coinvolge oltre 50.000 aziende con almeno 10 addetti su tutto il territorio nazionale. La metodologia adottata garantisce la rappresentatività per settore, dimensione, area geografica e livello di digitalizzazione. Le statistiche raccolte sono integrate con i principali database europei (Eurostat) e internazionali (OCSE), offrendo così un quadro comparativo utile anche per le politiche pubbliche di innovazione.

Alcuni aspetti metodologici:

  • Suddivisione delle imprese per classe dimensionale (PMI e grandi imprese)
  • Analisi delle tecnologie impiegate: IA, cloud, big data, IoT
  • Focus su innovazione di processo, prodotto e organizzativa
  • Valutazione degli impatti e delle criticità percepite

Le fonti ISTAT garantiscono dati aggiornati, affidabili e in linea con gli standard definiti dalla comunità scientifica internazionale.

Confronto internazionale e tendenze future

Nel contesto europeo, l’Italia mostra un ritardo storico nell’adozione di tecnologie IA, specialmente per quanto concerne la diffusione nelle PMI; tuttavia, il recente raddoppio del tasso di adozione rappresenta un importante passo avanti verso la convergenza con i paesi più avanzati.

Quadro europeo (2025):

  • Media UE aziende che utilizzano IA: circa 20%
  • Leadership di Paesi Bassi, Svezia, Germania con tassi superiori al 25%
  • Italia in crescita, ma ancora sotto la media UE per le PMI
  • Grandi imprese italiane sempre più allineate agli standard internazionali

Le tendenze future prevedono un’ulteriore espansione, trainata dallo sviluppo di nuovi servizi IA-as-a-service, reti di collaborazione internazionale e finanziamenti mirati (ad esempio, fondi PNRR) per la transizione digitale.

L’importanza delle competenze digitali nelle aziende italiane

Uno dei punti chiave della percentuale aziende IA Italia riguarda la formazione. L’IA, come tutte le tecnologie digitali avanzate, richiede personale aggiornato e in grado di interagire con strumenti, algoritmi e processi in continua evoluzione. L’alto tasso di aziende che dichiara di non aver investito per “mancanza di competenze interne” segnala una carenza nel sistema formativo e nella capacità di trattenere talento digitale in Italia.

Proposte operative:

  • Rafforzare la formazione tecnica e scientifica nelle scuole e università
  • Incentivare percorsi di lifelong learning e aggiornamento
  • Favorire l’inserimento di giovani laureati con competenze STEM
  • Potenziare gli ITS (Istituti Tecnici Superiori) con focus su IA e digital transformation

Queste azioni sono vitali per colmare il gap esistente e consentire anche alle PMI di cogliere le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica.

Strategie, casi d’uso e buone pratiche

Tra le imprese italiane e tecnologie IA si stanno consolidando diversi modelli di implementazione di successo. I casi d’uso si moltiplicano: dalla manutenzione predittiva nei sistemi industriali al marketing personalizzato, dalla gestione preventiva delle frodi finanziarie fino all’ottimizzazione logistica. Le buone pratiche emergono soprattutto quando l’adozione è accompagnata da investimenti in formazione e innovazione organizzativa.

Esempi virtuosi:

  • Industria manifatturiera: uso di IA per il controllo qualità automatizzato
  • Settore bancario: applicazione di algoritmi per analisi del rischio e customer care
  • Food & Beverage: monitoraggio della supply chain con modelli predittivi IA

Questi approcci dimostrano come la vera leva competitiva sia la capacità di integrare le tecnologie IA nei processi aziendali a tutti i livelli.

Conclusioni e prospettive per il futuro

I dati ISTAT confermano che l’uso dell’intelligenza artificiale nelle imprese italiane nel 2025 è in piena espansione, sebbene sussista un divario strutturale tra grandi aziende e PMI. La capacità del sistema produttivo nazionale di crescere in modo equilibrato dipenderà dalla rapidità con cui si riuscirà a colmare il gap di competenze digitali, promuovere investimenti e scalare buone pratiche. La digitalizzazione PMI Italia rimane un obiettivo strategico per il futuro: solo sviluppando un ecosistema favorevole all’innovazione e alla formazione sarà possibile rendere le imprese italiane protagoniste della trasformazione digitale globale.

La trasformazione digitale è una sfida ma soprattutto un’opportunità: le aziende italiane che sapranno coglierla saranno più competitive, resilienti e pronte per il futuro.

Pubblicato il: 15 dicembre 2025 alle ore 14:07

Redazione EduNews24

Articolo creato da

Redazione EduNews24

Articoli Correlati