Industria e Futuro: Le Priorità di Confindustria Marche per il Nuovo Governo Regionale
Indice dei contenuti
- Introduzione: Un’Elezione Cruciale per l’Industria Marchigiana
- Il Ruolo Centrale dell’Industria nell’Agenda Politica
- Le Urgenze: Attivazione del Tavolo Industria Marche
- Zona Economica Speciale (ZES): Opportunità e Sfide
- Misure Compensative per le Aree Escluse dalla ZES
- Il Documento Strategico di Confindustria: Le Proposte al Vaglio
- Il Futuro della Politica Industriale nelle Marche
- Coinvolgimento degli Stakeholder e Prospettive a Lungo Termine
- Criticità Attuali e Strategie di Intervento
- Verso una Nuova Governance: Le aspettative per il dopo-elezioni
- Sintesi e conclusioni
Introduzione: Un’Elezione Cruciale per l’Industria Marchigiana
Le elezioni regionali Marche 2025 rappresentano un nodo cruciale per il futuro economico e produttivo della regione. In un contesto nazionale ed europeo segnato da sfide economiche significative, la posizione di Confindustria Marche, espressa dal presidente Roberto Cardinali, assume un rilievo di primo piano. Attraverso un intervento strutturato e un documento strategico presentato l’11 settembre ai candidati, Cardinali invita la politica a collocare l’industria al centro dell’agenda politica regionale.
L’industria non solo è il cuore pulsante dell’economia locale, ma rappresenta anche il motore dell’innovazione e dello sviluppo territoriale. In questo quadro, le scelte del futuro governo regionale potranno determinare la capacità delle Marche di competere e prosperare nel panorama nazionale e internazionale.
Il Ruolo Centrale dell’Industria nell’Agenda Politica
Sin dalla sua fondazione, Confindustria Marche ha avuto come missione la promozione e la difesa della vocazione industriale della regione. Oggi, però, questa centralità viene ribadita con forza da Cardinali: industria e manifattura devono essere collocate al vertice delle priorità politiche se la regione vuole preservare occupazione, benessere e competitività.
Cardinali, nel suo appello ai candidati, sottolinea come la crescita sostenibile delle Marche dipenda dalle scelte che saranno fatte nei prossimi mesi. Il mantenimento e il potenziamento delle realtà industriali locali vengono visti come elementi non negoziabili per garantire uno sviluppo ordinato e sostenibile. Se le politiche industriali saranno trascurate, le conseguenze rischiano di essere pesanti in termini di perdita di posti di lavoro e di know-how tecnologico.
Le Urgenze: Attivazione del Tavolo Industria Marche
Uno dei punti prioritari individuati da Roberto Cardinali è l’attivazione immediata del tavolo regionale per la politica industriale. Tale organismo, previsto nella nuova legge regionale approvata lo scorso agosto, rappresenta secondo Confindustria Marche uno strumento operativo fondamentale.
Il tavolo industria Marche non dovrebbe essere un semplice luogo di consultazione ma un vero e proprio laboratorio decisionale, coinvolgendo associazioni di categoria, sindacati, università, enti di ricerca e amministrazioni locali.
Cardinali insiste sulla necessità non solo di attivare il tavolo in tempi rapidi, ma anche di individuare e allocare le risorse necessarie. Non basta la previsione normativa: ci vogliono azioni concrete, pianificazioni dettagliate e strumenti finanziari adeguati per mettere in campo misure efficaci.
Zona Economica Speciale (ZES): Opportunità e Sfide
Al centro delle richieste di Confindustria Marche per il futuro governo regionale vi è la ZES Marche (Zona Economica Speciale). Si tratta di una delle leve più rilevanti per attrarre investimenti, promuovere la crescita e garantire maggiore attrattività del territorio alle imprese nazionali e straniere.
Che cos’è una ZES?
Per ZES si intende un’area geografica delimitata in cui vengono applicate misure fiscali, amministrative e burocratiche vantaggiose per incentivare l'insediamento di nuove aziende e il rafforzamento delle realtà produttive esistenti. Questo modello, adottato con successo in altre regioni d’Italia (quali Campania, Calabria, Puglia), ha dimostrato una grande capacità di creare nuova occupazione e aumentare il valore aggiunto delle produzioni locali.
Perché serve una ZES nelle Marche?
Il tessuto produttivo marchigiano attraversa da tempo una fase di trasformazione, tra riconversione tecnologica e difficoltà di alcune filiere storiche. L’attivazione tempestiva della ZES è ritenuta cruciale per evitare la delocalizzazione di imprese strategiche e per attrarre capitali esterni. Senza strumenti straordinari, molte aziende rischiano di rimanere ai margini rispetto alle competizioni delle altre aree del Centro-Sud già dotate di ZES.
Cardinali chiede che uno dei primi atti del nuovo governo regionale sia una pressione efficace su Roma per la piena attivazione della ZES nelle Marche, con un’estensione ragionata e misure tagliate sulle esigenze del territorio.
Misure Compensative per le Aree Escluse dalla ZES
Uno dei punti più delicati della proposta riguarda la necessità di individuare misure compensative per le aree che non potranno beneficiare della ZES Marche. Si tratta di territori che, pur avendo forti potenzialità produttive, rischiano di non essere inclusi nei vantaggi previsti dalla normativa sulle zone economiche speciali.
Secondo Confindustria Marche, queste zone rappresentano una parte significativa dell’economia regionale e richiedono politiche di supporto dedicate affinché non si generino squilibri e disparità di trattamento. Cardinali invita pertanto il nuovo governo regionale ad attivarsi subito anche su questo tema, elaborando strategie che sappiano proporre agevolazioni alternative per le imprese escluse dalla ZES.
Tra le ipotesi in campo:
- Crediti d’imposta dedicati
- Finanziamenti agevolati
- Accelerazione nelle procedure burocratiche
L’obiettivo è evitare la “fuga” delle imprese dalle aree non incluse nella ZES verso zone più vantaggiose, preservando così l’equilibrio complessivo del sistema industriale marchigiano.
Il Documento Strategico di Confindustria: Le Proposte al Vaglio
Il documento consegnato da Confindustria Marche ai candidati delle elezioni regionali Marche 2025 il giorno 11 settembre, rappresenta una sorta di “manifesto” per la ripresa e la resilienza del comparto industriale locale. Il testo, preparato da un gruppo di lavoro multidisciplinare, raccoglie istanze, dati aggiornati, analisi SWOT e proposte legislative concrete.
I Punti Chiave del Documento
- Priorità alle infrastrutture: Potenziamento della logistica, dei collegamenti ferroviari e stradali (con particolare attenzione al collegamento con l’Adriatica)
- Sostegno all’innovazione e alla digitalizzazione: Progetti di Industria 4.0 e transizione digitale per le PMI locali
- Formazione e capitale umano: Integrazione tra scuola, università e imprese al fine di colmare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro qualificato
- Semplificazione normativa: Riduzione dei tempi e delle complessità burocratiche per l’apertura e il consolidamento delle attività industriali
- Promozione della sostenibilità ambientale: Incentivi per la transizione ecologica e la riduzione dell’impatto ambientale delle produzioni
La condivisione del documento viene vista da Cardinali come un esercizio di responsabilità collettiva, chiamando tutti i candidati — a prescindere dall’appartenenza politica — a confrontarsi su strategie di sviluppo oggettive e condivise.
Il Futuro della Politica Industriale nelle Marche
La politica industriale Marche si trova in una fase di snodo: servono scelte forti e investimenti mirati per accompagnare la transizione verso una nuova stagione di crescita. Secondo Roberto Cardinali, solo una pianificazione a lungo termine, che coinvolga i principali stakeholder e sostenga la filiera locale, potrà assicurare alle Marche un ruolo da protagonista nell’economia nazionale.
Le sfide principali
- Internazionalizzazione delle imprese
- Attrazione di giovani qualificati e riduzione della “fuga di cervelli”
- Rafforzamento dei cluster produttivi strategici
In questo scenario, strategie sviluppo Marche e collaborazione tra pubblico e privato vengono individuate come fattori fondamentali di successo.
Coinvolgimento degli Stakeholder e Prospettive a Lungo Termine
Una delle richieste forti di Confindustria Marche è la creazione di un sistema di governance inclusivo, in cui associazioni imprenditoriali, mondo accademico, università e centri di ricerca possano partecipare attivamente alle decisioni sulla politica industriale della Regione Marche.
Il coinvolgimento sistematico degli stakeholder serve a:
- Gestire con trasparenza le risorse pubbliche
- Favorire l’adozione di best practice provenienti dal mondo industriale
- Condividere responsabilità nei processi di innovazione e sviluppo
Queste linee guida intendono creare un sistema più resiliente e capace di adattarsi con flessibilità ai cambiamenti di scenario.
Criticità Attuali e Strategie di Intervento
Nonostante le potenzialità, il contesto attuale presenta diverse criticità che meritano attenzione immediata:
- Declino occupazionale: In molte aree crescono disoccupazione e difficoltà delle imprese nell’intercettare profili professionali adeguati.
- Carico burocratico: Molti imprenditori lamentano l’eccesso di regolamentazioni e i tempi lunghi per l’ottenimento di autorizzazioni e permessi.
- Infrastrutture insufficienti: Ritardi nella modernizzazione di strade, ferrovie e reti tecnologiche pesano sulla competitività del territorio.
Le risposte individuate da Confindustria Marche comprendono sia soluzioni immediate (come la semplificazione normativa e il potenziamento delle agevolazioni fiscali), sia interventi strutturali che richiedono una pianificazione pluriennale.
Verso una Nuova Governance: Le aspettative per il dopo-elezioni
Il prossimo governo regionale dovrà dunque porsi obiettivi chiari, accompagnati da una metodologia di lavoro trasparente e partecipata. La governance dell’industria nelle Marche dovrà essere riorientata su assi di intervento prioritari:
- Avvio rapido della ZES Marche
- Attivazione e implementazione del tavolo industria Marche
- Varare un nuovo piano di sviluppo che preveda investimenti su formazione, ricerca e infrastrutture
Le elezioni regionali Marche 2025 saranno quindi il banco di prova per verificare la reale volontà politica di cambiare passo e rifondare la strategia di sviluppo regionale sulla centralità della produzione industriale.
Sintesi e conclusioni
Il messaggio emerso dal confronto tra Roberto Cardinali e i candidati alle elezioni regionali è chiaro e diretto: l’industria non può più attendere. Il futuro economico e sociale delle Marche dipende oggi dalla capacità di mettere in atto rapidamente politiche industriali efficaci, dotate di visione strategica e strumenti innovativi.
I temi centrali, dalla ZES alle misure compensative, passando per l’attivazione del tavolo regionale e il coinvolgimento degli stakeholder, delineano un’agenda complessa ma non più rimandabile.
Solo una sinergia tra istituzioni, imprese e società civile potrà garantire alle Marche sviluppo duraturo, occupazione e competitività, riportando la regione al centro del panorama nazionale come esempio di eccellenza produttiva e innovativa.
La sfida è aperta: i prossimi mesi diranno se la politica saprà essere all’altezza delle attese di un territorio che ha ancora molto da offrire al Paese.