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Imprese a corto di personale: le ragioni della crisi di assunzioni in Italia e il ruolo chiave della scuola
Lavoro

Imprese a corto di personale: le ragioni della crisi di assunzioni in Italia e il ruolo chiave della scuola

Operai specializzati e diplomati ITS introvabili sul mercato: analisi delle cause e soluzioni alla crisi delle competenze

Imprese a corto di personale: le ragioni della crisi di assunzioni in Italia e il ruolo chiave della scuola

Il mercato del lavoro italiano si trova ad affrontare una delle più grandi sfide del decennio: quasi la metà delle imprese (48,2%) fatica a trovare personale, in particolare tra operai specializzati e diplomati ITS. Questo scenario, già complesso di per sé, viene aggravato sia dalla diminuzione della popolazione in età lavorativa che dal divario esistente tra ciò che il mercato richiede e ciò che il sistema scolastico è in grado di offrire.

In questo articolo analizziamo dati, tendenze, cause e possibili soluzioni, con uno sguardo approfondito su come la formazione scolastica e l’orientamento professionale possano contribuire a risolvere il mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Italia.

Indice dei contenuti

  1. Contesto e dati attuali sulla mancanza di personale
  2. Le professioni più ricercate: operai specializzati e diplomati ITS
  3. I numeri della crisi: skills gap e diminuzione della forza lavoro
  4. Le cause della difficoltà di assunzione nelle imprese
  5. L’impatto della formazione: il ruolo fondamentale delle scuole e dell’orientamento
  6. Le iniziative di raccordo tra scuola e mondo del lavoro
  7. Tecnici superiori e ITS: perché sono così richiesti?
  8. Strategie per ridurre il mismatch nel mercato del lavoro italiano
  9. Sintesi conclusiva e prospettive future

1. Contesto e dati attuali sulla mancanza di personale

Nel 2025, il mercato lavoro Italia si confronta con la difficoltà di assunzione più marcata degli ultimi anni: il 48,2% delle imprese denuncia la mancata reperibilità di personale. Il fenomeno è stato identificato dall’ultimo rapporto Unioncamere, che evidenzia una vera e propria emergenza nell’ambito della domanda lavorativa.

I dati sono chiari e allarmanti:

  • 48,2% delle imprese non trova personale, specialmente tra le qualifiche tecniche e operative.
  • 64% delle assunzioni di operai specializzati è difficile da reperire, segnalando una carenza critica di manodopera qualificata.
  • 62% delle nuove posizioni rivolte a diplomati ITS (Istituti Tecnici Superiori) rimane vacante a causa dell’insufficienza di profili disponibili.

Questa fotografia rappresenta non solo una crisi contingente, ma anche una sfida strutturale: la difficoltà di assunzione operai specializzati in Italia si lega infatti a doppio filo tanto ai cambiamenti demografici quanto alle carenze della formazione scuola lavoro.

2. Le professioni più ricercate: operai specializzati e diplomati ITS

Il cuore della difficoltà di assunzione delle imprese italiane risiede nella domanda di profili tecnici e operativi. Gli operai specializzati rappresentano la fascia più ricercata, con una percentuale record del 64% di posizioni vacanti.

A seguire, quasi con la stessa incidenza, troviamo i diplomati ITS. Questi percorsi formativi, progettati per inserire giovani rapidamente nel mondo del lavoro, sono oggi vitali soprattutto in settori come l’automazione industriale, la meccanica di precisione, l’energia e la logistica. Tuttavia, nonostante il tasso di occupabilità dei diplomati ITS si aggiri attorno all’80-90%, il 62% delle assunzioni risulta difficile.

Le imprese attraversano dunque una vera emergenza riferita specificamente a questi profili, che sono cruciali per la competitività del sistema manifatturiero e produttivo nazionale.

3. I numeri della crisi: skills gap e diminuzione della forza lavoro

L’incontro tra domanda e offerta è ulteriormente complicato dal cosiddetto skills gap lavoratori, ovvero il disallineamento tra le competenze richieste dalle imprese e quelle effettivamente possedute dai candidati.

  • Il 23% delle imprese segnala uno skills gap per i diplomati ITS
  • Il 20% delle imprese lamenta skills gap per gli operai specializzati.

Tuttavia, la crisi non è attribuibile esclusivamente a una mancanza di competenze: il contesto demografico aggrava la situazione. Negli ultimi 7 anni si sono ridotte di 980mila unità le persone in età lavorativa, portando a una vera e propria carenza candidati lavoro, in particolare tra i giovani e i profili tecnici.

Questi numeri aiutano a inquadrare la crisi attuale: non si tratta solo di difficoltà di reperimento legate alle competenze, ma anche di una vera e propria emergenza quantitativa.

4. Le cause della difficoltà di assunzione nelle imprese

Per comprendere il fenomeno della mancanza personale imprese, è necessario superare le analisi di superficie e approfondire le cause. Tra i fattori principali:

  1. Declino demografico: Il Paese sta vivendo un invecchiamento della popolazione e una diminuzione delle nascite, che riducono la disponibilità di nuove leve per il mercato del lavoro.
  2. Inadeguatezza dell’orientamento scolastico: Ragazzi e famiglie sono spesso poco informati sulle reali prospettive occupazionali delle professioni tecniche e specialistiche.
  3. Scarsa integrazione tra scuole e imprese: Pesa la separazione tra il mondo dell’istruzione (soprattutto quella tecnica e professionale) e quello produttivo, che rende difficile aggiornare i curricula secondo le esigenze delle aziende.
  4. Scarsa attrattiva delle professioni tecniche: Gli operai specializzati e i diplomati ITS sono ancora percepiti, in maniera ingiustificata, come percorsi “secondari”. Ciò contribuisce a ridurre il numero di iscritti a questi indirizzi.
  5. Difficoltà di mobilità geografica: Molti giovani preferiscono rimanere nelle aree di origine, rendendo difficile la copertura di posizioni nelle regioni a maggiore richiesta.

A questi fattori strutturali si aggiungono elementi congiunturali, come la crescita improvvisa della domanda in alcuni settori (es. transizione ecologica, automazione, digitalizzazione) che ha colto impreparate sia le scuole sia le famiglie.

5. L’impatto della formazione: il ruolo fondamentale delle scuole e dell’orientamento

La formazione scuola lavoro è lo snodo cruciale per colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro. Le scuole, insieme agli ITS e ai centri di formazione professionale, giocano un ruolo fondamentale nell’orientare i percorsi educativi dei giovani verso le professioni più richieste.

Un orientamento professionale più mirato dovrebbe essere fondato su:

  • Analisi dettagliata delle tendenze assunzioni imprese presso i principali settori industriali.
  • Collaborazioni più strette tra scuole, aziende e associazioni di categoria per sviluppare percorsi di alternanza scuola-lavoro efficaci.
  • Promozione dei percorsi tecnici e ITS come scelta di successo per carriere di qualità.
  • Informazioni più trasparenti sulle reali possibilità di occupazione e su quali competenze sono davvero necessarie, riducendo così il rischio di scelte scolastiche dettate da vecchi stereotipi o scarsa conoscenza.

6. Le iniziative di raccordo tra scuola e mondo del lavoro

Negli ultimi anni sono state messe in campo varie iniziative per avvicinare il sistema scolastico italiano alle esigenze delle imprese:

  • Potenziamento dell'alternanza scuola-lavoro nei licei tecnici e nei professionali: periodi di stage formativi direttamente in azienda, con la supervisione di tutor esterni.
  • Creazione di Campus ITS: veri e propri poli formativi dove scuola, università e imprese co-progettano la didattica.
  • Piani regionali per l’orientamento professionale dei giovani: sportelli informativi, eventi open day, incontri con ex studenti e professionisti nel settore tecnico.
  • Piattaforme digitali per il “matching” tra domanda e offerta di lavoro: portali regionali e nazionali che favoriscono l’incontro tra imprese e studenti alla ricerca del primo impiego.
  • Fondi PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) dedicati all’ammodernamento dei laboratori scolastici e all’acquisto di nuove attrezzature tecnologiche.

Queste iniziative dimostrano la volontà di cambiare rotta, ma è necessario aumentarne la portata e l’efficacia.

7. Tecnici superiori e ITS: perché sono così richiesti?

Gli ITS (Istituti Tecnici Superiori) rappresentano un modello virtuoso di formazione post-diploma, altamente professionalizzante. In tutta Europa, percorsi analoghi sono la chiave del successo industriale, garantendo personale qualificato capace di adattarsi velocemente alle trasformazioni tecnologiche.

Cosa rende così appetibili i diplomati ITS per le imprese?

  • Didattica co-progettata con le aziende: I programmi formativi sono creati insieme agli imprenditori, garantendo l’aggiornamento costante dei contenuti.
  • Tirocini formativi prolungati su reali progetti aziendali.
  • Soft skills orientate al lavoro (problem solving, team working, gestione progetti).
  • Requisiti tecnici immediatamente spendibili nei settori della meccatronica, robotica, energia, logistica, informatica.

Eppure, nonostante il tasso di impiego vicino al 90%, il numero di iscritti è ancora troppo basso rispetto al fabbisogno delle imprese. Questo rappresenta una delle sfide prioritarie per la competitività del nostro paese.

8. Strategie per ridurre il mismatch nel mercato del lavoro italiano

Per risolvere il problema della carenza personale imprese e allineare il sistema formativo alla domanda di lavoro servono interventi integrati e sistemici. Tra le strategie più efficaci:

  1. Estendere la cultura dell’orientamento professionale già nella scuola secondaria inferiore, superando i pregiudizi che penalizzano i percorsi tecnici.
  2. Favorire l’internazionalizzazione e la mobilità degli studenti, con scambi europei e stage all'estero.
  3. Sostenere economicamente gli ITS e i centri di formazione professionale, dotandoli di risorse per infrastrutture all’avanguardia e coinvolgendo maggiormente le aziende locali.
  4. Promuovere campagne di comunicazione sull’offerta lavorativa reale e sulle opportunità di carriera offerte dai ruoli tecnici.
  5. Aggiornare costantemente i programmi scolastici, inserendo moduli legati a digitalizzazione, green economy, nuove tecnologie, per stare al passo con le richieste del mercato.
  6. Incentivare le aziende a collaborare nella formazione, offrendo opportunità di tirocinio, apprendistato e inserimento lavorativo assistito.
  7. Valorizzare i percorsi di apprendistato duale, permettendo agli studenti di conseguire il diploma lavorando direttamente nelle imprese.

9. Sintesi conclusiva e prospettive future

La difficoltà di assunzione in Italia nel 2025 è sintomo di un sistema che fatica a dialogare con le evoluzioni dell’economia e della società. Quasi un’impresa su due non trova collaboratori adatti. Il mismatch tra domanda e offerta, accentuato sia dalla carenza candidati sia dal skills gap, impone una reazione immediata e coordinata.

Il futuro del mercato lavoro Italia sarà determinato dalla capacità di innovare i percorsi formativi, avvicinare i giovani alle professioni tecniche e valorizzare la formazione scuola lavoro. Solo grazie a una nuova alleanza tra scuole, imprese e istituzioni sarà possibile garantire competitività, benessere sociale e opportunità per le nuove generazioni.

In un mercato del lavoro sempre più dinamico, la vera sfida sarà investire nelle persone, nell’orientamento e nella valorizzazione della formazione tecnica, elementi imprescindibili per superare la difficoltà di assunzione e riportare la bilancia tra offerta e domanda di lavoro in equilibrio.

Pubblicato il: 12 novembre 2025 alle ore 08:30

Redazione EduNews24

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