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Donne over 50 e lavoro: sfide e timori in crescita
Lavoro

Donne over 50 e lavoro: sfide e timori in crescita

Disponibile in formato audio

Indagine Intoo: stanchezza, discriminazioni e impreparazione aziendale segnano la carriera delle donne senior in Italia

Donne over 50 e lavoro: sfide e timori in crescita

Un nuovo studio, condotto da Intoo – società di Gi Group Holding specializzata nell’employability e nella consulenza al lavoro – mette in risalto una realtà preoccupante e spesso trascurata: la condizione delle donne over 50 nel mercato del lavoro in Italia. L’indagine, pubblicata il 17 luglio 2025, illumina in modo critico le dinamiche di discriminazione, stanchezza e mancanza di attenzione che le lavoratrici mature affrontano nella fase di prolungamento della carriera, in un contesto in cui le aziende stesse risultano in gran parte impreparate a gestire l’invecchiamento della forza lavoro.

Indice

  • Introduzione: il quadro della ricerca Intoo
  • L’allungamento della vita lavorativa: ansie e realtà
  • Psicofisico sotto pressione: la stanchezza come fattore rilevante
  • Aziende e seniorità: impreparazione e carenze organizzative
  • Discriminazione di età: una realtà ancora troppo diffusa
  • L’attenzione verso le esigenze delle lavoratrici mature
  • Sfide e soluzioni: come promuovere il benessere lavorativo delle donne over 50
  • Sintesi e prospettive future

Introduzione: il quadro della ricerca Intoo

L’occupazione delle donne over 50 rappresenta uno snodo cruciale per la sostenibilità sociale ed economica del sistema Paese. In un contesto di rapido invecchiamento della popolazione e di costante innalzamento dell’età pensionabile, la valorizzazione delle competenze rimaste spesso ai margini assume un rilievo strategico. Proprio su questi temi, Intoo – società di Gi Group Holding, leader nel settore dell’employability – ha svolto un’indagine inedita, ascoltando direttamente la voce delle donne senior impegnate nel mondo del lavoro.

Dai dati raccolti emerge un quadro ricco di ombre: il 66% delle donne over 50 dichiara di temere l’allungamento della vita lavorativa, mentre il 72% identifica la stanchezza psicofisica come principale preoccupazione. L’indagine mette inoltre in luce una scarsa attenzione alle specificità di questa fascia di lavoratrici: 4 su 10 tra loro percepiscono una carenza di ascolto da parte delle aziende, e una su quattro riferisce esperienze di discriminazione legate all’età.

L’allungamento della vita lavorativa: ansie e realtà

Il prolungamento della vita lavorativa, spesso inevitabile a causa dell’adeguamento del sistema previdenziale alle aspettative di vita, porta con sé nuovi timori per le lavoratrici over 50. Per il 66% di loro, il rischio percepito non risiede solo nella fatica fisica, ma nella difficoltà di mantenersi aggiornate in un mercato sempre più competitivo e tecnologicizzato.

Mentre le politiche di active ageing puntano a favorire la permanenza al lavoro, la realtà evidenziata dall’indagine Intoo racconta una sorta di spaesamento: molte donne sentono di non essere sufficientemente supportate a livello formativo, né adeguatamente valorizzate. Il prolungamento della carriera, spesso vissuto come un obbligo piuttosto che una scelta, espone le lavoratrici alla paura di essere superate dai colleghi più giovani, in una spirale che unisce insicurezza, incertezza finanziaria e timore di perdere il proprio ruolo.

Non di rado, il rischio è anche quello di sentirsi invisibili: la cultura aziendale italiana, per quanto evoluta, fatica ancora ad accettare la seniorità femminile come risorsa, preferendo investire sulle nuove generazioni. Questo divario genera una frattura profonda nel benessere lavorativo delle cosiddette "donne mature", proprio nel momento in cui le loro competenze potrebbero essere decisive per la crescita collettiva.

Psicofisico sotto pressione: la stanchezza come fattore rilevante

Desta particolare preoccupazione il dato relativo alla stanchezza psicofisica, segnalata come maggiore fonte d’ansia dal 72% delle lavoratrici senior. Non si tratta solo di fatica fisica dovuta all’età: la pressione degli obiettivi, le richieste di flessibilità e la necessità di tenere il passo con le trasformazioni digitali mettono a dura prova l’equilibrio psicologico.

Spesso, le donne over 50 si trovano a gestire, oltre alle responsabilità professionali, anche carichi familiari importanti – dalla cura dei genitori anziani alla gestione dei figli adulti ancora a carico. A differenza di quanto accade per altre categorie più giovani, lo stress lavorativo va ad aggravarsi su una struttura già provata dalla molteplicità dei ruoli sociali che la donna ricopre.

Un altro elemento importante riguarda la visibilità e la perdita di status: molte lavoratrici temono di essere considerate obsolete e, perciò, di subire un lento e inesorabile processo di marginalizzazione. Gli effetti sulla salute mentale non vanno sottovalutati: ansia, depressione e senso di isolamento possono alimentare un circolo vizioso difficile da spezzare, peggiorando ulteriormente il rapporto con il lavoro e la qualità della vita complessiva.

Aziende e seniorità: impreparazione e carenze organizzative

Il sondaggio Intoo evidenzia un dato allarmante: il 60% delle aziende in Italia non è pronta ad affrontare le sfide legate all’invecchiamento della forza lavoro. Questa impreparazione si esprime sia nella mancanza di strumenti formativi adeguati, sia nella carenza di politiche attive di inclusion e diversity mirate a valorizzare l’esperienza e le competenze delle donne over 50.

La cultura del lavoro, ancora profondamente ancorata a logiche gerarchiche e meritocratiche spesso troppo astratte, fatica a riconoscere le specificità e i bisogni delle donne senior. In troppi casi, la formazione continua viene indirizzata principalmente ai giovani, lasciando scoperta la fascia più adulta che, al contrario, avrebbe bisogno di percorsi di aggiornamento e mentoring dedicati.

Inoltre, solo poche realtà hanno implementato programmi strutturati di accompagnamento all’invecchiamento attivo o di job rotation che possano contribuire al benessere lavorativo delle donne mature. L’assenza di piani di welfare flessibile, l’insufficienza di strumenti per il bilanciamento vita-lavoro e la lenta diffusione dello smart working tra le over 50 sono tutti sintomi di una scarsa attenzione al tema.

Discriminazione di età: una realtà ancora troppo diffusa

Malgrado i numerosi proclami sulla centralità della diversity, la discriminazione di età nel lavoro resta una realtà diffusa, soprattutto nei confronti delle donne. Il dato dell’indagine Intoo è emblematico: una lavoratrice su quattro over 50 riferisce di aver subito discriminazioni riconducibili all’età. Questo fenomeno si manifesta in modi diversi: dall’esclusione dai progetti più innovativi, all’ostacolo nella crescita professionale, fino alla sottovalutazione delle idee proposte dai senior.

Le conseguenze della discriminazione anagrafica sono pesanti: calo dell’autostima, demotivazione, incremento dell’assenteismo. In alcuni casi, l’autoesclusione dal percorso di carriera e la scelta di uscire precocemente dal mondo del lavoro rappresentano l’unica via d’uscita percepita da chi non sente più di appartenere all’organizzazione.

Nel contesto italiano, il quadro si complica ulteriormente: gli stereotipi di genere si intrecciano con quelli relativi all’età, rendendo le donne senior particolarmente vulnerabili rispetto a doppi standard e pregiudizi. La discriminazione di età, sommata a quella di genere, rischia di alimentare ulteriore sperequazione nel mercato del lavoro, ostacolando la piena realizzazione di politiche attive di inclusione.

L’attenzione verso le esigenze delle lavoratrici mature

Nonostante la normativa europea e nazionale spinga in direzione di una tutela effettiva e di una valorizzazione delle categorie più deboli, la percezione delle donne over 50 è ancora di profonda insoddisfazione. Secondo l’indagine Intoo, 4 donne su 10 non avvertono alcuna attenzione da parte delle aziende alle proprie esigenze specifiche.

Questo dato impone una riflessione sul concetto stesso di benessere lavorativo: seppur teoricamente riconosciuto come fondamentale, esso viene spesso declinato solo su bisogni generici, senza una differenziazione concreta in base all’età e al genere. Feedback, momenti di confronto, percorsi di sviluppo su misura e flessibilità organizzativa rappresentano strumenti ancora troppo poco utilizzati per favorire una reale cultura della cura e dell’empowerment.

Un’ulteriore criticità risiede nella scarsa rappresentanza delle donne mature nei ruoli decisionali e nei tavoli di lavoro che contano. L’esclusione dalle strategie di sviluppo aziendale impedisce di portare la propria esperienza, limitando significativamente l’apporto positivo che la seniorità può offrire a tutti i livelli organizzativi.

Sfide e soluzioni: come promuovere il benessere lavorativo delle donne over 50

La valorizzazione della carriera delle donne senior, nello scenario delle nuove sfide economiche e sociali, richiede un’azione coordinata tra imprese e istituzioni. Una prima leva fondamentale è senz’altro la formazione continua: promuovere percorsi personalizzati che aiutino le donne over 50 ad aggiornare le proprie competenze tecniche e trasversali è un passo imprescindibile per alimentare la loro self-efficacy e contrastare il senso di inadeguatezza spesso percepito.

Allo stesso tempo, è necessario che le aziende sviluppino politiche di welfare realmente inclusive, capaci di rispondere ai bisogni di flessibilità, assistenza familiare e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Solo riconoscendo la centralità del benessere psico-fisico nella produttività sarà possibile garantire una carriera lunga, serena e soddisfacente.

Particolare attenzione deve essere posta, inoltre, alla prevenzione della discriminazione di età: occorre diffondere una cultura anti-ageism che bandisca ogni tipo di esclusione basata sull’anagrafe e che promuova il valore della diversità generazionale. La sensibilizzazione dei team HR, la formazione dei manager e la revisione dei processi di selezione e valutazione rappresentano strumenti cruciali per abbattere i pregiudizi e favorire l’inclusione attiva.

Infine, il rafforzamento delle reti di supporto, sia interne che esterne alle aziende, può offrire alle donne over 50 uno spazio protetto di confronto e sviluppo reciproco, contribuendo a interrompere il circolo vizioso dell’isolamento e della demotivazione.

Sintesi e prospettive future

L’indagine Intoo rivela un panorama complesso e in molti aspetti critico per le donne over 50 nel mondo del lavoro italiano. Le sfide legate all’allungamento della vita lavorativa, la stanchezza psicofisica, la discriminazione di età e la carente attenzione da parte delle aziende sono ostacoli concreti che rischiano di frenare la piena realizzazione professionale di una categoria fondamentale per il sistema produttivo nel suo complesso.

Tuttavia, la consapevolezza crescente attorno a questi temi rappresenta un punto di partenza positivo: è possibile – e doveroso – invertire la rotta, promuovendo politiche inclusive, programmi formativi dedicati e strategie di welfare innovative, in grado di riconoscere e valorizzare il capitale esperienziale delle donne mature.

Solo attraverso un impegno condiviso tra istituzioni, aziende e società civile sarà possibile costruire un mercato del lavoro equo, attrattivo e sostenibile per tutte le fasce d’età, in cui la occupazione delle donne over 50 non rappresenti più un problema ma una risorsa preziosa e irrinunciabile per il futuro del Paese.

Pubblicato il: 17 luglio 2025 alle ore 15:21

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