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Costruire le competenze digitali per il futuro del lavoro: l’appello di Alda Paola Baldi (Unindustria)
Lavoro

Costruire le competenze digitali per il futuro del lavoro: l’appello di Alda Paola Baldi (Unindustria)

Università, aziende e giovani: verso la rivoluzione delle skill per un mercato del lavoro in trasformazione

Costruire le competenze digitali per il futuro del lavoro: l’appello di Alda Paola Baldi (Unindustria)

Indice dei contenuti

  • Introduzione: il contesto e la sfida delle competenze digitali
  • Il ruolo di Unindustria e il progetto Future Skills
  • Le dichiarazioni di Alda Paola Baldi sulla formazione per il lavoro del futuro
  • Il rapporto tra università e imprese: dati e criticità
  • Fabbisogno di competenze nelle tecnologie emergenti
  • L’importanza dell’orientamento per i giovani
  • Profili richiesti dalle aziende: il focus su IA e digitale
  • Case study e best practice dal mondo dell’impresa
  • Il capitale umano nell’ecosistema dell’Intelligenza Artificiale
  • Soluzioni e proposte operative per la questione delle competenze
  • Il futuro del lavoro a Roma e in Italia: scenari e prospettive
  • Conclusione: una strategia condivisa per le competenze di domani

Introduzione: il contesto e la sfida delle competenze digitali

Viviamo in una fase di trasformazione profonda del mercato del lavoro, trainata dallo sviluppo accelerato delle tecnologie digitali e dall’adozione diffusa dell’Intelligenza Artificiale (IA) in molti settori produttivi. La capacità delle imprese di sopravvivere e crescere in questo nuovo panorama dipende in modo sempre più determinante dalla disponibilità di personale qualificato e aggiornato sulle competenze digitali per il lavoro. A Roma, all’interno dell’evento “Future Skills – Capitale umano e AI per il lavoro che cambia”, organizzato da Unindustria in collaborazione con l’Università Campus-biomedico, si è discusso di come colmare il gap che ancora separa la formazione accademica dai reali bisogni delle imprese, con particolare attenzione all’orientamento dei giovani.

Il ruolo di Unindustria e il progetto Future Skills

Unindustria rappresenta una delle principali associazioni di categoria del Lazio e svolge da tempo un ruolo di ponte tra il mondo imprenditoriale e quello accademico. Il progetto Future Skills nasce dalla consapevolezza che la rapidità dell’innovazione tecnologica richiede risposte agili e mirate non solo in ambito produttivo, ma soprattutto nella formazione dei futuri lavoratori.

Il convegno romano ha messo in luce alcuni punti nodali: la crescente esigenza di profili IA richiesti dalle aziende, la necessità di un’offerta formativa sempre più allineata alle nuove realtà produttive e il ruolo attivo delle università nella progettazione di percorsi in linea con il fabbisogno di competenze tecnologiche.

Le dichiarazioni di Alda Paola Baldi sulla formazione per il lavoro del futuro

A prendere la parola è stata Alda Paola Baldi, esponente di spicco di Unindustria. In particolare, ha evidenziato la necessità di promuovere una collaborazione strutturata che non si limiti a progetti sporadici, ma preveda interventi organici e continuativi.

Secondo Baldi, il mercato del lavoro, specie in un territorio dinamico come quello romano, richiede oggi figure con competenze innovative, in grado di rispondere ai rapidi mutamenti tecnologici. Non a caso, ha ribadito che oltre il 60% delle imprese italiane prevede un fabbisogno crescente di profili formati sulle tecnologie IA e digitali.

Baldi ha inoltre posto l’accento su un punto spesso trascurato: l’importanza di lavorare sull’orientamento giovani lavoro già in fase di ingresso nelle università, così da evitare la dispersione e favorire una scelta più consapevole dei percorsi di studio.

Il rapporto tra università e imprese: dati e criticità

La vitalità del tessuto produttivo di un territorio come quello romano passa dal collegamento università-imprese. Tuttavia, come emerso nel corso del convegno, la sinergia tra questi due mondi non sempre è facile né scontata. I dati presentati mostrano che, nonostante l’Italia vanti eccellenze sia accademiche che imprenditoriali, persistono difficoltà oggettive nel tradurre rapidamente le conoscenze teoriche in competenze pratiche richieste dal mercato.

Tra le criticità più segnalate:

  • Tempi lunghi di aggiornamento dei curricula universitari rispetto all’innovazione tecnologica
  • Scarso dialogo tra dipartimenti accademici e aziende su specifiche esigenze del territorio
  • Difficoltà degli studenti a comprendere le reali opportunità offerte dal mercato

Fabbisogno di competenze nelle tecnologie emergenti

Una delle sfide principali riguarda l’espansione delle competenze digitali nel lavoro, considerate ormai strategiche non solo in ambito ICT, ma anche nei settori più tradizionali. Dall’automazione industriale all’agrifood, passando per la sanità digitale e il fintech, tutte le filiere produttive sono chiamate a dotarsi di personale con know-how specifico sulle nuove tecnologie.

Secondo le stime presentate, la crescente diffusione di tecnologie IA e digitali comporta che il fabbisogno di competenze tecnologiche superi la capacità stessa del sistema formativo di produrre figure adatte. Risultato: le aziende trovano sempre più difficile reperire i profili realmente idonei alle proprie esigenze produttive.

Un circolo vizioso che rischia di rallentare l’innovazione e la competitività delle imprese italiane.

L’importanza dell’orientamento per i giovani

Uno dei cardini dell’evento e del progetto Unindustria Future Skills riguarda l’orientamento giovani lavoro. Le scuole secondarie e l’università hanno oggi una responsabilità chiave nell’informare e accompagnare i ragazzi nel passaggio dalla formazione al lavoro.

Un orientamento efficace deve:

  1. Prevedere incontri regolari con rappresentanti delle imprese locali e nazionali
  2. Favorire la conoscenza diretta dei mestieri del futuro, anche grazie a esperienze pratiche (stages, laboratori congiunti, hackathon)
  3. Promuovere una cultura della formazione continua
  4. Sostenere le scelte consapevoli, riducendo il rischio di abbandono scolastico

È emerso come il panorama delle competenze digitali lavoro non sia facilmente decifrabile dagli studenti, spesso privi di informazioni aggiornate sulle reali richieste delle imprese. In questo quadro, il ruolo dell’orientamento risulta cruciale per garantire un “match” virtuoso tra domanda e offerta.

Profili richiesti dalle aziende: il focus su IA e digitale

Il mercato del lavoro italiano, e in particolare quello romano, sta attraversando una fase di profonda metamorfosi in seguito all’adozione estesa dell’Intelligenza Artificiale. Le aziende sottolineano una difficoltà crescente nel reperire profili formati nelle nuove tecnologie, un problema percepito come urgente e prioritario.

Le figure più richieste includono:

  • Data Scientist e Data Analyst
  • AI Engineer e Machine Learning Specialist
  • Esperti di cybersecurity
  • Digital marketing manager
  • Sviluppatori software e specialisti di automazione

Questi ruoli, al centro del discorso su profili IA richiesti dalle aziende, risultano spesso scoperti. Ciò costituisce un limite oggettivo allo sviluppo delle filiere tecnologiche, rese sempre più dipendenti dal capitale umano AI.

Case study e best practice dal mondo dell’impresa

Durante l’evento sono stati illustrati diversi case study e linee guida ispirate alle best practice internazionali e nazionali. Aziende e startup che hanno introdotto piani strutturati di formazione interna e upskilling hanno registrato incrementi notevoli in termini di produttività e attrattività verso i giovani talenti.

Alcune strategie operative:

  • Programmi di apprendistato digitale e tirocini curricolari
  • Workshop e hackathon aperti a studenti e neolaureati
  • Corsi di aggiornamento interdisciplinari nelle università
  • Partnership tra imprese e istituzioni didattiche per il co-design di nuovi curricula

L’esperienza maturata evidenzia che investire in formazione digitale giovani non è solo un vantaggio competitivo, ma una necessità per sostenere l’intero sistema economico.

Il capitale umano nell’ecosistema dell’Intelligenza Artificiale

Al centro della trasformazione in atto resta il fattore umano, o meglio il capitale umano. Anche le più avanzate tecnologie IA non possono sostituire del tutto la creatività, la flessibilità e la capacità di problem solving tipiche delle persone.

Il concetto di capitale umano AI suggerisce la necessità di lavorare parallelamente sulle competenze tecniche (hard skill) e su quelle trasversali (soft skill). Le aziende più innovative investono sia su preparazione specialistica sia su capacità relazionali, spirito imprenditoriale e pensiero critico.

Il capitale umano rappresenta così l’elemento determinante per favorire una transizione sostenibile verso il lavoro nuove tecnologie Italia.

Soluzioni e proposte operative per la questione delle competenze

Per fronteggiare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro sono state prospettate diverse soluzioni pratiche:

  1. Migliorare la comunicazione tra università e aziende, con tavoli permanenti di confronto e feedback continuo.
  2. Introdurre sistemi di formazione duale, che alternino lezioni teoriche ed esperienze in azienda.
  3. Semplificare i processi di aggiornamento dei curricula universitari, rendendoli più agili e aderenti ai mutamenti tecnologici.
  4. Sostenere economicamente i percorsi di formazione tecnica e digitale, anche attraverso incentivi fiscali e borse di studio mirate.
  5. Valorizzare le professioni STEM (science, technology, engineering and mathematics), contrastando stereotipi e favorendo la partecipazione di donne e ragazze ai percorsi scientifici.

Queste azioni, se coordinate, possono ridurre significativamente la distanza tra il sistema formativo e l’ecosistema produttivo.

Il futuro del lavoro a Roma e in Italia: scenari e prospettive

Il futuro del lavoro a Roma e nel resto d’Italia dipende dall’abilità delle istituzioni pubbliche e private di anticipare le esigenze emergenti. Sarà fondamentale potenziare l’Unindustria Future Skills e altre iniziative analoghe, moltiplicando le occasioni di incontro e scambio tra i principali attori del mercato.

In prospettiva, la capitale può e deve diventare un laboratorio di eccellenza, capace di coniugare lo sviluppo delle competenze digitali, la valorizzazione dei giovani, l’innovazione sociale e la crescita economica.

Oltre all’aggiornamento tecnologico, sarà quindi indispensabile:

  • Facilitare il dialogo tra scuola, università e mondo del lavoro
  • Promuovere l’inserimento rapido dei giovani talenti
  • Fornire strumenti concreti per la formazione permanente
  • Favorire una cultura orientata all’apprendimento continuo (lifelong learning)

Solo così il tessuto produttivo potrà reggere la competizione globale e contribuire al benessere della collettività.

Conclusione: una strategia condivisa per le competenze di domani

Alla luce degli interventi ascoltati durante “Future Skills – Capitale umano e AI per il lavoro che cambia”, appare chiaro che la sfida più grande consista nel costruire una vera filiera delle competenze, in cui ogni attore – dalla scuola alle università, dalle aziende agli enti pubblici – svolga il proprio ruolo in ottica sistemica.

Le parole di Alda Paola Baldi e i dati illustrati mettono in guardia: il rischio di inadeguatezza delle competenze è reale e attuale. Ecco perché è necessario superare la logica dei comparti separati e promuovere un'azione congiunta, capace di stimolare l’offerta formativa, sostenere i giovani e fornire alle imprese le risorse umane necessarie allo sviluppo.

In conclusione, il futuro del lavoro a Roma e in tutta Italia passa attraverso un investimento deciso su competenze digitali, capitale umano e orientamento. Solo così sarà possibile guardare con fiducia alle sfide della transizione tecnologica, garantendo opportunità per le nuove generazioni e competitività per il sistema paese.

Pubblicato il: 6 novembre 2025 alle ore 14:12

Redazione EduNews24

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