Le università italiane svolgono oggi un ruolo che va ben oltre la semplice trasmissione del sapere. Secondo quanto dichiarato dal sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale, Maria Tripodi, durante la conferenza sull'Internazionalizzazione del Sistema universitario italiano nell'ambito della XVIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d'Italia nel mondo, esse sono luoghi di crescita, laboratori di innovazione, ponti naturali tra l'Italia e il resto del mondo. Questa prospettiva, rafforzata dalle recenti linee guida nazionali e internazionali, pone il sistema universitario italiano al centro delle strategie di competitività e sviluppo del Paese.
Il ruolo strategico delle università italiane
Le università rappresentano oggi un fondamentale riferimento per la diplomazia della crescita. Come sottolineato da Maria Tripodi, “le università non sono solo luoghi di sapere, sono luoghi di crescita, laboratori di innovazione, ponti naturali tra l'Italia e il resto del mondo, formare competenze, trasferire conoscenza alle imprese, attrarre studenti e investimenti internazionali rafforzando i territori”.
Questa visione, condivisa anche a livello ministeriale, riconosce il valore aggiunto che gli atenei possono offrire non solo in termini di formazione, ma anche di impatto diretto sull’economia e sul tessuto sociale.
Internazionalizzazione e diplomazia della crescita
L’internazionalizzazione è oggi una delle priorità strategiche del sistema universitario italiano. Non si tratta solo di favorire l’export delle competenze, ma di valorizzare ciò che rende l’Italia competitiva: formazione di eccellenza, ricerca avanzata, capitale umano di qualità. Maria Tripodi evidenzia che “quando parliamo di diplomazia della crescita non parliamo solo di export, parliamo di valorizzare ciò che rende l'Italia competitiva: formazione, ricerca, capitale umano”.
La diplomazia della crescita è pertanto una leva fondamentale per rafforzare la presenza internazionale dell’Italia e per promuovere il dialogo interculturale attraverso la cooperazione accademica.
Università come laboratori di innovazione
Le università italiane si configurano sempre di più come laboratori di innovazione capaci di produrre soluzioni originali e rispondere alle sfide globali. L’ambiente accademico favorisce l’incontro tra saperi e discipline, stimolando la creatività e l’intraprendenza degli studenti e dei ricercatori.
Questa capacità di innovare si traduce in nuove opportunità per il sistema produttivo nazionale, alimentando un circolo virtuoso tra ricerca, sviluppo e applicazione pratica delle conoscenze acquisite.
Competenze e trasferimento di conoscenza alle imprese
Uno degli aspetti chiave del sistema universitario è la formazione di competenze e il trasferimento di conoscenza alle imprese. Gli atenei italiani collaborano attivamente con il tessuto produttivo, facilitando l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e sostenendo l’innovazione nei diversi settori economici.
Questa sinergia si traduce in un vantaggio competitivo per le imprese, che possono attingere a risorse umane qualificate e a soluzioni tecnologiche avanzate sviluppate nei laboratori universitari.
Attrazione di studenti e investimenti internazionali
Le università italiane sono sempre più attrattive per studenti e investitori internazionali. Il loro ruolo di ponti naturali tra Italia e il resto del mondo si consolida grazie a programmi di mobilità, accordi di cooperazione e iniziative di ricerca condivisa.
Questo processo contribuisce a rafforzare i territori, stimolando la crescita economica e culturale e favorendo lo scambio di idee e buone pratiche a livello globale.
Agenda 2030 e sviluppo sostenibile
Il ruolo delle università è stato riconosciuto anche dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che sottolinea l’importanza dell’educazione di qualità come leva centrale per lo sviluppo sostenibile. Maria Tripodi ricorda che “il ruolo da protagonista del mondo accademico è stato riconosciuto anche dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite che ci ricorda come l'educazione di qualità sia una leva centrale dello sviluppo sostenibile”.
Questa centralità è stata ulteriormente consolidata dal documento triennale 2024-26 del Ministero dell’Università e della Ricerca, che individua nelle università un attore chiave per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.
La visione della Farnesina e la riforma della diplomazia
La Farnesina, attraverso la visione portata avanti dal presidente Tajani e dal sottosegretario Tripodi, promuove una riforma della diplomazia orientata alla crescita e alla collaborazione tra istituzioni, università e imprese. L’obiettivo è superare i compartimenti stagni e lavorare insieme per valorizzare i punti di forza del Paese.
Questa strategia mira a rendere l’Italia più competitiva e capace di affrontare le sfide globali, facendo leva sull’eccellenza del sistema universitario e sulla capacità di fare rete a livello internazionale.
Superare i compartimenti stagni: fare sistema
Uno degli imperativi strategici è quello di superare i compartimenti stagni tra università, istituzioni e imprese, per creare un vero e proprio sistema integrato della conoscenza. “È la logica che ispira anche la riforma della Farnesina e che il Presidente Tajani ha voluto promuovere, fare sistema, superare i compartimenti stagni e lavorare insieme”, sottolinea Tripodi.
Solo attraverso la collaborazione e lo scambio continuo sarà possibile valorizzare appieno il potenziale delle università italiane e consolidare il ruolo del Paese a livello internazionale.
##