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Rapporto Ocse 2025: Il 17% dei Bambini Soffre di Ansia Senza Smartphone o Tablet - Un'Analisi Approfondita sull’Impatto della Tecnologia tra i Più Giovani
Editoriali

Rapporto Ocse 2025: Il 17% dei Bambini Soffre di Ansia Senza Smartphone o Tablet - Un'Analisi Approfondita sull’Impatto della Tecnologia tra i Più Giovani

Disponibile in formato audio

Parigi. Un rapporto dell’Ocse fa luce sulla crescente dipendenza digitale tra bambini e adolescenti: tra rischi di ansia, gestione della privacy e fenomeno delle fake news.

Il nuovo Rapporto Ocse, pubblicato oggi a Parigi, fotografa una realtà sempre più digitale in cui il 17% dei bambini manifesta ansia senza smartphone o tablet. Questo studio, intitolato “Come va la vita dei bambini nell’età digitale”, apre a una riflessione urgente sul rapporto tra giovani e tecnologia in ambito scolastico e familiare.

Introduzione: il digitale nella vita dei bambini

Viviamo in un mondo pervaso dalla tecnologia, dove smartphone, tablet, computer e schermi vari sono strumenti di comunicazione, didattica e svago ormai ubiqui nella quotidianità di adulti e bambini. Con la crescita dell’utilizzo di dispositivi digitali da parte delle nuove generazioni, emergono nuove sfide: dall’ansia senza smartphone nei bambini fino ai rischi della diffusione di informazioni false, passando per la protezione della privacy digitale.

Il recente rapporto Ocse su bambini e digitale rappresenta una voce autorevole nel dibattito, tracciando uno scenario dove l’accesso semplificato alle tecnologie rende necessario ripensare strategie educative e sociali, soprattutto alla luce dei dati raccolti tra gli studenti di 15 anni.

I dati chiave del Rapporto Ocse 2025

Lo studio dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (“Come va la vita dei bambini nell’età digitale”) si concentra su vari indicatori:

  • Il 17% dei bambini dichiara di sentirsi nervoso o ansioso quando viene privato di smartphone, tablet o schermi. Questo dato allarmante sottolinea una crescente dipendenza dagli strumenti digitali, già nei primi anni dell’adolescenza.
  • Il 51% degli studenti di 15 anni sa modificare le impostazioni sulla privacy dei propri dispositivi digitali, mostrando una parziale consapevolezza della necessità di protezione nell’ambiente online.
  • Circa il 27,6% degli studenti ammette di condividere fake news sui social, un fenomeno che alimenta la disinformazione e i rischi psicologici legati al digitale.

Questi numeri, messi in luce dal rapporto Ocse, sono cruciali per comprendere l'urgenza di un intervento mirato sia da parte delle scuole sia delle famiglie.

Ansia e dipendenza: un allarme crescente

La percentuale del 17% di bambini che soffrono di ansia senza smartphone ci impone una riflessione sulle abitudini quotidiane. Questa forma di ansia è spesso il sintomo di una dipendenza tecnologica, una condizione psicologica crescente tra i giovanissimi. La connessione perenne ai dispositivi, infatti, può:

  • Indebolire le capacità relazionali e sociali.
  • Portare a una maggiore esposizione a informazioni inappropriate o rischiose.
  • Dare origine a una forma di “astinenza digitale”, sperimentata come stress e disagio psicologico.

Bambini e ragazzi non solo passano sempre più tempo online, ma spesso vivono il distacco dallo smartphone come una reale fonte di malessere, assimilabile a quella di una dipendenza comportamentale.

Privacy digitale: consapevolezza e lacune tra gli studenti

Altro dato evidenziato dal rapporto riguarda la privacy digitale: solo poco più della metà degli studenti di 15 anni è capace di modificare le impostazioni di privacy sui propri dispositivi. Questa parziale conoscenza rappresenta una vulnerabilità significativa nell’era della condivisione di massa.

Nonostante i giovani siano “nativi digitali”, il rapporto mostra che molti non sono consapevoli:

  • Della quantità di dati personali che quotidianamente disseminano online
  • Dei rischi che comporta la condivisione pubblica di immagini, video, informazioni sensibili
  • Della facilità con cui terzi possono accedere e sfruttare questi dati

La privacy digitale è oggi un’abilità imprescindibile: servono maggiori strumenti formativi e campagne di sensibilizzazione, sia a scuola che in famiglia.

Fake news e social media: un rischio sottovalutato

Il dato del 27,6% di studenti che condividono fake news sui social media racconta quanto sia fragile il confine tra informazione corretta e disinformazione tra i giovani.

I fenomeni di fake news tra studenti hanno un impatto duplice:

  • Rischiano di diffondere informazioni errate o dannose, influenzando opinioni e comportamenti dei coetanei
  • Generano rischi per la salute psicologica, alimentando stati d’ansia o paura dolo indotti da notizie non verificate

È fondamentale includere nei programmi scolastici l’educazione alle fonti e alla verifica delle informazioni, competenze sempre più vitali in una società digitale.

L'impatto psicologico degli schermi sui bambini

L’uso eccessivo di smartphone, tablet e altri dispositivi digitali può generare effetti negativi anche sul piano psicologico e fisico, una problematica spesso sottovalutata dagli adulti.

Tra le principali conseguenze registrate dal rapporto Ocse e da altri studi internazionali troviamo:

  • Difficoltà nella concentrazione e nello studio
  • Disturbi del sonno, soprattutto in caso di utilizzo serale
  • Aumento dell’irritabilità e del nervosismo
  • Isolamento sociale, fino ad arrivare ad episodi di cyberbullismo

Il benessere digitale dei ragazzi è una priorità: la scuola e la famiglia devono lavorare insieme per bilanciare i benefici della tecnologia con i rischi associati a un suo uso non regolamentato.

Le raccomandazioni Ocse e le parole di Mathias Cormann

In occasione della presentazione del rapporto, Mathias Cormann, segretario generale Ocse, ha lanciato un chiaro avvertimento sui rischi digitali che corrono i più giovani, sottolineando la necessità di linee guida chiare, educazione digitale e maggiore consapevolezza.

Cormann ha ricordato che l’educazione digitale non riguarda solo la capacità tecnica di usare i dispositivi, ma anche lo sviluppo di un pensiero critico, il rispetto delle regole di privacy e la responsabilità rispetto alla condivisione delle informazioni.

La responsabilità delle istituzioni scolastiche e delle famiglie è, quindi, duplice:

  • Proteggere i giovani da possibili rischi
  • Offrire loro strumenti per un uso consapevole delle tecnologie

Le implicazioni per la scuola e la famiglia

Il rapporto Ocse riaccende il dibattito su come scuola e famiglia possano e debbano collaborare per prevenire ansia, dipendenza e rischi digitali tra ragazzi.

La scuola è chiamata a rinnovare i curricoli didattici, prevedendo momenti di sensibilizzazione e formazione sulle tematiche digitali. Gli insegnanti possono svolgere un ruolo attivo non solo trasmettendo informazioni, ma anche educando all’uso critico degli strumenti tecnologici.

Anche la famiglia ha una responsabilità educativa ineludibile: i genitori devono imparare a...

  • Impostare regole chiare sull’uso di smartphone e tablet
  • Dialogare apertamente sui rischi e sulle opportunità del mondo digitale
  • Offrire alternative sane alla permanenza prolungata davanti agli schermi

Proposte pratiche: educare all’uso consapevole della tecnologia

Arrivare a una cultura digitale equilibrata e sicura è una sfida che coinvolge l’intera società. Alcune proposte operative – in linea con le raccomandazioni Ocse – possono aiutare genitori, scuole e istituzioni a prevenire e gestire l’ansia da schermo e gli altri rischi digitali:

  1. Introduzione di percorsi scolastici di alfabetizzazione digitale, dedicati non solo all’uso tecnico degli strumenti ma anche all’educazione alla privacy, al rispetto digitale e alla verifica delle fonti.
  2. Monitoraggio attivo dello stato di benessere digitale nei bambini, attraverso periodici incontri scuola-famiglia e sportelli di supporto psicologico.
  3. Regolamentazione del tempo di utilizzo dei dispositivi: stabilire orari chiari e prevedere momenti “device-free”, utili per recuperare la dimensione reale delle relazioni e del gioco.
  4. Campagne di sensibilizzazione sulle fake news rivolte a studenti e famiglie, puntando sull’uso critico dei social media.
  5. Collaborazione tra scuola e famiglia nella definizione di regole condivise e nell’identificazione precoce di segnali di disagio, come ansia o isolamento.

Sintesi finale e prospettive future

L’analisi fornita dal rapporto Ocse offre un quadro chiaro: oggi l’ansia senza smartphone nei bambini è un segnale di allarme che scuole, famiglie e policy-maker non possono più ignorare. Se da un lato la digitalizzazione offre opportunità uniche di apprendimento e comunicazione, dall’altro pone questioni nuove sul piano psicologico, educativo e sociale.

Servono politiche educative innovative, una maggiore responsabilizzazione degli adulti e degli stessi ragazzi, oltre a una diffusione capillare delle competenze digitali di base.

Pubblicato il: 15 maggio 2025 alle ore 16:45

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