Il recente Rapporto Istat sulla ricerca e sviluppo (R&S) in Italia per il triennio 2023-2025 conferma un trend positivo per il personale impegnato nel settore. L’aumento del numero dei ricercatori e delle ricercatrici è un segnale importante per la competitività e l’innovazione del Paese, soprattutto nelle istituzioni pubbliche e nelle Università.
Aumento complessivo del personale R&S
Nel 2023 il personale addetto alla R&S in Italia raggiunge circa 519mila unità, con un incremento del 3,1% rispetto al 2022. In termini di unità equivalenti a tempo pieno (Etp), si parla di 348mila unità e un aumento del 2,9%. Questa crescita è trainata dalle istituzioni pubbliche (+6,6% in unità, +6,1% in Etp) e dalle Università (+5,0% in unità, +6,5% in Etp). Il settore privato, sia profit che non profit, mostra invece incrementi più contenuti.
Differenziazione tra settore pubblico, universitario e privato
Analizzando la composizione interna, i ricercatori in Etp sono circa 170mila, rappresentando quasi il 49% del totale R&S. Nelle Università, i ricercatori costituiscono il 67,2% degli addetti e segnano un aumento significativo (+7,0%). Nelle istituzioni pubbliche, la crescita è analoga (+7,6%), mentre nel settore privato la quota di ricercatori è inferiore e registra un calo nelle imprese (-3,7%).
Analisi della componente femminile nella ricerca
Nel 2023 le donne impegnate in R&S salgono a 183mila unità, pari al 35,3% del totale, con un tasso di crescita superiore rispetto agli uomini (+5,1%). Le ricercatrici, in particolare, arrivano a 86mila unità (circa 64mila Etp) e crescono del 4,6% in numero e del 5,4% in Etp. L’incremento più marcato si osserva nel pubblico e nelle Università, con una presenza femminile che sfiora la parità o la supera nel non profit. Tuttavia, nelle imprese le donne restano ancora una minoranza.
- Ricercatrici nelle Università: 51% delle donne impegnate in R&S
- Ricercatrici nel pubblico: crescita Etp +8,7%
- Imprese: stabile il numero di ricercatrici
Sintesi finale
I dati Istat 2023 confermano un rafforzamento del sistema di ricerca italiano soprattutto grazie al contributo delle istituzioni pubbliche e universitarie. L’aumento delle donne e delle ricercatrici rappresenta un segnale positivo verso una maggiore equità di genere e una valorizzazione delle competenze nel settore scientifico nazionale. La crescita, seppur più lenta nelle imprese, suggerisce la necessità di ulteriori politiche mirate per incentivare la presenza femminile e il ricambio generazionale anche nel privato.