Introduzione
Massimo Cacciari, filosofo, accademico ed ex sindaco di Venezia, è una delle voci più autorevoli nel panorama culturale italiano. Il suo pensiero sull'educazione, sulla crisi del sistema scolastico e sull'urgenza di una formazione critica rappresenta un punto di riferimento nel dibattito nazionale. In questo articolo approfondiremo le posizioni di Cacciari su scuola, università e didattica, analizzando le sue critiche alla "burocrazia scolastica", le riflessioni sulla religione nell’educazione, e le sue iniziative per una nuova formazione politica.
INDICE
La scuola italiana secondo Massimo Cacciari
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L’università e la crisi della didattica
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Religione e filosofia nell’educazione
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Formazione politica e cittadinanza: la Scuola di Cesano Maderno
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Contro la scuola al servizio del mercato
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Soft skills, cultura e pensiero critico
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La difesa del pluralismo: la democrazia come confronto tra opposti:
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Le opere di Cacciari come strumenti formativi
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Conclusioni: un’educazione al pensiero, non alla produttività
La scuola italiana secondo Massimo Cacciari
Massimo Cacciari ha spesso definito la scuola italiana come una delle istituzioni più in crisi del nostro tempo. Secondo il filosofo, la scuola è diventata "un terreno minato di norme e vincoli burocratici", in cui gli insegnanti sono spesso più impegnati nella compilazione di documenti che nella trasmissione del sapere. In questa prospettiva, il concetto di burocrazia nella scuola italiana rappresenta un ostacolo all’efficacia educativa, rendendo la didattica sterile e poco coinvolgente.
Cacciari denuncia l’omologazione dei programmi scolastici e l’assenza di un progetto educativo che punti alla crescita intellettuale e spirituale degli studenti. La sua è una critica al sistema scolastico fondamentalmente culturale: l’insegnamento è visto come un’opera di formazione dell’uomo, non come addestramento funzionale a esigenze economiche.
L’università e la crisi della didattica
Parlando di università, Massimo Cacciari è ancora più esplicito. "La didattica è morta", ha dichiarato in più occasioni, riferendosi all’involuzione dell’insegnamento universitario, ormai ridotto a una serie di prove tecniche e burocratiche. Il filosofo denuncia la fine del dialogo tra docente e studente, sostituito da piattaforme, crediti, corsi online e una valutazione standardizzata che impoverisce la qualità formativa.
Il declino dell’università coincide, secondo Cacciari, con la perdita della sua funzione originaria: quella di formare menti critiche, capaci di analizzare, riflettere, discutere. In un contesto in cui prevalgono la formazione subordinata al mercato e l'adozione acritica delle tecnologie, la figura del maestro rischia di scomparire, sostituita da una burocrazia impersonale.
Religione e filosofia nell’educazione
Uno degli aspetti più dibattuti del pensiero di Cacciari è il suo punto di vista sull’insegnamento della religione nella scuola. Contrariamente a molte opinioni laiche, il filosofo ritiene fondamentale l'inserimento di un pensiero teologico e religioso nella formazione degli studenti. A suo avviso, senza una conoscenza della tradizione religiosa e culturale dell’Occidente, non si può comprendere l’arte, la letteratura, la filosofia e la società in cui viviamo.
In più occasioni, ha ribadito l’importanza della teologia come disciplina critica, da insegnare non come catechismo ma come strumento per comprendere il senso della storia e della cultura. Questa posizione ha acceso un ampio dibattito sull’opportunità di includere nel curriculum scolastico una riflessione strutturata sulla filosofia dell’educazione.
Formazione politica e cittadinanza: la Scuola di Cesano Maderno
Nel 2023, Massimo Cacciari ha dato vita, insieme ad altri intellettuali e politici, alla Scuola di Politica di Cesano Maderno, un’iniziativa che incarna la sua visione educativa. Ospitata presso il Centro Culturale Europeo di Palazzo Arese Borromeo, la scuola si propone di formare giovani amministratori e cittadini consapevoli, attraverso corsi di formazione politica, filosofia, storia e diritto.
Questa esperienza riflette l’idea di educazione civica e politica come fondamento della democrazia. Per Cacciari, non può esistere una cittadinanza autentica senza un’educazione che miri alla responsabilità, alla conoscenza della Costituzione e al dibattito tra idee diverse.
Contro la scuola al servizio del mercato
Uno dei bersagli principali delle critiche di Cacciari è la crescente mercificazione della scuola. "La scuola non può essere al servizio dell’occupazione", ha dichiarato durante un convegno. Per il filosofo, subordinare l’istruzione alle esigenze del mondo del lavoro significa snaturarne la funzione originaria: la trasmissione del sapere e la formazione dell’intelletto.
Cacciari si oppone apertamente a una visione utilitaristica della scuola, in cui gli studenti sono ridotti a “future risorse umane” da ottimizzare per il mercato. In questa prospettiva, la crisi della didattica è prima di tutto crisi di senso: la scuola perde significato quando non forma uomini ma solo lavoratori.
Soft skills, cultura e pensiero critico
Nel dibattito sulla formazione, Cacciari ha preso posizione anche contro la moda delle soft skills metacognitive, oggi promosse da molte riforme scolastiche. Sebbene riconosca l’importanza delle competenze trasversali, il filosofo denuncia il rischio che esse vengano insegnate in modo meccanico e avulso dal contesto culturale.
Per Cacciari, la priorità deve restare la cultura: conoscere i classici, confrontarsi con le grandi domande dell’uomo, sviluppare capacità di giudizio. Solo da qui può nascere il vero pensiero critico, che non si improvvisa ma si costruisce giorno per giorno attraverso lo studio serio e rigoroso.
La difesa del pluralismo: la democrazia come confronto tra opposti
Un ulteriore tassello del pensiero di Massimo Cacciari riguarda la natura del dibattito democratico, che per il filosofo non può essere ridotta a un’omologazione ideologica o alla repressione dell’opinione altrui. In occasione di una recente dichiarazione destinata a suscitare ampio dibattito, Cacciari ha affermato:
“Se la Germania mette al bando AfD, la democrazia si spara nelle palle.”
La frase, volutamente provocatoria, non intende giustificare le posizioni dell’Alternative für Deutschland (AfD), partito sovranista e populista tedesco, ma sottolineare una questione fondamentale: una democrazia autentica non può temere il dissenso. Per Cacciari, la forza del sistema democratico si misura nella sua capacità di tollerare — e confutare sul piano culturale e politico — anche le idee più scomode, senza ricorrere alla censura o all’interdizione giudiziaria.
Questa posizione si inserisce pienamente nella sua visione dell’educazione alla cittadinanza: una scuola che educhi al pensiero critico deve preparare i giovani non solo ad affrontare il consenso, ma anche e soprattutto il dissenso. Mettere al bando le idee, invece di combatterle con gli strumenti della cultura e dell’argomentazione, significa rinunciare all’essenza stessa della democrazia.
Le opere di Cacciari come strumenti formativi
Le numerose pubblicazioni di Massimo Cacciari rappresentano un patrimonio fondamentale per chi si occupa di formazione e filosofia. Tra le opere più significative spiccano:
"Krisis": una riflessione sulla crisi del pensiero occidentale.
"Icone della legge": un’analisi del rapporto tra diritto e teologia.
"Geofilosofia dell’Europa": un tentativo di ripensare l’identità europea partendo dalla sua tradizione culturale.
"Il potere che frena": uno studio sulla natura del potere e sui suoi limiti.
"Della cosa ultima": meditazione sulla fine, la morte e l’oltre.
"Hamletica": un saggio filosofico sul dramma del dubbio moderno.
Questi testi possono essere impiegati come strumenti didattici per l’approfondimento della filosofia, della politica e dell’etica, arricchendo il curriculum scolastico e universitario.
Conclusioni: un’educazione al pensiero, non alla produttività
Massimo Cacciari propone una visione dell’istruzione che si oppone radicalmente alle tendenze contemporanee. In un’epoca in cui si moltiplicano le richieste di adattamento alle logiche del mercato, Cacciari richiama l’attenzione sul valore dell’educazione come formazione dell’essere umano. Una scuola che non insegni a pensare è una scuola inutile, sostiene il filosofo.
Per rispondere alla crisi educativa attuale, serve una svolta culturale profonda. Occorre restituire centralità alla filosofia, alla religione intesa come riflessione storica e critica, alla cultura classica. Serve una didattica che rimetta al centro il maestro, il dialogo, la riflessione. Solo così sarà possibile costruire un’educazione che non si limiti a trasferire competenze, ma che sappia formare cittadini consapevoli e liberi.
Di Michele Monaco