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Quando Dante Diventa un Gioco: La Rivoluzione Educativa dei Grest sulla Divina Commedia
Cultura

Quando Dante Diventa un Gioco: La Rivoluzione Educativa dei Grest sulla Divina Commedia

Disponibile in formato audio

Un professore trasforma la Commedia in quindici puntate, animatori e ragazzi la riportano in vita fra giochi, canti e nuove consapevolezze

Quando Dante Diventa un Gioco: La Rivoluzione Educativa dei Grest sulla Divina Commedia

Indice

  1. Introduzione: Dante Alighieri e la scuola oggi
  2. La sfida di portare la Divina Commedia tra i giovani
  3. Il progetto: la Commedia in quindici puntate al Grest
  4. Animatori e ragazzi: laboratori, giochi e canzoni ispirati a Dante
  5. L’esperienza dei Grest: un «miracolo educativo»
  6. La testimonianza di una ragazza: il legame tra la Commedia e la vita
  7. Impatto sulle pratiche didattiche e sulla scuola
  8. Confronto con le metodologie tradizionali
  9. La creatività come motore educativo: esempi e riflessioni
  10. Sintesi finale

Introduzione: Dante Alighieri e la scuola oggi

La Divina Commedia è universalmente considerata uno dei capolavori della letteratura mondiale. Eppure, per moltissimi studenti italiani, rappresenta spesso un ostacolo, qualcosa di distante nel tempo e nella lingua, una “lettera morta” sui banchi di scuola. Perché leggere Dante a tredici, quattordici o sedici anni? Quale può essere il valore educativo all’inizio del secondo millennio? E, soprattutto, è possibile riscoprire la forza e l’attualità del messaggio di Dante applicando strategie e metodologie nuove? Da queste riflessioni ha preso avvio, in una diocesi italiana, un progetto singolare che ha visto una squadra di educatori, animatori e ragazzi dare vita a una nuova forma di “miracolo educativo Divina Commedia”.

La sfida di portare la Divina Commedia tra i giovani

Il problema del rapporto fra Dante Alighieri e la scuola, in effetti, è ben noto agli addetti ai lavori. Ogni anno migliaia di docenti si interrogano su come spiegare la Commedia ai giovani, spesso senza riuscire a coinvolgerli davvero. Il testo, apparentemente “lontano”, rischia di diventare oggetto di lettura forzata, di interrogazioni sbrigative, di parafrasi. C’è però chi scommette sulla potenza comunicativa e educativa della Commedia, soprattutto quando si usano strumenti diversi da quelli tradizionali.

In questo contesto, l’idea di scegliere proprio Dante e la sua Commedia come tema portante dei Grest diocesani rappresenta un’innovazione sorprendente. Si tratta di ambienti informali, spesso percepiti dai ragazzi come “spazio di libertà” rispetto al contesto scolastico. Ma proprio qui può avvenire il “miracolo” di una Divina Commedia spiegata ai giovani non come noioso dovere, ma come viaggio emozionante e condiviso.

Il progetto: la Commedia in quindici puntate al Grest

L’esperimento nasce dalla passione e dalla creatività di un docente che ha deciso di reinterpretare la Commedia per un pubblico inedito: animatori e bambini dei Grest estivi. Quindici puntate, una per ciascuna settimana, per narrare ai ragazzi le avventure e le sfide di Dante lungo il suo cammino attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso. I canti più celebri sono stati adattati in modo accessibile e accattivante, con aneddoti, giochi di ruolo, elementi teatrali.

Divina Commedia Grest non è rimasta una semplice “lezione” frontale; al contrario, ha aperto la strada a una varietà di attività creative e laboratoriali. Ogni settimana, i gruppi hanno sperimentato nuove forme di dialogo con la poesia dantesca, dal disegno alle rappresentazioni, dall’invenzione di giochi di società alla composizione di canzoni ispirate a Dante Grest.

Animatori e ragazzi: laboratori, giochi e canzoni ispirati a Dante

Uno degli aspetti più innovativi del progetto è stato il coinvolgimento diretto degli animatori giovani, chiamati non soltanto a illustrare la Commedia, ma a viverla e trasmetterla attraverso il linguaggio ludico. Che si tratti di inventare nuovi giochi educativi sulla Divina Commedia, di proporre semplici scenette teatrali, o di comporre canzoni ispirate a Dante Grest, la sfida è stata sempre quella di rendere l’opera “materiale vivo”.

Questi laboratori hanno favorito lo sviluppo della creatività e del lavoro di squadra. I ragazzi hanno inventato giochi a tema, come “Il viaggio infernale”, una versione rivisitata del classico gioco dell’oca, oppure “Sfida ai guardiani dell’Inferno”, dove i partecipanti dovevano superare enigmi e difficoltà simboliche ispirate ai canti danteschi. La componente musicale non è stata da meno: gli animatori hanno scritto e musicato brani originali – vere e proprie canzoni per i Grest a tema Dante – che hanno coinvolto tutti nei momenti di apertura e chiusura delle giornate.

L’esperienza dei Grest: un «miracolo educativo»

L’aspetto più sorprendente del progetto è stato forse quello di vedere l’entusiasmo dei ragazzi per la materia dantesca, entusiasmo spesso sconosciuto tra i banchi di scuola. Nei racconti degli animatori emerge la consapevolezza di aver contribuito, in qualche modo, a un piccolo “miracolo educativo Divina Commedia”.

Attività estive diocesi Divina Commedia non vuol dire solo ripetere a memoria terzine o ascoltare spiegazioni: significa scoprire che i temi dell’opera – il viaggio, la speranza, la fiducia, il perdono – possono diventare occasione di confronto ed esperienza personale. In questo contesto, Dante non appare più come un monumento lontano o una fatica imposta, ma come un compagno di viaggio capace di parlare ai bisogni e alle domande di oggi.

La testimonianza di una ragazza: il legame tra la Commedia e la vita

Fra i numerosi racconti raccolti, spicca la testimonianza di una giovane partecipante. Durante un laboratorio, la ragazza ha rivelato di aver compreso, forse per la prima volta, il legame fra la Divina Commedia e il Grest: proprio come Dante attraversa l’Inferno, anche lei vive alcuni giorni difficili; come lui affronta ostacoli e paure, anche lei trova forza negli amici e negli animatori. Parole semplici che racchiudono una nuova consapevolezza: la Divina Commedia per ragazzi non è un esercizio di retorica, ma una possibilità di riflettere su se stessi, di leggere la propria crescita attraverso i simboli e le avventure dantesche.

Questa esperienza ha avuto il valore di mettere in luce quanto possa essere profondo e formativo, anche in chiave personale ed emotiva, il contatto diretto con un’opera tanto antica e complessa. Ha inoltre confermato che il valore aggiunto non sta soltanto nella trasmissione “di nozioni”, ma nel fare della letteratura uno strumento di confronto e auto-narrazione.

Impatto sulle pratiche didattiche e sulla scuola

Il successo del progetto ha provocato una inevitabile riflessione sulle pratiche didattiche adottate normalmente nella scuola. Perché tanta differenza fra il coinvolgimento visto nei Grest e quello spesso timido delle aule scolastiche? La chiave, suggeriscono molti educatori, sta nell’approccio: gioco, attività educativa creativa su Dante, libertà espressiva e collaborazione portano i giovani a vivere la letteratura come esperienza e non solo come obbligo.

Diverse scuole del territorio, sulla spinta del progetto, hanno avviato sperimentazioni analoghe: laboratori pomeridiani, letture animate, incontri con autori e rappresentazioni teatrali. Si tratta di piccoli passi che, nel loro insieme, potrebbero segnare un cambiamento di prospettiva, rilanciando la centralità della Divina Commedia nella formazione culturale dei ragazzi.

Confronto con le metodologie tradizionali

Il confronto fra questa esperienza e il modo “classico” di insegnare Dante a scuola è inevitabile. L’approccio tradizionale – centrato su parafrasi, analisi del testo, interrogazioni orali e scritte – rischia sovente di ridurre la ricchezza dell’opera a un arido esercizio mnemonico. Tutto ciò, per quanto necessario in parte, sembra oggi insufficiente a stimolare la curiosità e la partecipazione dei ragazzi.

Al contrario, l’insegnamento creativo di Dante a scuola – mutuando strategie da contesti estivi come quello dei Grest – dimostra come l’opera possa essere riscoperta e amata. Gli insegnanti più innovativi propongono ora laboratori di scrittura creativa, giochi di ruolo, storytelling collettivo, disegni e persino coding ispirato ai viaggi danteschi. Non si tratta di “abbassare il livello”, bensì di utilizzare linguaggi diversi, vicini alle nuove generazioni.

La creatività come motore educativo: esempi e riflessioni

Molti esperti sottolineano oggi come la creatività educativa sia uno degli strumenti più efficaci per affrontare le sfide poste dall’insegnamento della letteratura classica. Il caso dei Grest dimostra che attraverso attività estive parrocchiali a tema Dante, si favorisce la sperimentazione di nuovi metodi multidisciplinari, capaci di coniugare poesia, arte, musica, giochi cooperativi.

Ecco alcuni esempi di successo:

  • Realizzazione di fumetti sulla Divina Commedia
  • Tornei a squadre con quiz e prove di memoria sulle terzine
  • Drammatizzazione di episodi chiave (Francesca, Ulisse, Beatrice...)
  • Creazione di “passaporti danteschi” per annotare progressi nel viaggio tra Inferno, Purgatorio, Paradiso
  • Laboratori musicali per riscrivere in rima i passi celebri

Queste attività fanno sì che persino i ragazzi meno motivati possano sentirsi protagonisti e comprendere, almeno in parte, il valore di un’opera che ha formato la cultura italiana. L’incontro tra Grest e Commedia può dunque diventare un modello riproducibile anche in altri contesti, grazie alla sua versatilità e capacità inclusiva.

Sintesi finale

Attraverso la scelta coraggiosa di proporre Dante come tema estivo dei gruppi parrocchiali e grazie a un metodo improntato su coinvolgimento, creatività, dinamismo, la Divina Commedia prende vita sotto nuovi occhi. L’esperienza della diocesi italiana dimostra che anche le grandi opere, se demitizzate e riadattate in chiave moderna, possono parlare al cuore dei ragazzi.

La scuola può trarre ispirazione da queste esperienze, integrando la didattica attiva e la creatività nella trasmissione dei classici. Così, l’«amore più grande che c’è», quello che muove Dante e che può muovere anche i giovani, si fa ponte tra le generazioni e leva per una rinnovata educazione umanistica.

In ultima analisi, ciò che conta davvero è che la Commedia – e con essa il patrimonio letterario italiano – non resti più soltanto una lettera morta, ma diventi linfa viva per nuove generazioni capaci di leggere, sognare, interrogarsi e amare la cultura.

Pubblicato il: 16 giugno 2025 alle ore 07:18

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