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La scuola secondo Massimo Recalcati: il ritorno ai maestri autentici per rispondere ai giovani
Cultura

La scuola secondo Massimo Recalcati: il ritorno ai maestri autentici per rispondere ai giovani

Analisi, riflessioni e prospettive dopo 'La luce e l’onda. Cosa significa insegnare?' sul ruolo insostituibile del maestro nella scuola di oggi e di domani

La scuola secondo Massimo Recalcati: il ritorno ai maestri autentici per rispondere ai giovani

Indice

  1. Introduzione: il significato dell’insegnare oggi
  2. Chi è Massimo Recalcati e cosa rappresenta il suo nuovo libro
  3. La crisi contemporanea della figura del maestro
  4. Maestri, coach e tutor: differenze tra modelli educativi
  5. Perché i giovani chiedono ancora maestri veri
  6. La prospettiva di Recalcati sul ruolo del maestro nella scuola italiana
  7. Le ricadute pedagogiche e sociali: scuola, società e cultura del futuro
  8. Dibattito e sfide: la complessità del cambiamento educativo
  9. Conclusione: La lezione di 'La luce e l’onda' per la scuola di domani

Introduzione: il significato dell’insegnare oggi

Nel dibattito pubblico italiano parlare di scuola significa sempre più spesso discutere di didattica digitale, innovazione metodologica o nuove forme di valutazione. In questo panorama, il dibattito sulla centralità del maestro sembra essere quasi del tutto scomparso. Tuttavia, in controtendenza rispetto a questa marginalizzazione, Massimo Recalcati – psicoanalista, saggista, tra i più influenti intellettuali italiani contemporanei – nel suo ultimo libro “La luce e l’onda. Cosa significa insegnare?” riporta al centro la figura del maestro. Il volume, pubblicato recentemente, pone una domanda radicale ma fondamentale: che cosa significa insegnare oggi? E quale figura adulta chiede la scuola contemporanea?

Secondo Recalcati, la vera crisi della scuola contemporanea non è tanto di metodi o strumenti, bensì di assenza di maestri autentici. I giovani, sostiene, cercano maestri, non coach o semplici tutor, ribadendo così l’attualità e la necessità della figura magistrale nell’educazione.

Chi è Massimo Recalcati e cosa rappresenta il suo nuovo libro

Per comprendere la portata delle affermazioni contenute in “La luce e l’onda”, è utile ricordare chi è Massimo Recalcati e quale posizione ricopre oggi nel dibattito culturale nazionale. Massimo Recalcati è psicoanalista, professore universitario, autore di numerosi saggi sull'educazione, la famiglia, le relazioni umane. Il suo approccio si fonda sulla tradizione psicoanalitica lacaniana, ma si arricchisce di una profonda attenzione per la realtà contemporanea, in particolare per le sfide poste dall’educazione e dalla crescita dei giovani.

“La luce e l’onda. Cosa significa insegnare?” è un testo che si inserisce nel solco delle sue precedenti opere dedicate all’analisi della scuola e del ruolo dell’insegnante. Il libro affronta il tema del significato dell’insegnare, esplorando il rapporto tra insegnante e studente, e riflette sull’assenza del maestro come figura ispiratrice e necessaria per una società capace di futuro.

Il titolo fa riferimento ai due poli dell’insegnamento: la “luce” che illumina, cioè la funzione di guida e ispirazione, e “l’onda” che muove e trasporta, simbolo della trasmissione del sapere come atto generativo.

La crisi contemporanea della figura del maestro

Il libro di Massimo Recalcati evidenzia un fenomeno che, pur essendo sotto gli occhi di tutti, viene raramente tematizzato con la dovuta profondità: la crisi della figura del maestro nella scuola italiana. Oggi si tende a parlare di docenti come coach, facilitatori, o addirittura animatori di processi. In questa ottica, la relazione educativa appare spesso svuotata del suo carattere originario: quella di trasmissione di un sapere accompagnato dalla presenza significativa dell’adulto.

Secondo Recalcati, questa crisi trova radici nelle trasformazioni sociali degli ultimi decenni:

  • La svalutazione dell’autorità adulta
  • La messa in discussione dei saperi tradizionali
  • L’individualismo che alimenta la cultura della performance
  • L’invasione dei dispositivi digitali nella relazione educativa

Nonostante queste trasformazioni, i giovani continuano a “chiedere” maestri: figure capaci di rappresentare una direzione, una promessa, una testimonianza. Non può esistere, secondo Recalcati, una buona scuola senza buoni maestri.

Maestri, coach e tutor: differenze tra modelli educativi

Uno dei nodi centrali affrontati da Recalcati ne “La luce e l’onda” riguarda la differenza tra maestri, coach e tutor e le ricadute che queste distinzioni comportano sull’agire educativo. Nel panorama attuale, la figura del coach o del tutor sembra essere diventata predominante, soprattutto in seguito all’adozione di metodologie come la peer education e il tutoring.

Tuttavia, questi modelli educativi, sostiene Recalcati, non possono sostituire la funzione del maestro:

  • Il coach supporta, orienta, motiva, ma tende a favorire una relazione tra pari, spesso priva della tensione verticale tipica della relazione maestro-allievo.
  • Il tutor facilita percorsi individualizzati, ma rischia di ridurre la complessità educativa a una semplice erogazione di servizi di supporto.
  • Il maestro, invece, è una figura “esposta”, che testimonia con il proprio essere la possibilità di un incontro trasformativo con il sapere e la cultura.

La differenza tra maestri e coach non è solo semantica, ma sostanziale: riguarda il modo in cui l’adulto si espone agli occhi dello studente, la qualità della relazione, la capacità di testimoniare autenticità e passione nell’insegnamento.

Perché i giovani chiedono ancora maestri veri

Nel libro "La luce e l'onda", Recalcati sottolinea un aspetto sorprendente e spesso ignorato: i giovani ricercano ancora veri maestri. In un’epoca in cui l’adulto fatica a proporsi come punto di riferimento e la crisi valoriale sembra pervasiva, la domanda di autenticità e autorevolezza resta tuttavia accesa.

Questa richiesta non riguarda semplicemente l’esigenza di essere guidati, ma rivela la necessità profonda degli adolescenti di incontrare figure significative, in grado di offrire orizzonti di senso, domande sul futuro, possibilità di crescita reale.

  • Gli studenti hanno bisogno di vedere incarnati i valori della cultura.
  • Cercano adulti che sappiano ascoltare, ma anche correggere, guidare, provocare.
  • La presenza di maestri autorevoli sostiene la costruzione dell’identità dei giovani.

Recalcati invita il mondo della scuola a non farsi prendere dall’ansia di innovare dimenticando la funzione primaria del suo servizio: trasmettere e accendere domande di senso sui saperi, sulla vita, sulla responsabilità.

La prospettiva di Recalcati sul ruolo del maestro nella scuola italiana

Alla luce delle riflessioni contenute nel suo ultimo libro, Massimo Recalcati rilancia la centralità della figura del maestro come fulcro del processo educativo. La scuola italiana, secondo l'autore, rischia oggi di perdere la propria anima se abdica alla funzione di testimoniare la possibilità di una trasformazione umana e culturale.

Un maestro, per Recalcati, è colui che sa unire:

  • Competenza disciplinare: padroneggiare i contenuti
  • Passione educativa: credere nel valore della relazione aperta e generativa con gli allievi
  • Coerenza personale: essere modello di integrità e coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa

Nel volume, l’autore sottolinea inoltre il rischio di una “scuola senza maestri”, ossia un’istituzione privata della capacità testimoniale dell’adulto, che finisce per diventare un luogo di mera riproduzione di informazioni, incapace di incidere sul destino dei giovani.

Le ricadute pedagogiche e sociali: scuola, società e cultura del futuro

L’analisi di Recalcati non si esaurisce nella constatazione della crisi della figura del maestro, ma si apre a una più ampia riflessione sulle ricadute pedagogiche e sociali di questa situazione. Senza maestri autorevoli e presenti, la scuola rischia di diventare un luogo di passaggio, privo di senso e di incidenza sulle biografie individuali.

Le conseguenze sono molteplici:

  • Crescente disaffezione degli studenti nei confronti dei saperi scolastici
  • Fragilità identitaria
  • Difficoltà nel progettare il futuro e di interpretare le sfide della contemporaneità
  • Sfaldamento della funzione pubblica dell’istituzione scuola

Al contrario, il ritorno a una scuola dei maestri può costituire una ricchezza per la società, favorendo:

  • La costruzione di una cittadinanza attiva
  • Lo sviluppo di pensiero critico
  • L’assunzione di responsabilità personali e collettive

Come precisato dallo stesso Recalcati, parlare di significato dell’insegnare non è un discorso nostalgico, ma un appello a ridefinire le priorità della scuola del futuro.

Dibattito e sfide: la complessità del cambiamento educativo

Adottare il modello del maestro nell’attuale sistema scolastico italiano non è semplice. Le resistenze culturali, le richieste del mercato del lavoro, le attese delle famiglie, la pressione dei media e dei social rendono difficile recuperare il senso di una relazione educativa autentica, fondata sullo scambio intergenerazionale.

Diverse sono le sfide da affrontare, su cui lo stesso Recalcati richiama l’attenzione:

  • Formazione iniziale e in servizio dei docenti: serve un investimento culturale, non solo tecnico
  • Clima scolastico: creare condizioni di fiducia, ascolto, apertura e confronto
  • Riconoscimento sociale della funzione docente: il maestro va restituito alla sua dignità pubblica
  • Revisione dei modelli valutativi: l’educazione non può essere solo una questione di performance misurabili

È necessario avviare una riflessione collettiva che investa non solo la scuola, ma la società nel suo complesso, per accompagnare con intelligenza e lungimiranza le trasformazioni in atto.

Conclusione: La lezione di 'La luce e l’onda' per la scuola di domani

A oltre vent’anni dall’inizio del nuovo millennio, la scuola italiana non può più permettersi di trascurare il significato autentico dell’insegnare, così come affermato da Massimo Recalcati nel suo “La luce e l’onda”. La crisi della figura del maestro non è un problema solo interno all’istituzione scolastica, ma una questione che riguarda l’intero tessuto sociale.

I giovani, come sottolinea l’autore, continuano a chiedere maestri: figure solide, presenti, capaci di affiancare, guidare, correggere, testimoniare la passione per il sapere e la cultura. Senza maestri, la scuola rischia di diventare una macchina senza anima, distante dalla promessa di accompagnare i ragazzi nel loro viaggio di crescita e nella scoperta di sé stessi.

Il dibattito sollevato da Recalcati – e di cui “La luce e l’onda” è un prezioso contributo – rappresenta oggi una bussola per ripensare la scuola non solo come luogo di apprendimento, ma come spazio di incontro tra generazioni, laboratorio di trasformazione e crescita.

In sintesi:

  • È urgente restituire alla scuola italiana il senso della missione educativa
  • Serve recuperare la funzione del maestro quale figura insostituibile
  • Occorre investire nella formazione, nella cultura della testimonianza, nella centralità della relazione adulta

Solo così sarà possibile rispondere all’appello dei giovani, che nella complessità del presente non chiedono solo istruzioni o competenze tecniche, ma soprattutto occhi adulti capaci di vedere oltre, cuori pronti all’ascolto e mani tese a indicare sentieri possibili.

Le parole e le riflessioni di Massimo Recalcati ci invitano dunque a riscoprire la scuola come luogo vitale, crocevia di futuro e memoria, dove la luce dell’insegnamento incontra l’onda delle generazioni in cammino verso il domani.

Pubblicato il: 20 ottobre 2025 alle ore 09:25

Redazione EduNews24

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