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It Can Never Be The Same: La Fotografia di Lorenzo Tugnoli Rompe gli Stereotipi sull'Afghanistan
Cultura

It Can Never Be The Same: La Fotografia di Lorenzo Tugnoli Rompe gli Stereotipi sull'Afghanistan

A Roma la presentazione del libro che riscrive il racconto visivo dell’Afghanistan, superando i luoghi comuni della fotografia di guerra

It Can Never Be The Same: La Fotografia di Lorenzo Tugnoli Rompe gli Stereotipi sull'Afghanistan

Lorenzo Tugnoli, fotografo italiano di fama internazionale, ha recentemente presentato a Roma il suo ultimo libro fotografico "It Can Never Be The Same", dedicato all'Afghanistan. L’opera rappresenta un punto di svolta nel racconto visivo del Paese e, attraverso le lenti esperte di Tugnoli, sfida e decostruisce con decisione gli stereotipi visivi che da decenni influenzano lo sguardo occidentale sull’Afghanistan.

Indice

  1. Introduzione all’opera di Tugnoli e al contesto afghano
  2. Una nuova luce sull’Afghanistan: la visione di Tugnoli
  3. Il fotogiornalismo tra realtà e percezione
  4. Il libro "It Can Never Be The Same": narrazione e struttura
  5. Decostruire gli stereotipi visivi sull'Afghanistan
  6. La presentazione a Roma e il ruolo della città nell’accoglienza del reportage
  7. L’eredità della fotografia di guerra nel racconto afghano
  8. Cultura fotografica: la lezione di Tugnoli per le nuove generazioni
  9. Conclusioni: uno sguardo nuovo per un paese antico

Introduzione all’opera di Tugnoli e al contesto afghano

Il mondo della fotografia internazionale ha spesso fissato l’Afghanistan attraverso una lente riduttiva, dominata dalla guerra, dalla sofferenza e dalla disillusione. Tali immagini, se pur profondamente vere in molte circostanze, hanno finito per diventare cliché visivi, condizionando profondamente la percezione occidentale di un Paese dalla storia millenaria e dalle infinite sfumature. In questo contesto si inserisce il lavoro di Lorenzo Tugnoli, che da oltre un decennio opera in Afghanistan come fotoreporter e documentarista. Il suo nuovo libro "It Can Never Be The Same" non è solo una raccolta di fotografie: è un vero e proprio manifesto per una nuova prospettiva, un invito a "vedere oltre" il mainstream fotografico e narrativo.

Una nuova luce sull’Afghanistan: la visione di Tugnoli

Uno degli elementi più rivoluzionari dell’approccio di Tugnoli è la sua capacità di utilizzare la luce come strumento principale per raccontare una realtà complessa. *"La luce rompe il mainstream"* non è solo un espediente stilistico: è una dichiarazione d’intenti. L’artista si serve dei chiaroscuri, delle ombre, dei riflessi sulla pelle, sulle pietre antiche e sulle strade polverose per restituire dignità e profondità alle persone e ai luoghi immortalati.

Questa scelta stilistica distingue le sue immagini da quelle spesso diffuse dai media, che tradizionalmente abusano di forti contrasti, saturationi esasperate e composizioni tese a impressionare piuttosto che a raccontare. Nel progetto fotografico di Tugnoli, invece, la luce diventa metafora: illumina angoli nascosti, mette in risalto situazioni quotidiane e momenti di intimità familiare, suggerisce emozioni invece di urlarle.

Il fotogiornalismo tra realtà e percezione

La storia del fotogiornalismo in Afghanistan è ricca di esempi emblematici, dai leggendari scatti di Steve McCurry agli archivi dei grandi media internazionali. Tuttavia, questa vicinanza tra immagini iconiche e realtà vissuta è spesso segnata da profonde distorsioni. Le fotografie scattate da reporter stranieri hanno il potere di influenzare l’opinione pubblica globale, ma sollevano anche interrogativi sull’impatto delle narrazioni visive. Il lavoro di Tugnoli entra in questo dibattito con approccio critico e rispettoso.

Nelle sue fotografie non c’è traccia di sensazionalismo. Anzi, l’Afghanistan che emerge da "It Can Never Be The Same" è quello delle giornate ordinarie: bambini che studiano, artigiani all’opera, donne che si muovono nello spazio domestico e pubblico, uomini raccolti in preghiera o intenti al lavoro. La narrazione visiva si fa allora strumento di conoscenza, veicolo di empatia e di rispetto.

Il libro "It Can Never Be The Same": narrazione e struttura

Presentato ufficialmente a Roma, il volume "It Can Never Be The Same" inaugura una diversa modalità di racconto biografico e collettivo. Le immagini, mai ingabbiate da didascalie invasive, lasciano spazio all’interpretazione del lettore, invitandolo a sospendere il giudizio e ad affidarsi alle sfumature della luce e dei volti.

Il libro si apre con una riflessione sulla permanenza e il cambiamento: può davvero restare tutto uguale dopo decenni di conflitto? Tugnoli propone non tanto una risposta, quanto una serie di spunti visivi e narrativi capaci di sollecitare nuove domande. La struttura del volume segue un ritmo quasi cinematografico, alternando primi piani intensi a paesaggi solitari, scene di vita quotidiana a simboli della cultura afghana. L’ordine narrativo non è cronologico ma tematico e sensoriale.

Nella parte centrale, l’attenzione si concentra sulle persone: artigiani, musicisti, maestri e studenti. Una sezione è dedicata alle donne, spesso protagoniste silenziose della storia recente del paese. Gli scatti svelano dettagli sottili, gesti di cura, forme di resistenza che sfuggono alla cronaca ordinaria. Sullo sfondo, la città di Kabul e i suoi quartieri, le montagne del nord, i villaggi della provincia, diventano metafora visiva di un’intera nazione in bilico tra passato e futuro.

Decostruire gli stereotipi visivi sull'Afghanistan

Il cuore del libro e dell’opera di Lorenzo Tugnoli Afghanistan sta nella volontà esplicita di decostruire gli stereotipi visivi e narrativi che, spesso in modo inconsapevole, vengono veicolati da molte produzioni occidentali. Il compito non è semplice: decenni di reportage hanno consolidato immagini ricorrenti — kalashnikov, turbanti, muri crivellati di proiettili, volti segnati dal dolore.

Tugnoli sceglie invece di documentare aspetti meno visibili, come la resilienza delle comunità, i piccoli riti quotidiani, la sopravvivenza delle forme culturali tradizionali. Il risultato è un mosaico complesso e rispettoso dell’identità afghana, che si sottrae alla semplificazione e preferisce la narrazione sfumata e profonda.

*Principali stereotipi fotografici decostruiti da Tugnoli:*

  • Riduzione dell’Afghanistan a teatro esclusivo di guerra
  • Assenza di diversità: persone ritratte solo come vittime o combattenti
  • Centralità della sofferenza a discapito di momenti felici o neutri
  • Mancanza di attenzione verso riti, arte e cultura locale

Questo processo non esonera dalla denuncia delle molte difficoltà che il Paese attraversa, ma le restituisce una complessità spesso trascurata nei media mainstream.

La presentazione a Roma e il ruolo della città nell’accoglienza del reportage

La presentazione romana di "It Can Never Be The Same" rappresenta un momento di incontro tra il pubblico italiano e la realtà afgana. Roma, crocevia culturale e artistico da millenni, offre il contesto ideale per un dibattito ampio e partecipato sulle implicazioni etiche e narrative del fotoreportage Afghanistan.

Durante la serata, numerosi esperti di fotografia, giornalismo e cultura afgana hanno dialogato con l’autore, sottolineando come il libro di Tugnoli sia uno strumento prezioso per rinnovare il linguaggio delle immagini e per stimolare una riflessione profonda sulle modalità di rappresentazione dei paesi stranieri e delle crisi umanitarie.

Alla presentazione hanno partecipato:

  • Giornalisti e critici di fotografia
  • Rappresentanti della comunità afghana in Italia
  • Studenti e docenti di fotogiornalismo
  • Appassionati di storia della fotografia in Afghanistan

La città di Roma, con la sua storia secolare di accoglienza e dialogo interculturale, si è confermata luogo simbolico per la diffusione di nuove narrazioni visive.

L’eredità della fotografia di guerra nel racconto afghano

Uno dei temi più importanti trattati sia nel libro che nella presentazione romana riguarda il peso dell’eredità lasciata dalla fotografia di guerra sul racconto afghano. Per anni, le immagini provenienti dal Paese hanno avuto un fortissimo impatto sulle scelte politiche e umanitarie internazionali, ma hanno anche contribuito a ingabbiare la percezione dell’Afghanistan in un ruolo di vittima perpetua.

Tugnoli, senza mai minimizzare l'entità delle sofferenze subite dal popolo afghano, include nei suoi fotogrammi una ricerca costante della vita quotidiana, della speranza, della capacità di andare avanti. In questo modo, sovverte l’assunto che solo la spettacolarizzazione della violenza meriti una narrazione, offrendo invece una visione fatta di continuità e cambiamento.

Nei suoi scatti, elementi come la polvere delle strade o i bagliori della luce pomeridiana si trasformano in simboli universali di resilienza, capovolgendo la narrativa unica e restituendo un volto plurale all’Afghanistan.

Cultura fotografica: la lezione di Tugnoli per le nuove generazioni

"It Can Never Be The Same" non è solo un omaggio all’Afghanistan, ma anche un manuale ideale per chi si accosta oggi al fotogiornalismo. Nell'epoca della sovrabbondanza di immagini e della viralità istantanea, la cura della composizione, la profondità della narrazione e la responsabilità etica diventano elementi imprescindibili per una cultura fotografica matura.

Il libro di Tugnoli può quindi essere letto anche come uno strumento didattico:

  • Per futuri fotografi interessati a un approccio rispettoso e autentico
  • Per giornalisti che desiderano andare oltre il sensazionalismo
  • Per storici e ricercatori che indagano i processi simbolici della rappresentazione visiva
  • Per tutti coloro che vogliono comprendere davvero la realtà afghana, senza semplificazioni

La scelta di pubblicare e presentare il libro in Italia aggiunge valore al percorso dell’autore, sottolineando l’importanza di una filiera culturale che lega produzione, distribuzione e fruizione delle immagini a un tessuto sociale consapevole.

Conclusioni: uno sguardo nuovo per un paese antico

Il libro fotografico di Lorenzo Tugnoli rappresenta molto più di una raccolta di immagini: è una riflessione articolata e appassionata sulla necessità di cambiare paradigma nel narrare l’Afghanistan e, più in generale, tutti i contesti segnati da conflitti e fragilità. "It Can Never Be The Same" insegna a superare il mainstream, a lasciarci sorprendere dalla luce e dalla complessità della vita quotidiana, a resistere alle facili semplificazioni.

Attraverso le sue fotografie, Tugnoli invita a esercitare uno sguardo critico e partecipe, capace di restituire dignità e voce a chi spesso è rappresentato solo come vittima o come protagonista di tragedie. Il successo della presentazione a Roma testimonia la sete di nuovi linguaggi e nuovi immaginari, soprattutto in un’epoca in cui la fotografia, per quanto diffusa, rischia di diventare superficiale.

In definitiva, il contributo di Tugnoli all’affermazione di una nuova cultura fotografica Afghanistan è destinato a lasciare una traccia profonda non solo nel mondo del fotogiornalismo, ma anche nell’immaginario collettivo. Lo sguardo dell’autore ci accompagna così all’interno di una realtà fatta di luce, ombra, colori e silenzi, insegnandoci che anche nei territori più attraversati dalla storia, il cambiamento – umano e simbolico – è sempre possibile.

La narrazione visiva dell’Afghanistan non potrà mai più essere la stessa.

Pubblicato il: 5 novembre 2025 alle ore 08:07

Redazione EduNews24

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