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La scienza come pilastro per il futuro dell’Europa: il messaggio di Roberto Antonelli all’Accademia dei Lincei

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Dalla crisi politica alle sfide dell’intelligenza artificiale: perché investire nella ricerca scientifica è fondamentale per la coesione, lo sviluppo e la competitività europea

La scienza come pilastro per il futuro dell’Europa: il messaggio di Roberto Antonelli all’Accademia dei Lincei

Nell’ambito della cerimonia di consegna dei Premi Feltrinelli, il presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Roberto Antonelli, ha lanciato un appello forte per il rilancio della scienza e della ricerca come strumenti irrinunciabili di unione e progresso per l’Europa, sottolineando l’urgenza di superare i vincoli istituzionali e rilanciare la cooperazione continentale, anche alla luce delle nuove sfide tecnologiche e geopolitiche.

Indice degli Argomenti

* Introduzione * Il ruolo della scienza di fronte alle crisi in Europa e Medio Oriente * Scienza e coesione sociale: le parole di Roberto Antonelli * Ricerca scientifica e innovazione in Europa: criticità attuali * Superare i vincoli istituzionali per l’unità europea * La proposta di Giorgio Parisi: un Centro europeo per l’Intelligenza Artificiale * I Premi Feltrinelli e il valore della ricerca scientifica * Riflessioni conclusive: perché la scienza è il futuro dell’Europa

Introduzione

La cerimonia di consegna dei Premi Feltrinelli all’Accademia Nazionale dei Lincei, tenutasi il 13 giugno 2025, si è trasformata in un importante momento di riflessione sul destino dell’Europa e sul ruolo imprescindibile della scienza. In apertura, Roberto Antonelli, presidente dell’Accademia, ha preso la parola per lanciare un appello vibrante: in un’epoca caratterizzata da crisi geopolitiche, come quelle che affliggono l’Europa e il Medio Oriente, la scienza deve assumere un posto centrale nell’agenda pubblica, rappresentando il motore della coesione e della cooperazione tra i Paesi europei.

In questo articolo approfondiremo:

* Le dichiarazioni di Antonelli e il loro significato nel contesto attuale; * Le problematiche che frenano la ricerca in Europa; * Il valore delle proposte innovative, come quella di un centro europeo per l’Intelligenza Artificiale; * L’importanza della valorizzazione pubblica della scienza, attraverso riconoscimenti come i Premi Feltrinelli.

L’obiettivo è fornire una panoramica dettagliata e aggiornata di un tema cruciale: come e perché la scienza è essenziale per il futuro dell’Europa.

Il ruolo della scienza di fronte alle crisi in Europa e Medio Oriente

Le recenti crisi che colpiscono l’Europa e il vicino Medio Oriente non possono essere interpretate esclusivamente come eventi geopolitici o economici. Secondo Roberto Antonelli – una delle figure più autorevoli nel panorama delle scienze accademiche italiane – esse rappresentano un banco di prova anche per la capacità della comunità scientifica europea di offrire risposte di senso e di progresso condiviso.

Nel suo intervento, Antonelli ha evidenziato come le tensioni internazionali abbiano acuito la percezione di insicurezza e frammentazione tra i popoli europei. In questo contesto, la scienza non può più essere considerata un settore isolato, ma deve essere integrata nelle grandi strategie di politica internazionale come elemento di dialogo, collaborazione e innovazione.

I dati Eurostat, aggiornati a maggio 2025, mostrano che, nonostante un lento recupero dopo la pandemia, la cooperazione scientifica tra i Paesi UE rimane disomogenea, con notevoli disparità negli investimenti in ricerca e sviluppo (R&S). Queste divergenze, oltre a rallentare la capacità competitiva dell’Europa in ambiti come l’intelligenza artificiale o la medicina, rischiano di compromettere quella coesione sociale ed economica tanto auspicata da Antonelli.

In un’epoca segnata da conflitti e cambiamenti d’epoca, “_la scienza rappresenta l’ultimo grande campo neutro su cui costruire ponti tra Paesi, culture e generazioni_”, ha ammonito il presidente dei Lincei.

Scienza e coesione sociale: le parole di Roberto Antonelli

Il cuore del discorso di Roberto Antonelli ruota attorno a un concetto chiave: la scienza come fattore di coesione europea. In un panorama dominato da divisioni geopolitiche e contrasti ideologici, la ricerca scientifica può fungere da acceleratore di processi di integrazione.

Antonelli sottolinea come la scienza, a differenza di altre discipline, abbia storicamente superato confini e barriere, favorendo lo scambio di idee, innovazioni e approcci metodologici. A dimostrazione, basta pensare ai grandi progetti europei, come il CERN o l’ESA (Agenzia Spaziale Europea), dove scienziati di diversi Paesi collaborano quotidianamente per obiettivi comuni.

Punti salienti dell’intervento di Antonelli:

* La ricerca scientifica va sostenuta come investimento strategico per la competitività e la sostenibilità dell’Europa; * È necessario “_superare i vincoli istituzionali_” che limitano la collaborazione tra università e centri di ricerca, dando vita a un vero “spazio europeo della conoscenza”; * La scienza affronta oggi una doppia sfida: rispondere ai bisogni immediati (es. salute, clima, sicurezza) e preparare il continente alle trasformazioni future (es. rivoluzione digitale); * Valorizzare la “terza missione” delle università, ovvero il loro ruolo sociale, è fondamentale per costruire un’Europa più equa e inclusiva.

Ricerca scientifica e innovazione in Europa: criticità attuali

Sebbene l’Unione europea sia la seconda economia mondiale e un bacino di eccellenze accademiche, permangono criticità strutturali che frenano lo sviluppo della ricerca scientifica in Europa:

1. Investimenti ancora insufficienti: Secondo la Commissione europea, la spesa media in ricerca e sviluppo nei Paesi UE si attesta al 2,3% del PIL, con significative differenze tra Nord e Sud Europa. 2. Fuga dei cervelli: L’Italia, ad esempio, continua a perdere giovani talenti attratti da opportunità migliori all’estero, impoverendo il sistema nazionale e causando un deficit di innovazione. 3. Burocrazia e frammentazione: La molteplicità di procedure amministrative e la concorrenza fra Stati membri spesso ostacolano la creazione di grandi progetti collaborativi su scala paneuropea. 4. Disparità nell’accessibilità: Non tutte le aree e le università riescono ad accedere equamente ai fondi dello European Research Council o ad altri strumenti europei di finanziamento.

Il risultato è che l’Europa rischia di restare indietro sulle grandi “sfide globali” – prima fra tutte quella dell’intelligenza artificiale, dove i giganti di USA e Cina avanzano rapidamente.

Superare i vincoli istituzionali per l’unità europea

Uno dei passaggi più significativi del discorso di Roberto Antonelli riguarda la necessità di superare i vincoli istituzionali che ancora limitano la piena realizzazione di uno spazio europeo della conoscenza.

I vincoli istituzionali sono meccanismi giuridici e amministrativi che, pur garantendo la sovranità dei singoli Stati, spesso rallentano o impediscono la collaborazione tra atenei, enti di ricerca, imprese e soggetti pubblici/privati a livello continentale.

Antonelli ha quindi auspicato l’avvio di una riforma delle politiche europee per la ricerca, suggerendo:

* Maggiore flessibilità delle normative sull’assunzione di ricercatori di altri Stati membri; * Procedure semplificate per la realizzazione di progetti scientifici transfrontalieri; * Incentivi fiscali e finanziari per attività di ricerca che coinvolgono almeno tre Paesi europei; * Promozione di una cultura manageriale comune all’interno delle università europee.

Questo approccio mira a favorire un vero “mercato unico della conoscenza”, capace di ridurre le divisioni e sostenere la cooperazione scientifica europea su temi cruciali come l’energia verde, la medicina personalizzata o l’intelligenza artificiale.

La proposta di Giorgio Parisi: un Centro europeo per l’Intelligenza Artificiale

Durante la cerimonia, Antonelli ha citato con favore la proposta avanzata dal Nobel Giorgio Parisi: la creazione di un Centro europeo per l’Intelligenza Artificiale (AI).

Si tratta di un’idea destinata a catalizzare risorse, competenze e progettualità condivise su una delle tecnologie più disruptive della nostra epoca. Secondo Parisi, solo unendo capacità scientifiche, finanziarie e politiche su scala sovranazionale, l’Europa può recuperare il terreno perso rispetto alle potenze globali.

Vantaggi di un Centro europeo per l’AI:

* Centralizzazione delle migliori pratiche e dati di ricerca; * Creazione di reti interdisciplinari tra scienziati, imprenditori, eticisti e decision maker; * Potenziamento delle infrastrutture hardware e software necessarie per la formazione di nuove generazioni di esperti; * Rafforzamento del ruolo etico e sociale dell’AI, garantendo che il suo sviluppo sia guidato da principi compatibili con i valori europei di democrazia, privacy e inclusione.

Antonelli ha rimarcato che aderire a questa visione significa anche rilanciare il concetto stesso di identità europea, proiettandolo nel futuro grazie all’innovazione e alla scienza.

I Premi Feltrinelli e il valore della ricerca scientifica

La consegna dei Premi Feltrinelli all’Accademia dei Lincei non è solo un’occasione di celebrazione delle eccellenze italiane ed europee, ma anche un potente segnale politico e culturale. Attraverso questi premi, istituiti nel 1950 e suddivisi per discipline (scienza, arti, lettere, medicina, ecc.), l’Accademia valorizza ogni anno i risultati più significativi della ricerca e sottolinea il ruolo centrale della conoscenza nei processi di sviluppo sociale ed economico.

Il messaggio che arriva dalla cerimonia del 2025 è chiaro: investire nella scienza non è un lusso, ma una necessità per la sopravvivenza e la competitività dell’Europa.

> “Solo con una ricerca aperta, libera e fortemente finanziata l’Europa potrà affrontare le turbolenze del presente e prepararsi alle sfide future” – Roberto Antonelli

Tra i premiati di quest’anno, spiccano progetti legati alla sostenibilità ambientale, all’innovazione digitale e all’approccio multidisciplinare ai problemi globali. Tutti temi che dimostrano quanto la scienza possa incidere concretamente sulla qualità della vita degli europei.

Riflessioni conclusive: perché la scienza è il futuro dell’Europa

Analizzando le parole di Roberto Antonelli e il quadro delineato nella cerimonia dei Premi Feltrinelli, risulta evidente come la scienza sia molto più di un comparto produttivo: essa rappresenta la linfa vitale per la coesione europea, la tutela dei valori condivisi e l’apertura verso il futuro.

Oggi più che mai, l’Europa si trova davanti a un bivio:

* Da una parte, il rischio di chiudersi in logiche nazionali e protezionistiche che penalizzano la crescita scientifica e impediscono la formazione di una vera comunità di intenti. * Dall’altra, la possibilità di superare i vincoli istituzionali e costituire un sistema integrato dove la cooperazione scientifica europea sia la leva principale di progresso.

La proposta di un Centro europeo per l’Intelligenza Artificiale è solo un esempio di come visione, investimenti e governance condivisa possano rilanciare l’Europa come protagonista mondiale della conoscenza. Senza dimenticare l’importanza della divulgazione: celebrare la scienza attraverso eventi pubblici e premi, come i Feltrinelli, rende la ricerca accessibile, attrattiva e motore di partecipazione democratica.

In definitiva, il messaggio dei Lincei risuona con forza: senza scienza, l’Europa non ha futuro. Ma con una scienza sostenuta, libera e partecipata, il Vecchio Continente potrà ancora sorprendere il mondo, offrendo risposte all’altezza delle sue sfide e delle sue aspirazioni.

Pubblicato il: 13 giugno 2025 alle ore 12:38