Venezia, polemica per l’annullamento dell’incontro antimafia al liceo Benedetti: tra trasparenza e silenzi
Indice
* Introduzione: la vicenda e il contesto * L’incontro “Cosa Veneta”: finalità e protagonisti * L’annullamento: la comunicazione ufficiale * Le reazioni degli studenti e dell’assemblea Tuwat * Il ruolo delle scuole negli eventi antimafia * Mafie in Veneto: una questione attuale * La richiesta di trasparenza: cosa chiedono gli studenti * La posizione del liceo Benedetti * La voce degli invitati: pm Baccaglini e giornalista Molino * Precedenti e clima negli eventi antimafia a scuola * La normativa su eventi e incontri nelle scuole * Impatto sulla comunità scolastica e cittadina * Il valore della trasparenza nella scuola * Conclusioni e prospettive future
Introduzione: la vicenda e il contesto
L’annullamento dell’incontro antimafia intitolato “Cosa Veneta”, previsto presso il liceo scientifico Benedetti di Venezia, ha acceso un vivace dibattito cittadino e scolastico. L’evento, programmato con l’intervento della pm antimafia Stefania Baccaglini e del giornalista specializzato in criminalità organizzata Gianfranco Molino, rappresentava un’occasione importante per discutere del radicamento delle mafie nel Veneto. Tuttavia, una email inviata all’ultimo momento ha annullato la manifestazione, motivando la decisione con generici “problemi di organizzazione interna”. L’assemblea studentesca Tuwat ha subito richiesto chiarezza e trasparenza sulle ragioni della cancellazione.
Questa vicenda, che sembra apparentemente una questione di routine scolastica, è invece significativamente emblematica del ruolo delle scuole nella promozione della legalità e della libertà di discussione. L’annullamento di eventi antimafia solleva interrogativi profondi sia sullo stato del dibattito civico, sia sulla gestione degli interventi educativi nelle scuole.
L’incontro “Cosa Veneta”: finalità e protagonisti
L’incontro "Cosa Veneta" era stato annunciato come un momento di riflessione e confronto, pensato per coinvolgere studenti, docenti e ospiti autorevoli sulla presenza e il radicamento delle mafie nel Veneto, una tematica talvolta sottovalutata ma che la cronaca restituisce di grande attualità. La presenza della pm Stefania Baccaglini, figura di primo piano nella lotta contro le organizzazioni criminali nella regione, insieme al giornalista Gianfranco Molino, noto per le sue inchieste e la divulgazione sul tema della criminalità organizzata, dava all’evento un valore aggiunto di competenza, autorevolezza e stimolo al dibattito.
L’obiettivo era puntare i riflettori sulle strategie e dinamiche con cui la criminalità organizzata riesce a radicarsi anche nei territori apparentemente immuni, come il Nord-Est, spesso percepito come distante dal fenomeno mafioso. Il programma dell’incontro, diffuso in precedenza, prevedeva spazi per domande da parte degli studenti e dibattiti liberi, in una logica di partecipazione attiva e formazione civica.
L’annullamento: la comunicazione ufficiale
La cancellazione dell’evento antimafia è arrivata a sorpresa tramite una email istituzionale indirizzata alla comunità scolastica e agli ospiti invitati. Il testo della comunicazione, breve e laconico, recitava: "Per motivi organizzativi interni, siamo costretti ad annullare l’incontro previsto." Nessun dettaglio ulteriore è stato fornito né in merito a specifiche difficoltà, né riguardo a un possibile rinvio o riprogrammazione.
Questa mancanza di informazioni puntuali ha immediatamente destato perplessità tra gli studenti del liceo Benedetti, in particolare tra i membri dell’assemblea studentesca Tuwat, che da tempo si impegnano nell’organizzazione di momenti di sensibilizzazione antimafia. L’assenza di motivazioni chiare inizialmente ha dato adito a speculazioni, ipotesi e, soprattutto, a un diffuso senso di insoddisfazione rispetto al principio di trasparenza che dovrebbe guidare le istituzioni scolastiche.
Le reazioni degli studenti e dell’assemblea Tuwat
La reazione è stata immediata e decisa. L’assemblea studentesca Tuwat ha diffuso una nota pubblica chiedendo trasparenza e chiarimenti precisi sulle ragioni dell’annullamento. Secondo la loro posizione, la dicitura "problemi organizzativi interni" non solo è generica ma rischia di essere interpretata come un modo per evitare di affrontare il vero nodo della questione: l’eventuale pressione esterna o interna, oppure motivazioni legate alla delicatezza del tema trattato.
Gli studenti sottolineano l’importanza della partecipazione attiva alla vita democratica della scuola e ribadiscono come incontri di questo tipo siano fondamentali per la formazione di una coscienza critica e della cultura della legalità. La richiesta è che la scuola adotti una posizione chiara e motivata, fornendo una spiegazione esaustiva agli studenti, ai docenti e alla cittadinanza.
Il ruolo delle scuole negli eventi antimafia
Il tema solleva riflessioni più ampie sul ruolo delle scuole nella società contemporanea, in particolare riguardo l’organizzazione di eventi antimafia. Occasioni come quella programmata al liceo Benedetti devono essere viste non solo come finestre sulla realtà sociale, ma come strumenti essenziali per radicare valori civici, promuovere la legalità e attivare dinamiche di cittadinanza responsabile.
La partecipazione attiva a eventi antimafia rappresenta una delle funzioni prioritarie delle scuole, soprattutto in territori in cui il fenomeno criminale rischia di essere sottovalutato o addirittura ignorato dalla percezione comune. Cancellare un evento di questo tipo, per motivi poco chiari, trasmette un messaggio potenzialmente ambiguo e rischia di disincentivare il dibattito e la sensibilizzazione su temi fondamentali.
Mafie in Veneto: una questione attuale
Il Veneto, storicamente associato a una realtà produttiva virtuosa e a un tessuto sociale coeso, è oggi alle prese con la discreta ma pervasiva penetrazione delle mafie. Le inchieste della Direzione Distrettuale Antimafia e gli ultimi rapporti resi noti dalla stampa evidenziano come la criminalità organizzata abbia saputo radicarsi anche nel Nord-Est, mutando strategie e mimetizzandosi tra le pieghe dell’economia legale.
La presenza di reti criminali si manifesta nelle attività illecite legate all’economia – dal riciclaggio all’usura, dai traffici illeciti alle infiltrazioni nei settori degli appalti pubblici. In questo quadro, il compito educativo delle scuole assume ancora maggiore rilevanza, perché consente di creare una cultura attenta e reattiva al fenomeno.
La richiesta di trasparenza: cosa chiedono gli studenti
Gli studenti chiedono ora di conoscere quali reali "problemi organizzativi" abbiano motivato la cancellazione. Vogliono sapere se il tema trattato abbia incontrato resistenze o contrasti all’interno o all’esterno del liceo Benedetti. Propongono la costruzione di meccanismi di confronto trasparenti nei processi decisionali della scuola. La trasparenza nelle scuole di Venezia, per l’assemblea Tuwat, dev’essere la priorità, specie quando si affrontano temi sensibili come quello della presenza della mafia nel territorio veneto.
Il rischio infatti, secondo i promotori della richiesta, è che la decisione, se non spiegata pubblicamente, possa essere interpretata come paura ad affrontare temi scomodi o come cedimento a eventuali pressioni. Gli studenti rivendicano il diritto ad essere informati e a partecipare attivamente alla vita scolastica e civile, anche attraverso incontri che “mettono a disagio”, ma che servono proprio a scuotere le coscienze.
La posizione del liceo Benedetti
Allo stato attuale, dal liceo scientifico Benedetti non sono giunte ulteriori spiegazioni oltre quelle già comunicate tramite email. L’istituto ha ribadito la natura organizzativa del problema, evitando di fornire ulteriori dettagli sulle cause specifiche o sull’eventualità di una riprogrammazione dell’evento.
In passato, il liceo Benedetti si era distinto per l’organizzazione di altri eventi di rilievo sociale, culturale e civico. Tuttavia, la gestione di questa cancellazione ha sollevato dubbi sulla coerenza tra i principi dichiarati dalla scuola e le scelte concrete, soprattutto quando si tratta di tematiche di legalità, che dovrebbero essere tutelate e promosse con trasparenza assoluta.
La voce degli invitati: pm Baccaglini e giornalista Molino
Stefania Baccaglini, pubblica ministero con lunga esperienza nella lotta alle mafie, rappresenta un punto di riferimento per la legalità in Veneto. Gianfranco Molino, giornalista da anni impegnato nella sensibilizzazione contro le mafie, ha più volte sottolineato come informare e coinvolgere i giovani sia una priorità.
Entrambi, contattati per un commento sull’accaduto, hanno espresso rammarico per l’annullamento dell’iniziativa. Hanno inoltre ribadito la loro piena disponibilità a intervenire in futuro, suggerendo che solo attraverso il dialogo e l’informazione sia possibile prevenire le insidie della criminalità organizzata. Sul fronte della comunicazione, entrambi hanno auspicato che il confronto su questi temi torni al centro dell’agenda scolastica, senza tentennamenti né reticenze.
Precedenti e clima negli eventi antimafia a scuola
Non è la prima volta che eventi antimafia nelle scuole incontrano difficoltà organizzative, contestazioni o addirittura cancellazioni. In Italia sono numerosi i casi in cui assemblee, convegni e momenti di sensibilizzazione sono stati rinviati, annullati o modificati per motivi spesso poco chiari. La questione solleva il problema di come la scuola sappia tutelare il pluralismo, la libertà di discussione e la formazione civica.
Non di rado, infatti, la delicatezza dei temi trattati, la possibilità di pressioni esterne, oppure semplici divergenze interne alla scuola, hanno determinato la scelta di evitare appuntamenti potenzialmente divisivi. Tuttavia, proprio la gestione trasparente di tali criticità può diventare un modello di resilienza e crescita per la comunità scolastica stessa.
La normativa su eventi e incontri nelle scuole
Le linee guida nazionali e regionali in tema di organizzazione di eventi antimafia nelle scuole stabiliscono che il confronto su temi di legalità sia incoraggiato e che le scuole godano di ampia autonomia nella definizione di progetti e attività extracurricolari. Tuttavia, la discrezionalità lasciata ai dirigenti scolastici comporta la necessità di bilanciare esigenze organizzative, clima interno, pluralismo delle opinioni e collaborazione con le famiglie.
La trasparenza della comunicazione – soprattutto in caso di annullamenti – è uno degli indicatori della qualità dell’istituto scolastico. Solo una gestione apertamente condivisa delle decisioni consente di favorire la partecipazione attiva degli studenti e di trasmettere quei valori civici che sono la missione fondante della scuola.
Impatto sulla comunità scolastica e cittadina
L’annullamento dell’incontro "Cosa Veneta" ha avuto un impatto notevole sia sulla comunità scolastica, sia su quella cittadina. Molti genitori, docenti e rappresentanti delle istituzioni locali hanno chiesto spiegazioni e si sono detti dispiaciuti per la perdita di un’occasione di crescita collettiva. Il dibattito pubblico che ne è seguito evidenzia quanto sia sentita la necessità di discutere apertamente temi come il radicamento delle mafie anche in contesti ritenuti lontani dal fenomeno.
La vicenda evidenzia inoltre il bisogno di nuove forme di collaborazione tra scuole, associazioni, forze dell’ordine e società civile, affinché la cultura della legalità possa realmente radicarsi nella vita quotidiana, superando reticenze, paure e incomprensioni.
Il valore della trasparenza nella scuola
La richiesta di trasparenza avanzata dagli studenti dell’assemblea Tuwat rappresenta un passaggio fondamentale per la crescita democratica della scuola. Solo attraverso un confronto aperto sulle criticità è possibile creare un contesto educativo solido e credibile, capace di trasmettere davvero i valori della legalità e della partecipazione attiva.
La trasparenza, infatti, non è solo un dovere formale, ma il presupposto stesso perché la scuola possa rappresentare con coerenza un luogo di formazione civile. Eventi come l’annullamento dell’incontro antimafia al liceo Benedetti di Venezia impongono una riflessione più ampia su come la scuola costruisce il proprio ruolo pubblico: solo attraverso la chiarezza e la capacità di motivare pubblicamente le scelte si può garantire una reale crescita collettiva.
Conclusioni e prospettive future
Se l’annullamento dell’incontro antimafia al liceo Benedetti nasce da motivi puramente organizzativi, è necessario che la scuola adotti tutte le misure per evitare che simili situazioni si ripetano, assicurando piena trasparenza e rispetto per la comunità scolastica. Se invece ci sono state pressioni esterne o timori legati all’argomento trattato, serve ancor di più il coraggio di affrontarli pubblicamente, nella consapevolezza che la formazione alla legalità è un compito che richiede responsabilità e apertura.
La speranza, condivisa da studenti, docenti e cittadini, è che questo episodio possa diventare occasione di riflessione e ripartenza, con il rilancio di momenti di dibattito, incontri e progetti sulle mafie. Solo così la scuola può continuare a essere presidio di libertà, legalità e trasparenza, all’altezza della propria funzione storica e sociale nel tessuto democratico del nostro Paese.