Settimana corta a scuola: chi decide e come si delibera secondo la normativa vigente
Indice dei contenuti
1. Introduzione: il contesto e le domande delle scuole 2. Cos’è la settimana corta e quali scuole possono introdurla 3. Il quadro normativo: cosa prevede la legge italiana 4. Il ruolo del Consiglio di Istituto nella settimana corta 5. Il Collegio dei docenti e il suo parere: limiti e possibilità 6. L'iter per introdurre la settimana corta: passaggi operativi 7. Pro e contro della settimana corta: voci a confronto 8. Esperienze pratiche dalle scuole italiane 9. Modifiche all'orario scolastico: vincoli e possibilità 10. Domande frequenti e risposte degli esperti 11. Sintesi e conclusioni
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Introduzione: il contesto e le domande delle scuole
La questione della settimana corta a scuola – ovvero la possibilità di concentrare le lezioni in non meno di cinque giorni settimanali, tipicamente dal lunedì al venerdì – è sempre più dibattuta in Italia. In molte scuole vengono avanzate richieste di riorganizzazione dell’orario scolastico, spesso per motivi legati alle esigenze delle famiglie, all’innovazione didattica o ai costi di gestione. Tuttavia, non sempre è chiaro chi abbia il potere di deliberare e come procedere correttamente secondo la normativa.
Nel caso oggetto di questo approfondimento, una docente ha richiesto l'introduzione della settimana corta presso il proprio istituto, e la dirigente scolastica ha deliberato l’avvio di questa modalità a partire dal 7 gennaio 2026, con decisione presa in sede di Collegio docenti. Questa situazione pone interrogativi fondamentali sulla corretta prassi da seguire e sui rispettivi ruoli degli organi collegiali coinvolti.
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Cos’è la settimana corta e quali scuole possono introdurla
Si definisce settimana corta l’organizzazione dell’orario scolastico su cinque giorni anziché sei, con la conseguente estensione dell’orario giornaliero per rispettare il monte ore annuale previsto.
Le scuole italiane di ogni ordine e grado possono valutare questa ipotesi, fermo restando l’obbligo di garantire tutte le ore di insegnamento previste dalla legge in modo conforme agli ordinamenti scolastici. La settimana corta può riguardare:
* Scuole primarie * Scuole secondarie di primo grado * Scuole secondarie di secondo grado
L’introduzione o la modifica dell’orario settimanale richiedono un’accurata valutazione degli effetti su studenti, famiglie e personale scolastico.
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Il quadro normativo: cosa prevede la legge italiana
La normativa settimana corta scuole si basa su alcuni principi fondamentali stabiliti dal Testo Unico e successivi regolamenti ministeriali. In particolare, la legge consente che l’articolazione delle ore di lezione avvenga in "non meno di cinque giorni settimanali" (art. 5 D.P.R. 275/1999 e successive integrazioni). Questo significa che:
* Non è obbligatorio tenere lezioni sei giorni a settimana * La settimana corta è ammissibile dal punto di vista normativo
Inoltre, la legge stabilisce che la progettazione dell’orario rientra nella sfera dell’autonomia scolastica, ma sempre nel rispetto delle competenze degli organi collegiali.
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Il ruolo del Consiglio di Istituto nella settimana corta
Il ruolo centrale nella decisione settimana corta chi decide spetta al Consiglio di Istituto. Secondo la normativa, spettano infatti al Consiglio di Istituto le competenze in materia di “adozione del regolamento interno d’istituto”, “approvazione dei criteri generali per la programmazione educativa” e soprattutto “determinazione dell’orario giornaliero e settimanale delle attività scolastiche”.
Pertanto, la delibera per l’introduzione o la modifica della settimana corta deve essere formalmente adottata dal Consiglio di Istituto, su proposta e con i necessari pareri degli altri organi collegiali, ma è solo il Consiglio di Istituto a prendere l’atto definitivo.
Questo è un aspetto spesso sottovalutato ma fondamentale per la legittimità del provvedimento.
Elenco delle competenze del Consiglio di Istituto rilevanti:
* Approvazione del regolamento d’istituto * Scelta dell’articolazione oraria settimanale * Valutazione delle esigenze della comunità scolastica * Garanzia della trasparenza dell’iter decisionale
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Il Collegio dei docenti e il suo parere: limiti e possibilità
Il Collegio dei docenti, organo formato da tutti i docenti dell’istituto, ha il compito di esprimere parere sull’articolazione dell’orario, ma non ha potere deliberativo in merito all’attivazione della settimana corta.
Secondo la normativa e la prassi consolidata,
* Il parere espresso dal Collegio docenti può essere favorevole o contrario * Si tratta di un parere consultivo: non è vincolante per il Consiglio di Istituto
Il Collegio dei docenti può segnalare eventuali criticità didattiche, esigenze educative o problematiche organizzative, che verranno recepite e valutate dal Consiglio al momento della deliberazione.
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L’iter per introdurre la settimana corta: passaggi operativi
Come introdurre settimana corta scuola?
Riassumiamo in una guida pratica i passaggi necessari:
1. Raccolta di esigenze e proposte (da parte di docenti, famiglie, studenti) 2. Discussione in Collegio docenti e formulazione del parere 3. Predisposizione della proposta formale da parte della dirigenza 4. Presentazione della proposta al Consiglio di Istituto 5. Delibera finale del Consiglio di Istituto 6. Comunicazione ufficiale agli utenti (famiglie, personale, enti locali) 7. Pianificazione di eventuali aggiustamenti organizzativi (trasporti, refezione, gestione dei tempi scuola)
Nota importante: Se la settimana corta viene deliberata solo in Collegio docenti, la delibera è formalmente nulla e rischia un’impugnazione per violazione delle competenze.
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Pro e contro della settimana corta: voci a confronto
L’introduzione della settimana corta nelle scuole italiane suscita numerosi dibattiti. Riassumiamo alcuni degli argomenti a favore e contro, che vengono generalmente presi in considerazione da docenti, famiglie e studenti.
Vantaggi principali:
* Due giorni di pausa consecutivi favoriscono il recupero psicofisico degli studenti * Possibilità di svolgere attività extrascolastiche e sportive * Maggiore armonizzazione con i ritmi lavorativi delle famiglie * Riduzione dei costi energetici e di refezione per l’istituto
Criticità segnalate:
* Allungamento degli orari giornalieri: possibile stanchezza degli studenti più piccoli * Problemi di conciliazione per le famiglie prive di un supporto pomeridiano * Organizzazione di trasporti e servizi con orari modificati * Difficoltà di gestione delle attività laboratoriali o di sostegno
La valutazione puntuale dei pro e contro è parte integrante del processo deliberativo.
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Esperienze pratiche dalle scuole italiane
Numerose scuole, in varie regioni italiane, hanno già sperimentato la settimana corta adottando soluzioni personalizzate in base alle esigenze del territorio e delle comunità scolastiche.
Esempio 1: Una scuola primaria in Lombardia
Questa scuola ha introdotto la settimana corta con orario 8:00-13:45 dal lunedì al venerdì. Secondo i dati raccolti, la maggioranza delle famiglie ha apprezzato il cambio, mentre i docenti hanno dovuto rivedere la programmazione didattica.
Esempio 2: Un istituto superiore del Veneto
L’istituto ha adottato una soluzione flessibile, lasciando una giornata libera per attività di recupero o progetti, che possono essere frequentati su base volontaria. I risultati hanno mostrato un miglior equilibrio tra vita scolastica ed extracurricolare degli studenti.
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Modifiche all'orario scolastico: vincoli e possibilità
Modificare l’_orario scolastico richiede una pianificazione accurata:_
* Le ore complessive di insegnamento devono corrispondere a quanto stabilito dalla legge * L’articolazione in almeno cinque giorni settimanali è obbligatoria * Occorre valutare il fabbisogno di servizi aggiuntivi (trasporto, mensa) * È importante prevedere, laddove necessario, la concertazione con enti locali e famiglie
Regolamento orario settimanale scuole: ogni istituto è tenuto a formalizzare il nuovo orario attraverso un apposito regolamento, inserendolo nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) e comunicandolo preventivamente a tutte le parti interessate.
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Domande frequenti e risposte degli esperti
*Domanda 1: La dirigente scolastica può deliberare autonomamente la settimana corta?*
Risposta: No. La dirigente può proporre, coordinare gli organi e promuovere il confronto sul tema, ma la delibera settimana corta spetta esclusivamente al Consiglio di Istituto.
*Domanda 2: Il parere del Collegio docenti è vincolante?*
Risposta: No. Come indicato dalla normativa, il Collegio docenti esprime un parere consultivo e non vincolante, che il Consiglio di Istituto è tenuto a considerare ma non necessariamente a seguire.
*Domanda 3: È possibile modificare l'orario a metà anno scolastico?*
Risposta: In via generale, è sconsigliato salvo motivazioni eccezionali e previo coinvolgimento di tutte le componenti scolastiche. Ogni modifica dovrà essere deliberata dal Consiglio di Istituto e comunicata tempestivamente.
*Domanda 4: Che cosa succede se la delibera viene assunta dal Collegio docenti e non dal Consiglio d’Istituto?*
Risposta: In tal caso, la delibera è nulla e può essere annullata.
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Sintesi e conclusioni
L’introduzione della settimana corta nelle scuole rappresenta un’opportunità significativa di innovazione dell’offerta formativa e dell’organizzazione scolastica, ma solo se realizzata rispettando la normativa settimana corta scuole e il corretto iter deliberativo.
Riepilogando:
* Solo il Consiglio di Istituto può deliberare la settimana corta * Il Collegio docenti esprime un parere non vincolante * La legge consente l’articolazione delle ore in non meno di cinque giorni settimanali * Lavorare in modo condiviso e trasparente con tutte le componenti scolastiche è la chiave per il successo e la tenuta delle modifiche organizzative * È fondamentale comunicare in modo chiaro e tempestivo alle famiglie ogni variazione dell’orario e ascoltare le loro istanze
In ultima analisi, la qualità dell’esperienza scolastica passa anche dalla capacità di gestire questi cambiamenti nella cornice delle regole e nell’ottica di una scuola aperta all’ascolto e all’innovazione.