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Percorso Docenti Tre Anni di Servizio, Sovrannumerari e Algoritmo di Collocamento: Analisi del DM 75/2025 e Prospettive per il Futuro

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Il gruppo Uniti per Indire propone una soluzione per la gestione dei docenti sovrannumerari nei percorsi di specializzazione sul sostegno. Approfondimento sul DM 75/2025, l’algoritmo di collocamento e le criticità delle attuali procedure.

Percorso Docenti Tre Anni di Servizio, Sovrannumerari e Algoritmo di Collocamento: Analisi del DM 75/2025 e Prospettive per il Futuro

Nel contesto dell’università italiana e dei percorsi di specializzazione per il sostegno, il recente DM 75/2025 ha portato numerose novità e criticità in materia di graduatoria per i docenti con almeno tre anni di servizio. Il gruppo Uniti per Indire ha lanciato una proposta concreta: un algoritmo di collocamento per i docenti sovrannumerari. In questo approfondimento analizziamo il quadro normativo, le ripercussioni e le prospettive future.

Indice dei Contenuti

1. Il DM 75/2025: quadro normativo e finalità 2. Come funziona la graduatoria dei docenti secondo il DM 75/2025 3. Il nodo dei sovrannumerari: chi sono e quali diritti hanno 4. La proposta dell’algoritmo di collocamento avanzata da Uniti per Indire 5. Criticità attuali nella pubblicazione e gestione delle graduatorie 6. Posti residui e mobilità inter-universitaria: opportunità e limiti 7. Implicazioni per i docenti esclusi dalla graduatoria 8. Prospettive di riforma e raccomandazioni degli esperti 9. Sintesi finale e considerazioni conclusive

Il DM 75/2025: quadro normativo e finalità

Il DM 75/2025 rappresenta il nuovo pilastro normativo nella gestione delle graduatorie per l’accesso ai percorsi di specializzazione sul sostegno per docenti con almeno tre anni di servizio. L’obiettivo principale del decreto ministeriale è quello di garantire la priorità a coloro che hanno già maturato una significativa esperienza nelle scuole, valorizzando la loro competenza e offrendo una corsia preferenziale rispetto ai docenti meno esperti.

La normativa, pubblicata nel contesto di un piano straordinario per la formazione degli insegnanti di sostegno, mira a risolvere l’annoso problema della precarietà, soprattutto nella scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. Il percorso docenti tre anni di servizio, così come definito nel DM 75/2025, consente di fare chiarezza su chi può accedere alle procedure selettive e con quali criteri di priorità.

Dal punto di vista pratico, il decreto introduce una graduatoria specifica che favorisce chi ha già avuto accesso, in passato, a incarichi di durata significativa, promuovendo così un sistema di selezione trasparente e meritocratico.

Come funziona la graduatoria dei docenti secondo il DM 75/2025

Il cuore pulsante delle nuove regole è la graduatoria docenti tre anni di servizio. Questa attribuisce un punteggio premiale ai candidati che possono dimostrare almeno tre annualità di insegnamento, anche non continuative, nelle scuole italiane statali.

I criteri principali, dettati dal DM 75/2025, sono:

* Anzianità di servizio: Ogni anno scolastico effettivamente svolto viene valutato secondo griglie definite. * Titoli addizionali: Master, corsi di perfezionamento e altri percorsi universitari incrementano il punteggio. * Precedenti esperienze sul sostegno: Sono particolarmente valorizzate esperienze pregresse nello specifico ruolo.

La graduatoria sostegno insegnanti viene utilizzata da ogni Università per stabilire i nominativi che avranno accesso ai corsi di specializzazione. Tuttavia, la mancanza di una piattaforma coordinata a livello nazionale fa sì che ogni Ateneo gestisca la pubblicazione delle graduatorie in autonomia, con evidenti rischi di sovrapposizione e di esclusione di docenti qualificati.

Il nodo dei sovrannumerari: chi sono e quali diritti hanno

Una delle principali criticità sollevate dal gruppo Uniti per Indire riguarda la gestione dei denominati docenti sovrannumerari. Questi sono insegnanti in possesso dei requisiti, ma che – per mancanza di posti disponibili nell’Università in cui hanno fatto domanda – rischiano di essere estromessi dai percorsi di specializzazione.

Le ragioni possono essere molteplici:

* Alto numero di candidati rispetto ai posti disponibili; * Carenza di una regia chiara nella distribuzione dei posti; * Tempistiche e modalità di pubblicazione delle graduatorie disallineate tra università.

I diritti degli insegnanti sovrannumerari sono riconosciuti solo parzialmente dalla normativa vigente, ma non sono previste, almeno secondo la versione attuale del DM 75/2025, procedure automatiche per il loro ricollocamento.

La proposta dell’algoritmo di collocamento avanzata da Uniti per Indire

Di fronte a questa situazione, il gruppo Uniti per Indire spinge per l’adozione di un algoritmo per collocare i sovrannumerari. L’obiettivo è quello di garantire una gestione equa e trasparente dei docenti idonei che non trovano posto nella loro prima scelta universitaria.

La proposta prevede i seguenti step operativi:

1. Raccolta dei nominativi di tutti i docenti sovrannumerari a livello nazionale. 2. Individuazione dei posti residui disponibili nelle diverse Università, con aggiornamenti sincronizzati delle banche dati. 3. Assegnazione automatica dei sovrannumerari ai posti vacanti sulla base della posizione in graduatoria, del punteggio e delle preferenze espresse.

Questo sistema, basato su criteri oggettivi, permetterebbe di evitare le disparità di trattamento e ridurre il rischio che molti docenti qualificati rimangano senza un percorso formativo, pur possedendo i requisiti previsti dal bando percorsi specializzazione sostegno.

Vantaggi dell’algoritmo di collocamento:

* Trasparenza delle procedure; * Riduzione dei reclami e del contenzioso; * Massima valorizzazione delle risorse disponibili sul territorio.

Criticità attuali nella pubblicazione e gestione delle graduatorie

Uno degli aspetti più contestati dagli insegnanti e dalle associazioni di settore riguarda le tempistiche e le modalità di pubblicazione delle graduatorie. Nonostante l’urgenza di coprire i posti di sostegno nelle scuole, il DM 75/2025 non fissa scadenze univoche e lascia ampia discrezionalità agli atenei.

Le principali criticità sono:

* Assenza di un calendario nazionale: Ogni università pubblica le proprie graduatorie in momenti diversi. * Rischio di sovrapposizione dei bandi: Se tutte le Università dovessero emanare bandi con le stesse date, molti docenti potrebbero trovarsi nell’impossibilità di usufruire dei posti residui in altri atenei, come sottolineato nelle osservazioni di Uniti per Indire docenti sovrannumerari. * Scarsa coordinazione tra sistemi informativi: Non tutte le banche dati universitarie parlano tra loro, rendendo difficile la tracciabilità dei posti effettivamente disponibili.

Tale scenario genera preoccupazione sia tra i docenti che all’interno degli uffici amministrativi delle facoltà, aggravando la complessità della selezione e della distribuzione dei posti.

Posti residui e mobilità inter-universitaria: opportunità e limiti

Secondo quanto previsto dal DM 75/2025, i docenti non selezionati in graduatoria possono cercare posti residui presso altre università. Questa soluzione è stata pensata per non disperdere risorse umane preziose e garantire una copertura più omogenea dei corsi.

Aspetti positivi della mobilità inter-universitaria:

* Maggiore possibilità di accesso ai percorsi di specializzazione anche in caso di saturazione dei posti nella sede universitaria originaria; * Dinamicità nella distribuzione delle risorse docenti sul territorio nazionale; * Incentivo alla collaborazione tra atenei.

Tuttavia, permangono alcuni limiti strutturali:

* Mancanza di una piattaforma informatica nazionale per la pubblicazione e aggiornamento in tempo reale dei posti disponibili; * Ritardi nell’informazione ai candidati sui posti residui docenti università; * Possibili discriminazioni dovute a tempistiche disallineate tra una sede e l’altra.

In questo scenario, la proposta dell’algoritmo collocamento sovrannumerari permetterebbe di ottimizzare la distribuzione dei posti, riducendo le disparità territoriali.

Implicazioni per i docenti esclusi dalla graduatoria

L’attuale mancanza di certezze finisce con il penalizzare proprio quella categoria di insegnanti per cui il percorso docenti tre anni di servizio era stato originariamente pensato: professionisti con esperienza, che rischiano tuttavia di essere esclusi non per carenza di titoli, ma per lacune organizzative del sistema.

Le ripercussioni dirette sono molteplici:

* Frustrazione e demotivazione del personale scolastico; * Necessità di ripetere annualmente le procedure, con aggravio di tempi e costi; * Perdita di efficacia nella formazione del personale di sostegno.

Non va sottovalutato, inoltre, il rischio di contenzioso legale, in caso di esclusioni percepite come arbitrarie o non conformi ai principi di trasparenza e imparzialità.

Prospettive di riforma e raccomandazioni degli esperti

Diversi osservatori del mondo accademico e sindacale hanno indicato alcune possibili direttrici di intervento:

* Centralizzazione delle procedure: Costituzione di una piattaforma nazionale per la gestione delle graduatorie e dei posti residui. * Trasparenza nell’algoritmo di collocamento: Pubblicazione di regole chiare e di dati aggiornati sullo stato delle selezioni. * Formazione specifica del personale amministrativo universitario, per ridurre errori e discrepanze. * Coinvolgimento delle rappresentanze sindacali e degli utenti finali (insegnanti) nella definizione dei criteri di selezione.

Gli esperti sottolineano che una soluzione strutturata e algoritmica favorirebbe sia la meritocrazia sia l’efficienza amministrativa, aumentando la soddisfazione degli insegnanti e delle scuole stesse.

Sintesi finale e considerazioni conclusive

A tre mesi dalla pubblicazione del DM 75/2025, il settore universitario si trova ad affrontare sfide complesse nella gestione delle graduatorie per il percorso docenti tre anni di servizio. Mentre la priorità ai docenti con maggiore esperienza rappresenta un passo avanti verso la valorizzazione del mestiere insegnante, restano forti criticità nell’applicazione pratica dei criteri previsti.

La proposta di Uniti per Indire, incentrata su un algoritmo di collocamento sovrannumerari, si pone come soluzione equa e trasparente alle disparità attualmente esistenti. Una gestione più razionale e centralizzata delle graduatorie permetterebbe di garantire pari opportunità a tutti i docenti qualificati, valorizzando la loro esperienza e tutelando il diritto a una formazione avanzata.

Perché il sistema possa dirsi equo, è fondamentale che Ministero, atenei e parti sociali collaborino per la definizione di strumenti informatici, criteri di selezione e procedure trasparenti, che possano diventare il riferimento condiviso per i prossimi anni.

La sfida è ardua, ma la direzione è tracciata: promuovere un sistema di selezione davvero meritocratico, eliminando le zone d’ombra e riconoscendo pienamente il valore e la professionalità degli insegnanti italiani.

Pubblicato il: 28 maggio 2025 alle ore 15:28