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Maturità 2026: svolta nell’esame orale e nuove responsabilità

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La riforma Valditara introduce un colloquio obbligatorio che punta a valutare competenze e maturità personale degli studenti. Tutte le novità sulla Maturità 2026.

Maturità 2026: svolta nell’esame orale e nuove responsabilità

Indice

1. Introduzione: Le ragioni della riforma Valditara 2. Il nuovo esame orale: obblighi, struttura e obiettivi 3. I due scritti rimangono: cosa resta invariato 4. Valutazione della responsabilità e competenze 5. Le motivazioni della stretta sull’esame orale 6. Impatti attesi sulla scuola italiana e sugli studenti 7. Prime reazioni: docenti, studenti, associazioni 8. Verso il 2026: come prepararsi alla nuova maturità 9. Sintesi e prospettive future

Introduzione: Le ragioni della riforma Valditara

La Maturità 2026 rappresenterà uno snodo cruciale nell’evoluzione del sistema scolastico italiano. L’annuncio del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è arrivato in un momento in cui la scuola italiana, alla ricerca di una nuova identità post-pandemica, si interroga sul significato e sull’efficacia dell’Esame di Stato. Il ministro ha dichiarato che il colloquio orale sarà non solo obbligatorio, ma anche profondamente innovativo nella sua struttura e finalità, segnando una netta discontinuità rispetto alle modalità di esame del passato. Punto focale di questa rivoluzione sarà la valutazione non solo delle conoscenze, ma anche delle competenze e del grado di responsabilità degli studenti, in base ai quali sarà determinata la promozione o la bocciatura.

Il nuovo esame orale: obblighi, struttura e obiettivi

La novità più dirompente della riforma Valditara riguarda il colloquio orale. Diversamente da quanto accaduto negli ultimi anni, in cui modalità e criteri di valutazione erano spesso oggetto di dibattito, dal 2026 il colloquio diventerà un passaggio imposto e centrale. Il ministro è stato chiaro: “Chi boicotterà l’orale sarà punito con la bocciatura”, sottolineando la serietà e il rigore che assisteranno questa fase della Maturità.

Il nuovo esame orale maturità non sarà più solo una verifica tradizionale delle conoscenze disciplinari, ma un autentico percorso valoriale e formativo. Oltre alla preparazione sulle materie, il ragazzo dovrà dimostrare di aver acquisito un grado di maturità personale e di responsabilità, considerati elementi fondamentali per l’ingresso nella vita adulta e nel mondo del lavoro. Il colloquio, dunque, si trasforma in un esame della persona, capace di fotografare il percorso di crescita dello studente durante i cinque anni di scuola superiore.

I criteri e la struttura dettagliata del colloquio saranno oggetto di ulteriori circolari e note ministeriali, tuttavia Valditara ha già delineato le cornici principali: la Commissione avrà strumenti per sondare le competenze trasversali, la capacità di ragionamento critico, la padronanza del linguaggio e la disposizione ad assumersi responsabilità individuali e collettive. Rileverà molto anche l’atteggiamento con cui il candidato approccerà l’orale: la serietà, la puntualità, la capacità di argomentare davanti a una platea di adulti. Tutte qualità essenziali, secondo il Ministro, “per formare cittadini consapevoli e affidabili”.

I due scritti rimangono: cosa resta invariato

Nonostante la portata delle modifiche introdotte sull’orale, la riforma lascia fermi i pilastri storici della Maturità: le prove scritte. Gli studenti continueranno ad affrontare due elaborati scritti. Anche nella maturità 2026, i due scritti rimarranno invariati rispetto alle attuali modalità. Il primo scritto previste un tema comune – generalmente di italiano – che permette a ciascun candidato di ragionare, argomentare, sviluppare la propria capacità di analisi testuale e produrre un elaborato chiaro, coeso ed espressivo. Il secondo scritto resta specifico per l’indirizzo di studio: matematica per il Liceo Scientifico, lingua straniera al Linguistico, discipline tecniche agli istituti tecnici e così via, in base alla tipologia di scuola superiore frequentata.

La scelta di mantenere inalterate le prove scritte risponde, secondo quanto spiegato da Valditara, all’esigenza di garantire una valutazione continua delle conoscenze di base e di settore, evitando di sovrapporre troppi cambiamenti contemporaneamente. I docenti e le commissioni, quindi, avranno ancora stabili punti di riferimento, mentre il vero cambiamento e la vera sfida si sposteranno soprattutto sulla gestione e sull’interpretazione dell’esame orale.

Valutazione della responsabilità e competenze

Una delle autentiche rivoluzioni della maturità 2026 sarà il forte accento sulla responsabilità personale e sulle cosiddette soft skills. Il nuovo colloquio orale mira infatti a indagare non soltanto il bagaglio tecnico-disciplinare dei ragazzi, ma anche la capacità di muoversi in un contesto adulto con autonomia, consapevolezza e senso civico.

La responsabilità, parola chiave della riforma Valditara, diventa così criterio guida per tutta l’impostazione dell’esame. Il Ministero punta a una scuola che non sia più soltanto luogo di trasmissione verticalizzata delle materie, ma laboratorio di crescita in cui si impara a diventare cittadini. Gli studenti che affronteranno la maturità 2026 dovranno sapere che la “responsabilità” non consiste solo nel sapere, ma nel saper essere e saper fare. La commissione d’esame valuterà, in questa nuova prospettiva, la maturazione globale dello studente: il modo in cui si relaziona con docenti e compagni, la capacità di risolvere problemi in modo creativo e ragionato, l’apertura al confronto e la gestione dello stress.

Se questa impostazione verrà mantenuta e tradotta in linee guida chiare, la maturità potrà finalmente diventare un momento autentico di crescita, capace di riconoscere il merito e, allo stesso tempo, segnalare le aree di fragilità su cui lavorare nel futuro.

Le motivazioni della stretta sull’esame orale

“L’esame di Stato deve tornare a essere uno spartiacque della formazione personale e civica”, ha dichiarato Valditara durante la presentazione della riforma. Il ministro ha ribadito come negli ultimi anni il valore simbolico e selettivo della maturità sia stato lentamente eroso da una progressiva “normalizzazione”: troppe promozioni, troppa poca attenzione all’impegno reale e al senso di responsabilità.

Nelle intenzioni del Ministero, questa nuova maturità intende riscrivere il rapporto tra scuola superiore e società, ristabilendo un esame capace di segnare davvero il passaggio all’età adulta. Attraverso il nuovo obbligo dell’orale e le sanzioni per chi non si presenta o boicotta il colloquio – in primis la bocciatura – si mira a far comprendere ai giovani quanto sia importante affrontare, con rispetto e serietà, un percorso iniziato cinque anni prima. Un messaggio chiaro anche alle famiglie e al corpo docente, chiamati a sostenere e orientare i ragazzi in un momento tanto delicato.

Inoltre, il colloquio obbligatorio serve anche a contrastare fenomeni poco edificanti come l’assenteismo strategico, le scorciatoie legate a certificazioni fasulle o la convinzione, serpeggiante in alcuni casi, che la maturità sia una formalità più che una sfida autentica. Valditara punta, quindi, su un esame oralematurità che sia realmente costruttivo, ma anche simbolo di uno Stato che torna a credere nella funzione educativa della scuola.

Impatti attesi sulla scuola italiana e sugli studenti

L’introduzione del nuovo esame orale obbligatorio per la maturità 2026 avrà impatti ampi su tutta la filiera scolastica. I dirigenti scolastici dovranno aggiornare i regolamenti interni, i docenti saranno chiamati a innovare le proprie pratiche di insegnamento e valutazione, supportando i ragazzi nello sviluppo non solo cognitivo ma anche personale.

Gli studenti, dal canto loro, dovranno cambiare mentalità: non più “studiare per superare l’esame”, ma prepararsi a dimostrare chi si è diventati attraverso un confronto a tutto tondo con la commissione. Il nuovo obbligo sarà occasione di crescita, ma anche fonte di incognite e preoccupazioni. In vista della maturità 2026, sarà fondamentale accompagnare i giovani con strumenti di orientamento e formazione specifica: laboratori di autovalutazione, simulazioni di colloqui, percorsi di consapevolezza emotiva e programmi di tutoraggio basati sulle soft skills.

A livello istituzionale, si prevede un rafforzamento dei percorsi PCTO (ex alternanza scuola-lavoro), che potranno diventare terreno ideale per esercitarsi sia nella responsabilità che nell’autonomia. L’esame orale, d’altra parte, potrà contare su modalità “aperte”, capaci di valorizzare anche attività extra curricolari, esperienze, attitudini e passioni dei ragazzi, in una logica di personalizzazione del percorso.

Prime reazioni: docenti, studenti, associazioni

Non sono mancate le immediate reazioni alla riforma. I docenti si dicono prudentemente favorevoli agli intenti di Valditara, pur sottolineando la necessità di ricevere strumenti pedagogici efficaci e protocolli chiari per la valutazione della responsabilità e della maturità personale.

Le associazioni degli studenti, invece, si sono mostrate preoccupate dal rischio di arbitrarietà nella valutazione. “Valorizzare la responsabilità è sacrosanto, ma chi garantisce criteri omogenei tra una commissione e l’altra?”, si chiedono. Temono inoltre che il peso della prova orale aumenti lo stress e possa penalizzare chi ha forti disagi personali o ha vissuto percorsi formativi meno lineari.

Il mondo accademico e pedagogico invita a un dialogo serio tra Ministero, enti di formazione e famiglie, per costruire una nuova cultura dell’esame orale– non basata solo sulla selezione, ma capace di orientare i giovani verso un’autentica maturità.

Verso il 2026: come prepararsi alla nuova maturità

L’introduzione della maturità Valditara impone alle scuole una revisione della propria didattica quotidiana. Non basterà più studiare bene le materie, servirà allenarsi al confronto, alla discussione, alla capacità di argomentare con logica e sensibilità sociale. Gli insegnanti saranno chiamati a integrare nel curriculum momenti di discussione collettiva, esperienze di public speaking, esercizi di autocritica e autovalutazione.

Gli studenti, dal canto loro, dovranno imparare a gestire l’ansia, a presentarsi in modo credibile, ad affrontare anche domande di scenario aperto che richiedano spirito critico e impostazione dialogica. Più che una semplice verifica finale, la Maturità 2026 richiederà un percorso di investimento costante su sé stessi.

Centrale sarà il ruolo del consiglio di classe, chiamato a monitorare costantemente non solo il profitto ma anche la maturazione globale dei ragazzi, suggerendo percorsi di recupero personalizzato laddove emergessero criticità.

Sintesi e prospettive future

La nuova maturità 2026 segna un cambio di paradigma nella scuola italiana. Grazie alle novità introdotte dal ministro Valditara – in particolare, il nuovo ruolo dell’esame orale maturità – vengono messi al centro il senso di responsabilità e la maturità degli studenti, con l’obiettivo di formare cittadini completi e pronti alle sfide del presente e del futuro.

L’obbligatorietà del colloquio, la possibilità di bocciatura in caso di boicottaggio, la valutazione delle competenze trasversali e delle soft skills rappresentano scommesse importanti. Le scuole avranno il compito di accompagnare questa transizione, trasformando le criticità in opportunità di crescita. Il sistema italiano, storicamente ancorato a tradizioni solide ma a volte poco flessibili, avrà occasione di ripensarsi come laboratorio di cittadinanza attiva.

Il successo della riforma dipenderà, come spesso avviene, dalla capacità di tutti gli attori scolastici – studenti, docenti, dirigenti e famiglie – di collaborare e credere in una scuola che non chiede solo “quanto sai”, ma soprattutto “chi sei” e “di cosa sei capace come persona responsabile”. La maturità 2026 potrebbe essere ricordata come l’anno della svolta: non più verifica di nozioni, ma maturazione autentica e responsabilità.

Pubblicato il: 14 luglio 2025 alle ore 05:20