Immissioni in ruolo 2025/26: posti per classe di concorso
Indice dei paragrafi
* Introduzione: le immissioni in ruolo docenti 2025/26 * Il Decreto Ministeriale n. 137 dell’11 luglio 2025 * La suddivisione del contingente: GaE e concorsi * Le regioni con più posti disponibili: focus su Emilia Romagna e Lazio * La tabella B: riparto regionale e suddivisione per classe di concorso * Gli accantonamenti PNRR2: cosa sono e perché contano * Le istruzioni operative per le assunzioni scuola 2025 * La scadenza del 31 dicembre 2025: cosa cambia per i docenti * Prospettive e problematiche delle immissioni in ruolo * Sintesi finale
Introduzione: le immissioni in ruolo docenti 2025/26
Nel quadro delle politiche di rafforzamento e ricambio del corpo docenti, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha avviato la procedura per le immissioni in ruolo docenti 2025/26. L’attenzione si è concentrata sulla suddivisione per classe di concorso in ogni regione e sugli accantonamenti PNRR2 scuola, punti nevralgici per il futuro della scuola italiana. Questa articolata operazione amministrativa e gestionale mira a garantire la necessaria copertura dei posti disponibili, rispondendo alle esigenze delle singole realtà territoriali e al tempo stesso promuovendo un utilizzo oculato delle risorse legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il Decreto Ministeriale n. 137 dell’11 luglio 2025
Il decreto ministeriale n. 137 emanato l’11 luglio 2025 rappresenta il documento di riferimento principale per la procedura di assunzione dei docenti. Il provvedimento, trasmesso a tutti gli Uffici Scolastici Regionali (USR), contiene le istruzioni operative assunzioni scuola 2025 e la fondamentale tabella B di riparto regionale docenti. L’intento dichiarato dal Ministero è duplice: da un lato fornire ai responsabili territoriali una guida dettagliata sull’organizzazione delle immissioni in ruolo, dall’altro assicurare trasparenza e tempestività nella copertura delle cattedre, anche in vista dell’inizio del prossimo anno scolastico.
Il decreto n. 137 dettaglia le modalità con cui la macchina amministrativa dovrà operare, individuando tempistiche, criteri di scelta e percentuali di assegnazione dei posti tra graduatorie ad esaurimento (GaE) e i vari concorsi. Racchiude inoltre indicazioni puntuali sulla gestione dei cosiddetti accantonamenti PNRR2 scuola, elemento che sarà ulteriormente approfondito in seguito.
La suddivisione del contingente: GaE e concorsi
Uno degli aspetti più delicati nella gestione delle immissioni in ruolo docenti 2025/26 è rappresentato dalla suddivisione del contingente di posti disponibili tra le diverse modalità di accesso. Il Ministero ha previsto, in linea con i dispositivi normativi vigenti, che siano gli Uffici scolastici a suddividere il contingente dei posti tra:
* le Graduatorie ad Esaurimento (GaE), che continuano a rappresentare uno strumento fondamentale per garantire continuità didattica e valorizzazione di docenti con anni di esperienza; * le graduatorie di merito dei concorsi ordinari e straordinari che, grazie agli ultimi bandi pubblicati, costituiscono l’altra grande via per accedere al ruolo.
Questa strategia ha l’obiettivo di contemperare il valore dell’anzianità e della professionalità maturata con lo slancio dato dall’ingresso di nuove forze selezionate tramite procedure concorsuali. È proprio tale equilibrio che rende la suddivisione per classe di concorso particolarmente attesa e oggetto di analisi.
Le regioni con più posti disponibili: focus su Emilia Romagna e Lazio
Se si analizzano i dati della tabella B di riparto regionale docenti, emerge che le regioni con il più alto numero di posti disponibili sono l’Emilia Romagna e il Lazio. In Emilia Romagna il contingente ammonta a 4.170 posti disponibili, mentre il Lazio ne conta 3.851. Questi dati, confermati dal decreto e dalle tabelle ufficiali, mettono in luce le durature esigenze di organico soprattutto negli istituti di alcune aree metropolitane ma anche la necessità di potenziamento dell’offerta formativa.
La presenza di un numero così consistente di posti disponibili Emilia Romagna e Lazio indica una maggiore possibilità per i candidati di queste realtà di accedere al ruolo, ma anche una sfida per le amministrazioni locali, che dovranno gestire una mole importante di nuove assunzioni, garantendo al contempo trasparenza, equità di trattamento e celerità nelle pratiche amministrative.
Caratteristiche del fabbisogno regionale
Va inoltre tenuto presente come i dati sulle disponibilità rispecchino non solo le dimensioni dell’organico, ma anche le criticità: in regioni con maggiori pensionamenti, trasferimenti o difficoltà nel coprire le cattedre in particolari ambiti disciplinari, i numeri risultano più alti. Ad esempio, proprio Emilia Romagna e Lazio da anni denunciano mancanza di docenti su determinate classi di concorso, rendendo ancora più pressante la necessità di un'efficiente gestione.
La tabella B: riparto regionale e suddivisione per classe di concorso
Cuore tecnico della procedura di immissioni in ruolo è la cosiddetta tabella B di riparto regionale docenti allegata al dm n. 137. In essa viene riportato, per ciascuna regione, il numero esatto di posti attribuiti, scomposti per ordine di scuola e singola classe di concorso. Si tratta di uno strumento di lavoro imprescindibile sia per gli Uffici scolastici, chiamati a individuare le cattedre, sia per i candidati, che possono valutare dove e in che misura aumentano le possibilità di assunzione sulla base della propria abilitazione.
La suddivisione per classe di concorso permette di allocare le risorse rispettando le esigenze specifiche di ogni disciplina: dalle materie scientifiche, sempre sotto pressione per via della carenza di aspiranti, alle discipline artistiche o tecniche, spesso oggetto di forte mobilità interna tra regioni, fino alle classiche materie letterarie e linguistiche, che richiedono una pianificazione attenta per assicurare copertura in tutto il territorio nazionale.
Questa tabella funge anche da bussola per orientare le scelte future dei candidati che, conoscendo in anticipo le soglie di offerta, possono programmare la propria partecipazione ai vari concorsi e percorsi di abilitazione.
Gli accantonamenti PNRR2: cosa sono e perché contano
Uno degli elementi di novità introdotti in questa tornata di assunzioni è la gestione degli accantonamenti PNRR2 scuola. Si tratta di posti riservati per rispondere alle finalità e agli obiettivi specifici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, seconda componente dedicata alla scuola. Questi posti sono temporaneamente “bloccati” o assegnati con priorità a progetti strategici promossi dal PNRR2, spesso rivolti all’innovazione didattica, alla digitalizzazione delle scuole e al potenziamento delle competenze STEM.
La presenza di accantonamenti vincola in parte la possibilità di immissione sui posti “liberi” da parte degli ordinari candidati, ma permette al sistema scolastico di dotarsi di figure specifiche funzionali al completamento delle progettualità finanziate dall’Europa. In ogni regione sono previsti contingenti variabili di posti accantonati, dettagliati nella tabella B.
È proprio la sinergia tra copertura organica ordinaria e investimento PNRR2 che consente alla scuola italiana di stare al passo con la transizione digitale e metodologica richiesta a livello comunitario, confermando la centralità della formazione dei docenti nella più ampia strategia nazionale.
Le istruzioni operative per le assunzioni scuola 2025
Oltre alle tabelle e alle disposizioni numeriche, il dm 137 contiene anche le istruzioni operative assunzioni scuola 2025, che disciplinano in modo dettagliato le varie fasi procedurali da osservare per garantire uniformità sul territorio nazionale. Gli step principali riguardano:
* La suddivisione e la comunicazione tempestiva dei contingenti tra GaE e concorsi; * La pubblicazione degli elenchi ufficiali dei posti regione per regione, scuola per scuola; * Le modalità di convocazione e scelta della sede, con procedure informatizzate per accelerare le tempistiche; * La gestione delle preferenze territoriali e delle precedenze previste dalla normativa (es. legge 104); * I tempi per la presa di servizio e la formazione obbligatoria; * La gestione degli accantonamenti e delle riserve PNRR2.
Durante tale procedura, il ruolo degli USR e dei singoli Uffici scolastici provinciali riveste un’importanza cruciale, poiché le decisioni prese in questa fase condizionano il corretto avvio delle lezioni e la stabilità didattica in tutto il Paese.
La scadenza del 31 dicembre 2025: cosa cambia per i docenti
Un’altra novità di rilievo, contenuta nelle istruzioni operative del decreto ministeriale, è rappresentata dalla scadenza assunzioni docenti 31 dicembre 2025. La possibilità di procedere alle assunzioni fino a fine anno rappresenta un dispiegamento temporale inconsueto rispetto agli anni precedenti, in cui i termini erano molto più stringenti e terminavano tipicamente entro l’inizio dell’anno scolastico.
Questa dilatazione temporale è sia una risposta alle difficoltà di copertura, sia una misura per dare respiro amministrativo alle varie strutture territoriali, che potranno così adeguarsi con maggiore flessibilità alle effettive disponibilità di personale e alle singole situazioni. Per i docenti l’effetto diretto sarà quello di un ventaglio più ampio di opportunità d’inserimento, a patto che si mantenga l’attenzione sulla tempestività della presa di servizio e sull’allineamento delle tempistiche tra le diverse regioni.
Prospettive e problematiche delle immissioni in ruolo
La riforma complessa delle immissioni in ruolo docenti 2025/26 pone anche alcune questioni aperte. In particolare, permangono differenze marcate tra regioni, sia in termini di disponibilità effettive che di distribuzione fra le diverse classi di concorso. Le aree del nord centro, in particolare Emilia Romagna, vedono un costante aumento del fabbisogno in certe discipline tecnico-scientifiche, spesso sprovviste di candidati in graduatoria. Al contempo, alcune classi di concorso continuano a presentare la problematica delle “graduatorie esaurite” e della scarsità cronica di aspiranti.
Emergono poi criticità nella gestione degli accantonamenti PNRR2, che rischiano di lasciare temporaneamente scoperti alcuni insegnamenti tradizionali mentre si procede con i progetti straordinari. Il Ministero sarà chiamato a monitorare con attenzione l’effettiva copertura delle cattedre, adattando strategie e bandi futuri sulla base delle reali necessità emerse in corso d’opera.
Non mancano infine le preoccupazioni sulla qualità del processo selettivo, la durata dei nuovi percorsi abilitanti, nonché la tenuta amministrativa di USR e Uffici scolastici provinciali sotto pressione nei mesi di maggiore carico.
Sintesi finale
Le immissioni in ruolo docenti 2025/26 rappresentano un appuntamento chiave per la scuola italiana: il decreto ministeriale n. 137, grazie alla sua articolazione in tabelle, istruzioni e modalità operative, delinea un percorso più articolato e trasparente, capace di valorizzare il merito ma anche di riconoscere l’importanza dell’esperienza didattica. La suddivisione per classe di concorso, l’attenzione agli accantonamenti PNRR2 e la nuova finestra temporale che arriva fino al 31 dicembre 2025 offrono elementi di flessibilità e innovazione rispetto al passato. Tuttavia, rimangono sfide da affrontare, a cominciare dalla copertura delle aree disciplinari più critiche fino al monitoraggio della qualità e dell’efficacia delle procedure.
Per tutti i docenti aspiranti, le opportunità sono oggi più numerose, ma richiedono un’attenta lettura delle tabelle e delle istruzioni operative: la trasparenza, la rapidità d’azione e la coerenza delle pratiche saranno la vera cartina di tornasole di questa tornata di assunzioni. Nel prossimo futuro sarà decisivo valutare, dati alla mano, quanto i meccanismi messi in campo contribuiranno non solo a migliorare la stabilità dell’organico, ma anche a rilanciare, in chiave europea, l’innovazione e l’inclusione delle nostre scuole.