Compensi ai Docenti in Gita Scolastica: Realtà, Dubbi e Contraddizioni di un Volontariato Non Riconosciuto
Indice
1. Introduzione: la questione dei compensi nelle gite scolastiche 2. Inquadramento normativo: cosa prevede la legge 3. Il Fondo FIS e la retribuzione delle attività extra 4. Contrattazione d’istituto e variabilità territoriale 5. Le dimensioni del “volontariato” docente 6. Responsabilità e rischi per i docenti accompagnatori 7. Compensi e diritti: la voce dei sindacati 8. La situazione dei docenti precari 9. Confronti internazionali: cosa succede nel resto d’Europa 10. Il dibattito pubblico innescato dalla tragedia 11. Proposte e possibili soluzioni al problema dei compensi 12. Conclusione e sintesi finale
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Introduzione: la questione dei compensi nelle gite scolastiche
Negli ultimi mesi il tema dei compensi ai docenti accompagnatori nelle gite scolastiche è salito alla ribalta, spesso associato a sentimenti di indignazione e a un acceso dibattito pubblico. L’argomento è tornato di scottante attualità a seguito di un tragico incidente avvenuto durante una gita scolastica, in cui una insegnante ha perso la vita. Questo evento ha riportato al centro dell’attenzione non solo le responsabilità dei docenti in simili contesti, ma anche i diritti relativi a retribuzione, assicurazione e riconoscimento del lavoro svolto. Ma quanto vengono realmente pagati i docenti in gita? E come si stabiliscono questi compensi?
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Inquadramento normativo: cosa prevede la legge
In Italia, l’accompagnamento degli alunni durante i viaggi d’istruzione e le uscite didattiche rientra tra i cosiddetti compiti aggiuntivi dei docenti. La normativa vigente non prevede un compenso obbligatorio e strutturale per questi incarichi. Questo determina una significativa disparità di trattamento: il compenso per i docenti può variare da scuola a scuola e, spesso, non è affatto garantito.
Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il comparto scuola indica che queste attività rientrano tra le funzioni non obbligatorie, aprendo quindi alla possibilità — ma non all’obbligo — di riconoscere una indennità, da stabilirsi a livello d’istituto. Tuttavia, la legge non impone alcun pagamento automatico per la partecipazione alle gite scolastiche, lasciando di fatto la questione alla libera interpretazione delle singole scuole.
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Il Fondo FIS e la retribuzione delle attività extra
I pochi casi in cui viene corrisposto un compenso docenti per gita scolastica si avvalgono delle risorse proprie del FIS – Fondo per le Istituzioni Scolastiche. Questo fondo è utilizzato, secondo la normativa, per retribuire il personale docente e ATA per attività aggiuntive non obbligatorie, come corsi di recupero, progetti, straordinari, attività di sostegno e, per l’appunto, accompagnamento in viaggi di istruzione.
Le risorse del FIS sono tuttavia estremamente limitate. In genere, secondo quanto stabilito dalle tabelle ministeriali, la retribuzione prevista è di 38,50 euro per ora di insegnamento extra. Quando applicata alle gite, spesso si traduce in un importo forfettario, quasi mai calcolato in base alle ore effettive di lavoro svolte. Le scuole tendono a privilegiare altri tipi di attività nell’assegnazione delle risorse e solo “pochissime scuole riescono a dare un compenso ai docenti”, come evidenziato dai principali sindacati di categoria.
Esempio pratico:
* Se una gita dura tre giorni, con una presenza media di 12 ore al giorno da parte del docente, difficilmente il compenso, quando riconosciuto, supera i 100-120 euro complessivi, valori spesso inferiori al vero carico di lavoro e alle responsabilità assunte.
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Contrattazione d’Istituto e variabilità territoriale
Nel panorama italiano, la discrezionalità nella contrattazione d’istituto fa sì che il compenso per l’accompagnamento alle gite scolastiche vari notevolmente da un istituto all’altro e da una regione all’altra. In molte scuole, il tema non viene affrontato o viene regolato con un simbolico rimborso spese, mentre in alcuni pochi casi si arriva, grazie a una gestione oculata del FIS, a riconoscere un modesto compenso forfettario.
I criteri sono decisi in sede di contrattazione integrativa d’istituto, dove la Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) si confronta con il dirigente scolastico circa la ripartizione del fondo integrativo. Qui, l’obiettivo dovrebbe essere quello di valorizzare tutte le attività aggiuntive svolte dal personale docente, ma il budget riservato raramente consente di retribuire adeguatamente tutte le voci, soprattutto se si considerano anche corsi pomeridiani, recuperi e progetti.
Variabili nella contrattazione:
* Disponibilità e ammontare del FIS assegnato dal Ministero * Scelte politiche del collegio docenti * Negoziato sindacale a livello di singola istituzione * Differenze tra nord e sud, tra grandi città e territori periferici
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Le dimensioni del “volontariato” docente
Alla luce di quanto sopra, si può affermare che nella stragrande maggioranza dei casi, l’accompagnamento degli studenti nelle gite scolastiche avviene gratuitamente, o meglio “in conto passione”. Il lavoro degli insegnanti durante i viaggi è considerato una forma di volontariato docente nella scuola pubblica.
Il fenomeno è giustificato — secondo alcuni dirigenti scolastici — come uno slancio di missione educativa, ma è evidente che su di esso si regge un pezzo dell’offerta formativa italiana.
Effetti collaterali del volontariato:
* Minor numero di insegnanti disposti ad accompagnare * Difficoltà nell’organizzare gite lunghe o all’estero * Penalizzazione di studenti con disabilità o bisogni particolari per carenza di personale dedicato
Il tema tocca anche la sfera psicologica e relazionale: molti docenti accompagnatori sentono di lavorare “per la scuola e per i ragazzi”, ma vivono comunque frustrazione per il mancato riconoscimento economico e l’assenza di tutele specifiche in casi di incidente o infortunio.
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Responsabilità e rischi per i docenti accompagnatori
Accompagnare una classe, soprattutto fuori sede per diversi giorni, comporta responsabilità civili, amministrative e penali, spesso gravose e non proporzionate ai compensi (se presenti). L’insegnante assume il ruolo di “primo tutore” per tutto il tempo della gita, dovendo garantire:
* Sicurezza e incolumità degli studenti * Vigilanza continua * Gestione delle emergenze * Relazione con famiglie e dirigenti
Un docente accompagnatore risponde in prima persona di qualsiasi evenienza e, come insegna la cronaca, anche in caso di eventi tragici può essere coinvolto in procedimenti giudiziari. Eppure, in cambio non sempre riceve adeguate tutele (assicurative, legali, previdenziali) e il compenso rimane spesso “simbolico” o assente.
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Compensi e diritti: la voce dei sindacati
I principali sindacati della scuola denunciano da anni il carattere ingiustamente gratuito della mansione. La FLC CGIL, ad esempio, sottolinea come il problema compensi nelle gite scolastiche gravi in particolare sulle spalle dei più giovani e dei precari. Il sindacato ANIEF ha proposto di istituire un fondo nazionale ad hoc per coprire i compensi degli insegnanti accompagnatori su tutto il territorio nazionale, sollecitando anche una revisione delle polizze assicurative e delle coperture previdenziali nei confronti del personale.
Criticità evidenziate dai sindacati:
1. Mancanza di uniformità nei compensi 2. Carenza di risorse stabili (FIS insufficiente) 3. Situazione drammatica nelle scuole con più basso tasso di dotazione economica 4. Penalizzazione dei docenti precari
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La situazione dei docenti precari
Un capitolo a parte riguarda la posizione dei docenti precari nelle gite scolastiche. Non di rado, soprattutto nelle scuole del primo ciclo (primaria e secondaria di primo grado), accade che siano proprio i docenti con contratto a tempo determinato a farsi carico delle gite. In tali casi, la situazione si aggrava perché:
* Spesso manca una copertura assicurativa specifica per loro * Non sempre viene riconosciuto il viaggio d’istruzione ai fini del punteggio o dell’anzianità * Il compenso, quando esiste, è decisamente irrisorio
La precarietà lavorativa si somma quindi alla precarietà del |riconoscimento economico, scoraggiando la partecipazione dei supplenti e creando disparità anche tra colleghi all’interno dello stesso istituto.
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Confronti internazionali: cosa succede nel resto d’Europa
Un altro aspetto interessante riguarda il confronto tra Italia e Paesi europei. Nei principali Stati membri dell’Unione Europea, la partecipazione dei docenti ai viaggi d’istruzione viene spesso retribuita attraverso:
* Compensi diretti e calcolati sulle ore effettive di presenza * Rimborso spese documentato * Coperture assicurative adeguate
In paesi come Germania, Francia e Spagna, il docente accompagnatore in gita riceve un’indennità giornaliera e tutte le ore sono conteggiate come servizio effettivo. Questo contribuisce a una maggiore adesione volontaria e a una migliore organizzazione delle attività extracurricolari.
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Il dibattito pubblico innescato dalla tragedia
L’incidente che ha coinvolto la docente durante una gita ha rappresentato uno spartiacque nell’opinione pubblica e nei media. I fatti hanno fatto emergere il tema dei diritti dei docenti accompagnatori nei viaggi di istruzione e la necessità di coniugare l’entusiasmo educativo con adeguate tutele e retribuzione.
Sui social e nelle associazioni di categoria si moltiplicano le esperienze personali, con testimonianze che mettono in luce la fatica, le rinunce e anche la passione di chi continua a offrire questa opportunità agli studenti, pur in assenza di riconoscimento economico.
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Proposte e possibili soluzioni al problema dei compensi
Alla luce di una situazione oggettivamente insoddisfacente, sono molte le proposte in campo per superare l’attuale sistema del compenso Fis docenti e garantire invece un modello di “compenso reale e uniforme”:
* Stanziamento di un fondo nazionale specifico per le gite scolastiche * Introduzione di una voce di retribuzione obbligatoria nel CCNL * Semplificazione delle procedure di pagamento * Potenziamento della copertura assicurativa per docenti accompagnatori * Trasparenza nella contrattazione d’istituto e nelle rendicontazioni * Campagne di sensibilizzazione presso le famiglie e l’opinione pubblica
Queste proposte incontrano il favore dei sindacati, delle associazioni di categoria e di molti dirigenti scolastici, preoccupati dalle crescenti difficoltà organizzative e dal rischio di “disaffezione” dei docenti verso le attività extra scolastiche.
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Conclusione e sintesi finale
La questione del compenso dei docenti nelle gite scolastiche rimane aperta e di grande attualità. La normativa lascia ampia discrezionalità, consentendo purtroppo prassi di tipo “volontaristico” piuttosto che professionale. Il problema compensi per le gite scolastiche si riflette sulle opportunità educative degli studenti, sulla qualità dell’offerta formativa e sul benessere psicofisico dei lavoratori della scuola.
Un vero riconoscimento economico, analogo agli standard europei, è una battaglia da combattere collettivamente: solo in questo modo si potrà restituire dignità a una delle attività più formative e preziose della scuola italiana. Fino ad allora, i docenti continueranno a svolgere con passione, ma anche con molti rischi e poche tutele, il proprio ruolo di educatori “on the road”.
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