{/* Extracted from Header.astro - Use appropriate classes/styles if animations needed */}

Crisi dell'artigianalità in Italia: il grido d'allarme dal libro 'Il saper fare italiano'

Your browser doesn't support HTML5 audio

Audio version available

Professioni artigianali e settore moda cercano nuova linfa: i dati allarmanti e le prospettive per il Made in Italy

Crisi dell'artigianalità in Italia: il grido d'allarme dal libro 'Il saper fare italiano'

Indice dei paragrafi

* Introduzione: un allarme sul futuro dell'artigianalità * L’artigianalità italiana: un patrimonio a rischio * La presentazione del libro 'Il saper fare italiano' all’Università di Firenze * Il quadro drammatico del lavoro nel settore moda * Figure professionali più richieste: sarti, modellisti e ricamatori * L’importanza della formazione nel contrastare la crisi * Il ruolo delle aziende e le difficoltà nella ricerca di personale specializzato * Le cause della crisi: fenomeni sociali, economici e tecnologici * Le conseguenze per il Made in Italy e il prestigio internazionale * Iniziative e soluzioni proposte per il rilancio dell’artigianato * Il valore della tradizione e l’innovazione nel saper fare italiano * Sintesi e prospettive future

Introduzione: un allarme sul futuro dell'artigianalità

L’artigianalità italiana rappresenta da sempre una delle colonne portanti della cultura e dell’economia del nostro Paese. Tuttavia, secondo quanto emerso di recente durante la presentazione del libro di Maurizio Carucci _'Il saper fare italiano'_, questo patrimonio rischia seriamente di scomparire nel giro di qualche anno. Le dichiarazioni degli esperti e i dati diffusi nel corso dell’evento fiorentino gettano luce su una crisi profonda che coinvolge una vasta gamma di settori, in particolare quello della moda e del Made in Italy. L'urgenza della situazione lascia presagire scenari inquietanti per il futuro del lavoro artigiano e della reputazione internazionale dell’Italia.

L’artigianalità italiana: un patrimonio a rischio

Quando si parla di artigianato Made in Italy, si fa riferimento ad un insieme di saperi, tecniche e mestieri tramandati di generazione in generazione. La manualità_, la _cura del dettaglio e la passione per il proprio lavoro sono sempre stati il marchio di fabbrica del saper fare italiano. Eppure, oggi tutto questo rischia di perdersi. Negli ultimi decenni, il numero di realtà artigiane è drasticamente calato e sempre meno giovani sono attratti da queste professioni. Molti di questi mestieri, come ha sostenuto Carucci, «non trovano più il ricambio generazionale e si avviano a sparire». Il fenomeno riguarda tutta la Penisola e coinvolge in modo particolare quei comparti, come il tessile e la moda, che sono storicamente legati alla reputazione del nostro Paese all’estero.

La presentazione del libro 'Il saper fare italiano' all’Università di Firenze

Il dibattito su questi temi è stato acceso dalla presentazione del volume _'Il saper fare italiano'_, tenutasi all’Università di Firenze. Questo testo, curato da Maurizio Carucci e pubblicato da Over., mette in luce l’importanza di mantenere viva la tradizione artigiana come elemento distintivo e motore di sviluppo di nuove professionalità. L’incontro ha richiamato esperti del settore, docenti universitari, rappresentanti delle associazioni di categoria e studenti. Nel corso dell’evento, è stato lanciato un vero e proprio grido d’allarme: «L’artigianalità sta scomparendo – ha ribadito l’autore – e con essa se ne va una parte insostituibile della nostra identità». Questa consapevolezza è alla base del progetto editoriale, che intende sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore unico del patrimonio artigianale nazionale.

Il quadro drammatico del lavoro nel settore moda

Uno dei dati più preoccupanti emersi nel corso della presentazione riguarda la richiesta crescente di figure artigianali nel settore moda. Secondo uno studio presentato nel libro, entro il 2028 il fabbisogno di lavoratori nella moda italiana raggiungerà quota 75.000 unità. Si tratta di una cifra elevata, che rivela sia la vitalità del comparto che l’urgenza di mettere in campo strategie efficaci per garantire la formazione e la presenza di personale adeguato. Tuttavia, il 50% delle aziende del settore moda lamenta gravi difficoltà a trovare personale qualificato. Questo squilibrio rischia di danneggiare irreparabilmente la filiera produttiva Made in Italy, con gravi ripercussioni sull’immagine e sui fatturati delle imprese italiane attive sui mercati internazionali.

I numeri della crisi secondo il libro

* 75.000 unità lavorative richieste entro il 2028 nel solo settore moda * Metà delle aziende fatica a reperire personale tecnico-artigianale * Sarti, modellisti e ricamatori sono tra i profili più difficili da trovare

Figure professionali più richieste: sarti, modellisti e ricamatori

Il volume dedicato al saper fare italiano identifica una serie di figure professionali essenziali per la sopravvivenza del comparto moda e del sistema artigianale nel suo complesso. In testa alla classifica delle professioni artigianali più richieste spiccano i sarti, i ricamatori e i modellisti. Questi mestieri richiedono anni di pratica, grande talento e una formazione specifica che può essere acquisita solo attraverso un percorso dedicato tra bottega, scuola e azienda. Le aziende cercano spesso queste professionalità ma si scontrano con una drammatica carenza di offerta. Il rischio, evidenziato anche dal libro, è che parte delle lavorazioni più pregiate sia affidata a fornitori esterni o che ci si rivolga a produzioni estere, con un evidente impatto negativo sulla qualità e sull’autenticità del prodotto finale.

Perché queste figure sono strategiche

* La sartoria artigianale italiana è il simbolo del lusso e dell’eleganza internazionale * I modellisti danno forma e concretezza alle idee degli stilisti, realizzando prototipi unici * I ricamatori custodiscono antiche tecniche di decoro e personalizzazione, valore aggiunto del prodotto Made in Italy

L’importanza della formazione nel contrastare la crisi

La questione della formazione di sarti, modellisti e ricamatori emerge con forza nel dibattito. Secondo gli intervenuti, oggi manca un sistema efficace di orientamento e qualificazione dei giovani verso questi percorsi di carriera. Scuole superiori e istituti tecnici professionalizzanti faticano ad attrarre nuovi iscritti ai corsi di artigianato e moda, spesso percepiti come lavori "faticosi" o poco redditizi. Eppure, esistono numerosi esempi positivi di percorsi di eccellenza in Italia, dalle scuole di alta sartoria ai laboratori di formazione promossi dalle grandi maison del lusso. Potenziare questi canali, investendo su formatori esperti e aggiornando i curricoli didattici, è la strada indicata dal libro come principale leva per il rilancio della carriera nella moda italiana.

Proposte per migliorare la formazione

1. Rafforzare l’alternanza scuola-lavoro in aziende artigianali 2. Valorizzare la trasmissione dei saperi tra maestri e apprendisti 3. Favorire l’accesso a borse di studio e incentivi per i giovani 4. Collaborare con aziende del settore moda per percorsi pratici

Il ruolo delle aziende e le difficoltà nella ricerca di personale specializzato

La crescente difficoltà delle aziende italiane del settore moda e artigianato nel reperire personale qualificato è uno degli aspetti più urgenti in questo scenario di crisi. Gli imprenditori, da una parte, segnalano la necessità di personale con competenze tecniche avanzate e sensibilità estetica, dall’altra lamentano la scarsità di candidati disposti ad intraprendere questi mestieri. Investire nella formazione interna e nella valorizzazione delle competenze diventa pertanto essenziale. Alcune realtà stanno tentando strade innovative, come laboratori di formazione permanente e corsi di aggiornamento riservati ai dipendenti già presenti in azienda.

Le strategie aziendali più diffuse

* Collaborazione con istituti di moda e design locali * Partecipazione a fiere e saloni per attrarre nuovi talenti * Stage e tirocini formativi in azienda * Corsi di aggiornamento e formazione continua

Le cause della crisi: fenomeni sociali, economici e tecnologici

Il declino dell’artigianalità italiana ha radici profonde e molteplici. Tra le cause principali individuate nel libro 'Il saper fare italiano' spiccano:

* L’invecchiamento della popolazione attiva nei mestieri artigianali, senza sufficiente ricambio generazionale; * L’abbassamento del valore percepito delle professioni manuali rispetto a quelle di tipo accademico; * L’espansione di processi produttivi industriali e automatizzati che riducono la richiesta di manualità esperta; * La scarsa promozione sociale e culturale del lavoro artigianale presso le nuove generazioni; * Le difficoltà economiche affrontate dalle microimprese, tra alto costo del lavoro e tasse.

Tali fattori concorrono a rendere sempre meno attrattive le professioni artigianali, generando una spirale negativa dalla quale è difficile uscire senza un cambiamento di rotta deciso a livello di sistema.

Le conseguenze per il Made in Italy e il prestigio internazionale

La crisi delle professioni artigiane rischia di erodere uno degli asset fondamentali del nostro Made in Italy: l’unicità e la qualità delle lavorazioni. Brand famosi in tutto il mondo fondano il proprio successo sull’impiego di maestranze specializzate capaci di garantire standard elevati di originalità, perfezione tecnica, creatività. Se queste competenze dovessero sparire, si perderebbe uno dei principali vantaggi competitivi dell’Italia sui mercati globali. In particolare, il settore moda potrebbe subire una perdita di appeal e autenticità difficilmente recuperabile.

Iniziative e soluzioni proposte per il rilancio dell’artigianato

Durante l’incontro fiorentino sono state avanzate diverse proposte operative per arginare la crisi e promuovere il rilancio del saper fare italiano. Tra le misure considerate più efficaci figurano:

* Una maggiore integrazione tra scuola e impresa, creando percorsi di eccellenza e apprendistato in azienda; * Campagne di sensibilizzazione sui media, volte a valorizzare la figura dell’artigiano modernizzando la sua immagine; * Sostegno economico e fiscale alle piccole imprese artigiane; * Incentivi all’imprenditorialità giovanile e al ritorno ai mestieri manuali; * Creazione di reti tra imprese, istituzioni e fondazioni culturali per tramandare tecniche storiche e promuovere l’innovazione nei metodi produttivi.

Il valore della tradizione e l’innovazione nel saper fare italiano

Tradizione e innovazione sono le due facce del mestiere artigiano che, quando dialogano tra loro, creano risultati d’eccellenza. Il segreto del successo del Made in Italy sta proprio nella capacità di coniugare il rispetto per i canoni costruttivi tramandati nei secoli con la costante sperimentazione di nuovi materiali, strumenti e processi. Nel libro, Carucci sottolinea che «l’artigiano moderno è un custode del passato, ma anche un innovatore visionario». L’obiettivo per il futuro deve essere quello di reinserire nel tessuto produttivo queste professionalità, rivitalizzandole attraverso contaminazioni con il design, l’arte digitale, la sostenibilità e il marketing internazionale.

Sintesi e prospettive future

In conclusione, quanto emerso dalla presentazione di 'Il saper fare italiano' invita a riflettere sulle implicazioni profonde della crisi dell’artigianalità italiana. Il settore moda manifesta un fabbisogno urgente di professionisti qualificati che sappiano mantenere vivo il prestigio e l’autenticità del Made in Italy. Senza interventi concreti e una rinnovata attenzione alle professioni manuali, rischiamo di perdere un patrimonio umano, culturale ed economico inestimabile. Le soluzioni ci sono, ma occorre una forte alleanza tra istituzioni, imprese, scuole e famiglie per restituire dignità e attrattiva a queste carriere. Solo così il “saper fare italiano” potrà continuare a proiettare nel mondo l’eccellenza della nostra identità, lasciando ai giovani non solo la possibilità di trovare lavoro nel settore moda, ma anche l’orgoglio di continuare una storia millenaria di creatività e passione.

Pubblicato il: 30 maggio 2025 alle ore 16:07