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Ultimo giorno di scuola a Bari: galline vive e pesci con petardi scatenano indignazione e azioni legali

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Festeggiamenti fuori controllo al liceo scientifico di Bari: la Polizia interviene, la Lav valuta denunce, l’opinione pubblica si mobilita

Ultimo giorno di scuola a Bari: galline vive e pesci con petardi scatenano indignazione e azioni legali

Indice

* Introduzione: Un ultimo giorno di scuola choc a Bari * La dinamica dei fatti: cosa è accaduto al liceo scientifico * Il ruolo della Polizia: intervento tempestivo e gestione dell’emergenza * Le reazioni della Lav: verso azioni legali * La condanna sui social: la presa di posizione della società civile * Analisi del fenomeno: tradizione, trasgressione e responsabilità * Aspetti legali e precedenti simili * Impatto psicologico sugli studenti e sulla comunità scolastica * La tutela degli animali nella società contemporanea * Educazione e prevenzione: il ruolo della scuola * Conclusioni

Introduzione: Un ultimo giorno di scuola choc a Bari

La città di Bari è stata teatro di un episodio che ha scosso profondamente opinione pubblica, istituzioni scolastiche e associazioni per la tutela degli animali. Durante i festeggiamenti per l’ultimo giorno di scuola presso un noto liceo scientifico del capoluogo pugliese, alcuni studenti hanno trasformato il tradizionale rito di passaggio in una manifestazione di comportamenti crudeli e inaccettabili verso animali indifesi. La presenza di galline vive liberate in cortile e, soprattutto, di pesci riempiti di petardi, ha provocato non solo lo sdegno immediato di molti presenti, ma anche un rapido e necessario intervento delle forze dell’ordine e una sollevazione generale sui social network. L’associazione animalista Lav ha già dichiarato l’intenzione di avviare iniziative legali contro i responsabili.

La dinamica dei fatti: cosa è accaduto al liceo scientifico

Il 6 giugno, l’ultimo giorno di scuola in molte città italiane, rappresenta per la popolazione studentesca un momento liberatorio dopo mesi di impegno. Tuttavia, quanto avvenuto al liceo scientifico di Bari ha superato ogni limite di decenza. Secondo le ricostruzioni e le testimonianze raccolte sul posto, un gruppo di studenti avrebbe portato all’interno dell’istituto diverse galline vive. Gli animali, visibilmente spaventati, sono stati lasciati liberi nel cortile, tra grida, cori e lo schiamazzo generale dei ragazzi accorsi per assistere allo spettacolo. Contemporaneamente, l’azione che ha provocato maggior orrore è stata quella relativa ai pesci: alcuni studenti avrebbero introdotto dei pesci vivi, nei cui corpi (secondo le fonti) sarebbero stati inseriti dei petardi, con l’intento di innescare delle esplosioni durante la festa. Il gesto, oltre a suscitare ilarità in una parte del gruppo, ha immediatamente causato reazioni di disgusto e rabbia tra molti altri studenti e operatori scolastici presenti, i quali hanno prontamente allertato la dirigenza e richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.

Il ruolo della Polizia: intervento tempestivo e gestione dell’emergenza

L’arrivo della Polizia presso il liceo scientifico di Bari è stato decisivo per arginare una situazione ormai fuori controllo. Gli agenti, intervenuti in pochi minuti, hanno provveduto dapprima a garantire la sicurezza delle persone, quindi a mettere fine agli abusi sugli animali e a identificare, ove possibile, i responsabili degli atti di maltrattamento. Stando alle prime dichiarazioni ufficiali, gli agenti hanno riscontrato una scena di caos, con il cortile invaso da studenti e animali spaesati, e l’aria ancora densa di fumo dovuto all’esplosione di alcuni petardi. Le forze dell’ordine hanno proceduto con la raccolta delle testimonianze, il sequestro degli animali ancora vivi e con la segnalazione delle gravi violazioni commesse alle autorità competenti. Elemento centrale dell’operato della Polizia è stata l’immediata informazione della Procura, che ha aperto un fascicolo preliminare sui fatti accaduti.

Le reazioni della Lav: verso azioni legali

L’organizzazione animalista Lav si è espressa con estrema fermezza in merito all’accaduto di Bari. Attraverso una nota ufficiale diffusa nelle ore seguente l’episodio, il responsabile locale ha definito quello messo in atto dagli studenti come un “atto gravissimo di maltrattamento di animali, contrario a ogni norma etica, di convivenza civile e ai principi di tutela stabiliti dalla legge italiana”. La Lav ha annunciato pubblicamente che i propri legali sono già al lavoro per studiare le modalità di presentazione di una denuncia formale nei confronti di tutti i responsabili, a partire dagli autori materiali degli atti fino a eventuali complici e a chi possa aver favorito, anche solo indirettamente, il verificarsi delle crudeltà.

Fra le ipotesi al vaglio ci sono sia il reato di maltrattamento di animali secondo l’articolo 544-ter del Codice Penale - che punisce “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale, ovvero lo sottopone a sevizie o comportamenti insopportabili per le sue caratteristiche etologiche” - sia eventuali aggravanti derivanti dalla particolare efferatezza e dalla realizzazione degli atti in ambito scolastico. “L’impunità resterà solo un’illusione”, ha dichiarato il portavoce Lav per la Puglia.

La condanna sui social: la presa di posizione della società civile

Immediatamente dopo la diffusione delle prime immagini e racconti dell’accaduto, sui social network è iniziato un intenso dibattito. I principali trend regionali di piattaforme come Facebook, X (ex Twitter), Instagram e TikTok si sono riempiti di post di condanna social studenti Bari e generali commenti scandalizzati contro il maltrattamento di animali a scuola. Tra i tanti interventi:

* Commenti di cittadini baresi e non che chiedono punizioni esemplari per i responsabili. * Messaggi di solidarietà agli animali e a chi si è opposto agli abusi. * Testimonianze di studenti e professori che rifiutano la logica del divertimento a scapito degli esseri viventi. * Il sostegno aperto alle azioni legali Lav Bari da parte di altri movimenti animalisti nazionali.

Il dibattito si è esteso anche al ruolo dei social stessi nella diffusione di queste pratiche, sollevando domande su come la ricerca di visibilità online possa portare a comportamenti estremi e rischiosi.

Analisi del fenomeno: tradizione, trasgressione e responsabilità

Gli episodi avvenuti durante l’ultimo giorno di scuola a Bari rappresentano l’epilogo più estremo di un fenomeno tutt’altro che nuovo: la tendenza, soprattutto tra adolescenti, di scardinare le regole della convivenza civile in nome del divertimento o di una sorta di “rito di passaggio” verso l’età adulta. Nel corso degli anni, molte scuole italiane hanno assistito a festeggiamenti caratterizzati da atti di vandalismo, eccessi alcolici, demolizione di arredi o giochi pericolosi. Tuttavia, l’uso intenzionale della sofferenza animale come mezzo di spettacolarizzazione rappresenta uno scarto qualitativo sulla scala della gravità.

Perché si arriva a tanto?

Sociologi e psicologi individano diverse concause:

* Il desiderio di stupire i pari e affermare il proprio status nel gruppo * La diminuzione progressiva dell’empatia verso l’altro (umano o animale) * La ricerca di notorietà sui social * L’insufficiente educazione civica e al rispetto degli animali

Diventa quindi centrale ripensare l’educazione non solo nel suo aspetto disciplinare-tradizionale, ma fornendo ai giovani strumenti per sviluppare un senso critico verso le conseguenze delle proprie azioni.

Aspetti legali e precedenti simili

Il diritto italiano - e, in particolare, il già citato art. 544-ter - tutela in modo esplicito gli animali dal maltrattamento. Negli ultimi anni, la giurisprudenza si è evoluta riconoscendo non solo la sofferenza fisica, ma anche quella psicologica degli animali. Casi come quello di Bari non sono isolati e fanno tristemente eco ad altri episodi avvenuti in diverse regioni:

* Feste di fine anno in cui animali domestici sono stati usati come “giocattoli” * Esplosione di fuochi d’artificio clandestini vicino a colonie feline * Iniziative studentesche finite con la morte di animali acquatici o da cortile

Tutti episodi che sono stati oggetto di indagini, multe e, in alcuni casi, condanne penali ai danni dei responsabili.

Impatto psicologico sugli studenti e sulla comunità scolastica

Non si può sottovalutare l’impatto che simili atti hanno non solo sugli animali, ma anche sugli stessi studenti, sugli insegnanti e sul personale della scuola. Per la comunità scolastica, trovarsi al centro di una vicenda di maltrattamento animali scuola genera sentimenti di vergogna, frustrazione e impotenza. Molti studenti hanno dichiarato di sentirsi umiliati dall’associazione del loro istituto a comportamenti così riprovevoli. Per i testimoni diretti o indiretti delle violenze, soprattutto se giovani, non è raro sperimentare sensi di colpa, ansia e disagio psicologico.

Le scuole, in questi casi, hanno un compito aggiuntivo: accompagnare i ragazzi attraverso percorsi di ascolto, mediazione e (se necessario) supporto psicologico, contrastando la cultura della sopraffazione e promuovendo invece quella della responsabilità individuale.

La tutela degli animali nella società contemporanea

L’evoluzione culturale e normativa degli ultimi decenni ha portato a una sempre maggiore considerazione degli animali come soggetti da rispettare e tutelare. Le leggi italiane e comunitarie proibiscono e sanzionano severamente ogni forma di maltrattamento, coinvolgendo anche ambiti come l’istruzione e la sensibilizzazione nei programmi scolastici. Le iniziative della Lav Bari sono parte integrante di questa più ampia missione di giustizia sociale e progresso civile.

Non basta però la repressione: è fondamentale una continua opera di educazione e informazione, per scongiurare che l’ignoranza o l’indifferenza verso la sofferenza degli animali possa trovare spazio nelle nuove generazioni.

Educazione e prevenzione: il ruolo della scuola

Centrale in questa riflessione è il ruolo delle istituzioni scolastiche. Le scuole sono chiamate oggi più che mai a non derogare dal proprio compito formativo, dotandosi di strumenti efficaci per:

* Promuovere la cultura del rispetto per ogni forma di vita * Realizzare progetti con associazioni animaliste e di protezione ambientale * Introdurre corsi di educazione civica mirati al rispetto degli animali * Intervenire tempestivamente in caso di segnalazioni di comportamenti a rischio

In questa prospettiva, l’episodio del liceo scientifico di Bari deve diventare uno spartiacque per tutto il mondo scolastico pugliese e italiano.

Conclusioni

Il caso di Bari dimostra quanto sia urgente e necessario rafforzare la cultura del rispetto e della responsabilità nelle scuole, nelle famiglie e nella società tutta. L’ultimo giorno di scuola, che dovrebbe essere un momento di gioia collettiva e di festa, non può e non deve mai diventare occasione per atti di barbarie e sopraffazione, specie verso esseri indifesi. Solo attraverso un lavoro sinergico tra scuola, associazioni animaliste, istituzioni e opinione pubblica sarà possibile prevenire nuovi episodi di maltrattamento animali scuola e restituire pieno valore alle nostre tradizioni educative.

Questo episodio sia monito e occasione di riflessione per tutti, affermando con forza che il vero spirito della scuola si costruisce solo nel rispetto reciproco — umano e animale.

Pubblicato il: 11 giugno 2025 alle ore 18:22