Sicurezza nelle scuole italiane: crolli in aumento e adeguamenti ancora insufficienti. Tutti i dati del rapporto Cittadinanzattiva 2025
Indice dei paragrafi
* Introduzione e panorama generale * Il fenomeno dei crolli nelle scuole: dati allarmanti * Infortuni a scuola: numeri in crescita secondo l’INAIL * L’età degli edifici scolastici: una fragilità strutturale cronica * Adeguamento sismico: una conquista ancora lontana * Certificazioni e documentazioni mancanti: il quadro preoccupante * Certificato di agibilità: un requisito ignorato * Prevenzione incendi: mancanze diffuse * Collaudo statico: la sicurezza trascurata * Politiche e fondi per l’edilizia scolastica: opportunità e limiti * Proposte e raccomandazioni dagli esperti * Sintesi finale e prospettive future
Introduzione e panorama generale
Il XXIII rapporto dell’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola di Cittadinanzattiva, presentato alla Camera dei Deputati il 18 settembre 2025, denuncia una situazione ancora critica dell’edilizia scolastica in Italia. Il documento, già ampiamente discusso da operatori, esperti e istituzioni, fotografa un sistema segnato da lacune strutturali, carenze documentali e rischi concreti per studenti, insegnanti e personale scolastico. L’approfondimento annuale, atteso dalla comunità educativa e rappresentativa di famiglie, fornisce dati puntuali che testimoniano l’urgenza di un’offensiva politica e operativa per la sicurezza scuole 2025.
Il fenomeno dei crolli nelle scuole: dati allarmanti
Nel periodo compreso tra settembre 2024 e settembre 2025 sono stati registrati 71 crolli nelle scuole italiane, un dato in aumento rispetto ai 69 dell’anno precedente. I crolli scuole Italia sono un fenomeno che ormai purtroppo non fa più notizia, ma che rappresenta un gravissimo problema di sicurezza e incolumità pubblica. Tetti, solai, intonaci, muri perimetrali, ma anche componenti di impianti e strutture esterne sono tra le parti più esposte.
Ognuno di questi episodi, oltre a comportare danni materiali e interruzioni dell’attività didattica, simbolizza la fragilità di un patrimonio edilizio che sconta anni di manutenzione insufficiente e ritardi nei programmi di adeguamento.
Perché continuano i crolli?
Le cause principali sono individuabili in:
* Antica data di costruzione degli edifici * Carenza di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria * Ritardi nell’adeguamento sismico edifici scolastici * Assenza o incompletezza delle certificazioni obbligatorie
La risposta ai crolli scuole Italia dunque non si esaurisce nell’intervento d’emergenza, ma richiede una programmazione che metta al centro la prevenzione, la verifica costante delle strutture e la realizzazione di lavori strutturali mirati.
Infortuni a scuola: numeri in crescita secondo l’INAIL
Parallelamente al tema dei crolli, il XXIII rapporto si sofferma sull’andamento degli infortuni nelle scuole, secondo i dati ufficiali forniti dall’INAIL. Nel 2024 sono stati 78.365 gli infortuni registrati, con un incremento di 7.463 casi rispetto all’anno precedente.
Gli infortuni scuole dati INAIL mostrano non solo un fenomeno molto diffuso, ma anche una pericolosa tendenza al peggioramento che coinvolge principalmente studenti ma anche docenti e personale ATA. Gli episodi più comuni riguardano:
* Cadute accidentali * Urti contro arredi o porte * Infortuni durante le attività sportive o laboratoriali * Incidenti in ambienti non sicuri a causa di carenze strutturali
Il collegamento tra la mancanza di sicurezza strutturale e l’aumento degli infortuni è evidente: una scuola non adeguatamente mantenuta o certificata, aumenta il rischio di eventi accidentali.
L’età degli edifici scolastici: una fragilità strutturale cronica
Un elemento chiave per comprendere la gravità della crisi dell’edilizia scolastica è l’età media degli edifici. _Secondo Cittadinanzattiva, il 49% delle scuole italiane è stato costruito prima del 1976_, anno dell’introduzione della normativa antisismica.
Questi edifici sono spesso:
* Privi delle tecnologie costruttive moderne * Realizzati con materiali non adeguati agli standard attuali * Progettati senza considerare il rischio sismico, idrogeologico o strutturale
Di fronte a eventi meteorologici straordinari e un rischio sismico diffuso sul territorio nazionale, questo patrimonio necessita di un massiccio intervento di rinnovamento e adeguamento alle normative vigenti.
La distribuzione territoriale
Le regioni a maggiore rischio sono spesso quelle del Centro-Sud e delle aree interne, ma la vetustà degli edifici è un problema trasversale, riscontrabile anche in molte città settentrionali e nei grandi agglomerati urbani.
Adeguamento sismico: una conquista ancora lontana
Una delle sfide cruciali evidenziate dal rapporto Cittadinanzattiva scuole 2025 riguarda gli interventi di adeguamento sismico negli edifici scolastici. Il dato delude profondamente: solo il 4% delle scuole italiane ha ricevuto interventi di adeguamento sismico.
Questa quota bassissima segnala che, a quasi 50 anni dall’introduzione delle prime norme in materia, la gran parte delle scuole resta indifesa di fronte a un terremoto. In Italia, purtroppo, abbiamo numerosi esempi di scuole colpite da eventi sismici con esiti tragici anche recenti.
Motivazioni dei ritardi
Le cause di un simile ritardo sono molteplici:
* Burocrazia eccessiva nell’avvio e nello svolgimento di lavori pubblici * Carenza di finanziamenti certi e costanti * Progetti a lungo termine che subiscono variazioni amministrative * Mancanza di monitoraggio e trasparenza sui cantieri
Tutto ciò rende inefficaci le azioni di prevenzione, lasciando scoperti gli edifici e i loro occupanti.
Certificazioni e documentazioni mancanti: il quadro preoccupante
Una delle più gravi criticità dell’edilizia scolastica, secondo il _rapporto Cittadinanzattiva scuole 2025_, è la carenza di certificazioni che attestino la piena regolarità e sicurezza degli edifici.
* Il 59% delle scuole non possiede il certificato di agibilità * Il 58,36% risulta sprovvisto della certificazione di prevenzione incendi * Il 42,09% non ha il collaudo statico
Questi dati segnalano come una gran parte delle scuole sia formalmente in una situazione di irregolarità e potenziale pericolo, nonostante sia normalmente aperta e frequentata.
Impatto sul diritto all’istruzione
La mancanza di certificazioni essenziali si riflette su:
* Diritto alla sicurezza * Diritto all’inclusione di alunni con bisogni speciali * Possibilità di utilizzo degli edifici in casi d’emergenza
La situazione impatta direttamente anche sulle famiglie che, consapevoli di queste carenze, manifestano preoccupazione e insoddisfazione nei confronti delle istituzioni.
Certificato di agibilità: un requisito ignorato
Il certificato di agibilità rappresenta l’attestazione fondamentale per la regolare apertura di un edificio pubblico: garantisce requisiti minimi di salubrità, sicurezza e funzionalità. Nonostante ciò, il _59% degli edifici scolastici italiani non ne è in possesso_.
Questa situazione è resa possibile da deroghe temporanee, proroghe, autocertificazioni e percorsi di regolarizzazione spesso incompleti. Davanti a verifiche della Protezione Civile o dei Vigili del Fuoco, emerge spesso l’inadeguatezza della documentazione.
Prevenzione incendi: mancanze diffuse
La certificazione di prevenzione incendi è anch’essa un requisito obbligatorio per scuole e luoghi pubblici. Tuttavia, _ben il 58,36% degli edifici scolastici italiani non dispone di tale certificazione_.
Le verifiche, le prove di evacuazione e i piani di emergenza risultano spesso solo formali o limitati a pochi plessi modello, mentre la maggioranza delle scuole resta indietro su questi adempimenti. Conosciuti i rischi legati a incendi accidentali e cortocircuiti, assicurare la piena sicurezza antincendio dovrebbe essere una priorità nazionale.
Le principali carenze
* Segnaletica non uniforme * Porte tagliafuoco assenti o difettose * Sistemi di spegnimento non revisionati * Formazione insufficiente del personale sulla gestione delle emergenze
Collaudo statico: la sicurezza trascurata
Il collaudo statico delle strutture certifica la capacità di un edificio di reggere i carichi previsti e garantirne la stabilità. Il fatto che il 42,09% delle scuole non abbia questo collaudo rappresenta una violazione potenziale delle norme e una minaccia alla sicurezza di chiunque frequenti questi ambienti.
Politiche e fondi per l’edilizia scolastica: opportunità e limiti
Il tema delle politiche per l’edilizia scolastica e degli investimenti pubblici è spesso all’ordine del giorno, ma nonostante numerosi fondi, progetti europei e programmi nazionali, i dati del rapporto dimostrano che l’efficacia degli interventi è ancora fortemente limitada.
Gli investimenti derivanti dal PNRR, dai fondi strutturali europei e dalle risorse del Ministero dell’Istruzione sono stati spesso
* difficilmente accessibili per gli enti locali, * lenti nell’attuazione, * frammentati tra obiettivi differenti (messa in sicurezza, efficientamento energetico, innovazione digitale).
Il tema richiede invece una regia nazionale più forte, criteri di selezione più stringenti sui progetti prioritari e un sistema di monitoraggio pubblico trasparente.
Proposte e raccomandazioni dagli esperti
Il rapporto Cittadinanzattiva scuole 2025 avanza una serie di proposte rivolte ai decisori istituzionali:
1. Avviare una mappatura aggiornata e pubblica dello stato degli edifici scolastici. 2. Destinare fondi vincolati e continuativi per messa in sicurezza e adeguamento sismico. 3. Introdurre tempistiche perentorie per la regolarizzazione delle certificazioni. 4. Implementare un’anagrafe informatizzata delle manutenzioni e degli interventi realizzati. 5. Coinvolgere le comunità scolastiche nelle scelte di priorità e vigilanza.
Sintesi finale e prospettive future
La sicurezza delle scuole italiane resta una priorità non più rinviabile. I dati forniti da Cittadinanzattiva nel XXIII rapporto evidenziano un quadro complesso, in cui crolli, infortuni, carenze di adeguamenti sismici e documentazioni mancanti rappresentano un rischio reale per milioni di alunni e lavoratori.
L’urgenza di interventi straordinari, accompagnati da monitoraggi costanti e trasparenza gestionale, dovrebbe costituire il cuore della politica scolastica nazionale per i prossimi anni. Mettere in sicurezza le scuole non è solo un obbligo giuridico, ma un dovere morale verso le generazioni presenti e future.