Scuole senza preside: allarme per mille istituti nel 2025
Indice
1. Introduzione 2. La fotografia nazionale: dati e cifre del problema 3. Le reggenze: origine e impatto sul sistema scolastico 4. Il concorso a dirigente scolastico 2025: numeri, attese e delusioni 5. L’abuso delle reggenze secondo i sindacati 6. Il ruolo dei dirigenti: pressione lavorativa, stress e burnout 7. L’appello dei vincitori di concorso: perché la nomina è urgente 8. Le possibili soluzioni al problema delle reggenze 9. Implicazioni per la qualità del sistema educativo 10. Conclusioni e prospettive future
Introduzione
Con l’avvicinarsi dell’anno scolastico 2025/2026, l’allarme relativo alle scuole senza dirigente titolare si fa sempre più percepibile nell’ecosistema scolastico italiano. Secondo le ultime stime, più di mille scuole italiane saranno senza un preside di ruolo dal prossimo settembre. Il dato assume i contorni di una vera e propria emergenza, soprattutto in relazione ai recenti sviluppi riguardanti il _concorso dirigenti scolastici 2025_. Nonostante oltre _duemila vincitori di concorso_, al momento mancano le procedure di nomina ufficiale, con il rischio concreto che il vuoto gestionale sia colmato tramite la pratica delle reggenze, già ampiamente criticata da sindacati e addetti ai lavori.
Questa situazione, ribadita da diversi comunicati delle principali sigle sindacali e oggetto delle recenti richieste da parte dei _vincitori concorso dirigente scolastico_, evidenzia le criticità di un sistema che rischia di compromettere la qualità dell’istruzione e il benessere lavorativo degli stessi _dirigenti scolastici_.
La fotografia nazionale: dati e cifre del problema
Secondo fonti sindacali e dati ministeriali elaborati nel giugno 2025, oltre mille scuole saranno senza preside titolare dal prossimo anno. Quanto emerso rappresenta solo la punta dell’iceberg di un problema strutturale: da anni, infatti, il sistema scolastico italiano deve fare i conti con una cronica carenza di _dirigenti scolastici_. Le cause sono molteplici e vanno dalla massiccia ondata di pensionamenti alle lungaggini burocratiche legate alle nomine, senza dimenticare la complessità delle procedure concorsuali.
A questi numeri si aggiunge il dato sconcertante dei duemila vincitori di concorso che, pur avendo superato tutte le prove selettive, si trovano ancora in attesa della nomina ufficiale. Questo scenario rischia di produrre un dannoso effetto domino, generando nuovi abusi delle reggenze e aggravando una situazione già complessa.
Le reggenze: origine e impatto sul sistema scolastico
La reggenza, soluzione emergenziale prevista dalla normativa scolastica, consiste nell’affidamento temporaneo della gestione di una scuola priva di dirigente titolare a un altro dirigente già in servizio su un’altra istituzione. Negli ultimi anni l’Italia ha fatto sempre più ricorso a questa pratica, che, seppur legittima in situazioni contingenti, rischia di diventare la soluzione ordinaria di fronte alle _scuole senza dirigente titolare_.
Le reggenze nelle scuole italiane vengono spesso vissute come un “male necessario” ma comportano pesanti ricadute non solo sull’organizzazione delle scuole stesse ma anche sul benessere psicofisico dei dirigenti scolastici interessati. Ogni dirigente reggente, infatti, si trova a gestire contemporaneamente due — e in alcuni casi anche più — istituti, con la conseguente diluizione delle attività di leadership e una riduzione della capacità di incidere sulle dinamiche interne.
Con il moltiplicarsi delle reggenze, si accentuano inefficienze gestionali, si riduce il tempo dedicato alla progettazione didattica e diventa difficile mantenere relazioni costanti con studenti, famiglie e corpo docente. Una scuola senza dirigente è una scuola più vulnerabile, spesso prigioniera dell’ordinario e incapace di programmare innovazione.
Il concorso a dirigente scolastico 2025: numeri, attese e delusioni
Il concorso dirigenti scolastici rappresenta generalmente il bacino di reclutamento per la classe dirigente delle scuole pubbliche italiane. L’edizione 2025 aveva suscitato speranze e grande partecipazione, anche perché il Ministero dell’Istruzione aveva annunciato ingenti necessità di copertura del ruolo di dirigente per via dei pensionamenti programmati e delle nuove esigenze organizzative scolastiche.
I numeri, tuttavia, raccontano una storia diversa. Sono oltre duemila i vincitori del concorso senza nomina_, una situazione che stride con il fabbisogno reale delle scuole. _I vincitori concorso dirigente scolastico hanno superato prove scritte, orali, titoli, formazione, ottenendo la legittima aspettativa di essere nominati. L’assenza di nomina implica una doppia beffa: da un lato le scuole restano prive di guida stabile; dall’altro, i candidati subiscono un prolungato precariato gestionale, nonostante la loro idoneità certificata.
Per molti di loro la mancata nomina è motivo di forte frustrazione, tanto da aver promosso nei mesi scorsi un appello pubblico affinché si scongiuri la _reggenza come soluzione strutturale_. Gli aspiranti dirigenti hanno sottolineato come una scuola senza preside sia una scuola più esposta a problematiche amministrative, burocratiche e didattiche nonché meno attenta ai bisogni di alunni, famiglie e territorio.
L’abuso delle reggenze secondo i sindacati
Sul tema è netta la posizione delle principali sigle sindacali del mondo scuola_. Da ANP a CISL Scuola, da UIL Scuola a FLC CGIL, si solleva unanimemente la denuncia di un “abuso strutturale” delle reggenze. Le organizzazioni sindacali segnalano da anni come il ricorso sistematico alla _reggenza non sia solo una soluzione-tampone, ma anche il segno di una crisi gestionale della scuola pubblica.
Le principali rivendicazioni riguardano:
* La necessità di nominare immediatamente tutti i dirigenti scolastici senza nomina_, evitando che le _scuole senza dirigente titolare siano lasciate ulteriormente prive di riferimento; * La revisione delle norme di accesso e dei tempi di nomina, per limitare i problemi delle reggenze * Il riconoscimento dei carichi straordinari di lavoro sostenuti dai _dirigenti reggenti_, con adeguati strumenti di tutela e compensi
Secondo le elaborazioni sindacali, oggi il 90% dei dirigenti lavora a ritmi insostenibili, costretto a destreggiarsi tra responsabilità multiple e una burocrazia sempre più pressante. Il rischio concreto è che le professionalità più qualificate si allontanino dalla scuola, aggravando ulteriormente la crisi di leadership.
Il ruolo dei dirigenti: pressione lavorativa, stress e burnout
La questione delle reggenze nelle scuole italiane non è soltanto un problema amministrativo, ma riguarda da vicino la salute e la sicurezza dei lavoratori che ogni giorno guidano le istituzioni scolastiche. Una recente indagine nazionale condotta nel primo semestre 2025 rivela che l’85% dei dirigenti scolastici soffre di stress e _burnout_. Il fenomeno, già noto da anni, sta raggiungendo livelli allarmanti proprio a causa del progressivo aumento delle reggenze e del conseguente sovraccarico lavorativo.
Lo stress dei dirigenti scolastici deriva da diversi fattori: eccessiva mole di lavoro, problematiche gestionali complesse, relazioni delicate con famiglie e personale, rischio di procedimenti legali per responsabilità amministrative o civili. La reggenza costringe spesso il dirigente a dividersi fisicamente tra più sedi, generando un senso di “onnipresenza forzata” che rende impossibile garantire leadership autentica e iniziative innovative.
Senza la presenza stabile e riconosciuta di un dirigente, la scuola rischia di vedere diminuire la capacità di risolvere i conflitti, dare continuità ai progetti educativi, supportare l’autonomia di docenti e studenti. È proprio in questa prospettiva che i dati su stress e burnout dei dirigenti scolastici sollevano interrogativi preoccupanti sulla sostenibilità a lungo termine dell’attuale modello organizzativo.
L’appello dei vincitori di concorso: perché la nomina è urgente
Da settimane l’_appello vincitori concorso dirigente scolastico_ rimbalza sui principali media nazionali e sui canali istituzionali. I neovincitori chiedono trasparenza, tempi certi e, soprattutto, l’immediata immissione in ruolo a partire dal settembre 2025. La richiesta non è solo una legittima risposta a un diritto acquisito, quanto la presa d’atto di una crisi sempre più ingestibile per la scuola italiana.
I vincitori sottolineano che lasciare mille scuole senza preside significherà accentuare gli squilibri già esistenti tra nord, centro e sud, con rischi ancora maggiori nelle aree svantaggiate o periferiche. La gestione reggente, secondo quanto riportano anche le testimonianze dirette, non garantisce la presa in carico dei problemi della singola comunità scolastica né permette l’attuazione compiuta dell’autonomia scolastica prevista dalla legge.
Secondo una vincitrice intervistata, “essere nominati non è solo una questione personale o contrattuale, è una risposta strutturale al bisogno di guida delle nostre scuole, ancor più nella complessità presente e futura”.
Le possibili soluzioni al problema delle reggenze
Le ipotesi sul tavolo per risolvere l’_abuso delle reggenze nelle scuole_ sono numerose e prevedono l’intervento integrato di diversi attori istituzionali. In primo luogo, vi è la richiesta pressante di procedere rapidamente alla nomina dirigenti scolastici 2025 attraverso l’utilizzo integrale delle graduatorie degli idonei, evitando blocchi, ricorsi inutili e rallentamenti burocratici.
Occorre inoltre rivedere le procedure concorsuali, semplificando tempi e modalità non solo della selezione ma, soprattutto, della chiamata in servizio vera e propria. Diversi esperti propongono anche l’adozione di strumenti informatici più efficienti per gestire gli abbinamenti tra scuole vacanti e aspiranti dirigenti.
Sul lungo periodo, andranno pensati strumenti di formazione continua, tutoraggio per i neo-dirigenti, potenziamento delle équipe di supporto in segreteria e l’introduzione di agevolazioni specifiche per chi accetta di svolgere il proprio incarico in aree complesse o disagiate. Solo valorizzando il capitale umano, con nomine tempestive ed eque, la scuola italiana potrà superare la stagione delle reggenze emergenziali ed entrare in una fase di maggiore stabilità e innovazione.
Implicazioni per la qualità del sistema educativo
Il vuoto gestionale determinato dall’assenza di un preside titolare ha ripercussioni non solo amministrative ma, soprattutto, sulla qualità del servizio educativo. La presenza di un dirigente scolastico titolare rappresenta infatti un elemento cardine per garantire:
* la continuità nella progettazione didattica e nella valutazione interna * la capacità di costruire reti con il territorio, enti locali e associazioni * la gestione efficace delle emergenze, dei fondi PNRR e della sicurezza * il supporto costante agli insegnanti e agli studenti con necessità speciali
Le scuole reggenti, al contrario, rischiano di perdere coerenza nelle scelte educative, di vedere rallentati i progetti innovativi e di aumentare la conflittualità interna. Il tema delle scuole senza preside va quindi oltre il semplice dato numerico, coinvolgendo il diritto all’istruzione di qualità di milioni di studenti.
Conclusioni e prospettive future
Alla luce dello scenario tracciato, l’allarme sulle scuole senza dirigente titolare è diventato negli ultimi mesi uno dei temi centrali nell’agenda politica e sindacale, segnalando l’urgenza di un cambio di passo nelle politiche di _nomina dirigenti scolastici 2025_. Solo una risposta tempestiva e strutturale, che parta dall’immissione in ruolo di tutti i vincitori e dall’abolizione della “reggenza come sistema”, potrà garantire alle scuole la leadership e la programmazione necessarie per affrontare le sfide future.
I prossimi mesi saranno decisivi: molto dipende dalla volontà delle istituzioni di ascoltare tanto il grido d’allarme dei sindacati quanto l’appello dei _vincitori concorso dirigente scolastico_. Il futuro della scuola italiana passa anche, e soprattutto, dalla capacità di assicurare ogni giorno una direzione competente, stabile e motivata. Solo così sarà possibile ridurre lo _stress e burnout dei dirigenti scolastici_, rafforzare la qualità dell’istruzione e restituire alla scuola pubblica la centralità che merita nel disegno del Paese.