{/* Extracted from Header.astro - Use appropriate classes/styles if animations needed */}

Scuola, l'inizio del 2025 si apre tra proteste studentesche e nuove richieste: PCTO, psicologo e diritti in primo piano

Mobilitazioni a Roma, PCTO al centro del dibattito, pressing su supporto psicologico e diritto allo studio: il punto sulle rivendicazioni degli studenti nel nuovo anno scolastico

Scuola, l'inizio del 2025 si apre tra proteste studentesche e nuove richieste: PCTO, psicologo e diritti in primo piano

Indice dei paragrafi

* Introduzione e contesto dell’anno scolastico 2025 * Manifestazione degli studenti a Roma: motivazioni e numeri * Il ruolo del PCTO nella scuola italiana e le critiche degli studenti * Lo ius scholae e la protesta del Blocco Studentesco * Le richieste della Rete degli Studenti Medi: dalla gratuità dei libri al supporto psicologico * Il tema dello psicologo a scuola: situazione attuale e prospettive * Il definanziamento del sistema scolastico: denuncia e dati * Conclusioni e possibili scenari per l’anno scolastico 2025

Introduzione e contesto dell’anno scolastico 2025

Con l'avvio del nuovo anno scolastico 2025, il mondo della scuola italiana si trova ancora una volta attraversato da tensioni, aspettative e richieste di cambiamento. In questi giorni, in particolare a Roma, studenti e studentesse hanno manifestato pubblicamente le proprie preoccupazioni e le proprie rivendicazioni, tornando a portare l’istruzione al centro del dibattito pubblico.

Temi come la protesta contro il PCTO scuola (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento), la richiesta di potenziare il servizio di psicologo a scuola, la battaglia per la gratuità dei libri di testo e la denuncia del definanziamento scuola Italia sono solo alcuni dei punti focali che hanno animato le piazze e le discussioni degli ultimi giorni. In questo articolato scenario, diverse sigle del mondo studentesco – dalla Rete degli Studenti Medi al Blocco Studentesco – si sono mobilitate, portando con sé istanze spesso divergenti, ma unite dalla volontà di migliorare una scuola sempre più percepita come in difficoltà.

Manifestazione degli studenti a Roma: motivazioni e numeri

Il 15 settembre 2025, Roma è stata teatro di una manifestazione studentesca che ha raccolto centinaia di giovani provenienti da tutta la città e dalle province limitrofe. Tra i temi centrali dell’iniziativa, la protesta contro il rafforzamento del PCTO, la richiesta di una maggiore attenzione al benessere psicologico nelle scuole e la battaglia per il diritto allo studio.

La data non è stata scelta a caso: l’inizio dell’anno scolastico rappresenta simbolicamente un nuovo inizio, ma anche il momento in cui problemi e criticità emergono con maggior forza. Gli slogan e i cartelli – che inneggiavano a "istruzione accessibile", "scuola sicura e di qualità" e "più ascolto per gli studenti" – hanno riempito le strade della capitale, richiamando l’attenzione delle istituzioni e dei media.

Secondo i dati diffusi dagli organizzatori, sono state diverse le scuole superiori e i licei di Roma interessate dalla mobilitazione, a dimostrazione di una partecipazione trasversale in termini di indirizzi scolastici e aree geografiche. Numerosi anche i docenti e i genitori che, pur senza partecipare attivamente al corteo, hanno espresso pubblicamente la propria solidarietà alle istanze dei ragazzi.

Il ruolo del PCTO nella scuola italiana e le critiche degli studenti

Uno dei temi principali della protesta riguarda il PCTO scuola. I Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento, nati per avvicinare studenti e studentesse al mondo del lavoro attraverso stage e attività pratiche, sono stati rafforzati negli ultimi anni nel tentativo di rendere l’offerta formativa più adatta alle esigenze di un mercato in costante evoluzione.

Tuttavia, molti studenti lamentano una gestione poco chiara e spesso inefficace del PCTO. In particolare, le critiche mosse quest’anno sono:

* La mancanza di reale valore formativo di molte delle attività proposte, considerate meri riempitivi privi di connessioni concrete con la formazione e l’orientamento professionale. * La scarsità di tutele per i giovani coinvolti, che in alcuni casi si trovano a svolgere funzioni assimilabili a veri e propri lavori, ma senza alcun riconoscimento economico, assicurativo o di garanzie minime. * L’obbligatorietà del percorso per il conseguimento del diploma: un elemento spesso vissuto come coercitivo.

Lo ius scholae e la protesta del Blocco Studentesco

Se sul fronte PCTO il dibattito coinvolge quasi tutto lo spettro del mondo studentesco, altro tema di grande attualità è quello dello ius scholae. La proposta di estendere la cittadinanza italiana a figli di cittadini stranieri che abbiano completato un ciclo scolastico nel nostro Paese ha acceso forti tensioni e accessi dibattiti sia in Parlamento che nella società.

In occasione della mobilitazione di Roma, il Blocco Studentesco ha condotto un vero e proprio blitz per ribadire il proprio rifiuto rispetto alla proposta di cittadinanza per gli stranieri.

Se da una parte sono numerose le voci che si schierano a favore di uno ius scholae come strumento di inclusione sociale e riconoscimento dei percorsi di integrazione, dall'altra la manifestazione del Blocco Studentesco ha riportato in primo piano paure e resistenze legate al tema della cittadinanza e dell’appartenenza.

Le richieste della Rete degli Studenti Medi: dalla gratuità dei libri al supporto psicologico

Oltre all’opposizione veemente su alcuni temi, non sono mancate richieste propositive e volte a migliorare concretamente la qualità della scuola pubblica italiana. In prima linea la Rete degli Studenti Medi, che proprio durante la manifestazione ha ribadito alcune delle sue storiche rivendicazioni:

* Gratuità assoluta dei libri di testo: l’aumento dei costi dei manuali scolastici penalizza in particolare le famiglie a medio e basso reddito, acuendo le disuguaglianze e favorendo la dispersione scolastica. * Istituzione di sportelli psicologici gratuiti e permanenti in tutte le scuole: la salute mentale degli adolescenti risulta sempre più a rischio, soprattutto dopo gli effetti della pandemia e l’evidenza di un disagio crescente tra i giovani. * Investimenti per la sicurezza e la riqualificazione degli edifici scolastici: molti plessi continuano a presentare criticità strutturali, dalle barriere architettoniche alla carenza di laboratori funzionali.

Secondo i portavoce della Rete degli Studenti Medi, la scuola dovrebbe rappresentare un luogo sicuro e accogliente dove la formazione si accompagni a sostegno psicologico e inclusione sociale.

Il tema dello psicologo a scuola: situazione attuale e prospettive

Fra tutte le richieste avanzate, quella dello psicologo a scuola è stata ribadita «a gran voce». Il tema della salute mentale a scuola è infatti emerso con prepotenza durante tutta la giornata di mobilitazione. Le recenti indagini promosse da enti come l’ISTAT e il Ministero della Salute hanno evidenziato una crescita netta del disagio psicologico tra gli adolescenti italiani, attribuibile a fattori che vanno dal clima competitivo interno agli istituti, allo stress derivante dalle incertezze legate al futuro lavorativo e sociale.

Nonostante alcune sperimentazioni durante la pandemia, attualmente il servizio dello psicologo a scuola è garantito in modo sporadico e discontinuo sul territorio nazionale, lasciando ampie zone scoperte. Gli studenti chiedono almeno uno psicologo ogni scuola, operante con sportelli accessibili senza costi aggiuntivi e con un orario compatibile con l’organizzazione didattica.

Le associazioni di settore sottolineano che l’introduzione sistematica di questa figura potrebbe:

* Ridurre l’incidenza del disagio e della dispersione scolastica * Favorire la prevenzione di fenomeni di bullismo e comportamenti a rischio * Promuovere il benessere di tutto il personale scolastico, inclusi docenti e collaboratori

Il definanziamento del sistema scolastico: denuncia e dati

Un altro punto nodale delle proteste riguarda il definanziamento del sistema scolastico italiano. Secondo le analisi condotte dalla rete degli insegnanti e confermate dai dati OCSE, la spesa per l’istruzione in Italia resta tra le più basse d’Europa in rapporto al PIL. A ciò si aggiungono tagli progressivi ai fondi per il personale, l’edilizia e l’attività didattica.

Entrando nel dettaglio, secondo gli ultimi bilanci disponibili, la quota dei finanziamenti ordinari destinata alle scuole è cresciuta meno dell’inflazione, con conseguente perdita di potere d’acquisto e capacità di investimento. Questo si traduce in carenza di materiali didattici, laboratori obsoleti e difficoltà ad assicurare servizi aggiuntivi come quelli richiesti dagli studenti: sportelli psicologici, attività extracurriculari, borse di studio e sostegno ai più deboli.

Conclusioni e possibili scenari per l’anno scolastico 2025

L’inizio anno scolastico 2025, segnato da una manifestazione studenti Roma di portata nazionale, ha messo nero su bianco le principali criticità del sistema scuola italiano. Dal dibattito sul PCTO scuola all’urgenza di servizi di supporto psicologico strutturati, fino alla richiesta di una scuola accessibile, gratuita e sicura, la mobilitazione di settembre rappresenta un importante campanello d’allarme sia per le istituzioni che per l’opinione pubblica.

Il confronto che si è svolto in queste settimane suggerisce che la scuola italiana non può permettersi di ignorare le istanze sollevate: la qualità dell’istruzione, il diritto allo studio e la protezione della salute psicologica sono condizioni imprescindibili per una vera crescita sociale ed economica.

Ad oggi, le risposte delle istituzioni appaiono ancora frammentarie. È urgente, come chiedono con forza studenti e docenti, tornare ad investire sulla scuola in modo continuativo e strutturale. Solo così si potrà trasformare l’attuale stagione di protesta in un’opportunità concreta per il futuro dei giovani italiani.

La sintesi di queste giornate è chiara: tra richieste di gratuità libri di testo, sportelli psicologici e una scuola davvero inclusiva, la voce delle nuove generazioni non si può più ignorare. Resta aperta la sfida alle istituzioni di passare dalle parole ai fatti, affinché il diritto all’istruzione non sia più oggetto di negoziazione, ma una realtà per tutte e tutti.

Pubblicato il: 15 settembre 2025 alle ore 11:15