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Scuola e libertà: le nuove Indicazioni e la sfida dei COBAS

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Dall'autonomia all'obbedienza: una riflessione sulle Indicazioni Nazionali 2025 e il dibattito sollevato dai COBAS

Scuola e libertà: le nuove Indicazioni e la sfida dei COBAS

Indice

1. Introduzione 2. Origini delle Indicazioni Nazionali 2025 3. Il ruolo dei COBAS nella scuola italiana 4. L’autonomia dell’essere e la competenza del fare 5. Conformità e autorità: la visione politica del documento 6. L’uso del concetto di rispetto nelle Indicazioni 2025 7. L’educazione del cuore come paradigma educativo 8. Criticità del modello educativo proposto 9. Il dibattito sulla libertà educativa e la crescita critica 10. Possibili ripercussioni sulla scuola italiana 11. La voce della comunità scolastica 12. Sintesi e prospettive future

Introduzione

L’uscita della seconda bozza delle Indicazioni Nazionali 2025, pubblicata l’11 giugno, ha inaugurato un intenso dibattito nel mondo della scuola. Il documento, frutto dell’opera congiunta di pedagogisti, istituzioni e gruppi di pressione, propone un modello educativo che sembra privilegiare la conformità rispetto alla valorizzazione dell’autonomia e della crescita personale. Particolare rilevanza assume il contributo e le critiche dei COBAS scuola, protagonisti nel panorama sindacale e sociale italiano.

Origini delle Indicazioni Nazionali 2025

Le Indicazioni Nazionali 2025 rappresentano il nuovo quadro di riferimento per l’organizzazione didattica e la progettazione curricolare in Italia. Redatte grazie alla collaborazione di esperti del settore, esse intendono rispondere alle istanze di aggiornamento della scuola, in linea con le innovazioni pedagogiche e le sfide della società contemporanea.

Tuttavia, già dalla pubblicazione della seconda bozza, sono emerse numerose perplessità. Questo documento appare ispirato ad un modello che enfatizza la regolamentazione e la conformità come strumenti di coesione sociale e di sviluppo delle cosiddette "competenze per la cittadinanza".

Il ruolo dei COBAS nella scuola italiana

I COBAS (Comitati di Base della Scuola) si sono affermati a partire dagli anni Ottanta come voce critica e indipendente rispetto alle principali organizzazioni sindacali tradizionali. Da sempre impegnati nella difesa della scuola pubblica, della libertà di insegnamento e dei diritti dei lavoratori, i COBAS hanno assunto una posizione particolarmente critica verso le Indicazioni Nazionali 2025.

Essi sottolineano come l’apparente libertà didattica proposta nel documento rischi di ridursi a mera dichiarazione di principio, in favore di una sempre più evidente imposizione di un modello unico. Secondo i COBAS, questo approccio limita la crescita critica degli studenti e degli insegnanti, riducendo la scuola ad un luogo di trasmissione passiva di saperi e valori eterodiretti.

L’autonomia dell’essere e la competenza del fare

Uno dei punti cardine delle Indicazioni Nazionali 2025 è l’obiettivo di "sviluppare l’autonomia dell’essere e la competenza del fare". Questi concetti vengono ripresi frequentemente sia nel testo delle Indicazioni che nelle proposte pedagogiche ad esso collegate.

* Autonomia dell’essere: indica la capacità degli alunni di maturare un proprio giudizio critico, di prendere decisioni consapevoli e di sviluppare la propria personalità nel rispetto degli altri e delle regole condivise. * Competenza del fare: si riferisce alla necessità di saper applicare conoscenze e abilità in situazioni reali, attraverso una didattica attiva che valorizza l’esperienza pratica e la risoluzione di problemi.

Tuttavia, la sintesi fra questi due aspetti non sempre sembra essere ben bilanciata all’interno del documento, dove la retorica della competenza rischia talvolta di prevalere sull’esercizio autentico dell’autonomia.

Conformità e autorità: la visione politica del documento

Nel corso degli anni la scuola italiana è stata attraversata da periodiche tensioni tra chi auspicava una maggiore autonomia didattica e chi invece riteneva prioritario il consolidamento di una cornice regolativa stringente. Le Indicazioni Nazionali 2025 – osservano i COBAS – propongono una visione del mondo con finalità politiche, orientata al consolidamento di un ordine precostituito piuttosto che alla promozione del pensiero critico.

Il documento attribuisce centralità all’autorità del docente e degli organi di governo scolastico, relegando il dissenso e il confronto ad una dimensione marginale. In questo senso, i criteri di valutazione, i percorsi di apprendimento e le stesse finalità educative rischiano di essere uniformati secondo un modello di conformità, riducendo lo spazio per il pluralismo e la creatività didattica.

L’uso del concetto di rispetto nelle Indicazioni 2025

Fra le parole chiave del documento, il rispetto continua ad occupare una posizione di rilievo. Tuttavia, la sua presenza appare il più delle volte formulata in modo "non problematizzato", ossia priva di una articolazione critica che tenga conto delle differenze culturali, sociali e di genere presenti nella società e nelle nuove generazioni.

Non viene tematizzata la possibile ambivalenza del termine: il rispetto, infatti, può assumere sia una connotazione positiva (apertura, accoglienza, inclusività) sia una negativa (sottomissione all’autorità, rinuncia al dissenso). Le Indicazioni 2025 sembrano privilegiare il primo significato, ma senza interrogarsi sulle possibili derive autoritarie connesse ad una interpretazione rigida e verticale del concetto.

L’educazione del cuore come paradigma educativo

Una delle novità principali introdotte nelle Indicazioni Nazionali 2025 riguarda l’educazione del cuore, proposta come base per l’educazione nel suo complesso.

Questo principio, mutuato dalla migliore tradizione pedagogica italiana ed europea, mira a valorizzare le dimensioni dell’empatia, della solidarietà e della partecipazione. Secondo molti pedagogisti è proprio attraverso la cura delle emozioni che si promuove una cittadinanza autentica, capace di affrontare le sfide della contemporaneità.

Tuttavia, la formulazione delle Indicazioni tende a presentare tale approccio in modo normativo, fissandolo come pre-requisito obbligatorio per ogni figura scolastica (studenti, docenti, dirigenti). Questo irrigidisce il concetto e rischia di produrre una "educazione sentimentale" omologata, che non lascia spazio all’espressione delle differenze individuali e delle conflittualità fisiologiche della crescita.

Criticità del modello educativo proposto

Le principali criticità evidenziate dai COBAS scuola e da altri osservatori riguardano:

* La progressiva riduzione degli spazi di libertà didattica. * L’imposizione di contenuti e metodologie “universali”, spesso non adattabili alle specificità dei contesti locali. * La marginalizzazione della crescita critica a favore dell’adesione formale ai valori stabiliti dal documento. * Il rischio di una scuola burocratizzata e meno capace di rispondere ai reali bisogni educativi degli studenti. * La tensione tra autonomia e conformità, che tende a risolversi a favore della seconda.

Molti docenti, infatti, lamentano l’impossibilità di personalizzare gli itinerari di apprendimento, mentre gli studenti subiscono una progressiva standardizzazione degli obiettivi formativi.

Il dibattito sulla libertà educativa e la crescita critica

La questione della libertà educativa è da sempre centrale nel dibattito sulla scuola italiana. Le Indicazioni Nazionali 2025, pur dichiarando la volontà di promuovere l’autonomia degli insegnanti e la responsabilità degli alunni, riducono di fatto le possibilità di esercitare realmente il pensiero divergente e il dissenso costruttivo.

Inoltre, la dimensione del dibattito nella scuola italiana viene ricondotta a logiche di "presa d’atto" più che di reale partecipazione. Gli studenti vengono formati alla "rispettabilità" e all’adesione, più che alla cittadinanza attiva e consapevole. Questo modello esclude la possibilità di esprimere posizioni alternative e limita la crescita personale e collettiva.

Possibili ripercussioni sulla scuola italiana

L’impatto delle nuove Indicazioni Nazionali 2025 sul sistema educativo italiano potrebbe essere rilevante e di lungo termine.

In particolare, si evidenzia il rischio che:

* Aumenti la distanza tra docenti e istituzioni scolastiche, con conseguente demotivazione degli insegnanti. * Si riducano le occasioni di dialogo tra scuola e territorio, impoverendo la capacità della scuola di rispondere alle sfide sociali. * Si consolidi un modello di scuola trasmissiva, dove l’acquisizione delle conoscenze diventa fine a sé stessa. * Venga indebolito il ruolo dei COBAS scuola e degli altri movimenti critici, contribuendo a una omologazione culturale che impoverisce le possibilità di cambiamento.

La voce della comunità scolastica

Non mancano tuttavia voci favorevoli. Una parte della comunità scolastica vede nelle Indicazioni 2025 una opportunità per modernizzare il sistema, rendendo più chiare le regole e uniformando i criteri di valutazione. Alcuni dirigenti scolastici e pedagogisti sostengono che la definizione di una “base comune” aiuti a garantire l’equità e a colmare le disparità territoriali.

Tuttavia, la maggioranza degli insegnanti e dei sindacati – in particolare i COBAS scuola – propende per una visione più aperta e pluralista del modello educativo, chiedendo che le Indicazioni vengano profondamente riviste per valorizzare la complessità e la ricchezza della diversità presente nella società italiana.

Sintesi e prospettive future

Il confronto sulle Indicazioni Nazionali 2025 si colloca all’interno di un dibattito ormai storico sulla funzione della scuola nella società contemporanea: luogo di formazione di cittadini autonomi e critici o strumento di riproduzione di modelli precostituiti?

Il lavoro delle prossime settimane sarà fondamentale per ridefinire, eventualmente, le Indicazioni Nazionali 2025 secondo criteri maggiormente orientati all’inclusione e al pluralismo. I COBAS scuola hanno già annunciato una intensa mobilitazione, chiamando a raccolta insegnanti, studenti e famiglie per chiedere una scuola realmente democratica e aperta alla pluralità delle esperienze.

Conclusione

In definitiva, il percorso verso una scuola capace di unire autonomia e responsabilità, competenza e crescita critica è ancora tutto da costruire. Le Indicazioni Nazionali 2025 rappresentano un banco di prova cruciale: la speranza è che il dialogo tra istituzioni, esperti, sindacati e comunità scolastica conduca a soluzioni equilibrate, inclusive e capaci di rispondere alle sfide della contemporaneità. Solo una scuola davvero libera può preparare i cittadini di domani a vivere con consapevolezza e senso critico nel mondo che verrà.

Pubblicato il: 25 giugno 2025 alle ore 13:36