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Scuola e Giustizia: Il Caso dello Studente Plusdotato Bocciato per la Condotta, la Famiglia Vince il Ricorso al TAR

Un episodio emblematico dalla provincia di Vicenza riaccende il dibattito sui diritti degli studenti con bisogni educativi speciali

Scuola e Giustizia: Il Caso dello Studente Plusdotato Bocciato per la Condotta, la Famiglia Vince il Ricorso al TAR

Nella provincia di Vicenza, un episodio di notevole importanza scuote l’ambiente scolastico nazionale: un alunno plusdotato, promosso in tutte le materie ma bocciato per il sei in condotta, ha ottenuto giustizia grazie all’intervento della famiglia e al verdetto del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). Questo caso pone nuovi interrogativi su equità, didattica inclusiva e diritti degli studenti.

Indice degli argomenti

* Introduzione: la scuola e la sfida dell’inclusione * Il caso specifico: la storia dell’alunno di Vicenza * Il significato del sei in condotta nella scuola italiana * Plusdotazione e bisogni educativi speciali: una panoramica * Il ruolo della famiglia e il percorso di ricorso scolastico * L’intervento del TAR: le motivazioni della sentenza * Riflessioni sulla scuola: inclusione, merito e giustizia * Cosa cambia ora: precedenti, implicazioni e prospettive future * Sintesi e considerazioni finali

Introduzione: la scuola e la sfida dell’inclusione

La scuola è il luogo dove i cittadini di domani crescono, imparano e si formano, anche per affrontare le complessità della vita in società. Negli ultimi anni, il tema dei bisogni educativi speciali (BES) è diventato centrale nel dibattito pubblico. In particolare, la gestione degli studenti plusdotati – cioè di quei ragazzi che mostrano particolari talenti o intelligenze – rappresenta ancora una frontiera spesso complessa per il sistema scolastico italiano.

In questo contesto, il recente caso di uno studente tredicenne della provincia di Vicenza, promosso in tutte le materie ma bocciato a causa di un sei in condotta, assume un valore simbolico e richiama all’attenzione di famiglie, giuristi ed educatori questioni cruciali legate all’inclusione e all’equità della scuola pubblica.

Il caso specifico: la storia dell’alunno di Vicenza

La vicenda inizia alla fine dell’anno scolastico 2024/25, quando il consiglio di classe di una scuola secondaria di primo grado vicentina decide di non promuovere uno studente tredicenne, assegnandogli un sei in condotta, valore che, come previsto dalla normativa, comporta la bocciatura indipendentemente dai voti nelle singole discipline.

I risultati scolastici e la valutazione di condotta

L’alunno, descritto come plusdotato e dotato di ottime capacità, aveva ottenuto risultati scolastici lusinghieri in tutte le materie. Eccelleva in matematica e scienze, ma assicurava buone performance anche nelle materie umanistiche. Nonostante ciò, il consiglio di classe ha motivato la sua scelta con presunte criticità comportamentali, attribuendo il sei in condotta e determinando così la sua bocciatura.

La richiesta di un percorso personalizzato

Già durante l’anno scolastico, la famiglia aveva evidenziato le specifiche esigenze del ragazzo, chiedendo un percorso didattico personalizzato, in linea con i bisogni educativi speciali di cui era portatore. Tuttavia, secondo la documentazione raccolta nel ricorso, la scuola non avrebbe accolto in maniera adeguata tale istanza.

Il significato del sei in condotta nella scuola italiana

La condotta rappresenta una parte fondamentale della valutazione nelle scuole italiane. Da sempre considerata indice della maturità civica e della capacità di lavorare in armonia con gli altri, questa valutazione ha un peso determinante ai fini della promozione:

* L’articolo 2 del Decreto Legislativo 62/2017 stabilisce che la valutazione del comportamento è rilevante ai fini dell’ammissione alla classe successiva; * Un voto inferiore al sei in condotta comporta automaticamente la non ammissione agli esami o alla classe successiva; * Il sei rappresenta la sufficienza: qualsiasi valore inferiore è considerato insufficiente.

Tuttavia, l’assegnazione di un sei come soglia minima "punisce" severamente l’alunno, equiparandolo a studenti con gravi lacune comportamentali, talvolta senza riservare attenzione ai casi particolari, come quello degli studenti plusdotati.

Plusdotazione e bisogni educativi speciali: una panoramica

La plusdotazione è un fenomeno complesso che, secondo le linee guida ministeriali, coinvolge studenti capaci di andare oltre le ordinarie performance scolastiche. Tuttavia, questi ragazzi possono manifestare anche difficoltà sul piano relazionale o comportamentale, specialmente in ambienti scolastici che non soddisfano le loro esigenze di stimolo e apprendimento.

Caratteristiche degli studenti plusdotati

* Elevate capacità intellettive; * Pensiero creativo e divergente; * Talvolta manifestano insoddisfazione per i ritmi standard di apprendimento; * Possono diventare irrequieti, annoiati, o mostrare comportamenti non convenzionali, interpretati erroneamente come "problematici".

I protocolli scolastici per i bisogni educativi speciali (BES) includono appositi Piani Didattici Personalizzati (PDP), pensati per tutelare studenti con difficoltà di apprendimento, disabilità o, appunto, plusdotazione.

Il ruolo della famiglia e il percorso di ricorso scolastico

Alla luce della bocciatura ritenuta ingiusta, la famiglia dello studente ha deciso di ricorrere in via legale. Il ricorso si è basato su alcuni punti fondamentali:

1. La presenza di buoni voti in tutte le materie: secondo la giurisprudenza, la valutazione di condotta non può essere utilizzata per "sanare" presunti problemi disciplinari che dovrebbero essere affrontati con strumenti educativi e percorsi mirati; 2. La mancata attivazione di un percorso personalizzato: la scuola avrebbe dovuto rispondere alla richiesta della famiglia, predisponendo un PDP dettagliato.

Il ricorso è stato depositato presso il TAR del Veneto, che, con una sentenza recente, ha annullato la bocciatura, riconoscendo la fondatezza delle ragioni della famiglia.

Documentazione e strategie del ricorso

La famiglia ha presentato:

* Relazioni di esperti e psicologi a sostegno della plusdotazione del ragazzo; * Prove documentali dell’avvenuta richiesta di un piano didattico personalizzato; * Testimonianze che attestavano un ambiente scolastico potenzialmente inadeguato alle esigenze dell’alunno.

L’intervento del TAR: le motivazioni della sentenza

Il testo della sentenza del TAR Veneto ha sottolineato diversi aspetti critici nella gestione della vicenda da parte dell’istituto scolastico:

* Non proporzionalità della sanzione: il sei in condotta, considerato uno strumento estremo, non sarebbe stato supportato da una documentazione dettagliata dei comportamenti del ragazzo tale da giustificare una bocciatura così severa; * Mancata inclusione e attenzione ai BES: il Consiglio di Classe non avrebbe attivato alcun percorso personalizzato, nonostante la richiesta familiare e la segnalazione di plusdotazione; * Diritto all’istruzione: la scuola deve garantire a tutti, e in particolare agli studenti con bisogni speciali, il diritto a una formazione realmente inclusiva.

La sentenza del TAR dispone quindi l’annullamento della bocciatura, ordinando la promozione dello studente.

Riflessioni sulla scuola: inclusione, merito e giustizia

Questo episodio riporta al centro alcune questioni chiave per il sistema scolastico nazionale:

* La valutazione comportamentale deve armonizzarsi con lo sviluppo di competenze sociali e relazionali, evitando automatismi sanzionatori; * Gli studenti plusdotati, spesso sottovalutati, hanno diritto a piani didattici mirati, non solo per valorizzare i loro talenti, ma anche per prevenire possibili criticità comportamentali dovute alla noia, alla mancanza di stimoli o a un ambiente non inclusivo; * Il ricorso della famiglia ha evidenziato l’importanza di un dialogo costante e aperto tra scuola e genitori. In assenza di collaborazione, il rischio è la perdita di fiducia nell’istituzione scolastica.

Cosa cambia ora: precedenti, implicazioni e prospettive future

Il verdetto del TAR segna un precedente importante per il mondo della scuola italiana, soprattutto per le famiglie di studenti con bisogni educativi speciali. Ecco alcune delle principali implicazioni:

* Rafforzamento dei diritti degli studenti plusdotati: * Il caso richiama l’attenzione su una categoria spesso trascurata, facilitando il riconoscimento della necessità di percorsi specifici; * Maggiore trasparenza nelle procedure scolastiche: * Le scuole dovranno motivare in modo puntuale e dettagliato eventuali valutazioni negative di condotta; * Adozione diffusa del modello di personalizzazione della didattica: * Il rispetto dei BES passa attraverso l’utilizzo di Piani Didattici Personalizzati effettivi e non solo formali; * Precedente giurisprudenziale: * Altri studenti e famiglie potranno invocare la sentenza in casi simili.

È ormai evidente che le nuove direttive ministeriali dovranno tenere conto delle esigenze di tutte le categorie fragili o talentuose, promuovendo una cultura dell’inclusione autentica.

Sintesi e considerazioni finali

Quello della provincia di Vicenza non è solo un caso scuola, ma un simbolo di come la giustizia e il diritto all’istruzione si intrecciano nella quotidianità di tante famiglie italiane. La storia dell’alunno plusdotato bocciato per il sei in condotta e successivamente promosso dopo il ricorso al TAR spinge tutti gli attori coinvolti – dirigenti scolastici, docenti, famiglie, istituzioni – a riflettere sulle responsabilità di una scuola moderna: inclusiva, meritocratica e, soprattutto, capace di leggere le unicità di ciascuno.

I diritti degli studenti plusdotati e il principio di equità devono essere messi al centro dell’azione educativa, senza mai dimenticare che dietro ogni voto e ogni decisione ci sono vite, aspettative e potenzialità che meritano attenzione e valorizzazione. Affinché la scuola sia davvero un luogo di crescita e non di esclusione.

Questo episodio dimostra che, con determinazione e dialogo, è possibile chiedere e ottenere giustizia, anche nei contesti apparentemente più rigidi della pubblica istruzione. Il miglioramento di una scuola passa anche dal coraggio di famiglie e studenti che, difendendo i propri diritti, contribuiscono a una scuola più giusta e adatta a tutti.

Pubblicato il: 9 settembre 2025 alle ore 11:13