Libri scolastici 2025/2026: prezzi in crescita, serve sostegno
L’incremento dei prezzi dei libri scolastici per l’anno 2025/2026 è ormai ufficiale. L’Associazione Italiana Editori (AIE) ha comunicato che, proprio in linea con l’inflazione, le famiglie italiane dovranno mettere in conto un’ulteriore rincaro, anche se l’adeguamento risulta contenuto rispetto alla crescita generale del costo della vita registrata negli ultimi anni. Tuttavia, la questione resta centrale nel dibattito nazionale sull’accesso allo studio, con gli editori che sollecitano un forte intervento pubblico a supporto delle famiglie.
Indice
1. Il contesto: prezzi, inflazione e scuola 2. L’analisi dei dati: aumenti contenuti rispetto all’inflazione generale 3. Parlano gli editori: la voce dell’AIE e i prezzi fissati 4. L’impatto sulle famiglie e le richieste di intervento pubblico 5. Libri scolastici e diritto allo studio: una prospettiva europea 6. Soluzioni possibili: dal digitale al mercato dell’usato 7. Le previsioni per il futuro 8. Conclusioni: verso una scuola più equa e accessibile
Il contesto: prezzi, inflazione e scuola
L’aumento dei prezzi dei libri scolastici interessa tutte le fasce della scuola secondaria. Per l’anno scolastico 2025/2026, si registrano incrementi medi dell’1,7% per la scuola secondaria di primo grado (le medie) e dell’1,8% per la scuola secondaria di secondo grado (superiori). Questi dati si inseriscono in un contesto generale di inflazione: dal maggio 2021 al maggio 2024, il tasso di inflazione cumulata in Italia ha raggiunto il 14,7%. Un dato che si riflette su tutta la filiera del libro scolastico, dalla produzione alla distribuzione.
L’aumento dei prezzi delle materie prime, il caro energia, i costi della logistica e della distribuzione hanno inevitabilmente coinvolto il settore dell’editoria scolastica, benché i dati diffusi mostrino come gli editori si siano impegnati a mantenere, il più possibile, contenuti gli adeguamenti dei prezzi dei libri scolastici. Tuttavia, ogni singolo euro rappresenta un sacrificio in più da parte delle famiglie, chiamate ogni anno ad affrontare la spesa per i libri di testo dei propri figli.
L’analisi dei dati: aumenti contenuti rispetto all’inflazione generale
Secondo i dati ufficialmente comunicati dall’Associazione Italiana Editori (AIE), l’aumento medio dei prezzi dei libri di testo per la scuola secondaria di primo grado sarà dell’1,7%, mentre per la scuola secondaria di secondo grado si attesterà all’1,8%. Una decisione che nasce dalla necessità di adeguare i prezzi al costo della vita, ma che appare più contenuta se posta a confronto con l’inflazione cumulata pari al 14,7% tra maggio 2021 e maggio 2024.
In particolare, la crescita complessiva dei prezzi dei libri di testo nello stesso orizzonte temporale è stata del 7,5% per le scuole medie e dell’8,2% per le superiori. Quindi, l’aumento medio annuo – considerando tutto il periodo – è stato inferiore rispetto all’inflazione. Questa scelta, secondo l’AIE, è da imputarsi alla volontà di non gravare eccessivamente sulle famiglie, pur in presenza di costi crescenti per la produzione dei volumi scolastici.
Occorre infatti precisare che i prezzi vengono stabiliti dagli editori nel mese di gennaio e restano invariati per tutto l’anno scolastico successivo, a garanzia della certezza dell’investimento per le famiglie e scuole.
Questi numeri, benché apparentemente contenuti, suscitano comunque preoccupazione tra genitori e associazioni studentesche, soprattutto in un contesto nazionale in cui permangono differenze tra territori e fasce di reddito.
Parlano gli editori: la voce dell’AIE e i prezzi fissati
A spiegare i dati e la scelta di contenere gli aumenti è intervenuto direttamente Giorgio Riva, presidente del gruppo Educativo di AIE. Il presidente ha sottolineato come l’aumento medio dei prezzi sia stato calcolato considerando la sostenibilità delle famiglie e come gli editori abbiano deciso, ancora una volta, di farsi carico di parte dell’aumento dei costi produttivi.
“Il nostro obiettivo – spiega Riva – è garantire che i libri scolastici restino accessibili al maggior numero di studenti, nonostante la pressione inflattiva generale. Ma è necessario che lo Stato intervenga con misure mirate a sostenere le famiglie in difficoltà”. Secondo i vertici dell’Associazione Italiana Editori, mentre gli aumenti dei prezzi vengono decisi e fissati a gennaio, la spesa totale annuale rimane comunque un onere da non sottovalutare per molte famiglie italiane, specie per chi si trova a dover acquistare più di un kit completo a ogni ciclo d’istruzione.
Gli editori puntano l’attenzione non tanto sul dato percentuale degli aumenti, quanto sulla necessità di una politica strutturale a tutela del diritto allo studio, e insistono sull’urgenza di un intervento pubblico che possa davvero fare la differenza.
L’impatto sulle famiglie e le richieste di intervento pubblico
Il principale motivo di preoccupazione resta l’aggravio di spesa che le famiglie affrontano ogni anno quando si avvicina il termine delle lezioni e si prepara l’acquisto dei nuovi libri di testo per settembre. Talvolta, specie per le famiglie con più figli, la spesa può superare alcune centinaia di euro, incidendo pesantemente sui bilanci domestici già messi a dura prova dall’inflazione, dal rincaro generale dei beni di prima necessità e da un certo stagnamento dei salari.
Per questa ragione, le famiglie chiedono da tempo un sostegno concreto da parte delle istituzioni e degli enti locali. Lo stesso Giorgio Riva, presidente del gruppo Educativo di AIE, ha ribadito la necessità «di un intervento pubblico per sostenere le famiglie nell’acquisto dei libri scolastici e garantire il diritto allo studio a tutti». Tra le soluzioni possibili avanzate nel dibattito pubblico vi sono:
* Voucher dedicati all’acquisto di testi scolastici per le famiglie a basso reddito; * Potenziamento dei contributi regionali e comunali; * Detrazioni fiscali per le spese scolastiche; * Ampliamento del prestito gratuito dei libri attraverso le biblioteche scolastiche e comunali.
Non va sottovalutata, peraltro, la pressione sulle scuole e sulle amministrazioni locali, chiamate spesso a gestire con fondi limitati il supporto concreto alle famiglie meno abbienti. Gli esperti di settore sottolineano come la questione dell’«inflazione libri scolastici» sia ormai una priorità per il sistema d’istruzione italiano.
Libri scolastici e diritto allo studio: una prospettiva europea
La questione dei prezzi dei libri di testo e del loro impatto sull’accesso allo studio non riguarda esclusivamente l’Italia. In diversi Paesi europei, sono state adottate misure per garantire un accesso libero e gratuito ai libri scolastici. Ad esempio, in Francia, il materiale didattico è spesso fornito gratuitamente dalle scuole pubbliche, così come in Germania e nei Paesi Bassi, dove la spesa per i libri è coperta da fondi pubblici o da contributi locali.
Questo modello, più inclusivo, garantisce una maggiore equità, evitando che la disponibilità dei libri dipenda dalla capacità economica delle famiglie. L’Italia sta cercando la propria via per garantire il diritto allo studio contro le disparità, ma secondo l’AIE occorre ancora molta strada da fare, specie se si considerano le differenze di trattamento tra le diverse regioni descritte anche da associazioni di consumatori come Altroconsumo.
Soluzioni possibili: dal digitale al mercato dell’usato
I ripetuti aumenti dei costi stanno spingendo studenti e famiglie a ricorrere sempre più spesso a soluzioni alternative per contenere la spesa relativa ai «prezzi libri scuola media e superiore». Tra queste, la più diffusa è senz’altro il mercato dei libri scolastici usati, già storicamente sviluppato in Italia e ancora più importante oggi alla luce degli aumenti.
Inoltre, negli ultimi anni, grazie anche alla digitalizzazione, molte scuole hanno iniziato a utilizzare libri digitali o materiali didattici open source, scaricabili gratuitamente o a costi molto ridotti. Pur rappresentando un’opportunità per abbassare la spesa, l’uso dei libri digitali incontra ancora diversi ostacoli, sia per la mancanza di dispositivi adeguati in tutte le famiglie, sia per la diversa predisposizione all’uso della tecnologia da parte di alcuni studenti e insegnanti.
Inoltre, la qualità e la fruibilità del materiale digitale non sostituiscono ancora completamente il supporto offerto dal libro cartaceo, che rimane per molti insostituibile sia sul piano didattico sia pratico.
Le previsioni per il futuro
Alla luce del trend attuale, appare probabile che i «prezzi libri scuola secondaria» continueranno a subire aumenti contenuti ma costanti nei prossimi anni, se l’inflazione non rallenterà e se non si registreranno cambiamenti strutturali rilevanti a carico dell’intera filiera. Gli editori italiani, già messi alla prova dall’aumento dei costi di carta, stampa e distribuzione, operano in un contesto in cui la sostenibilità economica va di pari passo con la responsabilità sociale.
L’evoluzione futura dipenderà dal ruolo che le istituzioni pubbliche vorranno assumere nel sostenere la spesa per i libri scolastici, e dalla diffusione delle alternative digitali. Inoltre, solo una programmazione più efficace e una maggiore collaborazione tra editori, scuole, famiglie e Stato potranno assicurare alle nuove generazioni strumenti di apprendimento di qualità accessibile per tutti.
Conclusioni: verso una scuola più equa e accessibile
L’aumento dei prezzi dei libri di testo per l’anno scolastico 2025/2026 si situa perfettamente «in linea con l’inflazione», come sottolineano gli editori, ma non può non preoccupare per l’effetto cumulativo sulla spesa delle famiglie. Le strategie individuali adottate da studenti e genitori – dal ricorso al mercato dell’usato all’utilizzo di libri digitali, dal prestito scolastico ai contributi pubblici – rappresentano soluzioni importanti, ma non sempre sufficienti a garantire l’accesso pieno e universale allo studio.
L’appello lanciato dall’Associazione Italiana Editori (AIE), attraverso il suo presidente Giorgio Riva, a favore di un «intervento pubblico» più deciso, appare oggi quanto mai urgente: solo investendo risorse nella scuola il Paese può combattere concretamente la diseguaglianza educativa e consentire anche ai meno abbienti di studiare senza ostacoli economici.
Nel frattempo, resta fondamentale mantenere alta l’attenzione sul tema «prezzi libri scuola» e sulle politiche di sostegno alle famiglie. La scuola italiana ha bisogno di strumenti, progetti e finanziamenti in grado di trasformare le difficoltà attuali in un’occasione di crescita e di accesso democratico al sapere. Solo così l’aumento dei prezzi dei libri scolastici per il 2025/2026 potrà essere affrontato senza penalizzare il diritto allo studio delle nuove generazioni.