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Lezioni nel bosco: La scuola 'lenta' del Salento che rivoluziona l'insegnamento

Nel cuore della Puglia, un istituto propone la 'Scuola Lenta': studenti e docenti trascorrono ore tra alberi, natura e silenzio, per riscoprire i tempi del sapere fuori dalla tecnologia

Lezioni nel bosco: La scuola 'lenta' del Salento che rivoluziona l'insegnamento

Indice degli argomenti

* Le origini del progetto nel Salento * Il concetto di 'Scuola Lenta' * La giornata tipo nel bosco * La partecipazione degli alunni: esperienza a rotazione * Obiettivi pedagogici e benefici dell'apprendimento nella natura * Le sfide della scuola contemporanea: tra tecnologia e natura * Reazioni di studenti, docenti e famiglie * Il ruolo dell’educazione ambientale e civica * Connessioni con altre pratiche italiane ed europee * Il futuro della didattica alternativa in Italia * Sintesi finale

Le origini del progetto nel Salento

Nell’anno scolastico 2025/2026 il Salento si distingue per un progetto didattico innovativo: lezioni nel bosco come risposta diretta alle criticità della didattica sempre più digitale. L’idea nasce all’interno di un istituto comprensivo che ha optato per un ritorno alle radici, ridando centralità alla relazione con l’ambiente e alla crescita lenta, quasi “artigianale”, del sapere. A guidare questa scelta il dirigente scolastico Pantaleo Antonio Conte, che fortemente ha voluto dare un’impronta diversa alle attività didattiche dell’istituto che dirige.

Nel contesto italiano, parlare di "scuola lenta" può sembrare una provocazione. Eppure, nonostante la corsa all’intelligenza artificiale e l’invasione dei device nelle aule, il Salento propone uno sguardo differente, orientato alla riscoperta di modelli didattici senza tecnologia e alla lentezza come valore fondante della formazione.

Il concetto di 'Scuola Lenta'

La 'scuola lenta' del Salento si basa su un movimento pedagogico internazionale che invita al rallentamento dei ritmi scolastici per favorire apprendimento profondo ed esperienziale. Il progetto si chiama proprio "Scuola Lenta" e prende ispirazione - pur con accenti locali - dai principi dell’educazione slow nati nei paesi nordici e diffusi all’estero tramite le forest school.

L’obiettivo principale? Rimettere lo studente al centro, favorendo un apprendimento immerso nel contesto naturale e scandito dai tempi della natura stessa, invece che dai ritmi frenetici della digitalizzazione.

Questo approccio si inserisce tra le più innovative pratiche di didattica alternativa nelle scuole italiane, rappresentando oggi una delle esperienze di punta della regione Puglia in ambito educativo.

La giornata tipo nel bosco

La prima giornata di scuola nel bosco coinvolge quattro classi della secondaria di primo grado. Dalla città al bosco, i ragazzi, accompagnati dai docenti e da guide ambientali, si trovano immersi in un paesaggio insolito. Qui la campanella non suona e il ritmo è dettato dalla luce del sole, dal fruscio delle foglie, dal canto degli uccelli.

Gli studenti lavorano in piccoli gruppi, spesso seduti su tronchi, su stuoie di paglia o intorno a spazi predisposti per la lezione. Gli insegnanti propongono attività pratiche e sensoriali: laboratori di osservazione delle specie vegetali, esercizi di ascolto e narrazione, giochi ambientali e momenti di riflessione individuale.

Un esempio tipico di orario "alternativo":

* Accoglienza e passeggiata esplorativa * Laboratorio di scienze naturali (osservazione di insetti, foglie, fiori) * Momento di scrittura creativa * Lezione di storia del territorio * Spazio di silenzio e ascolto interiorizzato * Conclusione con attività manuali (costruzione di piccoli oggetti con materiali naturali)

Ogni attività è concepita per essere accessibile, sicura e adattabile alle condizioni atmosferiche e alle esigenze dei gruppi.

La partecipazione degli alunni: esperienza a rotazione

Uno degli aspetti di maggiore interesse e innovazione è l’organizzazione rotazionale dell’esperienza: tutti gli alunni dell’istituto vivranno le lezioni nel bosco durante l’anno scolastico. Si alterneranno periodicamente, sperimentando ciascuno – almeno una volta – la didattica lenta e immersiva. Il modello, dunque, garantisce equità e universalità di accesso, evitando che tale opportunità resti appannaggio di pochi.

Il progetto "Scuola lenta Salento" si integra in modo sinergico con le attività curricolari, senza interromperle, ma anzi arricchendole di una nuova prospettiva esperienziale.

Obiettivi pedagogici e benefici dell'apprendimento nella natura

Nel cuore dell’esperienza vi è la convinzione, basata su numerosi studi, che l’apprendimento nella natura favorisca il benessere psicofisico, lo sviluppo delle competenze socio-relazionali e l’attitudine alla concentrazione. Sono ormai riconosciuti i benefici pedagogici delle lezioni all’aperto:

* Riduzione dello stress e dell’ansia da prestazione * Aumento dell’autostima e della capacità di adattamento * Stabilizzazione dell’attenzione e facilità di memorizzazione * Incremento della creatività e delle competenze trasversali * Miglioramento del tono dell’umore e della gestione emotiva

La natura, con i suoi ritmi propri, si fa maestra paziente, mentre la scuola all’aperto in Italia riacquista la funzione di spazio di formazione globale, non soltanto intellettiva.

Le sfide della scuola contemporanea: tra tecnologia e natura

Mentre in molte scuole italiane e pugliesi si moltiplicano le attività legate a pc, tablet, coding e realtà aumentata, l’istituto salentino lancia una sfida controcorrente: lezioni senza tecnologia come antidoto alla dispersione e all’omologazione digitale. Non si tratta di un rifiuto della modernità, ma della ricerca di complementarità tra metodologie didattiche diverse.

Questa scelta si rivela particolarmente significativa nel post-pandemia, quando la didattica a distanza ha trasformato lo scenario educativo globale e la relazione tra studenti e tecnologia è diventata ancora più complessa.

La didattica innovativa nelle scuole della Puglia aggiunge così un tassello importante all’offerta formativa regionale, suggerendo che futuro e tradizione possono coesistere senza conflitto.

Reazioni di studenti, docenti e famiglie

L’iniziativa ha incontrato entusiasmo da parte degli studenti, sorpresi dalla possibilità di imparare "senza libri né banchi", ma anche qualche resistenza nei confronti di una novità che rompe con l’abituale comfort della lezione in aula.

I docenti, dopo un breve periodo di formazione specifica sull’insegnamento nella natura, hanno riconosciuto il valore aggiunto di una didattica meno strutturata, più aperta all’imprevisto e alla scoperta.

Le famiglie si sono dichiarate per lo più favorevoli, riconoscendo nella "scuola nel bosco" un ambiente sicuro e stimolante. Alcuni genitori hanno espresso l’auspicio che l’esperienza possa estendersi anche ai livelli superiori dell’istruzione.

Il ruolo dell’educazione ambientale e civica

Il connubio tra educazione ambientale e didattica alternativa è un punto di forza distintivo. Durante le lezioni nel bosco, gli studenti imparano il rispetto per la biodiversità, la storia locale e le pratiche sostenibili. L’appropriazione di questi saperi "sul campo" rafforza competenze civiche e consapevolezza ecologica.

L’approccio è coerente con le linee guida ministeriali sull’introduzione dell’educazione civica e dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che raccomandano alle scuole italiane di integrare nei curricoli temi ambientali e di cittadinanza attiva.

Connessioni con altre pratiche italiane ed europee

La "scuola lenta" salentina dialoga con una rete in crescita di scuole innovative in tutta Italia. Dalle foreste del Trentino alle campagne dell’Emilia-Romagna, sono sempre più diffusi i progetti di outdoor education, benché spesso relegati alle prime fasce d’età (nidi, infanzia, primaria).

A livello europeo le forest school si configurano come veri e propri istituti, con curricoli paralleli. In Germania, Danimarca e Inghilterra la lezione all’aperto è già prassi affermata. Tuttavia, l’esperienza pugliese si distingue per la sua trasversalità e per la volontà di coinvolgere sistematicamente la scuola secondaria di primo grado, un segmento spesso escluso dalle pratiche di educazione in natura.

Il futuro della didattica alternativa in Italia

Il progetto "Scuola Lenta" di Salento potrebbe rappresentare un modello replicabile anche in altri contesti. La sfida sarà quella di integrarlo strutturalmente nei piani dell’offerta formativa e di garantire formazione continua al personale scolastico.

La scuola del futuro, infatti, dovrà essere in grado sia di padroneggiare la tecnologia sia di riscoprire il valore del tempo lento, della manualità e dell’esperienza reale. Le lezioni nel bosco aprono così un dibattito fondamentale, che riguarda il senso stesso della scuola come luogo di crescita, scoperta, socialità e cura.

Sintesi finale

L’istituto salentino che ha scelto la via della scuola lenta e delle lezioni nel bosco rappresenta una delle più interessanti esperienze educative nel bosco a livello nazionale. In un tempo in cui l’educazione sembra inseguire soltanto la velocità e l’automazione, questa sperimentazione ricorda che la vera innovazione può risiedere proprio nella riscoperta dei gesti lenti, del rapporto diretto tra persona e natura.

L’auspicio – condiviso da molti operatori scolastici – è che l’esperienza pugliese possa fare scuola. E che il futuro dell’istruzione italiana sia capace di coniugare, con equilibrio, la potenza del digitale e la profondità del tempo lento, per promuovere cittadini consapevoli, creativi e felici.

Pubblicato il: 18 settembre 2025 alle ore 05:11