La valutazione senza voti a scuola: una scelta legittima e innovativa. Intervista a Giulio Iraci e focus sulle nuove frontiere della valutazione educativa
Indice dei paragrafi
1. Introduzione: perché parlare di valutazione senza voti 2. Il contesto normativo della valutazione scolastica 3. L'evento "Learning by Dewing" a Roma Tre: protagonisti e obiettivi 4. Il Coordinamento per la Valutazione Educativa (CVE): nascita e finalità 5. L’intervista al professor Giulio Iraci: la valutazione in itinere senza voti 6. Il diritto professionale dei docenti: la posizione di Max Bruschi 7. Opportunità e criticità della valutazione educativa senza voti 8. La voce delle scuole: esperienze e testimonianze 9. I vantaggi pedagogici di una valutazione formativa 10. Sintesi finale e prospettive future
Introduzione: perché parlare di valutazione senza voti
Il tema della valutazione senza voti è tornato alla ribalta nel dibattito scolastico italiano. L’evento “Learning by Dewing” organizzato presso l’Università Roma Tre il 20 ottobre 2025 rappresenta un punto di svolta nella discussione, offrendo uno spazio di confronto tra esperti, docenti e operatori del settore sulle modalità e sulle sfide della valutazione educativa contemporanea. Ma cosa significa realmente valutare senza voti? E perché questa pratica, spesso percepita come innovativa, è invece perfettamente coerente con la normativa vigente?
Analizzare la valutazione educativa al di fuori della mera attribuzione numerica consente di restituire centralità ai processi di apprendimento, promuovendo una scuola davvero inclusiva e capace di valorizzare i talenti di ognuno. L’appuntamento romano si pone così come un’occasione irripetibile per affrontare il tema a fondo, anche alla luce delle recenti disposizioni normative e delle opinioni dei maggiori esperti del settore.
Il contesto normativo della valutazione scolastica
La normativa sulla valutazione scolastica in Italia è andata incontro a una progressiva evoluzione. Se in passato il voto rappresentava la principale – se non l’unica – modalità di restituzione del percorso di apprendimento, oggi le Indicazioni Nazionali e le successive linee guida del Ministero dell’Istruzione pongono maggiore attenzione agli aspetti qualitativi e descrittivi del giudizio valutativo.
La valutazione degli apprendimenti, secondo le disposizioni vigenti, deve essere:
* trasparente * tempestiva * funzionale a favorire l’autovalutazione e il miglioramento continuo * coerente con gli obiettivi del curricolo e con le finalità della scuola
e, soprattutto, non può essere ridotta alla sola attribuzione di un numero.
L’adozione di strumenti qualitativi – come rubriche di valutazione, descrittori e indicatori di competenza – si sta progressivamente affermando come buona pratica nelle scuole di ogni ordine e grado. La normativa, quindi, non solo lo consente, ma lo auspica come modalità più aderente alla realtà dei processi di apprendimento.
L'evento "Learning by Dewing" a Roma Tre: protagonisti e obiettivi
Lunedì 20 ottobre 2025, all’Università Roma Tre, si terrà l'evento "Learning by Dewing", un momento di riflessione di particolare rilievo per il mondo scolastico italiano. Organizzato con la collaborazione di associazioni disciplinari, reti di scuole e professionisti del settore, l’incontro vuole mettere al centro la valutazione senza voti come strumento di crescita per studenti, docenti e la comunità educativa nel suo complesso.
Obiettivi principali dell’evento:
* analizzare i fondamenti pedagogici della valutazione in itinere * confrontarsi sulle strategie da adottare per una valutazione formativa e non stigmatizzante * discutere le implicazioni normative della scelta di non utilizzare voti numerici, anche alla luce del crescente interesse a livello europeo e internazionale.
Tra i relatori, figurano nomi di spicco come il professor Giulio Iraci, tra i maggiori esperti italiani in materia di valutazione scolastica, e Max Bruschi, già dirigente tecnico presso il Ministero dell’Istruzione e noto esperto di politiche scolastiche.
Il Coordinamento per la Valutazione Educativa (CVE): nascita e finalità
In occasione del convegno romano, viene annunciata la nascita del Coordinamento per la Valutazione Educativa (CVE). Questo organismo si propone di riunire docenti, dirigenti scolastici, enti di formazione e realtà associative interessate ad approfondire e diffondere pratiche di valutazione educativa coerenti con le più recenti acquisizioni della ricerca pedagogica.
Le finalità del CVE:
* Promuovere una cultura della valutazione intesa come strumento di accompagnamento e crescita * Supportare le scuole nell’elaborazione e nell’adozione di criteri di valutazione alternativi ai voti numerici, nel rispetto della normativa valutazione scolastica * Offrire percorsi di formazione e aggiornamento a docenti e dirigenti sul tema della valutazione formativa * Attivare una rete nazionale di buone pratiche
La costituzione del Coordinamento rappresenta un segnale importante: la valutazione senza voti non è solo una sfida culturale ma anche un processualità sostenuta e legittimata dalle leggi.
L’intervista al professor Giulio Iraci: la valutazione in itinere senza voti
Il professor Giulio Iraci, docente universitario e ricercatore nell’ambito della valutazione scolastica, è uno dei promotori del cambiamento in atto. Nel corso dell’evento “Learning by Dewing”, Iraci ha spiegato come la valutazione in itinere senza voti possa diventare pratica quotidiana nelle classi italiane.
“La valutazione numerica – afferma Iraci – tradisce spesso la complessità dei processi di apprendimento. Sistemi troppo rigidi, fondati esclusivamente sul voto, rischiano di penalizzare gli allievi e di ridurre la valutazione a mero atto sanzionatorio. Al contrario, una valutazione educativa, ricca di osservazioni, feedback, autovalutazioni e momenti di dialogo tra insegnante e studente, si pone come stimolo per la crescita personale e il successo formativo di ciascuno”.
Iraci ricorda come numerose normative, tra cui le Indicazioni Nazionali e i recenti atti di indirizzo del Ministero, riconoscano la possibilità di operare attraverso rubriche, descrittori, giudizi e valutazioni in itinere, affiancando o addirittura sostituendo il voto numerico.
Il diritto professionale dei docenti: la posizione di Max Bruschi
Uno dei nodi centrali del dibattito riguarda la libertà e il diritto dei docenti nella scelta della metodologia valutativa più opportuna. In tal senso, interviene in modo chiaro Max Bruschi, noto esperto e riferimento nazionale per le questioni legate alla scuola.
Bruschi conferma che la valutazione in itinere senza voti è un diritto professionale dei docenti. “Nessuna norma – afferma – impedisce a un insegnante, nella valutazione formativa e durante il percorso di apprendimento, di scegliere strumenti e modalità differenti dal voto numerico. La normativa valutazione scuola offre una cornice flessibile, con l’obbligo del voto solo alla fine del periodo valutativo (quadrimestre o anno scolastico, a seconda dei casi), ma ampie possibilità di adottare pratiche coerenti con i bisogni della classe”.
Questo riconoscimento consente al personale docente di sperimentare e innovare, rendendo la valutazione senza voti non solo una possibilità ma una concreta opportunità di crescita professionale.
Opportunità e criticità della valutazione educativa senza voti
La scelta di adottare la valutazione senza voti non è priva di difficoltà. Mentre molti insegnanti e dirigenti riconoscono i vantaggi di questa metodologia, permangono alcune resistenze e dubbi, spesso dovuti a:
* Diffidenza verso la scomparsa del numero come simbolo “oggettivo” dell’apprendimento * Timore di una eccessiva soggettività nella valutazione * Necessità di formare adeguatamente tutti i docenti alle nuove pratiche * Pressioni da parte delle famiglie, desiderose di una valutazione “trasparente” e di facile interpretazione
Nonostante ciò, la progressiva diffusione di rubriche, schede di valutazione descrittiva e strategie di feedback individualizzato sta mostrando risultati incoraggianti sia in termini di inclusività sia di miglioramento degli apprendimenti.
La voce delle scuole: esperienze e testimonianze
Molte scuole italiane hanno già avviato processi di abolizione dei voti o sperimentato pratiche di valutazione alternativa, in particolare nella scuola primaria ma, a volte, anche nella secondaria di primo grado.
Ecco alcune testimonianze raccolte tra docenti aderenti al Coordinamento Valutazione Educativa:
* “Da quando abbiamo adottato rubriche descrittive, gli alunni si sentono più coinvolti e meno ansiosi del risultato”, racconta Maria, insegnante di scuola primaria a Roma. * “Abbiamo notato una maggiore partecipazione e un clima più sereno in classe: la valutazione formativa permette di valorizzare i progressi anche piccoli, invece di punire gli errori”, sottolinea Giuseppe, docente di matematica in una scuola media della provincia di Milano. * “I genitori vengono coinvolti in incontri specifici, dove spieghiamo vantaggi e modalità della valutazione non numerica. Inizialmente ci sono delle resistenze, ma spesso si superano con il dialogo”, spiega Claudia, dirigente scolastica in Toscana.
Queste esperienze dimostrano come la valutazione in itinere senza voti, se ben gestita, possa rappresentare un percorso virtuoso per la crescita degli studenti e della comunità scolastica.
I vantaggi pedagogici di una valutazione formativa
L’introduzione della valutazione educativa senza l’uso esclusivo dei voti porta con sé numerosi vantaggi dal punto di vista pedagogico e didattico:
1. _Riduzione dell’ansia da prestazione_: la mancanza di un voto numerico abbassa il livello di pressione sugli studenti, favorendo un apprendimento più autentico e duraturo. 2. _Focus sui processi, non solo sui risultati_: i feedback formativi permettono di osservare e sostenere il percorso di apprendimento nella sua interezza, aiutando l’alunno a riconoscere punti di forza e aree di miglioramento. 3. _Valorizzazione della diversità_: ogni studente viene riconosciuto nella sua unicità, con un’attenzione particolare ai bisogni educativi speciali (BES) e agli alunni con DSA. 4. _Sviluppo di competenze metacognitive_: attraverso il dialogo valutativo, si promuove l’autovalutazione e la capacità critica degli studenti rispetto alle proprie prestazioni. 5. _Maggiore collaborazione scuola-famiglia_: la valutazione descrittiva favorisce il coinvolgimento attivo dei genitori, superando la logica “premio-punizione” del voto tradizionale.
Sintesi finale e prospettive future
La valutazione senza voti, ormai legittimata sia dalla normativa valutazione scolastica sia dal riconoscimento degli esperti come il professor Giulio Iraci e Max Bruschi, rappresenta una delle frontiere più avanzate della didattica contemporanea. L’evento “Learning by Dewing” a Roma Tre e la nascita del Coordinamento Valutazione Educativa (CVE) sanciscono l’avvio di una stagione di approfondimento e diffusione di pratiche innovative.
Le scuole italiane sono oggi chiamate a raccogliere la sfida, promuovendo una valutazione educativa che sia davvero al servizio della crescita di ciascuno studente. Investire in formazione, sperimentare, coinvolgere famiglie e territorio: queste le parole d’ordine per una scuola che guarda al futuro con fiducia.
In conclusione, valutare senza voti non solo si può, ma si deve: per restituire senso e dignità all’apprendimento, per rendere la scuola un luogo di crescita autentica e di cittadinanza attiva, sempre nel rispetto delle norme e dei diritti di tutti gli attori coinvolti.