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La scuola dell’ansia: un viaggio tra inferno e purgatorio nell’emergenza del benessere mentale

Salute mentale, stress e nuove proposte per studenti e docenti nella scuola post-pandemica

La scuola dell’ansia: un viaggio tra inferno e purgatorio nell’emergenza del benessere mentale

Indice

* Introduzione: l’ansia scolastica come emergenza silenziosa * Pressione scolastica e ansia tra gli studenti * Salute mentale degli insegnanti: la testimonianza della docente 57enne * La didattica e la pandemia: effetti sulla salute mentale * L’intervento delle istituzioni: le parole di Mattarella e Valditara * Il cellulare in classe: regole chiare per ridurre il disagio * L’importanza dell’ascolto: la proposta del Prof Marenco * Strategie per una scuola più attenta al benessere mentale * Il ruolo delle famiglie e della comunità scolastica * Prospettive future: la scuola come luogo di prevenzione * Sintesi finale: verso una nuova cultura dell’educazione

Introduzione: l’ansia scolastica come emergenza silenziosa

Negli ultimi anni, complice soprattutto la pandemia che ha segnato in modo indelebile gli equilibri della nostra società, la scuola italiana si trova ad affrontare una crisi nuova e insidiosa: una vera e propria "scuola dell’ansia". Non si tratta soltanto della difficoltà di apprendere o insegnare, ma di una crescente pressione che permea ambienti, relazioni e vissuti degli studenti e degli insegnanti. L’ansia a scuola, la salute mentale di studenti e docenti, lo stress nella scuola post pandemia sono diventate parole chiave nei dibattiti, ma a questi temi non sempre corrisponde la dovuta attenzione nelle soluzioni adottate.

Pressione scolastica e ansia tra gli studenti

La pressione scolastica sugli studenti è aumentata esponenzialmente. Da una parte, le aspettative familiari e sociali portano i ragazzi a vivere ogni compito, verifica, colloquio come una prova dalla quale dipende il proprio valore. Dall’altra, la scuola stessa – stretta tra richieste ministeriali, valutazioni e carichi di lavoro spesso sproporzionati – tende a trasformarsi in un luogo di tensione anziché di crescita.

Ansia a scuola significa oggi non solo temere l’interrogazione o il giudizio dei professori, ma anche vivere la routine quotidiana tra l’incubo del confronto, il terrore di sbagliare, la solitudine di non sentirsi compresi. La "scuola post pandemia" ha visto, secondo diverse ricerche, un aumento dei disturbi d’ansia, delle difficoltà di adattamento e del disagio psicosociale in età scolare.

Tra i segnali più frequenti di questo malessere possiamo includere:

* Disturbi del sonno * Problemi di concentrazione * Perdita di motivazione * Crisi di pianto o attacchi di panico * Episodi di isolamento sociale

Le ricerche confermano inoltre che la pressione scolastica sugli studenti non accenna a diminuire: la competizione interna alle classi, le richieste per l’accesso alle scuole superiori o all’università, l’ansia da prestazione sono fenomeni in costante ascesa.

Salute mentale degli insegnanti: la testimonianza della docente 57enne

Quando si parla di salute mentale a scuola, non ci si può fermare agli studenti. Anche i docenti vivono un sistema che sempre più spesso penalizza il benessere e il senso di appartenenza. La testimonianza di una docente 57enne – riportata in apertura – racconta di una "carriera rovinata" dopo otto anni lontana da casa. Questo fenomeno, purtroppo non isolato, chiama in causa la gestione delle assegnazioni territoriali e la difficoltà, per molti insegnanti, di mantenere l’equilibrio tra vita lavorativa e personale.

Il tema dei docenti lontani da casa investe non solo la sfera pratica, ma anche quella emozionale:

* Difficoltà a seguire la famiglia * Dispendio economico e fisico per lunghi spostamenti * Senso di isolamento e alienazione * Calo della motivazione professionale

A ciò si aggiunge un clima scolastico spesso caratterizzato da burocrazia, conflittualità interna, mancanza di riconoscimento. Lo stress dei docenti nella scuola è terreno fertile per burn-out, depressione, scarsa efficacia didattica. Il tema del benessere mentale degli insegnanti merita dunque un’attenzione pari, se non superiore, a quella riservata agli studenti.

La didattica e la pandemia: effetti sulla salute mentale

Il biennio pandemico ha segnato profondamente tutto il sistema scolastico, accelerando fenomeni in parte già presenti ma sopiti. La scuola post pandemia si porta dietro ferite aperte: dalla didattica a distanza al distanziamento sociale, dall’incertezza sulle valutazioni alla paura per la salute propria e dei familiari.

Le principali criticità emerse sono:

* Aumento dell’isolamento sociale tra ragazzi, privi di occasioni di socializzazione reale * Difficoltà nella gestione della didattica ibrida, con disparità negli strumenti a disposizione * Incremento delle difficoltà di attenzione e della dipendenza da dispositivi digitali * Mancanza di un supporto psicologico strutturato dentro le scuole

Le ricerche evidenziano come l’emergenza abbia inciso maggiormente su soggetti già fragili, aggravando situazioni preesistenti e aumentando il rischio di drop-out o abbandono scolastico.

L’intervento delle istituzioni: le parole di Mattarella e Valditara

Non sono mancati, negli ultimi anni, gli interventi istituzionali. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato, in più occasioni, l’importanza di "vivere con gli studenti l’inizio delle lezioni". Questa affermazione racchiude non solo un augurio, ma un’indicazione di metodo: la scuola non può procedere senza dialogo, senza attenzione reale verso la quotidianità di studenti e docenti. Le dichiarazioni di Mattarella sulla scuola sono un punto di partenza per riscoprire l’aspetto relazionale e umano dell’educazione.

Parallelamente, il Ministro Valditara è più volte intervenuto per chiarire la posizione del Ministero su questioni spinose come quella dei cellulari in classe. Valditara ha ribadito che i cellulari possono essere portati a scuola ma devono rimanere in borsa durante le lezioni, nel rispetto di regole condivise che tutelino la concentrazione e il rispetto reciproco.

Il cellulare in classe: regole chiare per ridurre il disagio

Il tema dei cellulari in classe rappresenta una delle sfide più concrete rispetto alla questione ansia e benessere. Se da un lato la tecnologia è divenuta parte integrante della vita scolastica, dall’altro il suo uso distorto può contribuire a innescare o alimentare situazioni di disagio psicologico. La percezione di essere sempre "connessi", la paura di non essere all’altezza delle immagini e dei risultati condivisi sui social, unita ai rischi del cyberbullismo, generano una fonte aggiuntiva di pressione scolastica.

Le regole proposte, e ribadite dal Ministro, rispondono a questi problemi con scelte semplici ma chiare:

* Consentire l’uso dello smartphone solo se realmente necessario per attività didattiche * Lasciare il telefono spento o in borsa durante le lezioni ordinarie * Promuovere un clima di responsabilità nella gestione dei dispositivi

Tali misure mirano a creare un ambiente meno ansiogeno, dove la concentrazione e la presenza siano rivolte alle persone e non agli schermi.

L’importanza dell’ascolto: la proposta del Prof Marenco

Proposta interessante quella del Prof Marenco che suggerisce un’ora fuori dall’orario scolastico per ascoltare i ragazzi. Si tratta di un’iniziativa che nasce proprio dalla consapevolezza che, nelle attuali condizioni, spesso manca uno spazio di parola autentico, di confronto senza giudizio, sia per gli studenti che per i docenti.

La possibilità di avere:

* Un tempo dedicato all’ascolto reciproco * Attività di gruppo o individuali guidate da docenti formati * Momenti di riflessione sulle proprie emozioni e difficoltà

rappresenta un passo avanti nella promozione del benessere mentale a scuola.

Questa "ora dell’ascolto" potrebbe diventare anche un punto di raccolta per segnalazioni di disagio e individuazione di strategie di supporto, facilitando l’intervento tempestivo.

Strategie per una scuola più attenta al benessere mentale

Considerata la complessità della situazione, diventa imprescindibile adottare una serie di strategie integrate, capaci di coniugare esigenze normative, didattiche ed emotive. Alcuni possibili interventi prevedono:

1. Promozione di percorsi formativi per studenti e docenti sulla gestione dell’ansia e dello stress 2. Introduzione stabile di figure di supporto psicologico all’interno delle scuole 3. Valorizzazione di metodi didattici personalizzati, attenti alle diversità dei singoli 4. Programmi di prevenzione contro il bullismo e il cyberbullismo 5. Maggior sostegno ai docenti lontani da casa, attraverso politiche di mobilità più eque e servizi di counseling

Solo una scuola capace di cambiare paradigma, da luogo di mera performance a comunità educante inclusiva, potrà arginare l’emergenza.

Il ruolo delle famiglie e della comunità scolastica

Non meno importante è il coinvolgimento diretto delle famiglie e dei soggetti che gravitano attorno al sistema scolastico. La responsabilità di prevenire e riconoscere ansia, disagio e depressione non può ricadere solo sull’istituzione scuola.

Le famiglie devono essere coinvolte in:

* Incontri informativi e formativi * Creazione di un dialogo continuo con i docenti * Supporto ai figli nei momenti di difficoltà senza aumentare la pressione

Allo stesso tempo, occorre potenziare la rete dei servizi territoriali (neuropsichiatria infantile, servizi sociali, centri di aggregazione) affinché possano intervenire rapidamente in sinergia con la scuola.

Prospettive future: la scuola come luogo di prevenzione

Guardando al futuro, è evidente che il tema della salute mentale a scuola diventerà sempre più centrale. La sfida consiste nel trasformare la scuola da "girone dantesco" dominato dall’ansia a luogo di ascolto, accompagnamento, prevenzione. Solo investendo nella formazione degli insegnanti, nell’offerta di servizi di supporto continuativi, nella revisione dei criteri di valutazione e nell’educazione alle emozioni si potranno migliorare le condizioni di tutto il sistema.

Una particolare attenzione dovrà essere rivolta:

* Alla riduzione dei carichi scolastici eccessivi * All’adattamento della didattica alle nuove esigenze post-pandemiche * Alla creazione di spazi e tempi per l’elaborazione del disagio * Alla promozione di progetti di attenzione al benessere in tutti i gradi scolastici

Sintesi finale: verso una nuova cultura dell’educazione

In conclusione, l’emergenza ansia e stress nella scuola italiana rappresenta una realtà trasversale che va affrontata con responsabilità e lungimiranza. L’esperienza della docente costretta “in esilio”, la proposta di ascolto dei ragazzi, le regole sui cellulari, gli inviti di Mattarella e le linee guida di Valditara sono tasselli di un mosaico che chiama tutti – istituzioni, famiglie, personale scolastico – a una nuova cultura dell’educazione: più inclusiva, più empatica, più umana.

È indispensabile lavorare insieme per ricucire le ferite della scuola post pandemia e costruire ambienti che rispondano davvero ai bisogni di chi quotidianamente li vive, combattendo quell’ansia che rischia di trasformare l’esperienza educativa da possibilità di crescita a "inferno o purgatorio". Una sfida che oggi, più che mai, non può più aspettare.

Pubblicato il: 14 settembre 2025 alle ore 15:06