Immissioni in ruolo docenti a.s. 2025/26: Analisi dei 50.000 Posti Vacanti e Prospetti Regionali
Indice
* Introduzione * Mobilità docenti risultati 2025/26: panoramica * I 50.000 posti vacanti dopo la mobilità: dati e tipologie * Il prospetto UIL Scuola RUA per regione: analisi territoriale * Assunzioni scuola 2025/26 e concorso PNRR: cosa prevede il piano * Posti residui GPS prima fascia ed elenco aggiuntivo sostegno: una risorsa per i precari? * L’incertezza sull’autorizzazione di tutte le immissioni in ruolo * Le prospettive: esigenze della scuola vs fabbisogno stimato dal Ministero * Il ruolo dei sindacati: richieste e preoccupazioni * Conclusioni e sintesi
Introduzione
L'anno scolastico 2025/26 si segnala per la presenza di circa 50.000 posti vacanti tra le fila dei docenti di ruolo, una situazione che riapre il dibattito sulle politiche di assunzione, le strategie di reclutamento e la necessità di dare finalmente risposte concrete alla domanda di stabilizzazione nella scuola pubblica italiana. Questo scenario prende forma dopo la pubblicazione dei risultati della mobilità per i docenti di ruolo, che ogni anno disegna la nuova mappa degli organici. Ancora una volta però le incertezze superano le certezze: nonostante i numeri, non vi sono ancora rassicurazioni definitive in merito all’utilizzo di tutti i posti vacanti ai fini dell’assunzione di nuovi insegnanti.
Tra gli elementi chiave di questa delicata fase, il ruolo svolto dal sindacato UIL Scuola RUA, che ha elaborato un prospetto dettagliato della distribuzione dei posti vacanti per regione. In parallelo è attivo il piano PNRR che prevede l'immissione in ruolo di circa 20.000 docenti attraverso concorsi specifici entro settembre 2025.
Scopo di questo articolo è fornire un quadro aggiornato e dettagliato su:
* Numero e distribuzione dei posti vacanti per il prossimo anno scolastico, * Andamento delle assunzioni tra concorsi, graduatorie e reclutamento straordinario, * Le preoccupazioni sul fronte sindacale e istituzionale, * Gli scenari possibili da qui a settembre 2025.
Mobilità docenti risultati 2025/26: panoramica
La mobilità dei docenti di ruolo rappresenta il primo tassello fondamentale per programmare le immissioni in ruolo. Ogni anno migliaia di insegnanti presentano domanda di trasferimento, passaggio di ruolo o cattedra.
Per il 2025/26 i risultati delle domande di mobilità hanno determinato la definizione dei posti effettivamente vacanti e disponibili dopo i movimenti interni al personale di ruolo. Secondo i dati raccolti dall’UIL Scuola RUA sono circa 50.000 i posti rimasti scoperti dopo la mobilità. Questi costituiranno la base su cui potranno innestarsi le nuove assunzioni, sia a tempo indeterminato (immissioni in ruolo) sia a tempo determinato tramite GPS e altri meccanismi straordinari.
La pubblicazione dei risultati di mobilità è da sempre uno snodo strategico: solo quando si conoscono i posti realmente vacanti, ogni Direzione scolastica regionale può avviare la procedura di copertura, rispettando le quote previste per legge tra assunzioni da concorso ordinario, concorsi straordinari, graduatorie di merito esistenti (GM), GAE e GPS (a seconda dei casi e delle discipline coinvolte).
I 50.000 posti vacanti dopo la mobilità: dati e tipologie
Il dato più importante, come già sottolineato, riguarda le circa 50.000 cattedre residue dopo la mobilità. Ma di che posti si tratta? La distinzione principale si articola tra:
* Posti comuni: ovvero cattedre su discipline ordinarie (italiano, matematica, lingue, ecc.), sia per la scuola primaria che per la secondaria di primo e secondo grado.
* Posti di sostegno: destinati agli insegnanti specializzati nel supportare alunni con disabilità, ripartiti a loro volta tra i diversi ordini di scuola.
* Posti residui su discipline particolari: ad esempio, cattedre afferenti a classi di concorso con storica carenza di personale come matematica e scienze, tecnologia, lingue straniere.
Questa ripartizione è cruciale per capire non solo il fabbisogno reale della scuola ma anche quali saranno le strategie del Ministero e le possibili ricadute sulle opportunità di stabilizzazione dei precari. In particolare i posti di sostegno rappresentano ormai un segmento cospicuo e vengono spesso messi a disposizione anche tramite l’elenco aggiuntivo su GPS.
Il prospetto UIL Scuola RUA per regione: analisi territoriale
Uno degli strumenti più utili in questa fase di transizione è il prospetto elaborato dalla UIL Scuola RUA che suddivide per regione i posti vacanti. Questa mappa offre la possibilità di:
* Valutare le differenze di fabbisogno tra Nord, Centro, Sud e Isole; * Identificare le regioni con maggiore esigenza di personale; * Stimare la potenziale mobilità territoriale dei/richieste di docenti precari eventualmente interessati a lavorare in determinate aree.
Alcune tendenze regionali emergenti:
* Il Nord Italia generalmente presenta un maggior numero di posti vacanti, specie su sostegno e materie scientifiche; * Al Sud la situazione è più equilibrata, ma con alcune province caratterizzate da carenze croniche; * Le Isole, come la Sicilia e la Sardegna, vedono invece una fluttuazione significativa a seconda delle province.
La pubblicazione dei prospetti posti regione scuola consente ai precari di pianificare in modo più consapevole le scelte di candidatura per concorsi e GPS, in particolare per quelle graduatorie che richiedono la selezione delle regioni di preferenza.
Assunzioni scuola 2025/26 e concorso PNRR: cosa prevede il piano
Il PNRR scuola rappresenta uno degli strumenti normativi più incisivi nella strategia di reclutamento del personale. In forza dei fondi europei, il Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM) prevede l'assunzione di circa 20.000 nuovi docenti attraverso concorsi PNRR da concludersi e rendersi operativi entro settembre 2025.
Gli obiettivi sono molteplici:
* Colmare i maggiori vuoti di organico nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica); * Rafforzare la didattica innovativa nel primo e secondo ciclo di istruzione; * Potenziare il personale per affrontare le sfide del ricambio generazionale e della transizione digitale nelle aule.
Tuttavia, anche qui il problema resta la trasformazione reale di tutti i posti disponibili in assunzioni effettive. La burocrazia ministeriale e la frequente sottodotazione degli organici rischiano di rallentare il processo. Molto dipenderà dall’esito dei nuovi concorsi, che dovranno rispettare tempi serrati per non lasciare scoperte cattedre anche nelle regioni con più bisogno.
Posti residui GPS prima fascia ed elenco aggiuntivo sostegno: una risorsa per i precari?
Tra le modalità più importanti per il conferimento di incarichi annuali restano le GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze) prima fascia, che comprendono:
* Docenti abilitati che non hanno ancora ottenuto il ruolo; * Precari storici in attesa di stabilizzazione; * Specializzati su sostegno inseriti nell’elenco aggiuntivo.
I posti residui GPS prima fascia rappresentano ogni anno la vera ancora di salvezza per migliaia di insegnanti che rimangono in attesa di un contratto a tempo indeterminato. Allo stesso tempo, la copertura dei posti di sostegno tramite elenco aggiuntivo – con chiamata dalle GPS – è un fondamentale strumento per colmare i vuoti improvvisi, specie nei territori dove la domanda di personale specializzato è particolarmente elevata.
Vantaggi e limiti della procedura:
* Consente la tempestiva copertura delle cattedre vacanti; * Riduce le supplenze brevi, ma non le elimina del tutto; * Permette di attingere anche a personale giovane e motivato, ma spesso non garantisce la continuità didattica.
L’incertezza sull’autorizzazione di tutte le immissioni in ruolo
Nonostante i numeri favorevoli, ad oggi non esiste alcuna rassicurazione o comunicazione ufficiale sul fatto che tutti i 50.000 posti vacanti saranno effettivamente autorizzati per le immissioni in ruolo. Il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) deve infatti valutare le coperture finanziarie prima di dare via libera alle assunzioni.
L’iter di autorizzazione si compone di vari passaggi burocratici:\n
1. Raccolta dei dati regionali sugli organici; 2. Elaborazione dei fabbisogni scuola da trasmettere al Ministero; 3. Valutazione delle compatibilità con i limiti di spesa; 4. Autorizzazione definitiva agli Uffici scolastici regionali per avviare le immissioni in ruolo.
Il rischio concreto è che molte cattedre restino comunque scoperte o siano coperte solo tramite incarichi annuali a tempo determinato, con effetti negativi sulla qualità della didattica e sulla continuità educativa degli studenti.
Le prospettive: esigenze della scuola vs fabbisogno stimato dal Ministero
L'annoso problema del reclutamento scolastico in Italia risiede proprio nella difficoltà di far incontrare il fabbisogno effettivo degli istituti con le autorizzazioni effettive dal Ministero e dal MEF. Spesso l’autorizzazione riguarda solo una parte dei posti realmente vacanti, lasciando il resto a copertura annuale.
I nodi più critici riguardano:
* Le discipline STEM e i posti di sostegno; * Le differenze regionali nei bandi e nelle procedure concorsuali; * L’alto numero di idonei non assunti, che alimentano il precariato; * La difficoltà di garantire assunzioni massicce in un’unica soluzione annuale, per via dei vincoli economici.
In questo complicato mosaico, oltre ai numeri, è essenziale valutare anche la rapidità e la trasparenza procedurale, nonché la reale volontà politica di superare il fenomeno del precariato nella scuola.
Il ruolo dei sindacati: richieste e preoccupazioni
La voce dei sindacati resta centrale, sia nella raccolta dei dati (come testimoniato dal prospetto della UIL Scuola RUA) sia nella pressione esercitata sul Governo perché tutti i posti disponibili vengano autorizzati. Secondo la UIL occorre:
* Garantire assunzioni su tutti i posti realmente vacanti; * Snellire le procedure tra Ministero e MEF; * Potenziare le graduatorie e velocizzare l’uscita dei nuovi concorsi; * Valorizzare il lavoro dei precari, anche tramite passaggi meno burocratici di accesso al ruolo.
Le preoccupazioni principali restano la tenuta dei principi di equità territoriale e la garanzia della qualità del sistema formativo nazionale.
Conclusioni e sintesi
Il quadro delle immissioni in ruolo docenti per l’a.s. 2025/26 resta ancora incerto. Dopo la mobilità, tra poste reali, esigenze di organico e vincoli finanziari, si delineano almeno 50.000 posti da attribuire, di cui una parte riservata al concorso PNRR e una consistente porzione da coprire tramite GPS e graduatorie esistenti.
L’auspicio di docenti precari, sindacati e dirigenti scolastici è che prevalga il buon senso, favorendo l’autorizzazione e la tempestiva immissione di tutto il personale necessario per garantire qualità, continuità e inclusività alla scuola italiana.
In attesa delle decisioni definitive, RISULTATI e prospetti (come quello UIL, utilissimo) restano preziosi riferimenti per lettura delle opportunità regione per regione, ambito per ambito. Solo monitorando costantemente decreti e atti esecutivi sarà possibile sapere se la scuola dell’anno prossimo riuscirà finalmente a dire addio – almeno in parte – alla piaga del precariato e delle classi scoperte.