Conferma del docente di sostegno: il 21 maggio l’udienza al Tar sul ricorso contro il DM 32/2025
Indice dei paragrafi
* Premessa: il DM 32/2025 e la conferma del docente di sostegno * Il ruolo delle famiglie nella scelta e conferma del docente di sostegno * Il ricorso di Flc Cgil e Gilda: motivazioni, sviluppi e richieste * L’udienza al Tar del 21 maggio: contesto, attori e attese * Petizione Gilda degli Insegnanti: oltre 5mila firme contro il DM 32/2025 * I diritti delle famiglie nella scuola sul sostegno secondo la normativa 2025 * Decreto ministeriale 32/2025: analisi dei principali punti critici * Il quadro della normativa su docente di sostegno e la posizione delle associazioni * Sentenza Tar e possibili scenari: cosa succederà dopo il 21 maggio * Sintesi finale: scenari futuri per la scuola e per il sostegno
Premessa: il DM 32/2025 e la conferma del docente di sostegno
Negli ultimi mesi il mondo della scuola è stato scosso da un acceso dibattito sulla conferma docente di sostegno da parte delle famiglie degli alunni con disabilità o bisogni educativi speciali. Il Decreto Ministeriale n. 32 del 2025, pubblicato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, introduce obblighi stringenti: la famiglia dell’alunno, qualora desideri che il docente di sostegno prosegua il proprio incarico anche per l’anno successivo, deve comunicarlo entro e non oltre il 31 maggio.
Una norma che, stando a sindacati, associazioni e una parte del mondo scolastico, solleva diverse perplessità, sia dal punto di vista della tutela degli alunni che dei diritti delle famiglie e dei docenti stessi. La questione si è rapidamente trasformata in un caso nazionale, culminando nella decisione di Flc Cgil e Gilda degli Insegnanti di presentare un ricorso contro il DM 32/2025 e una petizione pubblica che ha raccolto più di 5 mila firme.
Nel frattempo il presidente del Tar Lazio, dopo aver revocato un decreto precedente, ha fissato l’udienza fondamentale per il 21 maggio 2025: un appuntamento molto atteso che potrebbe cambiare il quadro normativo del sostegno scolastico in Italia.
Il ruolo delle famiglie nella scelta e conferma del docente di sostegno
Al centro della discussione vi è la delicata questione del diritto delle famiglie nella scuola sul sostegno. Il DM 32/2025 attribuisce esplicitamente alle famiglie la facoltà di confermare il docente di sostegno assegnato al proprio figlio o figlia.
Questa scelta, da una parte, viene presentata dal ministero come una garanzia di continuità didattica e relazionale, elemento ritenuto essenziale nel percorso di crescita degli alunni con disabilità. Dall’altra, molti osservatori denunciano come la pratica si traduca spesso in pressioni indebite sulle famiglie chiamate a decidere in un breve lasso temporale e, talvolta, prive di strumenti per valutare compiutamente l’operato dei docenti.
Un altro punto delicato riguarda la possibilità reale di scelta: in molte realtà, specie nelle scuole con organici carenti, la domanda di riconferma si scontra con limiti strutturali impossibili da superare. In assenza di personale stabile o di docenti specializzati, la conferma rischia di trasformarsi in un mero atto formale privo di effettivo valore per gli studenti.
Il ricorso di Flc Cgil e Gilda: motivazioni, sviluppi e richieste
La Flc Cgil e la Gilda degli Insegnanti hanno guidato l’opposizione al DM 32/2025 presentando un dettagliato ricorso al Tar. Alla base delle motivazioni vi sono diversi punti: secondo le sigle sindacali, la norma viola il principio di stabilità e tutela degli alunni fragili, rischiando di introdurre discrimine e aumentando la precarietà nei percorsi individualizzati.
Nel ricorso si legge:
* Che la scelta del docente di sostegno non possa essere delegata interamente alla famiglia, dato che il processo educativo è responsabilità dell’intera comunità scolastica * Che venga così meno l’obbligo dello Stato di garantire standard qualitativi e uniformi sul territorio nazionale * Che la tempistica imposta (entro il 31 maggio) non tiene conto delle reali esigenze organizzative delle scuole e del carico burocratico aggiuntivo
Le richieste avanzate al giudice amministrativo sono chiare: sospensione immediata della norma, apertura di un tavolo di confronto tra le parti, revisione del decreto in un’ottica più inclusiva e strutturale.
L’udienza al Tar del 21 maggio: contesto, attori e attese
Il 21 maggio 2025 rappresenta una data chiave: si svolgerà infatti a Roma, dinanzi alla competente sezione del Tar Lazio, l’udienza fissata dal presidente dopo la revoca di un precedente decreto cautelare.
In aula si confronteranno le posizioni del MIUR, quelle delle organizzazioni sindacali (Flc Cgil e Gilda in primis), nonché i rappresentanti delle famiglie e delle associazioni che si occupano di inclusione scolastica.
Le attese per questa sentenza sono altissime.
* Se il Tar accoglierà le richieste sindacali, il DM 32/2025 potrebbe essere sospeso, rinviando o annullando l’obbligo per le famiglie di confermare il docente entro fine maggio. * Al contrario, una bocciatura del ricorso rafforzerebbe l’impianto normativo attuale, con possibili riflessi sia sulle future nomine che sulla serenità del clima scolastico.
Petizione Gilda degli Insegnanti: oltre 5mila firme contro il DM 32/2025
Parallelamente all’azione legale, la Gilda degli Insegnanti ha promosso una massiccia raccolta firme contro il decreto ministeriale. La petizione, portata avanti anche con il supporto di associazioni di famiglie e docenti, ha superato quota 5 mila adesioni.
Il testo evidenzia le criticità già emerse nel ricorso e insiste sulla necessità di tutelare i *diritti delle famiglie scuola sostegno* e lo status professionale dei docenti. Viene chiesto un intervento urgente del Ministero per:
* Garantire effettiva continuità didattica senza scaricare sulle famiglie responsabilità non di competenza * Investire maggiormente sulla formazione, reclutamento e stabilizzazione dei docenti specializzati * Ripristinare il confronto partecipativo nella definizione delle regole sull’inclusione scolastica
Questa mobilitazione, sostenuta da docenti, dirigenti scolastici e operatori sociali, dimostra come il tema della *docente sostegno normativa 2025* coinvolga trasversalmente tutte le componenti della scuola pubblica italiana.
I diritti delle famiglie nella scuola sul sostegno secondo la normativa 2025
Il nodo cruciale resta dunque il rapporto tra famiglie e istituzioni scolastiche. Il DM 32/2025, secondo molti, rischia di ledere il delicato equilibrio tra diritto all’istruzione, personalizzazione dei percorsi e rispetto delle scelte condivise tra scuola e nuclei familiari.
I principali punti oggetto di contestazione sono:
* La responsabilità attribuita in modo (secondo le critiche) eccessivo ai genitori nella scelta docente sostegno * Il rischio di isolamento delle famiglie che, per motivi personali o culturali, non si sentono in grado di esprimere un parere vincolante * La difficoltà di valutare in poche settimane, specie nei gradi inferiori di scuola, l’impatto reale della presenza di un docente piuttosto che un altro * Lo scarso coinvolgimento degli altri attori del progetto educativo individualizzato (PEI)
L’auspicio delle associazioni e dei sindacati è che la sentenza del Tar possa chiarire e riequilibrare queste dinamiche, restituendo protagonismo alla comunità scolastica nel suo insieme.
Decreto ministeriale 32/2025: analisi dei principali punti critici
Entrando nel dettaglio, il decreto ministeriale 32/2025 sul sostegno introduce alcune novità già fortemente contestate:
* Rende la scelta del docente di sostegno soggetta a una formale conferma annuale da parte delle famiglie * Fissa al 31 maggio la data ultima per l’espressione della volontà dei genitori * Prevede sanzioni amministrative nel caso di mancato rispetto delle scadenze * Riduce i margini di manovra delle autonomie scolastiche nella gestione delle risorse umane
Questi provvedimenti, si legge nelle note critiche di Gilda insegnanti sostegno e Flc Cgil ricorso docente sostegno, svuotano di fatto il ruolo degli organi collegiali e dei gruppi di lavoro per l’inclusione, creando un potenziale terreno di conflitto tra famiglie, docenti e dirigenti.
Il quadro della normativa su docente di sostegno e la posizione delle associazioni
Il tema della docente sostegno normativa 2025 si inserisce in un contesto normativo in rapida evoluzione. Già negli anni precedenti il problema della continuità didattica per gli alunni con BES era stato al centro di decreti, circolari e sentenze. Tuttavia, la riforma proposta da DM 32/2025 viene giudicata da molti come sbilanciata e non sufficientemente meditata.
Le principali associazioni di genitori e di tutela dei disabili, come Fish, Anffas, Ledha e la Consulta nazionale per l’integrazione scolastica, hanno espresso forti perplessità sull’impianto del decreto, chiedendo un maggiore coinvolgimento delle famiglie nei processi decisionali, ma sempre in un’ottica di corresponsabilità con la scuola e gli enti locali.
Non mancano, infine, le voci di quanti lamentano una scarsa attenzione alla formazione permanente dei docenti, alla flessibilità degli incarichi e alla stabilizzazione degli operatori specializzati.
Sentenza Tar e possibili scenari: cosa succederà dopo il 21 maggio
A pochi giorni dall’udienza Tar sostegno scuola, tutto il comparto resta in attesa di conoscere la pronuncia dei giudici. Come spesso accade in questi casi, la sentenza potrebbe generare effetti immediati o, al contrario, risolversi in un rinvio tecnico che mantenga lo status quo ancora a lungo.
I possibili scenari sono variegati:
* Sospensione parziale o totale del DM 32/2025 * Accoglimento delle richieste di sindacati e famiglie, con revisione degli articoli impugnati * Conferma piena della normativa e rafforzamento del ruolo delle famiglie nella conferma docente di sostegno * Avvio di un nuovo dialogo tra Ministero, autonomie scolastiche e parti sociali su basi più partecipative
Qualunque sia l’esito, resta aperto un interrogativo fondamentale: come conciliare il diritto allo studio, la qualità dell’inclusione e la valorizzazione dei diversi ruoli nella scuola?
Sintesi finale: scenari futuri per la scuola e per il sostegno
La questione della conferma docente di sostegno da parte delle famiglie ha riacceso il dibattito su temi cruciali per la scuola italiana: inclusione, continuità didattica, partecipazione democratica. In gioco vi sono i diritti degli alunni più fragili, la serenità delle famiglie, la dignità professionale dei docenti e la stessa credibilità del sistema scolastico pubblico.
Mentre si attende la sentenza del Tar, il pressing di sindacati, associazioni e operatori rende evidente la necessità di una revisione condivisa dei processi decisionali e delle pratiche organizzative. Fondamentale sarà garantire percorsi di confronto, formazione e aggiornamento che coinvolgano tutte le componenti scolastiche, nel rispetto delle specificità dei territori e nella tutela dei diritti di ciascuno.
La scuola, per sua natura, è luogo di dialogo, ascolto e crescita. Solo valorizzando la corresponsabilità di famiglie, insegnanti e istituzioni si potrà costruire un sistema di sostegno più equo, stabile e realmente inclusivo.