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Riconoscimento automatico dei dottorati esteri: il DDL 1025 semplifica il rientro dei cervelli

Trattazione alla 7a commissione Cultura del Senato del DDL 1025 per il riconoscimento dei dottorati eseguiti fuori dal territorio italiano

Roma, 28 febbraio 2025 - Il Senato della Repubblica ha recentemente discusso il disegno di legge 1025, una riforma che potrebbe rivoluzionare il riconoscimento dei titoli accademici in Italia. La proposta, presentata da un gruppo di senatori, mira a garantire l'equipollenza automatica dei dottorati di ricerca conseguiti in università estere con il titolo italiano corrispondente.

Attualmente, il processo di riconoscimento dei titoli di dottorato conseguiti all'estero prevede una procedura lunga e complessa, regolata dall'articolo 74 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382. Gli aspiranti ricercatori devono sottoporre una richiesta al Ministero dell'Università e della Ricerca, con tempi di attesa incerti e un iter burocratico spesso farraginoso. Il DDL 1025 intende superare queste difficoltà introducendo un nuovo articolo, il 74-bis, che permetterebbe il riconoscimento automatico dei titoli rilasciati da istituzioni accreditate dall’ENQA (European Association for Quality Assurance in Higher Education), un organismo internazionale che certifica la qualità della formazione superiore.

Secondo i dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il numero di studenti italiani che scelgono di conseguire un dottorato all’estero è in costante crescita. Tra il 2013 e il 2018, gli iscritti a programmi di dottorato in Austria, Francia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Svizzera sono aumentati da 9.389 a 12.252. Tuttavia, molti di questi talenti non tornano in Italia, scoraggiati dalla difficoltà di veder riconosciuto il proprio titolo e dalle limitate opportunità di carriera.

L'Italia è tra gli ultimi paesi OCSE per numero di dottorati di ricerca in rapporto alla popolazione attiva: solo lo 0,5% degli italiani tra i 25 e i 64 anni possiede un PhD, contro il 2% registrato in Svizzera, Stati Uniti, Svezia e Germania. Questo dato preoccupa il mondo accademico e industriale, poiché un basso numero di ricercatori può compromettere la competitività scientifica e tecnologica del paese.

"L’approvazione di questa legge sarebbe un passo fondamentale per semplificare il ritorno in Italia di giovani ricercatori altamente qualificati, evitando la perdita di risorse umane e intellettuali formate nei migliori atenei del mondo" ha dichiarato il senatore Crisanti, uno dei promotori della proposta.

Se il DDL 1025 venisse approvato, i dottorati ottenuti in università riconosciute dall’ENQA sarebbero automaticamente validi in Italia, con gli stessi diritti di un dottorato italiano. Una svolta che potrebbe incentivare il ritorno dei giovani italiani all’estero e rendere l’Italia più attrattiva per ricercatori stranieri.

La discussione parlamentare proseguirà nelle prossime settimane, ma la proposta ha già raccolto un ampio consenso nel mondo accademico e scientifico, che attende con interesse una svolta decisiva in materia di riconoscimento dei titoli di studio internazionali.

Pubblicato il: 28 febbraio 2025 alle ore 12:48