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Social Network e Minori: Le Nuove Proposte di Legge al Vaglio del Senato Italiano

Disciplinare l’accesso dei più giovani alle piattaforme digitali: i due disegni di legge a confronto

Social Network e Minori: Le Nuove Proposte di Legge al Vaglio del Senato Italiano

Indice dei contenuti

* Introduzione * I Disegni di Legge: Obiettivi e Differenze * Stefani e il divieto ai minori di 14 anni: dettagli della proposta * Mennuni: limite a 15 anni e consenso genitoriale * Regolamentazione anche per le app di messaggistica istantanea * Il "Tasto Emergenza": Tutela e supporto dei minori * Sistemi di verifica dell’età: obblighi per i gestori delle piattaforme * Contesto internazionale sulle regolamentazioni dei social per minori * Opinioni degli esperti: pedagogisti, psicologi e giuristi * Impatti a scuola e sul benessere degli adolescenti * Criticità potenziali e sfide nell’attuazione delle nuove norme * Sintesi e prospettive future

Introduzione

Il tema dell’accesso dei minori ai social network rappresenta uno degli argomenti più discussi negli ultimi anni, sia per i rischi correlati sia per le potenzialità educative offerte dalle tecnologie digitali se ben utilizzate. Recentemente in Senato sono approdati due nuovi disegni di legge per regolamentare l’accesso dei minori ai social network e alle principali piattaforme di messaggistica istantanea.

Questi provvedimenti, che portano la firma rispettivamente di Erika Stefani (Lega) e Lavinia Mennuni (Fratelli d’Italia), sono stati accolti con grande attenzione dal mondo della scuola, dai genitori e dagli stessi operatori del digitale. Ma quali sono le principali novità, i punti di forza e le criticità che emergono da queste proposte?

I Disegni di Legge: Obiettivi e Differenze

Entrambi i disegni di legge accesso minori social network condividono l’obiettivo di tutelare bambini e adolescenti dai rischi legati a un’utilizzazione precoce, non mediata o inconsapevole delle piattaforme sociali e di comunicazione online.

La proposta Stefani, esponente della Lega, introduce il divieto social ragazzi under 14: nessun minore di 14 anni potrà aprire o gestire un account su un social network o utilizzare servizi di messaggistica istantanea. Per i minori tra i 14 e i 16 anni, invece, sarà necessario il consenso genitori uso social minori.

Di diverso tenore la proposta Mennuni (FdI), che eleva il limite: solo dai 15 anni i ragazzi potranno accedere liberamente ai social network; anche in questo caso, per i giovanissimi sopra i 15 e fino ai 16, servirà l’assenso dei genitori.

Sebbene simili nell’intento, i progetti legislativi presentano differenze cruciali nella definizione del limite età social minori Italia e nelle modalità di verifica.

Stefani e il divieto ai minori di 14 anni: dettagli della proposta

Nel dettaglio, la senatrice Erika Stefani propone un quadro normativo chiaro e stringente che vieta espressamente l’accesso ai social e alle app di messaggistica istantanea ai minori di 14 anni. L’obiettivo, secondo le parole della stessa Stefani, è quello di "proteggere le fragilità emotive, cognitive e relazionali ancora in formazione nei bambini e pre-adolescenti".

Punti chiave della proposta Stefani:

* Vietato social minori 14 anni Senato: nessun minore di 14 anni potrà registrarsi né accedere a piattaforme come Facebook, Instagram, TikTok, WhatsApp e simili. * Per la fascia d’età 14-16 anni, l’uso sarà subordinato all’autorizzazione formale dei genitori. * Estensione del divieto e della regolamentazione anche ai servizi di messaggistica istantanea limiti età come WhatsApp, Telegram, Messenger.

Inoltre, la legge prevede sanzioni per le piattaforme che non rispettano gli obblighi di verifica dell’età e tutela della privacy dei minori.

Mennuni: limite a 15 anni e consenso genitoriale

Lavinia Mennuni, invece, presenta un approccio solo leggermente differente ma con implicazioni importanti: il limite per l’accesso libero viene innalzato a 15 anni. Chiunque abbia meno di 15 anni non potrà utilizzare social network, neanche con il consenso dei genitori.

Fasce di regolamentazione proposte da Mennuni:

* Sotto i 15 anni: accesso vietato in ogni caso. * Tra 15 e 16 anni: accesso solo con consenso genitori. * Dai 16 anni in su: accesso libero alle piattaforme.

Questa differenza, seppur sottile, segnala un orientamento più rigido verso la protezione dei minori da rischi di cyberbullismo, adescamento online, esposizione a challenge pericolose e contenuti inappropriati.

Regolamentazione anche per le app di messaggistica istantanea

Una delle innovazioni più rilevanti introdotte da entrambi i disegni di legge riguarda la tutela sui servizi di messaggistica istantanea. Tradizionalmente, queste app sono considerate strumenti diversi dai social, ma la loro diffusione e funzione sociale le rende a tutti gli effetti parte del panorama digitale adolescenziale.

Con la nuova normativa, le restrizioni di accesso e i processi di verifica dell’età verranno applicati anche a WhatsApp, Telegram, Messenger e altre analoghe piattaforme.

L’inclusione delle app di messaggistica mira a evitare scappatoie da parte degli utenti più giovani e a estendere la protezione anche a quei contesti in cui spesso si sviluppano episodi di cyberbullismo e uso improprio dei dati personali.

Il "Tasto Emergenza": Tutela e supporto dei minori

Un ulteriore elemento innovativo è rappresentato dall’introduzione del “tasto Emergenza social minori”. Questo strumento, obbligatorio per tutte le piattaforme coinvolte, dovrà essere facilmente accessibile dagli utenti minorenni e permettere un contatto immediato con servizi di supporto psicologico o, in caso di gravi violazioni, con l’autorità giudiziaria.

La presenza del "tasto Emergenza" mira a:

* Fornire supporto immediato in caso di molestie, atti di cyberbullismo, sexting o adescamento online. * Offrire una via rapida per segnalare contenuti inappropriati o situazioni di pericolo. * Supportare i minori nell’ottenere assistenza senza bisogno della mediazione degli adulti, qualora ciò non sia possibile.

Simili sistemi sono già stati sperimentati in altri paesi europei con l’obiettivo di rafforzare la tutela attiva dei minorenni online.

Sistemi di verifica dell’età: obblighi per i gestori delle piattaforme

Una delle sfide più critiche riguarda la verifica età piattaforme online. Entrambi i disegni di legge prevedono che siano i gestori delle piattaforme social e di messaggistica a implementare sistemi sicuri ed efficaci per verificare l’età degli utenti che desiderano iscriversi.

Le modalità di verifica proposte:

* Richiesta di documenti d’identità: o altri certificati digitali durante la fase di registrazione. * Controllo incrociato con dati ufficiali: per evitare dichiarazioni mendaci sull'età. * Sviluppo di sistemi biometrici (come il riconoscimento facciale) o autenticazione tramite CIE (Carta d’Identità Elettronica).

Questo comporta una responsabilità diretta delle aziende digitali, che potrebbero incorrere in sanzioni pecuniarie o restrizioni sul mercato italiano in caso di mancata osservanza della norma.

Contesto internazionale sulle regolamentazioni dei social per minori

Sul fronte internazionale, il tema della regolamentazione social minorenni è da anni al centro del dibattito. In paesi come Francia e Germania i limiti di età variano tra i 13 e i 16 anni, mentre l’Unione Europea, con il GDPR, indica i 16 anni come soglia minima per l’uso di servizi online senza consenso genitoriale.

Negli Stati Uniti, invece, la legge COPPA prevede il limite dei 13 anni per la raccolta di dati personali – motivo per cui molte piattaforme hanno fissato questa soglia. Tuttavia, sono sempre più le voci che chiedono innalzamenti dei limiti, alla luce delle nuove sfide (ad esempio, deep fake, nuove forme di adescamento, rischi per la salute mentale).

Le nuove leggi social network adolescenti italiane, dunque, si inseriscono in un trend internazionale di maggiore attenzione verso la tutela degli under 18 sul web.

Opinioni degli esperti: pedagogisti, psicologi e giuristi

Pedagogisti e psicologi sottolineano come l’utilizzo prematuro dei social possa impattare negativamente su sviluppo dell’identità, autostima e competenze relazionali. Il rischio di cyberbullismo, dipendenza digitale e esposizione a contenuti inappropriati è particolarmente elevato nelle fasce pre-adolescenziali.

Giuristi, d’altro canto, evidenziano la necessità di una disciplina armonizzata e tecnicamente applicabile, in grado di bilanciare tutela dei minori, libertà digitali e responsabilità dei genitori e delle piattaforme.

L’associazione Telefono Azzurro si è detta favorevole alle nuove proposte, chiedendo però interventi di accompagnamento che prevedano anche campagne di educazione digitale nelle scuole, formazione dei docenti e dei genitori.

Impatti a scuola e sul benessere degli adolescenti

La scuola avrà un ruolo centrale nell’accompagnare i ragazzi e le famiglie durante questa transizione normativa. Ecco alcuni potenziali impatti:

* Riduzione della pressione sociale: il divieto potrebbe ridurre il senso di esclusione per chi non ha i social sotto una certa età. * maggiore consapevolezza digitale: la necessità di consenso genitoriale potrebbe promuovere il dialogo famiglia-figli rispetto alle pratiche digitali. * Monitoraggio attivo: docenti e personale scolastico dovranno essere formati sia per riconoscere i rischi sia per promuovere un uso sano e informato dei media digitali.

Tuttavia, il rischio è che la norma, senza percorsi di accompagnamento adeguati, produca una “migrazione dei rischi” su piattaforme meno note, o un aumento dell’utilizzo anonimo/fuorilegge delle piattaforme da parte degli under age più agguerriti nel superare i divieti.

Criticità potenziali e sfide nell’attuazione delle nuove norme

Non mancano le criticità e le sfide operative:

* La reale efficacia dei sistemi di verifica dell’età, dato che spesso i minori trovano modalità alternative per aggirarli. * Problemi di privacy legati al trattamento dei dati personali dei minori e delle loro famiglie. * Difficoltà culturali nell’accettazione dei limiti, specie tra ragazzi abituati a un accesso "libero" al digitale. * Il rischio di esclusione digitale per i minori che hanno bisogno delle piattaforme social per integrare deficit relazionali nella vita reale.

Le proposte regolamentazione social minorenni dovranno quindi essere accompagnate da una robusta campagna informativa e da strumenti di monitoraggio continuo dell’efficacia delle leggi.

Sintesi e prospettive future

In conclusione, l’arrivo in Senato dei due disegni di legge rappresenta una tappa importante nella regolamentazione social network adolescenti nel nostro Paese. Le soluzioni proposte – dalla fissazione di limiti di età, all’obbligo di consenso genitoriale, fino all’introduzione del tasto Emergenza e ai nuovi sistemi di verifica – puntano a garantire sia la tutela dei diritti e della sicurezza dei minori online, sia il rispetto dei principi fondamentali della privacy e della responsabilità genitoriale.

Tuttavia, affinché la norma sia realmente efficace, sarà necessario accompagnare le nuove regole con investimenti in educazione digitale, programmi scolastici innovativi e strategie di prevenzione. Solo in questo modo si potranno affrontare, in modo consapevole e inclusivo, le nuove frontiere della socialità e dell’identità digitale degli adolescenti italiani.

Pubblicato il: 9 ottobre 2025 alle ore 02:49