Meta accelera verso la superintelligenza con Prometheus
Meta, la società guidata da Mark Zuckerberg, sta lanciando quella che si presenta come una delle più ambiziose e costose scommesse tecnologiche del decennio: diventare la piattaforma di riferimento per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale di nuova generazione. Un piano caratterizzato da cifre impressionanti, progetti infrastrutturali di scala planetaria e la promessa di rivoluzionare l’ecosistema globale dei dati e dell’AI, come dimostrano i supercomputer Prometheus e Hyperion.
Indice dei paragrafi
* Introduzione al piano Meta per la superintelligenza * La crisi della potenza di calcolo nel settore AI * Prometheus e Hyperion: i supercluster della nuova era Meta * Gli investimenti multimiliardari tra datacenter e AI * Scale AI: la partnership chiave per i dati e la formazione * Impatto economico, sociale e geopolitico * Il ruolo degli Stati Uniti nella corsa globale alla superintelligenza * Criticità, interrogativi etici e sorveglianza * Conclusioni e prospettive future
Introduzione al piano Meta per la superintelligenza
Quando Mark Zuckerberg ha annunciato nei primi mesi del 2024 un aumento senza precedenti degli investimenti di Meta nei settori della potenza di calcolo, della capacità di data handling e del reclutamento di talenti AI, il settore tecnologico mondiale ha capito che qualcosa di epocale era in atto. L’obiettivo dichiarato: porre Meta in una posizione di leadership non solo nel comparto consumer, social o pubblicitario, ma nelle fondamenta stesse dello sviluppo e della gestione dell’intelligenza artificiale avanzata. Una corsa — quella definita verso la superintelligenza — che oggi coinvolge non solo la Silicon Valley ma anche governi e multinazionali di tutto il mondo.
Meta, nota da decenni per aver costruito un impero sulle reti sociali e sulla pubblicità digitale, vuole ora essere protagonista della fase successiva, quella nella quale l’AI di livello superiore – la cosiddetta AGI, Artificial General Intelligence – plasmerà servizi, industrie e intere economie.
La crisi della potenza di calcolo nel settore AI
Il 2024 e il 2025 sono stati segnati da colli di bottiglia significativi nella disponibilità globale di chip avanzati (GPU e TPU), necessari all’addestramento dei grandi modelli linguistici e, in prospettiva, all’emergere di un’AI sempre più autonoma e complessa. Mentre le imprese più ricche lottavano sul mercato aperto per assicurarsi forniture di hardware, Meta ha scelto una via alternativa: costruire in proprio la più grande infrastruttura di calcolo mai realizzata finora nel settore privato. Questo significa nuovi datacenter, cluster dedicati, investimenti in partnership strategiche ed esperti di machine learning accaparrati da tutto il pianeta.
Le stime parlano di un’esplosione della richiesta di potenza di calcolo nei prossimi cinque anni, trainata non solo dallo sviluppo dei modelli conversazionali ma anche dall’introduzione di soluzioni automative, agenti AI autonomi e servizi intelligenti distribuiti. In queste condizioni, chi controlla le risorse computazionali controlla il futuro dell’AI.
Prometheus e Hyperion: i supercluster della nuova era Meta
Cuore della strategia di Meta sono due progetti monumentali con nomi mitologici: Prometheus e Hyperion. Questi supercluster di calcolo verranno installati in due sedi strategiche negli Stati Uniti: New Albany, Ohio, e Richland Parish, Louisiana. Prometheus sarà il primo a entrare in funzione, con avvio previsto entro il 2026. Si parla di una macchina in grado di garantire potenza multi-gigawatt, numeri che vanno ben oltre quanto disponibile oggi nei più noti centri di ricerca accademici o nelle infrastrutture governative.
Non si tratta solo di estendere datacenter tradizionali, ma di ripensare completamente scala, architettura e modelli di gestione: Prometheus e Hyperion integreranno hardware personalizzato, sistemi di raffreddamento avanzati, e saranno alimentati anche da fonti energetiche sostenibili a prova di futuro. Una visione che mira anche a ridurre l’impatto ambientale di operazioni così energivore, aspetto ormai cruciale dopo le polemiche sui consumi record dei centri dati negli Stati Uniti.
L’intero progetto richiede, tra costruzione, infrastruttura e risorse umane, un investimento che secondo le stime ha già superato i 30 miliardi di dollari. Solo nel 2025, Meta ha annunciato che le spese in conto capitale potrebbero arrivare fino a 72 miliardi di dollari, alzando ulteriormente l’asticella rispetto anche ai competitor storici come Google, Microsoft e Amazon.
Gli investimenti multimiliardari tra datacenter e AI
La strategia Meta per la superintelligenza prevede l’iniezione di cifre mai viste nei mercati della tecnologia. Nel solo comparto dei data center, si parla di oltre 40 edifici da riconvertire o costruire ex novo nei prossimi tre anni. Meta ha già messo in cantiere investimenti da 14,3 miliardi di dollari per assicurarsi una posizione di rilievo nel capitale di Scale AI, una delle società leader mondiali nell’annotazione dati e nella formazione su larga scala dei modelli di artificial intelligence.
Il denaro serve anche ad acquisire nuove startup nel settore AI, a finanziare spin-off universitari e a mettere sotto contratto centinaia di ingegneri e data scientist. Una strategia a tenaglia che punta a far sì che ogni anello della catena produttiva – dall’hardware all’algoritmo, dai modelli di linguaggio alla raccolta dati – resti almeno in parte sotto il controllo diretto di Meta. Nessuna altra big tech, a oggi, ha mostrato pari determinazione con numeri simili su scala globale.
Scale AI: la partnership chiave per i dati e la formazione
Nell’universo dell’apprendimento artificiale, la qualità e la quantità dei dati di addestramento sono fattori determinanti. Per questo Meta ha deciso di non risparmiare quando si è trattato di entrare con una quota del 49% in Scale AI. Questa società, fondata in California nel 2016, si è rapidamente trasformata in punto di riferimento mondiale per la raccolta, l’annotazione e la validazione di dataset anche estremamente complessi. Da qui passano miliardi di immagini, testi, conversazioni, codici, ciascuno selezionato e arricchito sia da tecniche automatiche che dal lavoro coordinato di migliaia di operatori umani.
Con questa partnership, Meta garantisce ai suoi modelli futuri — inclusi i progetti Prometheus e Hyperion — un accesso garantito al carburante fondamentale della superintelligenza: dati di alta qualità, eterogenei e rappresentativi. Una risorsa che costituirà il vero vantaggio competitivo anche rispetto alle rivali cinesi ed europee.
Impatto economico, sociale e geopolitico
L’ambizione di Meta va ben oltre il business immediato. Come ha dichiarato Zuckerberg, si tratta di “rendere gli Stati Uniti il baricentro mondiale dello sviluppo AI”, garantendo così alla nazione e alle sue aziende una posizione di forza nel prossimo decennio. Gli effetti a catena sono già evidenti: in Ohio e Louisiana sono partiti grandi progetti di formazione professionale, partnership con università tecniche e incentivi per le startup locali che lavorano in simbiosi con i nuovi data center.
Sul piano macroeconomico, l’indotto generato da Prometheus e Hyperion viene valutato in decine di migliaia di nuovi posti di lavoro tra operai specializzati, informatici, ricercatori e tecnici. Le amministrazioni locali pregustano un afflusso di capitali senza precedenti e, allo stesso tempo, si studiano modelli di tassazione capaci di bilanciare le esigenze di sviluppo e i timori per l’impatto sociale delle automazioni AI.
A livello geopolitico, la progettualità Meta rappresenta un messaggio forte: negli Stati Uniti si concentra la maggior parte della potenza computazionale e della capacità di innovazione globali, lasciando indietro l’Europa e ponendo una sfida aperta alla Cina. Non a caso le autorità federali seguono da vicino ogni sviluppo, sia per motivi economici sia, soprattutto, per le implicazioni che questi supercomputer avranno su sicurezza nazionale e privacy.
Il ruolo degli Stati Uniti nella corsa globale alla superintelligenza
Tra il 2024 e il 2025 la partita tra Stati Uniti, Cina ed Europa per la supremazia tecnologica nel campo AI ha assunto toni sempre più accesi. Mentre Pechino continua a investire massicciamente nei propri colossi tech e l’Unione europea punta più che altro sulla regolamentazione, sono gli States – e tra questi soprattutto Meta – a dettare il ritmo nell’innovazione infrastrutturale.
La scelta di localizzare Prometheus e Hyperion in Ohio e Louisiana non è casuale. Si tratta di regioni strategiche dal punto di vista energetico, infrastrutturale e accessibili logisticamente agli hub tecnologici della East Coast e del Midwest. Qui Meta intende sperimentare anche modelli energetici più sostenibili, integrando energie rinnovabili e accordi di fornitura a lungo termine con grandi utility provider.
L’interesse federale si traduce in sgravi fiscali, tutela giuridica delle infrastrutture strategiche e investimenti condivisi tra pubblico e privato. Un modello che, se avrà successo, potrebbe essere esportato in altre parti del mondo, a partire dal Sud-Est asiatico e dall’Africa.
Criticità, interrogativi etici e sorveglianza
Se le premesse sono grandiose, non mancano però criticità e lanci di allarme. Gli interrogativi principali riguardano la sicurezza dei dati raccolti e processati da Prometheus e Hyperion, le conseguenze dell’automazione massiccia sul tessuto occupazionale tradizionale e i rischi esistenziali paventati da numerosi scienziati riguardo a una AI sempre più autonoma e sfuggente al controllo umano.
Meta ha assicurato che tutti i processi di raccolta, conservazione e utilizzo dati rispettano le più severe policy in materia di privacy e sicurezza informatica. Tuttavia, osservatori indipendenti sottolineano il pericolo di concentrare nelle mani di pochissimi operatori tale quantità di informazioni sensibili e potenza di calcolo.
La questione etica si intreccia con il crescente dibattito sulla sorveglianza di massa: quanto possono essere trasparenti e controllabili algoritmi che apprendono da milioni di conversazioni e immagini ogni secondo? E soprattutto, chi controllerà i controllori?
Conclusioni e prospettive future
La corsa verso la superintelligenza è ufficialmente iniziata e, con Prometheus e Hyperion, Meta si candida a diventare il nuovo dominatore della scena mondiale della AI. Se il piano avrà successo, cambieranno non solo gli equilibri del mercato tecnologico ma anche, probabilmente, i paradigmi etici, economici e culturali del prossimo decennio.
Tuttavia, proprio la grandezza di questa sfida impone trasparenza, regolamentazione e un costante confronto tra le parti in gioco, perché la corsa alla superintelligenza non diventi una minaccia quanto una promessa di progresso condiviso e sostenibile.
In sintesi, Meta – con investimenti miliardari, partnership strategiche e la costruzione dei suoi colossi Prometheus e Hyperion – definisce una strada che altri seguiranno. Il futuro dell’intelligenza artificiale si gioca ora molto più nei data center dell’Ohio che nei salotti delle Big Tech di San Francisco.