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Google trionfa con AI Overview: 2 miliardi di utenti, crisi del web

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Alphabet supera le stime e rafforza gli investimenti nell’intelligenza artificiale, ma la rivoluzione ha un prezzo per il mondo dell’informazione online

Google trionfa con AI Overview: 2 miliardi di utenti, crisi del web

Indice

* Introduzione: una rivoluzione annunciata * La crescita di Alphabet nel secondo trimestre 2025 * AI Overview: il motore della nuova era Google * Investimenti record nell’AI: 85 miliardi per il futuro * Il punto sugli utili e le performance di borsa * L’effetto collaterale: il web che muore * Le reazioni di editori e creatori di contenuti * Impatto sulle abitudini degli utenti e futuro della ricerca * Sintesi e prospettive: verso un nuovo ecosistema digitale

Introduzione: una rivoluzione annunciata

Nel panorama globale della tecnologia, pochi eventi suscitano tanto interesse quanto i risultati trimestrali di Alphabet, la holding che controlla Google. E quest’anno, il secondo trimestre del 2025, si è rivelato uno spartiacque storico. Da una parte, i numeri celebrano una solidità finanziaria senza precedenti: una crescita del 14%, ricavi che raggiungono i 96,4 miliardi di dollari – superando le aspettative degli analisti – e un utile per azione salito a 2,31 dollari contro i 2,18 previsti. Dall’altra, il volto della rivoluzione tecnologica: la piattaforma AI Overview, dopo soli quattordici mesi dal lancio globale, ha conquistato ben 2 miliardi di utenti mensili. Una vittoria scintillante, che però evidenzia una crisi sempre più profonda per il web cosiddetto tradizionale, messo in crisi proprio da questo nuovo modo di accedere e consumare le informazioni online.

In queste settimane, molti osservatori si interrogano sulle conseguenze a medio e lungo termine di questo rapido cambio di paradigma. Riuscirà il web a sopravvivere alla strategia “AI-first” di Google? O siamo già entrati nella fase di declino irreversibile della struttura su cui, negli ultimi trent’anni, si è consolidata la nostra conoscenza digitale?

La crescita di Alphabet nel secondo trimestre 2025

Le cifre riportate da Alphabet nel secondo trimestre 2025 hanno letteralmente sorpreso la comunità finanziaria internazionale. L’azienda ha annunciato una crescita annua del 14%, superiore alle previsioni già ottimistiche degli analisti di Wall Street. Nel dettaglio, i ricavi totali hanno raggiunto quota 96,4 miliardi di dollari, superando brillantemente le aspettative delle maggiori istituzioni di rating.

Questi risultati consolidano ulteriormente il ruolo di leader mondiale di Google non soltanto nella ricerca, ma in tutti i comparti chiave dell’economia digitale: dalla pubblicità online alla fornitura di servizi cloud fino, naturalmente, alle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale.

Il dato più significativo resta però la redditività: l’utile per azione, parametro chiave nelle valutazioni finanziarie, tocca i 2,31 dollari, mostrando come l’azienda sia in grado di coniugare investimenti pesantissimi con una sostenuta generazione di valore per azionisti e stakeholder.

Questi numeri collocano Alphabet come uno dei motori trainanti non solo della Borsa tecnologica statunitense, ma di tutto il settore a livello mondiale. Un quadro che fa riflettere anche sulle strategie delle aziende concorrenti e sul futuro stesso dell’economia digitale, sempre più intrecciata con l’Intelligenza Artificiale.

AI Overview: il motore della nuova era Google

Se i dati finanziari impressionano, ancora di più lo fa la crescita vertiginosa di Google AI Overview, la piattaforma di risposte sintetiche basate sull’intelligenza artificiale. In soli quattordici mesi dalla distribuzione mondiale, AI Overview ha raggiunto ben 2 miliardi di utenti attivi ogni mese: una cifra che ridefinisce il concetto stesso di “popolarità” in ambito tecnologico, e che fa impallidire molte delle storiche milestone raggiunte dal motore di ricerca classico.

Il funzionamento di AI Overview è ormai noto: ogni volta che un utente effettua una ricerca, un algoritmo AI analizza, sintetizza e riformula le informazioni sfruttando miliardi di fonti online, restituendo una “overview” istantanea che dovrebbe rispondere esaustivamente alla domanda posta. Questo sistema, secondo Google, migliora radicalmente l’esperienza utente, accorcia i tempi di risposta e riduce la necessità di navigare da una pagina web all’altra.

Ma è qui che nasce il cortocircuito: se da un lato si offre un servizio impeccabile agli utenti, dall’altro si sottrae incessantemente traffico ai siti originali che, per anni, sono stati il cuore pulsante del web.

Investimenti record nell’AI: 85 miliardi per il futuro

Per sostenere questa rivoluzione, Alphabet ha puntato tutto – o quasi – sull’intelligenza artificiale. Nel secondo trimestre 2025, gli investimenti in infrastrutture dedicate all’AI hanno raggiunto la cifra record di 85 miliardi di dollari. Mai prima d’ora un’azienda tecnologica aveva allocato risorse di questa portata per lo sviluppo di tecnologie legate al machine learning, al cloud ad alte prestazioni e all’automazione cognitiva.

Si tratta di una strategia chiara: Google vuole assicurarsi una posizione dominante nel settore che, secondo tutti i principali report, dominerà l’economia dei prossimi decenni. Questo impegno nella ricerca di algoritmi sempre più sofisticati non riguarda solo AI Overview, ma si estende a un intero ecosistema di prodotti e servizi pensati per integrare l’AI ovunque: dagli assistenti virtuali alle traduzioni automatiche, dalla pubblicità generata da algoritmi alle piattaforme di cloud computing.

La posta in gioco non è soltanto la leadership tecnologica, ma anche la capacità di influenzare il modo in cui il mondo, interamente, accederà alle informazioni nei prossimi anni.

Il punto sugli utili e le performance di borsa

Oltre ad aver superato brillantemente le stime di Wall Street, Alphabet ha dimostrato una resilienza eccezionale nei mercati azionari, nonostante le numerose sfide geopolitiche e normative. L’aumento dell’utile per azione – 2,31 dollari contro i 2,18 previsti – e un ricavo che sfiora i 100 miliardi hanno risvegliato un immediato ottimismo tra gli investitori, registrando rapidi rialzi nelle quotazioni azionarie.

La chiave di questo successo finanziario sta, ancora una volta, nella capacità di Google di rinnovarsi. Investire massicciamente nell’intelligenza artificiale non solo garantisce un vantaggio competitivo, ma mette l’azienda in una posizione ideale per cavalcare la quarta rivoluzione industriale. Un posizionamento che, a sua volta, incrementa la fiducia degli analisti sulla redditività futura e sulla sostenibilità del modello di business della holding californiana.

L’effetto collaterale: il web che muore

Dietro il tripudio di numeri e l’entusiasmo degli ambienti finanziari, però, si cela una crisi silenziosa: il cosiddetto “web che muore”. Gli algoritmi di AI Overview, infatti, ricavano, rielaborano e sintetizzano informazioni da una pluralità di fonti online, servendo infine queste informazioni direttamente agli utenti. Il risultato? Un drammatico crollo nel traffico ai siti web originali, che vedono progressivamente eroso il proprio pubblico e, di conseguenza, le entrate pubblicitarie.

Questa tendenza, già evidente nei mesi precedenti, sembra destinata a una ulteriore accelerazione. Numerosi editori internazionali hanno denunciato come AI Overview di Google stia cannibalizzando grandi quote di pubblico: una situazione che, se non regolata, rischia di mettere in ginocchio l’intero ecosistema dell’informazione online.

Un modello che, paradossalmente, rischia di risultare insostenibile: se tutti i contenuti originali vengono consumati tramite AI Overview, a crollare saranno gli equilibri stessi su cui si fonda la produzione di informazione digitale.

Le reazioni di editori e creatori di contenuti

Le reazioni non si sono fatte attendere. Da Stati Uniti a Europa, passando per molte testate italiane, le principali associazioni di editori hanno espresso profonda preoccupazione per l’avanzata di Google AI Overview. Il punto al centro del dibattito è delicatissimo: chi tutela la proprietà intellettuale dei contenuti online? E in che modo le piattaforme di intelligenza artificiale possono risarcire chi produce conoscenza e informazione?

Molti editori hanno chiesto una regolamentazione più stringente, invocando l’intervento di autorità antitrust e organismi di tutela della concorrenza. Si chiede di definire nuovi parametri per la condivisione dei ricavi pubblicitari e l’accesso ai dati. La questione, tuttavia, resta complessa: la rapidità con cui i big player – Alphabet in primis – stanno trasformando il panorama digitale rende difficile l’adeguamento normativo.

Non mancano poi, tra imprenditori e protagonisti dell’informazione online, coloro che tentano di adattarsi, convertendo i propri modelli di business verso una collaborazione più sinergica con gli operatori AI. Una strada, però, che richiede investimenti, competenze e una visione strategica che non tutti gli operatori sono in grado di sostenere.

Impatto sulle abitudini degli utenti e futuro della ricerca

Oltre agli equilibri economici, la diffusione di Google AI Overview sta già modificando profondamente le abitudini degli utenti. Secondo i più recenti dati, oltre il 70% delle ricerche online culmina ora in una risposta “istantanea” offerta dall’AI, senza più la necessità di navigare nelle pagine dei siti tradizionali.

Se da un lato questo modello aumenta l’efficienza e la rapidità dell’informazione, dall’altro diminuisce la varietà delle fonti consultate e rischia di impoverire l’esperienza stessa della ricerca. Si pongono quindi interrogativi fondamentali: quale sarà l’effetto a lungo termine sulla qualità e sulla pluralità delle informazioni? Gli utenti, sempre più abituati a soluzioni rapide, rischiano di perdere la capacità di analisi critica e di confronto tra diverse opinioni?

Il dibattito tra addetti ai lavori resta acceso. C’è chi prevede un web sempre più simile a una “piazza algoritmica”, dominata da pochi operatori in grado di controllare la filiera dell’informazione. Altri, invece, confidano nella capacità degli utenti di selezionare le migliori fonti e nelle nuove opportunità offerte dalla tecnologia per valorizzare i contenuti originali.

Sintesi e prospettive: verso un nuovo ecosistema digitale

In conclusione, il secondo trimestre del 2025 si chiude per Alphabet e Google tra fatturati record, investimenti enormi e una leadership di mercato indiscutibile – soprattutto nel segmento dell’intelligenza artificiale. Google AI Overview, con i suoi 2 miliardi di utenti mensili, segna il punto di svolta definitivo nella storia della ricerca online.

Ma questa rivoluzione ha un prezzo molto alto, soprattutto per chi produce contenuti e per il futuro stesso della pluralità informativa. Il web tradizionale, così come lo abbiamo conosciuto, sembra destinato a un ridimensionamento drastico, schiacciato tra le esigenze di un’utenza sempre più abituata alla rapidità e la crescente centralizzazione nelle mani di pochi giganti dell’hi-tech.

La grande sfida, ora, sarà trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e sostenibilità dell’ecosistema digitale. Perché, se Google celebra giustamente i suoi successi, il rischio è che il web – inteso come spazio di creatività diffusa e libera circolazione del sapere – vada incontro a una crisi irreversibile. Spetterà a regolatori, editori, aziende e utenti la responsabilità di costruire un futuro digitale in cui sia ancora possibile parlare di conoscenza aperta, informazione libera e pluralità delle voci.

Pubblicato il: 24 luglio 2025 alle ore 12:27