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Google sotto la lente: oltre 12 miliardi di euro di richieste danni dai comparatori prezzi europei

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Dopo la multa antitrust del 2017, i siti di comparazione prezzi rilanciano contro Google con una raffica di cause civili in tutta Europa. Al centro dello scontro risarcimenti miliardari e un dibattito sulla concorrenza digitale.

Google sotto assedio: questa è la formula più usata dai media mondiali per descrivere il momento critico che sta vivendo il colosso della tecnologia in Europa. Dopo la storica _Google multa antitrust 2017_, la società californiana si trova oggi a fronteggiare una valanga di azioni legali intentate dai principali _comparatore prezzi UE_, che chiedono risarcimenti per oltre 12 miliardi di euro. Il caso più emblematico è quello del gruppo Moltiply, che da solo reclama 3 miliardi per danni subiti. Ma cosa sta succedendo davvero, quali sono le richieste più significative e quali potrebbero essere le conseguenze di questi procedimenti per il mondo digitale e per i consumatori europei?

Il contesto: la storica multa antitrust del 2017 e il suo impatto

Per comprendere la portata delle cause civili Google Europa arrivate oggi in tribunale, è essenziale partire dagli eventi avvenuti ormai otto anni fa. Nel 2017, la Commissione Europea, guidata dalla commissaria Margrethe Vestager, inflisse a Google la più alta sanzione antitrust mai comminata fino ad allora nel settore tecnologico: una multa da 2,42 miliardi di euro. La ragione? Secondo l’antitrust UE, Google avrebbe abusato della sua posizione dominante favorendo sistematicamente Google Shopping nei risultati del motore di ricerca, a svantaggio dei siti concorrenti specializzati nella _comparazione prezzi_.

Quella sentenza fu uno spartiacque per la regolamentazione digitale in Europa. Nel corso degli anni successivi, Google ha affrontato altre indagini e interventi normativi, ma la questione della comparazione prezzi è rimasta centrale. Nonostante l’azienda abbia apportato alcune modifiche all’algoritmo e alle modalità di presentazione dei risultati, secondo molti attori del settore i problemi di fondo non sono stati completamente risolti.

Google sotto assedio: i dettagli delle nuove cause civili in Europa

A distanza di otto anni dalla multa, i principali siti di comparazione prezzi europei hanno deciso di passare dalle parole ai fatti. Da inizio 2025, in varie giurisdizioni nazionali, sono state depositate cause contro Google con richieste di risarcimento che, secondo stime aggregate, superano i 12 miliardi di euro. Il termine “_Google sotto assedio_” non è dunque esagerato visto che la società si trova a fronteggiare simultaneamente numerosi contenziosi, ciascuno dei quali potrebbe avere impatti economici e reputazionali molto rilevanti.

Secondo quanto emerge dai dossier giudiziari, i risarcimenti Google comparatori prezzi richiesti si riferiscono a danni economici subiti dai portali specializzati tra il 2008 e il 2017 — proprio il periodo nel quale, secondo la Commissione, Google avrebbe distorto il mercato digital degli acquisti online.

I protagonisti delle azioni legali: dal gruppo Moltiply ai big dei comparatori

Tra i principali protagonisti delle nuove cause civili Google Europa spicca il nome di Moltiply, un gruppo multinazionale con ramificazioni in diversi Paesi dell’Unione. Il gruppo ha reso pubblica una richiesta danni da quasi 3 miliardi di euro, sostenendo di aver subito perdite ingenti a causa della concorrenza giudicata sleale da parte di Google.

Oltre a Moltiply, la lista dei querelanti annovera altri grandi nomi del settore, tra cui portali olandesi, tedeschi, francesi e italiani. Tutti accomunati da una medesima lamentela: per quasi un decennio, i loro servizi sono stati progressivamente emarginati nelle pagine dei risultati di ricerca, con gravi conseguenze su traffico, ricavi da pubblicità e rapporti commerciali.

Ecco alcuni tra i principali portali coinvolti:

* Moltiply (richiesta danni: 3 miliardi di euro) * Idealo (Germania) * Kelkoo (Francia) * Twenga (Francia) * Foundem (UK) * altri siti indipendenti italiani, spagnoli e scandinavi

Va sottolineato che i Google azioni legali Europa possono variare nei particolari giuridici da un paese all’altro, ma il nodo centrale resta la richiesta di danni miliardari Google Europa per una presunta pratica anticoncorrenziale protrattasi troppo a lungo.

Le ragioni dei siti di comparazione prezzi: concorrenza e mercato digitale

Ma alla base delle richieste dei siti di comparazione prezzi c’è un tema più ampio, che riguarda la concorrenza digitale in Europa. Secondo i querelanti, la strategia di Google tra il 2008 e il 2017 avrebbe messo in ginocchio l’ecosistema dei servizi di _comparazione prezzi UE_, restringendo il campo d’azione, limitando la visibilità e provocando vera e propria distruzione di valore per aziende, lavoratori e consumatori finali.

Secondo gli avvocati delle parti lese, l’impatto economico derivante dalla minor visibilità nei risultati di ricerca non si sarebbe limitato solo ai ricavi pubblicitari persi, ma avrebbe inciso anche su:

* Investimenti in innovazione bloccati o ridotti * Riduzione dei posti di lavoro nel settore * Minore scelta e trasparenza per i consumatori nei confronti delle grandi piattaforme e-commerce

Tali effetti cumulativi sono quelli che oggi vengono convertiti in azioni civili Google e in una richiesta di risarcimento per Google richieste danni 2025 che fa notizia in tutto il mondo.

Gli argomenti di Google: difesa e reazioni pubbliche

Dal canto suo, Google risponde che le modifiche apportate alle proprie pratiche — già nei mesi successivi alla sentenza UE — hanno ristabilito un equilibrio tra le diverse offerte presenti nel mercato digitale europeo. La società americana sottolinea come oggi la pagina dei risultati rifletta una concorrenza molto più aperta, offrendo alternative e strumenti avanzati anche ai siti terzi di comparazione prezzi.

Oltre a ciò, i portavoce di Google ricordano che molti dei portali che oggi chiedono risarcimenti milionari hanno comunque potuto beneficiare della visibilità e dei volumi di traffico garantiti dal proprio ecosistema.

I principali argomenti della difesa di Google:

* Modifiche strutturali già apportate dopo la multa * Presenza ampliata di offerte concorrenti nei risultati di ricerca * Impegno nel rispettare le nuove norme sulla concorrenza europea

Non è escluso che l’azienda possa avanzare richieste di archiviazione parziale o totale, contestando punto su punto il computo dei danni indicati dai ricorrenti. In ogni caso, il contenzioso si prospetta lungo e complesso.

Le reazioni delle istituzioni europee e il clima regolatorio

Il caso Google sotto assedio rianima il dibattito intorno al ruolo dei giganti del web e alle regole della concorrenza nel mercato digitale europeo. Le istituzioni UE, da Bruxelles alle autorità nazionali antitrust, osservano con attenzione lo sviluppo della vicenda.

Dopo gli eventi del 2017, la UE ha varato nuovi strumenti normativi come il Digital Markets Act (DMA), per rafforzare la disciplina a tutela delle aziende più piccole e promuovere un ambiente competitivo più equilibrato. Tuttavia, la questione dei Google risarcimenti comparatori prezzi mostra che i problemi pratici della concorrenza digitale restano complessi da risolvere con un solo intervento.

Alcuni esperti sostengono che la pioggia di azioni legali Google potrebbe dare nuova spinta alla richiesta di regole ancora più severe, mentre altri avvertono che un eccesso di sanzioni rischia di soffocare l’innovazione e la capacità di investimento delle grandi piattaforme.

Implicazioni per il mercato e per i consumatori

Il tema del contenzioso tra Google e i portali di comparazione prezzi ha un impatto diretto anche sui consumatori europei. Se in passato Google era stata accusata di ridurre la trasparenza nelle scelte d’acquisto, oggi molti si chiedono se i provvedimenti giudiziari e normativi favoriscano davvero una maggiore libertà di scelta e prezzi più competitivi.

Gli effetti attesi sul mercato:

* Maggiore pluralità di offerte nei risultati di ricerca * Spinta alla crescita dei portali terzi e delle startup innovative * Possibile aumento dei costi per i grandi operatori online

Allo stesso tempo, c’è chi teme che l’ondata di cause civili Google Europa possa produrre anche un aumento dei prezzi per i servizi offerti dagli e-commerce, se parte degli oneri dovessero essere scaricati sui rivenditori e, in ultima analisi, sugli acquirenti.

Analisi degli scenari futuri e possibili conseguenze

Il futuro di questa battaglia legale resta incerto. Se i tribunali europei dovessero accogliere le richieste di risarcimento _danni miliardari Google Europa_, potrebbe crearsi un precedente giuridico di enorme rilievo, con effetti anche fuori dal vecchio continente.

Alcuni scenari ipotizzati dagli analisti:

1. Google costretta a versare miliardi di euro in risarcimenti e a cambiare di nuovo le proprie logiche di presentazione delle offerte 2. Nascita di un nuovo modello di collaborazione tra motori di ricerca e siti di comparazione prezzi 3. Impulso ad altre class action simili in Nord America e Asia 4. Maggiore coinvolgimento delle authority nel monitoraggio delle piattaforme digitali

Va ricordato che la vicenda è seguita da vicino dai dipartimenti legali delle principali aziende hi-tech a livello globale, preoccupate di poter diventare future vittime indirette di una giurisprudenza più severa in materia di _Google azioni legali Europa_.

Sintesi e prospettive

La Google multa antitrust 2017 fu un punto di svolta, ma i veri effetti di quella decisione continuano a riverberarsi ancora oggi. L’odierna raffica di cause civili Google Europa e la richiesta di Google risarcimenti comparatori prezzi da oltre 12 miliardi di euro rischiano di cambiare per sempre il panorama della concorrenza digitale in Europa. Al centro dello scontro ci sono visioni divergenti su come tutelare la concorrenza, favorire l’innovazione e proteggere i consumatori. La partita è appena iniziata: i prossimi sviluppi giudiziari e politici saranno decisivi per il futuro di Google nel mercato europeo e, più in generale, per il nuovo equilibrio tra giganti del web e realtà locali.

In conclusione, questa vicenda rappresenta uno degli snodi più complessi e strategici della nuova economia digitale europea, con potenziali effetti a cascata su tutto l’ecosistema dell’online. Sarà fondamentale seguirne l’evoluzione con attenzione, monitorando sia gli esiti processuali che le ripercussioni economiche sul mercato e sulle abitudini di consumo dei cittadini.

Pubblicato il: 13 maggio 2025 alle ore 14:23