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Europa digitale: i CEO delle principali tech europee chiedono più investimenti, meno burocrazia e una nuova alleanza pubblico-privato

Alla vigilia del discorso sullo stato dell'Unione, 41 leader tecnologici europei incalzano Bruxelles: accelerare sugli investimenti digitali, semplificare le regole e rafforzare la sovranità tecnologica

Europa digitale: i CEO delle principali tech europee chiedono più investimenti, meno burocrazia e una nuova alleanza pubblico-privato

Indice dei paragrafi

* Introduzione * Il contesto politico e tecnologico europeo * L’appello congiunto dei CEO delle principali società tech europee * Investimenti digitali in Europa: una priorità imprescindibile * Competitività e mercato unico digitale: le richieste delle aziende * Il tema della burocrazia nel settore tecnologico dell’UE * Verso una nuova partnership pubblico-privato in ambito tecnologico * Sovranità tecnologica europea: un obiettivo strategico * Resilienza collettiva e sicurezza digitale * Il ruolo del discorso sullo Stato dell’Unione di Ursula von der Leyen * Analisi delle prospettive future * I rischi di non ascoltare le richieste delle aziende tecnologiche * Il panorama globale e la posizione dell’Europa * Sintesi e conclusione

Introduzione

Nel cuore dell’Europa digitale, cresce il fermento tra i leader delle principali società tecnologiche europee. Alla vigilia del discorso sullo stato dell’Unione di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ben 41 amministratori delegati delle maggiori aziende tech del continente lanciano un appello chiaro e ambizioso: accelerare sugli investimenti digitali, ridurre la burocrazia che frena la competitività, completare davvero il mercato unico digitale e stringere un nuovo patto tra pubblico e privato. In ballo non c’è soltanto la crescita, ma la stessa sovranità tecnologica europea, la sicurezza dei dati e la possibilità per il Vecchio Continente di rimanere un attore globale nella corsa all’innovazione.

Il contesto politico e tecnologico europeo

Il panorama europeo, in questa fase storica, è segnato da una forte competizione internazionale e da sfide cruciali legate alla digitalizzazione di ogni comparto produttivo e sociale. L’avanzata statunitense e cinese nel settore delle nuove tecnologie, l’esplosione dell’Intelligenza Artificiale, le crisi energetiche e geopolitiche evidenziano quanto sia fondamentale per l’UE investire nel digitale e rafforzare la competitività digitale europea.

L’iniziativa dei CEO delle più importanti società tech europee si colloca quindi alla vigilia di un discorso chiave per il futuro dell’Europa. La presidente Ursula von der Leyen è chiamata, nel suo discorso annuale, a rilanciare la visione strategica dell’Unione e a dare risposte concrete su temi come gli investimenti digitali, la semplificazione normativa e il rafforzamento della resilienza tecnologica europea.

L’appello congiunto dei CEO delle principali società tech europee

I 41 CEO – espressione di nomi di primissimo piano nel settore – hanno rivolto un documento unitario a Bruxelles. L’appello sottolinea la necessità imperativa di aumentare gli investimenti digitali in Europa, chiedendo che le istituzioni comunitarie assumano una posizione netta e concreta per sostenere l’innovazione tecnologica.

Tra le parole-chiave del documento emergono, con forza, concetti come ‘mercato unico digitale UE’, ‘competitività digitale Europa’ e il bisogno, ormai indifferibile, di una partnership più stretta tra attori pubblici e privati nel settore tecnologico. Il messaggio chiaro delle aziende è che, senza una decisa accelerazione, l’Europa rischia di restare indietro nella concorrenza mondiale.

Investimenti digitali in Europa: una priorità imprescindibile

Gli investimenti digitali rappresentano il vero cuore della sfida europea. Negli ultimi anni si è registrato un incremento di fondi destinati al settore, ma, secondo i CEO delle principali aziende tecnologiche, questi restano ancora insufficienti per sostenere uno sviluppo competitivo e duraturo nel tempo.

Il ritmo degli investimenti in Europa è ancora distante da quello delle grandi potenze mondiali. Gli Stati Uniti e la Cina, per citare i principali competitors, possono contare su ecosistemi di investimenti digitali molto più dinamici e importanti. Ecco perché, secondo i CEO, occorre programmare massicci interventi sia in risorse pubbliche che private:

* Favorire start-up tecnologiche e scale-up innovative. * Intensificare finanziamenti europei attraverso strumenti come il Next Generation EU e i fondi strutturali. * Stimolare le sinergie tra investitori pubblici e privati con strumenti specifici come partenariati, fondi di venture capital europei e incentivi fiscali ad hoc.

Solo così l’Europa può sperare di mantenere il passo con i rivali e sviluppare tecnologie proprie, davvero ‘sovrane’, in settori chiave come l’intelligenza artificiale, il cloud, la cybersecurity, la microelettronica e il quantum computing.

Competitività e mercato unico digitale: le richieste delle aziende

Il completamento del mercato unico digitale UE è una delle richieste centrali delle aziende. Nonostante i progressi degli ultimi anni, persistono pesanti barriere nazionali che ostacolano la libera circolazione dei servizi digitali, la crescita di piattaforme europee e l’adozione su larga scala delle nuove tecnologie.

Le principali criticità individuate dai CEO riguardano:

* Differenze regolamentari tra Stati Membri. * Oneri amministrativi eccessivi che complicano l’attività cross-border. * Costi di conformità che ricadono soprattutto sulle PMI tech. * Regole poco chiare in materia di data economy, AI e privacy.

Senza un autentico mercato unico digitale, secondo i leader intervistati, l’Europa rischia di non poter competere su scala globale. Serve dunque un impegno concreto della Commissione e degli organi europei per:

* Armonizzare le normative digitali. * Semplificare procedure amministrative. * Promuovere interoperabilità e standard comuni a livello europeo.

Il tema della burocrazia nel settore tecnologico dell’UE

Ridurre la burocrazia è una delle priorità individuate dalle società tecnologiche europee. La burocrazia, infatti, costituisce ancora oggi un freno all’innovazione, specialmente per le aziende che operano in più Stati Membri o che cercano di portare nuove soluzioni tecnologiche sul mercato.

L’appello dei CEO fa riferimento a:

* Eccesso di regolamentazione. * Tempi lunghi per autorizzazioni e certificazioni. * Ripetizione di adempimenti similari in mercati diversi.

A questo proposito, molte richieste sono orientate a rafforzare il principio del ‘once only’, cioè l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di non richiedere alle aziende gli stessi dati più di una volta. Una vera digitalizzazione della pubblica amministrazione europea rappresenterebbe, secondo i manager tech, un fattore abilitante alla base della nuova competitività continentale.

Verso una nuova partnership pubblico-privato in ambito tecnologico

Altro tema chiave avanzato dai CEO delle principali società tech europee riguarda la costruzione di un nuovo partenariato tra attori pubblici e privati nel settore tecnologico. Le innovazioni più dirompenti degli ultimi anni sono spesso nate dalla collaborazione tra imprese e istituzioni, università e centri di ricerca pubblici.

Secondo l’appello lanciato a Bruxelles, occorre superare il tradizionale schema di sostegno a pioggia e puntare su vere e proprie sinergie strutturali tra pubblico e privato, con obiettivi chiari e coordinati:

* Co-investimenti in infrastrutture tecnologiche strategiche (reti 5G e 6G, data center, cloud europeo). * Programmi di formazione condivisi per digital skills e competenze STEM. * Spinta sull’innovazione applicata tramite progetti pilota e hub d’innovazione europei.

Una forte collaborazione strategica può costituire la chiave per rispondere più rapidamente ai cambiamenti globali e per accelerare la transizione digitale nei settori pubblici e privati.

Sovranità tecnologica europea: un obiettivo strategico

La sovranità tecnologica europea rappresenta un nodo cruciale nel dibattito attuale. L’Europa, oggi, dipende in larga parte da tecnologie extraeuropee, sia in termini di componentistica hardware che di piattaforme e software. Questa dipendenza può tradursi in vulnerabilità strategiche, soprattutto davanti a crisi geopolitiche o commerciali.

Per i 41 CEO, acquisire una maggiore autonomia significa:

* Sviluppare soluzioni tecnologiche ‘made in Europe’ in settori chiave. * Rafforzare la capacità europea di proteggere dati e infrastrutture critiche. * Investire in ricerca e sviluppo su tecnologie emergenti come AI, edge computing, quantum.

La sovranità tecnologica, inoltre, è vista come un presupposto fondamentale per consolidare alleanze globali più equilibrate e per garantire un’economia europea realmente competitiva e sicura.

Resilienza collettiva e sicurezza digitale

Insieme alla sovranità, il tema della resilienza tecnologica europea riveste un ruolo centrale. Gli ultimi anni (pandemia, tensioni geopolitiche, cyber attacchi) hanno messo in evidenza la necessità per l’Europa di dotarsi di sistemi tecnologici resistenti agli shock e capaci di adattarsi rapidamente a nuove minacce.

Le aziende chiedono, in particolare:

* Investimenti in cybersecurity a livello comunitario. * Sviluppo di meccanismi di risposta coordinata a minacce cyber e interruzioni di servizio. * Rafforzamento delle filiere produttive europee nel settore ICT.

Una resilienza collettiva in ambito tecnologico è fondamentale per garantire la sicurezza di cittadini, istituzioni e imprese, a fronte di una scena globale sempre più instabile e complessa.

Il ruolo del discorso sullo Stato dell’Unione di Ursula von der Leyen

Il discorso annuale del presidente della Commissione Europea rappresenta da sempre un momento catalizzatore per indirizzare le priorità dell’UE. Quest’anno, con la lettera-appello dei 41 CEO, la pressione su Ursula von der Leyen cresce ulteriormente.

Il settore della tecnologia chiede risposte concrete e, soprattutto, impegni misurabili sia sul fronte normativo che finanziario. Il discorso sullo stato dell’Unione Ursula von der Leyen potrà dunque diventare – o meno – uno spartiacque nella definizione delle politiche digitali europee dei prossimi anni.

Analisi delle prospettive future

L’Europa si trova a un bivio decisivo. Da una parte, può scegliere di percorrere la strada di un rafforzamento degli investimenti digitali, della collaborazione pubblico-privato e della semplificazione normativa. Dall’altra, potrebbe continuare ad arrancare rispetto ai competitors, con il rischio di perdere terreno su innovazione, ricchezza e influenza globale.

La raccolta di posizioni e richieste da parte delle principali società tech europee rappresenta, in questo senso, una preziosa ‘mappa’ delle priorità e delle criticità del sistema continentale, che le istituzioni non possono permettersi di ignorare.

I rischi di non ascoltare le richieste delle aziende tecnologiche

Se le istanze poste dai CEO europei dovessero essere sottovalutate, l’Europa potrebbe pagare un prezzo altissimo. I rischi sono molteplici:

* Perdita di competitività rispetto a Stati Uniti, Cina e altri player tecnologici. * Fuga di cervelli e di investimenti verso ecosistemi più favorevoli. * Maggiore esposizione a dipendenze esterne e vulnerabilità strategiche. * Patchwork normativo che ostacola la crescita delle imprese e delle start-up tech europee. * Difficoltà nel garantire sicurezza e resilienza tecnologica ai cittadini europei.

Un approccio miope o conservativo finirebbe per svantaggiare – a lungo termine – l’intero progetto di sovranità tecnologica europea.

Il panorama globale e la posizione dell’Europa

A livello globale, la competizione tecnologica si gioca su tempi rapidissimi. Stati Uniti e Cina puntano su massicci investimenti pubblici e privati, politiche di attrazione di talenti e interventi normativi snelli. Nel confronto internazionale, i ritardi europei rischiano di pesare sempre di più.

L’UE, tuttavia, possiede alcune carte vincenti:

* Un importante mercato unico potenziale. * Eccellenze scientifiche e capacità di innovazione distribuite nei vari Stati membri. * Una sensibilità avanzata sul tema della privacy e dei diritti digitali.

Trasformare queste potenzialità in realtà passa ora dalla capacità di ripensare il modello di intervento politico ed economico su cui costruire una Europa protagonista nell’era digitale.

Sintesi e conclusione

La richiesta formulata da 41 CEO delle principali società tecnologiche europee, alla vigilia del discorso sullo stato dell’Unione di Ursula von der Leyen, rappresenta un punto di svolta per la politica digitale europea. Investimenti digitali Europa, semplificazione della burocrazia, completamento del mercato unico digitale UE, rafforzamento della sovranità tecnologica europea e della resilienza tecnologica europea: questi i veri pilastri per il futuro competitivo del continente.

Rispondere a queste istanze non è più soltanto un’opzione, ma una necessità storica. L’Europa digitale del futuro si gioca oggi, attraverso un deciso cambio di passo su investimenti, regole e partnership. Solo così il Vecchio Continente potrà continuare a essere un punto di riferimento globale, garantendo benessere, sicurezza e libertà ai propri cittadini, in un mondo sempre più connesso e sfidante.

Pubblicato il: 10 settembre 2025 alle ore 11:27