Sommario
• Che cosa è accaduto
• Reazioni istituzionali
• Contesto e implicazioni
• Stato attuale delle indagini
• Conclusione
Che cosa è accaduto
La notte del 30 novembre 2025, un gruppo di circa dieci coloni israeliani coperti in viso, ha fatto irruzione in una casa nella comunità di Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, in Cisgiordania. All’interno si trovavano quattro volontari stranieri, tre italiani e una canadese, che dormivano quando è scattato l’attacco.
I coloni li avrebbero aggrediti con pugni, calci e bastonate, rubando passaporti, telefoni ed altri effetti personali.
I feriti sono stati trasportati all’ospedale di Gerico. Le autorità mediche e quelle italiane hanno confermato che le condizioni dei tre italiani risultano essere «non gravi».
Due donne hanno riportato lesioni lievi; il terzo connazionale è rimasto ferito con maggiore entità e dovrà restare a riposo per alcuni giorni.
Reazioni istituzionali
Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, ha definito l’attacco «molto grave» e ha chiesto a Israele di intervenire per fermare la spirale di violenze da parte dei coloni. Il Consolato italiano a Gerusalemme è attivo nel seguire il caso.
Autorità e Ong internazionali sottolineano che l’irruzione è avvenuta in un’area sotto giurisdizione palestinese, secondo gli accordi di Oslo, rendendo l’evento particolarmente allarmante.
Contesto e implicazioni
La Cisgiordania vive da mesi un’escalation di tensioni. Dopo l’inizio del conflitto a Gaza, sono aumentati gli attacchi di coloni contro palestinesi, attivisti internazionali e volontari. La comunità di Ein al-Duyuk in particolare era già segnalata per episodi di intimidazione, furti di bestiame e incursioni notturne.
L’aggressione di oggi non è un caso isolato, rappresenta una minaccia persistente per chi opera come volontario nella West Bank e fa emergere dubbi sulla protezione dei civili e dei cooperanti in zone di conflitto.
Stato attuale delle indagini
Le autorità palestinesi, con il supporto di forze di sicurezza locali, hanno raccolto le prime testimonianze. Al momento sono in corso accertamenti per verificare la dinamica dell’irruzione, identificare gli aggressori e valutare la legittimità degli insediamenti da cui sarebbero partiti.
Al momento non risulta alcuna accusa pubblica formale, ma l’inchiesta è aperta e le prove, comprese registrazioni video e perizie forensi, sono in fase di analisi.
Conclusione
L’attacco contro tre attivisti italiani in Cisgiordania rappresenta un episodio grave e significativo.
Anche se le vittime non sono in pericolo di vita, la violenza subita e il furto dei loro documenti personali evidenziano la fragile condizione di volontari, cooperanti e operatori umanitari in territori ad alto rischio. Il caso merita piena attenzione: le indagini devono fare luce sulle responsabilità, mentre la comunità internazionale dovrebbe chiedere garanzie concrete per la sicurezza di chi lavora per i diritti e la solidarietà.
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