{/* Extracted from Header.astro - Use appropriate classes/styles if animations needed */}

Sfiducia a Von der Leyen: mozione UE e lo scandalo Pfizergate

Your browser doesn't support HTML5 audio

Audio version available

Dibattito acceso a Strasburgo sulla gestione dei contratti Pfizer: analisi degli scenari politici e delle possibili ripercussioni per l'Europa

Sfiducia a Von der Leyen: mozione UE e lo scandalo Pfizergate

Indice

* Introduzione al dibattito sulla sfiducia * Lo scandalo Pfizergate: origine e sviluppi * La mozione presentata da Georghe Piperea * Il ruolo del Parlamento Europeo e la tempistica del voto * I gruppi politici: come si schiereranno Patrioti, ECR, PPE e S&D * Analisi delle conseguenze politiche in caso di approvazione * Le reazioni delle istituzioni europee e degli Stati membri * Il tema della trasparenza nei contratti pubblici * Il futuro delle relazioni UE-industria farmaceutica * Possibili scenari dopo la mozione di sfiducia * Conclusioni: quale Europa dopo il voto?

Introduzione al dibattito sulla sfiducia

A Strasburgo, presso la sede del Parlamento Europeo, si apre oggi un dibattito di portata storica. Il principale oggetto di discussione è la mozione di sfiducia contro Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea. Il dibattito, che coinvolge tutte le principali forze politiche dell’Emiciclo europeo, vede al centro delle accuse la gestione dei negoziati tra l’UE e la casa farmaceutica Pfizer durante la pandemia di Covid-19. Questo episodio, battezzato dai media "Pfizergate", rischia di ridefinire gli equilibri politici e istituzionali dell’Unione.

Il tema è di strettissima attualità, non solo per la rilevanza politica della figura di Von der Leyen, ma anche per ciò che rappresenta in termini di trasparenza, affidabilità e fiducia nelle istituzioni europee. La mozione di sfiducia è un passaggio previsto dai trattati, ma la sua effettiva applicazione è rarissima e apre scenari imprevedibili sia all’interno sia all’esterno dell’Unione.

Lo scandalo Pfizergate: origine e sviluppi

Il cosiddetto "scandalo Pfizergate" trova le sue radici nelle trattative avvenute fra Unione Europea e Pfizer per l’acquisto di milioni di dosi di vaccino anti Covid. Da mesi, numerosi eurodeputati e giornalisti d’inchiesta puntano il dito su quella che viene definita una mancanza di trasparenza nella stipula e nella gestione dei contratti. Alcuni membri del Parlamento Europeo hanno denunciato la difficoltà nell’accedere ai testi integrali dei contratti e hanno evidenziato la gestione troppo centralizzata e, secondo alcuni, personalistica delle trattative da parte della presidente Von der Leyen.

Le polemiche sono cresciute ulteriormente quando alcuni documenti resi pubblici hanno suggerito una corrispondenza privata tra la presidente e l’amministratore delegato di Pfizer, suscitando dubbi su possibili trattative parallele e non sufficientemente supervisionate dagli organismi di controllo dell’UE.

La mozione presentata da Georghe Piperea

La mozione di sfiducia in discussione questa settimana è stata formalmente presentata dall’europarlamentare rumeno Georghe Piperea. L’atto, documento formale e vincolante secondo il regolamento del Parlamento Europeo, è stato sottoscritto da 79 eurodeputati provenienti da schieramenti diversi, a testimonianza della trasversalità delle preoccupazioni. Nella mozione vengono contestate la mancanza di trasparenza, la presunta cattiva gestione delle risorse pubbliche e l’assenza di un confronto parlamentare sistematico nelle fasi più cruciali dei negoziati con le big pharma.

Secondo Piperea e i primi firmatari, Von der Leyen avrebbe agito senza fornire adeguati aggiornamenti agli eurodeputati e senza consultare pienamente le istituzioni comunitarie preposte all’approvazione dei piani d’acquisto.

Il ruolo del Parlamento Europeo e la tempistica del voto

Il regolamento europeo stabilisce procedure chiare per le mozioni di sfiducia. Oggi, 7 luglio 2025, si apre il dibattito generale sulla mozione presentata contro Ursula Von der Leyen. Il voto finale, secondo il calendario ufficiale, è previsto per giovedì 10 luglio. Nel corso dei prossimi giorni si alterneranno interventi, audizioni e dichiarazioni ufficiali, con ogni gruppo politico chiamato a esprimere la sua posizione in merito.

La soglia per l’approvazione della mozione è altissima: serve una maggioranza dei due terzi dei voti validi, ovvero almeno 441 deputati su 705. In caso di approvazione, la Commissione Europea sarebbe obbligata a dimettersi collettivamente, aprendo una crisi istituzionale senza precedenti nella storia recente dell’UE.

I gruppi politici: come si schiereranno Patrioti, ECR, PPE e S&D

Uno degli interrogativi centrali riguarda la posizione dei principali gruppi politici sui banchi di Strasburgo:

* Patrioti (ex Identità e Democrazia): fin dall’inizio si sono dichiarati favorevoli alla mozione di sfiducia, sostenendo la necessità di maggiore trasparenza e di un radicale cambio di rotta nella gestione delle questioni farmaceutiche. * ECR (Conservatori e Riformisti Europei): hanno espresso forti perplessità sulla gestione dei contratti ma non tutti i membri sarebbero convinti della bontà di una rimozione immediata della presidente per timore di destabilizzare l’Unione. * PPE (Partito Popolare Europeo): il partito di maggioranza relativa cui appartiene Von der Leyen si trova in una posizione scomoda. Pur difendendo formalmente la presidente, non mancano nelle ultime ore voci critiche provenienti da alcuni deputati di paesi dell’Est e del Nord Europa. * S&D (Socialisti & Democratici): il gruppo socialdemocratico è diviso. Una componente spinge per una discontinuità ma la dirigenza teme un pericoloso vuoto di potere in un momento cruciale per le sfide europee, in primis l’attuazione del Green Deal e i rapporti con la Cina.

A questi si aggiungono i gruppi minori e i non iscritti, che potrebbero alla fine rivelarsi decisivi per l’esito del voto.

Analisi delle conseguenze politiche in caso di approvazione

L’eventuale approvazione della mozione di sfiducia genererebbe una crisi di governo europea senza precedenti. La Commissione Europea, organo esecutivo capace di indirizzare le politiche interne ed estere dell’UE, verrebbe azzerata. Seguirebbe una complessa trattativa istituzionale per nominare nuovi commissari e un nuovo presidente. Le funzioni ordinarie verrebbero garantite da un esecutivo provvisorio, ma il rischio di paralisi decisionale sarebbe concreto.

Inoltre, la rimozione di Von der Leyen avrebbe riflessi immediati sugli equilibri interni agli stessi gruppi politici, sull’agenda legislativa in corso (con particolare riferimento alle politiche sanitarie, economiche e ambientali) e sui rapporti con le istituzioni degli Stati membri. Di particolare rilievo sarebbe poi la reazione dei mercati internazionali, che guardano a Bruxelles come un modello di stabilità e affidabilità.

Le reazioni delle istituzioni europee e degli Stati membri

Nelle ultime ore, sia la Commissione sia il Consiglio Europeo hanno seguito con attenzione l’evolversi della situazione. Diversi governi nazionali hanno espresso preoccupazione: Germania, Francia e Italia hanno auspicato che il procedimento parlamentare si svolga nella massima trasparenza e nel rispetto delle regole comunitarie, invitando però anche a non precipitare la crisi istituzionale.

Da parte sua, Ursula Von der Leyen, intervistata da alcuni media europei, ha espresso fiducia nella correttezza del suo operato e nella volontà della maggioranza del Parlamento di respingere quella che, a suo dire, rappresenterebbe una "strumentalizzazione politica di vicende gestite in piena emergenza e nell’interesse collettivo europeo".

Il tema della trasparenza nei contratti pubblici

Uno degli argomenti chiave sollevati dalla vicenda Pfizergate riguarda la necessità di trasparenza nella gestione dei contratti pubblici. Il Parlamento si interroga se siano state garantite tutte le procedure di controllo e verifica nella stipula degli accordi con Pfizer, uno dei più importanti fornitori di vaccini nella fase pandemica. Anche altre istituzioni, tra cui la Corte dei Conti Europea, hanno avviato verifiche sulle modalità di affidamento degli appalti e sulla rendicontazione delle somme investite.

La richiesta di trasparenza non è nuova in ambito europeo ma, dopo l’esperienza degli ultimi anni, assume un valore ancor più centrale, specie in settori strategici per la salute collettiva. Gli eurodeputati chiedono accesso diretto ai documenti originari e garanzie che simili accordi strategici non possano più avvenire senza un adeguato coinvolgimento degli organi rappresentativi.

Il futuro delle relazioni UE-industria farmaceutica

Il caso Von der Leyen-Pfizer rischia di lasciare tracce profonde nei rapporti tra Unione Europea e giganti farmacologici. Durante e dopo la pandemia, la capacità dell’Europa di negoziare in modo autonomo e coerente con le grandi multinazionali è stata al centro del dibattito. Molti temono che una crisi di fiducia nelle istituzioni possa indebolire la posizione negoziale dell’UE nei futuri accordi, non solo nell’ambito sanitario ma anche tecnologico e industriale.

Alcuni esperti sostengono che, indipendentemente dall’esito del voto sulla sfiducia, il Parlamento e la Commissione dovranno ridefinire i criteri di trasparenza e responsabilità, promuovendo maggiore apertura e coinvolgendo la società civile nei processi decisionali.

Possibili scenari dopo la mozione di sfiducia

Nel caso in cui la mozione non venga approvata, sarà inevitabile una fase di chiarimento tra la presidente Von der Leyen e il Parlamento Europeo, con nuove richieste di accountability e impegni per una maggiore partecipazione democratica. In caso di esito favorevole alla sfiducia, l’UE si troverebbe a fronteggiare una situazione di stallo, con la nomina di un governo tecnico o transitorio fino alle successive elezioni e un probabile slittamento di molte delle principali riforme in agenda.

Questa incertezza potrebbe riflettersi anche sul fronte internazionale, rafforzando le spinte euroscettiche e mettendo a rischio gli investimenti esteri in Europa. In entrambi i casi, il tema Pfizergate avrà segnato uno spartiacque nella governance europea.

Conclusioni: quale Europa dopo il voto?

Il voto di giovedì 10 luglio non rappresenta solo un giudizio su Ursula Von der Leyen quanto, più in generale, una verifica sulla tenuta della democrazia parlamentare europea. La gestione dei contratti Pfizer e le ombre di scarsa trasparenza hanno riaperto il dibattito sulle procedure decisionali nell’Unione Europea, sulla necessità di rafforzare i controlli e di coinvolgere maggiormente i rappresentanti eletti nei momenti cruciali.

Al di là degli schieramenti politici, la vicenda evidenzia come la fiducia dei cittadini nelle istituzioni passi dalla chiarezza e dalla responsabilità di chi le guida. Qualunque sarà l’esito della mozione, il Parlamento UE e la Commissione dovranno trarne insegnamento per evitare che situazioni simili possano minare in futuro la legittimità e l’efficacia dell’azione europea. Nell’attesa del voto decisivo, Strasburgo si conferma ancora una volta al centro delle grandi sfide della contemporaneità politica europea.

Pubblicato il: 7 luglio 2025 alle ore 11:39