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Povertà assoluta in Italia: cresce il disagio, 5,7 milioni ne sono coinvolti. Gli stranieri rappresentano 1 povero su 3 secondo l'Istat 2024

I dati dell’Istat sul 2024 mostrano un inquietante incremento della povertà assoluta, con una forte incidenza tra minori e stranieri: quadro, cause, conseguenze e prospettive per il futuro.

Povertà assoluta in Italia: cresce il disagio, 5,7 milioni ne sono coinvolti. Gli stranieri rappresentano 1 povero su 3 secondo l'Istat 2024

Indice

* Introduzione * I numeri della povertà assoluta secondo l'Istat * Minori e famiglie: i più vulnerabili alla povertà * Stranieri e povertà: una correlazione in crescita * Le cause strutturali della povertà assoluta in Italia * Disuguaglianze sociali e territori maggiormente colpiti * Il ruolo dell’istruzione e il legame con la povertà assoluta * Soluzioni e strategie: politiche sociali a confronto * Sintesi e prospettive future

Introduzione

La pubblicazione dei dati Istat sulla povertà assoluta in Italia nel 2024 segna una tappa preoccupante nella fotografia sociale del nostro Paese. Secondo il più recente report povertà Italia 2025, oggi 5,7 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta, con una tendenza in crescita rispetto agli anni precedenti. Questo fenomeno coinvolge direttamente 2,2 milioni di famiglie e 1,28 milioni di minori: dati che sollevano interrogativi sempre più pressanti sul futuro socioeconomico della popolazione italiana. Particolarmente allarmante l’incidenza della povertà tra i cittadini stranieri residenti, che rappresentano oggi un terzo del totale dei poveri assoluti, e il progressivo aumento delle disuguaglianze sociali.

I numeri della povertà assoluta secondo l'Istat

Il report Istat, pubblicato nel 2024, offre un quadro numerico preciso che fotografa l’estensione della povertà assoluta in Italia:

* 2,2 milioni di famiglie vivono in povertà assoluta * 5,7 milioni di individui si trovano in questa condizione * Il 13,8% dei minori italiani è povero assoluto, per un totale di 1,28 milioni di ragazzi e ragazze * Un povero su tre è di origine straniera

Questi dati Istat povertà 2024 sottolineano un incremento povertà assoluta rispetto all’anno precedente, quando il numero totale degli individui in questa condizione era sensibilmente più basso. In termini di incidenza percentuale, la povertà assoluta riguarda ormai quasi un italiano su dieci. La crescita coinvolge indistintamente Nord, Centro e Sud, ma con una pressione decisamente superiore nel Mezzogiorno e nelle grandi città.

L’aumento riguarda sia famiglie monoreddito che nuclei numerosi, soprattutto se composti da minori e con genitori basso titolo di studio. Il fenomeno coinvolge lavoratori precari, disoccupati, stranieri e, sempre più spesso, famiglie che fino a poco tempo fa avrebbero potuto essere considerate “ceto medio”.

Minori e famiglie: i più vulnerabili alla povertà

Uno degli aspetti più inquietanti emersi dal report Istat riguarda l'incidenza della povertà assoluta sulle famiglie con minori. Ben 1,28 milioni di minori si trovano sotto la soglia di povertà: il 13,8% di tutti i bambini e adolescenti italiani. Ciò significa che più di 1 minore su 8 vive in condizioni di grave disagio economico, mancando spesso dei beni e dei servizi essenziali per una crescita sana e completa.

Questa situazione comporta gravi effetti non solo sul presente di questi giovani, ma anche sulle loro prospettive future. Gli studi dimostrano che l’esperienza prolungata della povertà durante l’infanzia può avere effetti devastanti sulla salute psicofisica, sul rendimento scolastico, sulle opportunità lavorative e sulla mobilità sociale.

Tra le famiglie povere Italia, il numero di figli e il basso livello d’istruzione dei genitori sono fattori moltiplicatori della vulnerabilità: le famiglie numerose e quelle con capofamiglia privo di titolo di studio superiore sono infatti le più esposte al rischio di povertà assoluta.

La pandemia da covid-19 e la successiva crisi economica hanno ulteriormente peggiorato la situazione. Molte famiglie hanno perso fonti di reddito e hanno subito tagli al welfare, trovandosi costrette a scegliere tra riscaldarsi o mangiare, tra pagare l’affitto o comprare libri scolastici per i figli. La crescita dei prezzi di beni alimentari, energia e trasporti contribuisce ad aggravare il quadro, colpendo duramente chi già versa in condizioni di difficoltà.

Stranieri e povertà: una correlazione in crescita

Particolarmente significativo è il dato che riguarda la composizione della popolazione in povertà assoluta: secondo i dati Istat, oggi 1 povero su 3 in Italia è di origine straniera. Questo significa che, sebbene i cittadini stranieri rappresentino una minoranza della popolazione complessiva, l’incidenza della povertà assoluta tra di loro è nettamente superiore rispetto agli italiani.

Le ragioni di questa maggiore vulnerabilità sono molteplici:

* Difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro * Contratti precari e bassi salari * Limitato accesso ai servizi sociali e sanitari * Barriere linguistiche e culturali * Discriminazione ed esclusione sociale

In molte città italiane, la concentrazione di famiglie straniere in quartieri periferici o degradati si associa a una minore offerta di servizi pubblici e dunque a una maggiore difficoltà nel rompere il circolo vizioso della povertà. Spesso, queste famiglie dipendono da lavori a bassa qualifica, saltuari, e privi di tutele.

Il problema della povertà degli stranieri in povertà assoluta si riflette anche negli indicatori di segregazione scolastica e sulle opportunità di ascensione sociale dei loro figli. In questo scenario, il tema dell’inclusione sociale e delle pari opportunità rappresenta una sfida cruciale per le politiche pubbliche nei prossimi anni.

Le cause strutturali della povertà assoluta in Italia

Le cause dell’aumento della povertà assoluta in Italia sono molteplici e, spesso, interconnesse.

Tra i principali fattori figurano:

* Stagnazione economica e bassi tassi di crescita, che incidono negativamente sulla creazione di posti di lavoro * Crisi nel mercato del lavoro: aumento della precarietà, sotto-occupazione, bassi salari * Aumento dei costi della vita, in particolare beni alimentari e utenze domestiche * Progressivo indebolimento del welfare e tagli ai servizi pubblici * Disparità territoriali tra Nord e Sud, e tra centro e periferie urbane * Basso livello di istruzione nelle fasce più vulnerabili della popolazione

Secondo gli esperti, le famiglie colpite da povertà assoluta sono vittime di meccanismi di esclusione che si autoalimentano: alla carenza di risorse materiali si aggiunge spesso l’assenza di reti di sostegno sociale, la difficoltà d’accesso a programmi di reinserimento occupazionale, e una generale mancanza di opportunità di riscatto.

Disuguaglianze sociali e territori maggiormente colpiti

L’Italia è un paese dalle forti disuguaglianze sociali. I report sulle statistiche povertà Italia mostrano come il fenomeno abbia una distribuzione geografica disomogenea: la povertà assoluta si concentra maggiormente nel Mezzogiorno, ma le città del Nord non sono immuni.

Le regioni più colpite dal fenomeno della povertà assoluta restano Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. In queste aree, quasi una famiglia su sei vive in condizioni di disagio estremo, sebbene negli ultimi anni si sia registrata una crescita anche in regioni tradizionalmente più ricche come Lombardia ed Emilia-Romagna, segno di un fenomeno sempre più diffuso e meno circoscritto.

Le aree urbane delle grandi città, in particolare le periferie, sono diventate veri e propri “osservatori” del disagio sociale: qui si concentrano nuclei familiari monoreddito, immigrati, anziani soli e giovani disoccupati. Il degrado delle condizioni abitative, la carenza di spazi aggregativi, il malfunzionamento dei servizi pubblici aggravano ulteriormente la condizione delle famiglie residenti.

Il ruolo dell’istruzione e il legame con la povertà assoluta

Un legame ormai accertato tra gli studiosi è quello tra livello di istruzione e rischio di povertà assoluta. Secondo l’Istat, le famiglie in cui il capofamiglia ha un basso livello di scolarizzazione sono molto più a rischio di cadere (o rimanere invischiate) nella povertà rispetto a chi possiede titoli di studio superiori.

La mancanza di titolo di studio rappresenta un ostacolo:

* Nella ricerca di lavoro stabile e ben retribuito * Nell’accesso a ruoli di maggiore responsabilità * Nella possibilità di fornire ai figli un ambiente ricco di stimoli e supporto educativo

Oltre al problema del cosiddetto “ascensore sociale bloccato”, questa situazione fa sì che la povertà si trasmetta di generazione in generazione. L’impossibilità per i figli delle famiglie povere di accedere a una buona istruzione perpetua le condizioni di disagio sociale ed economico.

Il tasso di abbandono scolastico resta alto soprattutto nelle zone più svantaggiate e dove la concentrazione di stranieri in povertà assoluta è superiore alla media nazionale. L’assenza di un intervento organico che migliori l’accesso all’istruzione di qualità rappresenta, quindi, uno dei principali limiti nel contrasto alla povertà assoluta in Italia.

Soluzioni e strategie: politiche sociali a confronto

Cosa si può fare, dunque, per contrastare e ridurre la povertà assoluta? Negli anni il nostro Paese ha sperimentato diverse politiche sociali, alcune delle quali hanno prodotto risultati positivi ma anch’esse caratterizzate da luci ed ombre.

Negli ultimi anni si è dato spazio al Reddito di Cittadinanza come misura-chiave per il contrasto della povertà. Tuttavia, i limiti emersi – quali la difficoltà di raggiungere i veri bisognosi, la messa in campo di strumenti di accompagnamento inefficienti, la mancanza di controllo sui beneficiari – hanno reso necessario un ripensamento generale della politica di welfare.

Sul fronte europeo, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede investimenti rivolti a scuola, formazione e lotta alle disuguaglianze territoriali, ma l’efficacia di questi interventi dipenderà dalla reale capacità di entrare nelle maglie sociali più strette del disagio.

Alcune possibili soluzioni per contrastare la povertà assoluta includono:

* Potenziamento delle politiche per il lavoro, con incentivi all’occupazione stabile * Investimenti nelle scuole dei quartieri più svantaggiati * Ampliamento degli interventi a favore dei minori in povertà * Miglioramento dell’inclusione sociale per stranieri e nuovi residenti * Rafforzamento delle reti di sostegno comunitario, servizi sociali e sanità di base

Fondamentale sarà un approccio integrato, che tenga conto della complessità del fenomeno, mettendo in campo risorse, professionalità e un coordinamento tra le diverse istituzioni.

Sintesi e prospettive future

Se i dati Istat povertà 2024 indicano un quadro allarmante, è altrettanto vero che la consapevolezza pubblica del fenomeno oggi è più diffusa che in passato. La povertà assoluta in Italia non è più, come spesso si tendeva a pensare, una condizione residuale, ma un problema strutturale che coinvolge milioni di persone, famiglie intere e in particolare i minori. L’incidenza fra gli stranieri in povertà assoluta rappresenta una sfida ulteriore davanti alla quale la società italiana è chiamata a rispondere con razionalità, equità e solidarietà.

I dati sulle statistiche povertà Italia dovrebbero costituire la base per strategie di intervento concrete, innovative e coraggiose che affrontino il problema a monte e diano una speranza alle generazioni future. Solo così sarà possibile ridurre il divario sociale ed economico e garantire una vita dignitosa a tutti i cittadini, a prescindere dalla loro origine o condizione di partenza.

Pubblicato il: 15 ottobre 2025 alle ore 12:09